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/.uig. Giusto cieloIetu?

Fruii.

Non

andòguari cheentraronoipiù vio-lentisospettinellamente del principale che perònonsapea sopra chidinoidue doves-seportare1’accusa....

Luig. Iotremo

come

sefossi inquel caso..

Frati. Finalmenteuna seraincui mi era più presto delsolito ritiratoincasa, estava ap-punto tenendocompagnia asuamoglie,che stavadeliziandosi nel guardare il bambino dormiente nellasua'culla-vedo comparire in cameramiofratello congliocchi stravolli,

pallidoin faccia, i capelli inisullafronte, barcolando

come

un’ ebrio espumantile lab-bra

come

a

un

ossesso....Figuratilamia sor-presa?.... figuratilospaventodisua moglie ed il terrore di Giovanni, il suo primo-genito..

Lui.

Oh

Dio!

mi

pardivederli.

Frati. Sono unladro,egli esclama:iolo cre-doundelirio, elochiamo per

nome

, e lo scuoto.... Sono un ladro, o fratello, ripete con unurloprolungalo che avrebbe intene-rito un macigno.

E qm

balbettando

, e col

respirointerrottodal forte anelare confessa lacagione,egli effettidelsuo delitto.

Che

'quadro! che quadro! Iorestodisasso

....

Mia

cognataprivadisensi cade riverso per ferra

Giovanni chesi accorgedel padre

ilqualeimpugnata unapistolaminaccia d’uc-cidersi pietV,grida,pietàe si slancia sul braccioarmato[del furibondo che, morte,

esclama,morte.

A

questo grido terribile si

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ATTO

TFRZO

i^es’ail

bambino

,emette

un

gemito acuto dallasua culla.... Io rivolgo... fuori di

me

a casodirei,eloguardo, evedoilsuo oc-chio...

Ah,

Luigia

mi

parve che l’occhio di quel bambino

mi

domandassepietàpersuo padre.... l’hoqni.... l’ho quiquell’ occhia-ta, r

ho

semprequi nel cuorescolpita...

Che

li dirò?

un

fuoco ardentemisi solleva dalcuore allatesta,

mi

s’infiammano le ve-ne, mioscillano tuttelefibre e vivi spie-tato

,gridoal fratello,vivi allatuapovera famiglia, nonridurla alla disperazione Io

mi

esibisco....

ma

in quell’istante del mio entusiasmo, eccopienala stanzadi guardie che vengonoper arrestarci:mio fratello le

vede,

e stramazza perterra.Io mi scuoto,

mi

ricom^Dongo, etutto pienodelmio dise-gno

m^ abbandono a Dio, ead alta voce solennemente dichiaroche mio fratelloè in-nocente, eeh’iosono ilcolpevole. Il dado ègettato,edinvano tentadappoi d’accusar-siil fratello, eh’io per farmi condannare

mi

prevalsi ditutte le circostanzeeh’egli

mi

aveapartecipale,ed invicibile nelmio pro-gettosagrifìcail’onore ai piu teneri

senti-menti dellanatura.

. '

Luig.

Oh

Dio mio! Dio mioti ringrazio{^Si precipita alcollodel suo sposo, e si tiene

a

lungo abbracciata poi grida)

Ah

vedi

Ema-nuele, vedicheilmio cuore non siera in-gannato! (brevepausa^poi^transizione dèl-iagioja al dolore)

Ed

io messa quasi per

•unprodigioalpossesso di

un

cuore die per eroismoèforse1’unicosullaterra,iodovrò abbandonarlo, esagrifìcare

me

stessa al

ti-IDUE FORZATI 72

rancico poleredelle apparenze?....

Oh

quale incendio ora mi sentoin cuore?

Fran. Luigiache dici?modera perpietàiltuo trasporto.

Luig. con semprenascenteentusiasmo,efuori di se

)

No

,crudeli

,no;paleseròiola

pu-,

rita diquelcuore; io farò cadere ilvelodi j

questa generosamensogna.

succederà la ammirazione all’orrore

,ele

marche

dell’ ab-bomiiiiosicangerannoin sugellod’

un

eroi-cavirtù.

Fran. Sconsigliala! tutradisciil mio segreto!

Lnig, Io nouvogliolasciarti.

