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AW

alzar del sipariosi vedeVIncognito dor-miresopraunaseggiola, e

Francesco

se-dutodallato

,chelocontempla.

Fran.

Dorme

profondamenle.

Costui che

mena

unavitacontaminaladaun enorme de-litto, eche da uu

momento

all’ altro può incaminarsfi aipatibolo, costui dorme tran-quillo,ed io

,infelicissimo acui nonj’imor-delacoscienza, iononposso assaporare

un

ora dibene,un

momento

solodiriposo.

Ma

v’èundestinopiù crudele^el mio?Se costuiparla,io avròperduto sempre la miacara Luigia

, il disonore cuventera il

mio

soloretaggio, eTunicamiarisorsa la morte.

Oh

!Dioeterno.?svolgi, dehsvolgi il fulmine,che sta per incenerirmi....

non

già per

me

,.chetroppo funestodonoio rice-veinellavita....

ma

permia moglie li pre-go, perleiincuiora vivo

, per lei, che

* ora viveunicamentea

me

stesso.

(breve

pau-

>

sa.,indiVoriolodel villaggio suonale 6:') Sei ore....? ètempo, checostuis'allontanidi casamia.

(s'avvicina all'incognito, e

Din" 'byGoogle'

ATTO

SFcoTrno 3r scuotendololodesta.

)

Animo

, sregliaievi, eh’è orad’andarvene.

ineog. Andarmene!camerata! Perchè rompermi

ilpiù belsonno, eh’io dormissiin.vitamia?

Fran.

E

che? Manchereste forse alla vostra promessa?

La

notte,assaibuona, vi favo-risce....partite, chefraun’ orasaranno qui giuntii carabinieri.

Ineog.

Che

venganopure.

— E

seioti dicessi che dapoichè

ho

avuto ilbene dirivederti,

codesti Carabinierim’ispirano minor temen-za!

E

ciòèben naturale, cheil tuo gran torna conto ediben celarmialleindagini lo-ro.Perchè se iovenissipreso potrei parlare eseioparlo

, povero cameratamio..'... ad-diomoglie, addio sostanze; addio dote

E

mi

vien detto cheladotesiaassai riguarde-vole.

Dimmi

digraziasu quali fondiglie l’hai tuassicurata?

Va

la, che puoi dirti vero figliodella fortuna. Io avrei dato del pazzo achiavesse dettoseti’anni fa....

jFmn.Basta, viabasta.... nontipared’avermi umiliatoabbastanza?

ineo.

Con ^^uone

camerata conlebuone!Io partirò, i^^ai benea quali condizioni.

Fran.

Adempirò

imieiimpegni.

Ineo.

Venga

denaro,esono contento.

Di

que-sto

ho

dibisogno pernonaver più imbarazzi

conla giustizia. . »

SCENA

II.

I

predetti

Luigiaf

Luig.

Eh

!Francesco.,.

Fran.(Luigia! )

32 I

DUE

PORZATt Liii^. Ioveniva appuntointracciadi te.

Fran. pianoalt*incognito') Entrate in quello stanzino, quantoprimasarò davoi.

Jnco.

(

E

fa purea tuo bell’agio, che non

ho

poi tantafrettad’abbandonarti.

) ( se)

(Bella moglie.... riccadote..*. Io gli lascio laprima....

ma

'su quest’ ultima farò valere lemieragioni. (entranello stanzino indi-catogli.

)

Luig. Francesco mio.... permettimi, eh’io dica, d’aver notato,che dopo 1’arrivo di quest’

uomo

tusembria bello studio evitar-mi... diròdipiùsfuggire la mìa presenza.

Che

vuoldirciò?....

Che ho

io fatto!....

Rispondimiamico mio.

Frati, confuso.)Luigia.... tu sai bene.... che leapparenze....

Luig.

Eh

!

Che

apparenzecaro

nùo

che ap-parenze...Scusami,

ma

nonpossotacerti, cheiosperavad’essermidatemeritata naag-gicr fiducia.

E

questonon gih in ricompen-sadiquanto feciper te,

ma

sibbene del-Tamore cheperteconcepii, e che oggi

ho

giurato diconservarli fino all’j|kimo

mio

re-spiro....Io senza conoscertil^Pliviso,e ad-dolciti ituoipatimenti, e rispettato il tuo segreto\

ma

ora; siamginstinaio caroy ora che sonodivenuta tuamoglie, ora

mi

cre-doindirittoricercardate unisincera rive-lazione de’casituoi.

Parla viaFrancesco rene scongiuro.

Se non vuoi, e

non

puoi aprirmi1’animo tuo,assicurami almeno di nonesserminacciato daninno,

non

che im-minente neppur lontano pericolo.

— E

di tantolatuaLuigiaandrh soddisfatta.*

Fran. Luigia mia rinfrancati, ch’io

non ho

OlgitìzedbyGoogl

ATTO

SECOICDO 33

» tlatemer cosa pertefunesta.

— E

vero

ben-sì, chelavista d'un’infelice, del qualefui per lungotempo compagnonelle avversiti

mi

ha cagionato unatal

commozione

per

me

in-vincibile.... eda nonpotersi abbastanza espri-mere conleparole.... tanto fortenefu pre-soranimomio;Quest’uomo

bramò

favellarmi da solo, asolo,edionon potei ricusarmi airinchiestadi lui.

Luìg.

Ma

chi èquest’

nomo

misterioso? verso

3

nal partecamina?

E

qual progetto èilsuo

involarsi dalla nostrapresenza?

E

qualtu stessoperchèticeliallosguardo dell’ amoro-satua famiglia?

Fran. Luigia,perdonami,

ma

non posso far notoilsuosegreto.

Luig. dopo breve istante di riflessione.

)

Ed

iomi prometto di averlo indovinato; quei carabinieri chefanno esatteperquisizioni per ogni casadeinostri contorni...

Le

confettu-repiù,o

men

vere delsig. Timoteo suquei sciaguratidi cui vannoin traccia.... tu po-cheparole in

somma

, che *»u stesso ti sei lasciato ft|É||[ire....

Ah

che pur troppo

ho

dato nel segno.

Fran.

(Non

hofibrache nonmi tremi.) Luig. Francesco mio

Questo miserabile...

Fran. (

Oh

giusto Cielo!) Luig. È’ undisertore....

FrfPi.

(Ah

! respiro!)

La-'g.

E

tu, tuFrancescosei colpevole, dello stessosuofallo, quindi semprelirnoroso del-lo stessosuocastigo.

Fran.

Ah

tolgaloIddio.(co«involontario

mo^

to d'orrore.

)

Luig. SìIoripeto, colpevoletu- sei dell’

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