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3.2 La regolamentazione dell’attività di microcredito nei principali Paesi Europei

3.2.2 La Francia

In Francia, prima del 2001, i prestiti potevano essere concessi solo dalle banche e da istituzioni similari, soggette alla medesima disciplina. Nel 2001 tutto cambia, grazie alla Legge Bancaria n° 420 del 15 maggio dello stesso anno, dal titolo “Nouvelles Régulations Economiques”, che introduce il comma 5 all’articolo L L511-6 del Code Monétaire et Financier: anche le istituzioni non bancarie possono erogare finanziamenti a titolo oneroso, a soggetti appartenenti alle fasce meno abbienti della popolazione, per la creazione e lo sviluppo di un’impresa. Secondo il comma 5, le istituzioni, a cui non è applicato il divieto per la realizzazione di operazioni di credito, sono principalmente le no-profit associations.

All’introduzione di tale comma ha fatto seguito un’azione di perfezionamento, realizzata tramite i Decreti di Attuazione n°652 del 30 aprile 2002 e, in applicazione dello stesso, il Decreto del 3 luglio 2002. Questi hanno previsto la possibilità di concedere prestiti ai disoccupati e ai beneficiari degli aiuti economico-sociali, finanziando la nascita e la successiva crescita di imprese, nate dalla loro iniziativa; tali crediti sono erogati sulla base delle disponibilità dei fondi propri delle associazioni stesse o dei fondi presi a prestito dalle banche. Gli

147 Cfr. M. Bendig – M. Unterberg – B.Sarpong, Overview of Microcredit sector in the European Union

124 istituti di microcredito, essendo esclusi dalla supervisione bancaria, per poter operare necessitano dell’autorizzazione fornita da uno speciale Comitato pluridisciplinare e pluriministeriale, che deve verificare la sussistenza di specifici requisiti; questi fanno riferimento alla capacità di prestito e di sostegno dei beneficiari per tutta la durata del loro progetto: devono aver maturato una consolidata esperienza nel supporto alle start-up e devono rispettare specifiche norme prudenziali. Il Comitato si occupa anche della vigilanza sugli stessi. “Il condizionamento dell’elargizione del prestito a soggetti che versano in situazione di particolare disagio allontana il problema di una possibile concorrenza tra con il settore bancario determinando, al contrario, una complementarità tra finanza e microfinanza.”148.

Nel 2005 si ha un ulteriore intervento legislativo con la Legge sulla Coesione Sociale o Legge Borloo149; questa ha fatto del microcredito una priorità nelle scelte di politica economica e sociale francesi, attraverso il programma di supporto “Soutenir le développement de la microfinance”, il quale sostiene l’auto-imprenditorialità e incentiva l’accesso ai contributi per la creazione di un’attività autonoma. La Legge in questione ha portato alla creazione del Fondo di Coesione Sociale o FCS, gestito dalla Caisse des Dépôts et Consignations; il Fondo opera nel settore del microcredito finanziando e ponendosi come garante degli istituti bancari e non, che operano nel settore direttamente, ovvero erogando prestiti, e indirettamente, attraverso la concessione di garanzie150. La Legge inoltre introduce una nuova tipologia di microcredito in Francia : il microcredito sociale, riservato al consumo sociale.

Nonostante tali disposizioni abbiano fornito l’apporto maggiore nel successo delle attività di microcredito svolte in Francia, si sono avuti altri interventi legislativi in favore delle piccole e medie imprese grazie alla Loi pour l’Initiative

148 Cfr. Ente Nazionale per il Microcredito, Il microcredito nei Paesi europei, in

www.microcreditoitalia.org/capacitybuilding.

149 Legge n° 32 del 18 gennaio 2005.

150 “The Social Cohesion Fund (SCF) provides financing to guarantee societies which provide guarantees

to microcredit associations. The institutions concerned are guarantee societies.”. Cfr. European Commission, Expert Group Report-The Regulation of Microcredit in Europe, op. cit., p. 40.