Fran.

Tu

distruggi labell’operamia.

Luig-. Crudele! turni haidatoiltuo cuore.

Fran.

E

tu in ricompensa vuoi assassinarmi unfratello?

Lutg. Ionon vedo chete.

Fi

'(in.

Madre

d’Alberto....pensa che

mio

fra- j

telloha due figli.

'

Luig. scuotendosi,euscendo

a

poco, a poco del suosmarrimento.

)

Due

figli?

'Fran. Pensa che seiolo salvaiacosto del

mio

onore primadi conoscerti,ora che sonotuo marito, peresser degno veramente di te

,

devo consumareil sacrifizioa costo ancora dellavita. Vorresti che ti provassi 1’

amor

eonjugale col tradir lanatura.

Liiig.

Ah

no! no,Francesco,cheinvolartinon vogliolatua

palma

di gloria. Errai, va-neggiai,

mi

tradiva-^l’amore,

ma

latua vir-tù

mi

restituiscea

me

stessa, {si

abbandona

!

fra

lesuebraccia indi a poco a poco ripi-glia

ad

interrogarlo

)

Ma dimmi

Francesco

E

nulla ti.sgomentanell’impresa?

non

l’ap- '

byGoogk

atto

TKftZO 7 3

. parecchiotVun Tiihunale, nonlavergogna d’un pubblicosupplizio?.. -Fran. Nulla.

4o

attingeva forza, ecoraggio a

tuttii miei patimenti da

un

interno

com-piacimento, che

mi

avrebbe fatto incontra-resenza spavento la morte...

Eh

miacaraf Il supplizioèterribile per ehi loha

merW

tato.

. . ^

Luig.

Ma

per<jualprodigio ricuperastilaliberta?

Fran. Ilcaso vollecheinunode’custodiche' conducevanoalluogodel loro asilo coloro’

chelaleggebandisce dal

grembo

della so-cietà, io trovassi

un uomo

inteneritodella miagiovinezza, edel miodestino. Costui

mi

facilitò imezzi d’evasione eh’ioposcia ese-guiiduranteiltragitto diconcertocon quel-loscellerato-che questa mattina

mi ha

co-nosciuto, ealquale

meno

di

me

fortunato non riiiscidifuggireche dopoparecchi an-nidischiavitù.

Luig.

Ma

perchè nonrivelarepihpresto? Fran. Qualche tempo dopo la mia condanna

seppiche

mio

fratellonon'aveva piupotuto’

rimanereinque’ luoghi, dovetuttogli

rarn-'menlavalamiasciagura.

Da

quell’epocain ,

poi

non

neebbipiunotizia, e tuvedi che ionon poteva farconoscerelamia innocen-za, senza esporre miofratello a sopportarla pena acui l’avevocontantosagritìziosot- -tratto?

Fuìg.

Oh

sposo adorato!

No,

che non

possia-mo

chiamarcidel tulio inf^elici...Io posso amarli senza chela miacoscienzasi oppon-ga allosviscerato

amor

mio.

Fran.

,Luigia;

Tu

puoi stringermi senza*

7

7^ 1»tJEFORZATI

ribrezzo altuo cuore che grazie alCielo, ed allamia costanza

, iosono, esarò

sem-pre degnodite...

Ma

ètempo, Luigia, e tempodi abbandonarci.

Xu/g.

Oh

crudelissima necessita!(stringendo-^

lo al seno )

SCENA X.

Emamuele —

Albertino,edetti.

Emanuele

simostrasitila soglia dellaporta dimezzo^pieno dicuriosaimpazienza.

Errm.Luigia hai chiamato

me

o tuo figlio ? Francesco vuol forse partire?

Fran. conaria dignitosa

) Sì, cognatoio de-vopartire,evi ringrazio d’avermiqui con-dotto^il

buon

Albertino perch’io lo baci

pri-ma

d’allontanarmi dalla vostra famiglia.

Ema.

(

Ha

vintoil dovere, ora senopiìi tran-quillo.

)

Alt).

Ma

perchè

buon

Francesco

, perche

ab-bandonate appenasposatala

mamma,

e la-sciate

me

il primo giorno in cui aveva il piaceredichiamarvi col

nome

dipadre?

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