125 Economique o Loi Dutreil151 e la Loi en faveur des petites et moyennes enterprises152. La Legge del 2003 individua come propri obiettivi fondamentali i seguenti:

 Rendere la creazione dell’impresa un atto accessibile a tutti, semplice e rapido.

 Agevolare la transizione da dipendente a imprenditore.

 Sostenere finanziariamente l’iniziativa economica.

 Accompagnare socialmente i progetti.

 Facilitare lo sviluppo e la diffusione delle imprese.

La Legge per le piccole e medie imprese risale al 2005 e il suo contenuto può essere sintetizzato nel seguente modo: “Questa legge mira a garantire la sostenibilità delle piccole imprese, vecchie o di nuova creazione, per sostenere la loro crescita e facilitare la loro diffusione. Il testo prevede incentivi fiscali volti a rafforzare le risorse proprie della società; è prevista un'esenzione fiscale sulle plusvalenze in caso di trasferimento di imprese così come “un sistema di allerta precoce delle difficoltà. Le formalità per la creazione e la diffusione delle imprese dovrebbero essere semplificate, lo stato dei congiunti degli imprenditori chiarito e il loro patrimonio personale protetto. L'accesso al finanziamento bancario dovrebbe essere facilitata dall'introduzione di prestiti con partecipazione agli utili e grazie allo sviluppo di un sistema di garanzie e di tutela. Sono previste, inoltre, delle misure per facilitare l'esportazione di piccole e medie imprese.”153.

Sulla base dei recenti studi condotti dell’European Microfinance Network è stato possibile osservare che il microcredito si sta sviluppando in modo molto veloce in Europa. “Nel solo 2011 le istituzioni di microfinanza europee hanno erogato ben 122.370 microprestiti, per un valore complessivo di 872 milioni di Euro che, se rapportato al 2009, rappresenta un aumento del 45% del numero dei prestiti e

151 Legge n° 721 dell’ 1 Agosto 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2003. 152 Legge n° 882 del 2 Agosto 2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 3 agosto 2003.

153 Cfr. Loi du 2 aout 2005 en faveur des petites et moyennes entreprises, in www.vie-

126 del 5% del volume degli stessi.”154; la Francia è uno dei principali distributori di microloans in Europa.

Il microcredito ha cominciato a svilupparsi in Francia a partire dagli anni ’80, e attualmente non ha ancora una definizione legale; a seguito di questa mancanza il Conseil National de l’Information Statistique, su mandato del Ministero dell’Economia, della Finanza e del Lavoro francese, ha costituito un gruppo di lavoro con lo scopo di elaborare una definizione specifica di microcredito professionale.

Innanzitutto è opportuno dire che, proprio come in Italia, anche in Francia si distingue il microcredito professionale o micro-crédit professionnel dal microcredito personale o micro-crédit personnel; questi ultimi hanno la finalità di stabilizzare il reddito e di garantire una certa sicurezza finanziaria, andando a coprire le necessità finanziarie dei relativi beneficiari , grazie a un prestito di importo inferiore a 3.000 Euro155. Il microcredito professionale156, invece, può essere definito come un prestito che viene concesso con lo scopo di finanziare la creazione, la crescita o il consolidamento di PMI a carattere artigianale o commerciale, nate dall’iniziativa di persone che non sono in grado di accedere ai canali di finanziamento ordinari. Sulla base dei risultati del Gruppo di Lavoro sopramenzionato, nell’ambito del microcredito professionale è possibile individuare due peculiari fattispecie dello stesso: il microcredito professionale classico e il microcredito professionale a titolo di fondi propri.

Il primo viene concesso a titolo oneroso da una banca o da un altro istituto non bancario abilitato, per finanziare la creazione, lo sviluppo o la ripresa di imprese fra cui: imprese individuali, società o imprese autonome. Il credito in questione si caratterizza per i seguenti aspetti:

154 Cfr. B. Balkenhol - Camille Guézennec, Document de Travail Le microcrédit professionnel en France

: quels effets sur l’emploi?, in Centre d’Analyse Strategiques, con la collaborazione di Frédéric Lainé e Louis Nouaille-Degorce, Parigi, Aprile 2013, p.13.

155 In Italia abbiamo avuto modo di osservare che la definizione di microcredito è offerta espressamente

dall’articolo 111 del TUB che distingue il microcredito sociale da quello imprenditoriale; per il microcredito socio-assistenziale il valore massimo del prestito ha un valore superiore rispetto all’importo- soglia stabilito in Francia: 10.000 Euro contro i 3.000 Euro del caso francese.

156 Cfr. . B. Balkenhol - Camille Guézennec, Document de Travail Le microcrédit professionnel en

127 - Beneficia del sostegno di un organismo, che può essere lo stesso ente

finanziatore o cofinanziatore;

- Beneficia della garanzia del Fondo di Coesione Sociale, o di un altro organismo, oppure può essere concesso senza garanzia;

- Deve avere un importo inferiore a 25.000 Euro o può avere valore superiore se l’istituto di credito ha ottenuto la garanzia di France Active, che si basa a sua volta sulla garanzia del Fondo di Coesione Sociale. Tendenzialmente l’importo medio dei microprestiti concessi è inferiore e pari a 16.000 Euro.

- È accordato a titolo oneroso e l’importo ottenuto deve essere interamente restituito, attraverso pagamenti rateali.

Il microcredito professionale a titolo di fondi propri, invece, è realizzato da intermediari bancari o da associazioni specializzate, verso imprese individuali, autonome o società oppure verso imprenditori persone fisiche, per la creazione, lo sviluppo o la ripresa di un’azienda. Fino a questo punto, questa particolare forma di microcredito presenta caratteri identici al microcredito professionale tradizionale; la differenza principale consiste nel fatto che il finanziamento ha il carattere di un apporto a titolo di fondi propri grazie alla presenza di una clausola di subordinazione157. Gli elementi caratterizzanti tale forma di prestito sono gli stessi previsti per quello tradizionale; l’unica eccezione è costituita dal fatto che in questo secondo caso il prestito può essere concesso anche a titolo gratuito. Per entrambe le tipologie di microprestito l’azienda finanziata deve possedere i seguenti requisiti:

 Meno di 10 dipendenti;

 Meno di 5 anni di anzianità;

 Un fatturato annuo o un totale di bilancio alla data di chiusura dell’esercizio inferiore a 2 milioni di Euro.

157 La presenza della clausola di subordinazione rende il prestito postergato, assimilandolo così a un

apporto a titolo di capitale di rischio, per il quale tradizionalmente non è previsto un piano di rimborso. In sede di liquidazione il conferimento sarà rimborsato dopo il pagamento di tutti i debiti.

128 In Francia i principali providers di microcredito, che operano sull’intero territorio nazionale sono i tre seguenti: Association pour le Droit à l’Initiative Économique (ADIE), France Active (FA) e Initiative France (IF). Tali istituti si differenziano per diversi aspetti, come il modello economico di intervento, il target di clientela e la struttura territoriale. In particolare è possibile osservare che, mentre l’ADIE opera nel settore del microcredito e si pone come un organismo che offre finanziamenti diretti extra-bancari in forma di prestiti tradizionali, prestiti a tasso zero e crediti solidali, FA e IF hanno scelto di adottare un modello operativo diverso; France Active opera prevalentemente concedendo garanzie per agevolare l’accesso ai finanziamenti, mentre Initiative France opera erogando in prevalenza prestiti solidali o prêts d’honneur158. Nonostante tali differenze, tutti e tre gli organismi ottengono le risorse, che destinano ai prestiti, dalle medesime fonti, le seguenti: Fondo di Coesione Sociale, donazioni, apporti di banche partner. Oltre a ADIE, FA e IF, esistono altri providers di microcredito, che però operano a livello locale; questi sono, ad esempio, Créasol e Caisse Sociale de Développement Local.