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3.2 La regolamentazione dell’attività di microcredito nei principali Paesi Europei

3.2.1 Tratti introduttivi

L’Italia solo di recente ha cercato di elaborare una regolamentazione ad hoc per il microcredito con i nuovi articoli 111 e 113 del TUB; nonostante ciò rappresenti non soltanto un importante punto di svolta a livello nazionale ma anche un riferimento per il resto dell’Europa, la portata avanguardista della normativa italiana su tale tema risulta essere frenata dalla mancanza dei Regolamenti attuativi, che avrebbero il compito di precisare alcuni dettagli tecnici di fondamentale importanza per la materia.

La Tabella 12, tratta dall’Expert Group Report dal titolo “The Regulation of Microcredit in Europe”, sintetizza la situazione in tema di microcredito nei vari Paesi dell’Unione, per come questa si presentava nel 2007; con il passare degli anni poco è cambiato, e apparte il sopracitato caso italiano, nel resto dell’Unione Europea solo altri due Paesi prevedono delle legislazioni specifiche, la Romania e la Francia, anche se in questo secondo caso non si tratta di “una regolamentazione dedicata ma di una deroga, in quanto prevede l’esistenza di associazioni, specificamente autorizzate da un comitato di microcredito che ne valuta esperienza, caratteristiche e capacità, che possono erogare direttamente microcrediti in deroga al testo unico bancario.”145.

145 Cfr. Fondazione Giordano dell’Amore (FGDA), Una normativa per la microfinanza in Italia. Lo stato

dell’arte e il punto di vista degli operatori, Workshop tematici, Serie “Pensare”, Milano, 12 Maggio 2011, pp. 3-4 . L’attività dell’ADIE, ad esempio, rientra in tale deroga.

120 Tabella 12: The most important features in the different regulatory systems

Fonte: Expert Group Report, “The Regulation of Microcredit in Europe” – European Commission.

Il caso francese sarà approfondito nel successivamente, cercando di comprendere i differenti regimi regolamentari in tema di microcredito applicati da altri Paesi europei, in particolare da: Gran Bretagna e Germania. Come la Tabella 12 evidenzia, accanto alla Francia l’unico altro Paese europeo ad avere una normativa specifica per la materia è la Romania; per questo motivo è opportuno soffermarsi brevemente sulle disposizioni in vigore in questo Paese.

In Romania il segmento del microcredito è attualmente disciplinato dalla Legge n° 93 del 2009, che ha abrogato la precedente Legge n° 240 del 2005 o Microfinance Companies Law, con la quale era stato creato nel Paese un primo framework legislativo per l’organizzazione, l’operatività e lo sviluppo delle così dette microfinance commercial companies. La successiva Legge del 2009 non si occupa esclusivamente di microcredito, bensì di tutte le attività finanziarie che le

121 NBFIs possono offrire146. Tali istituti possono erogare microprestiti, ma non sono autorizzati alla raccolta del risparmio; per questo motivo le risorse, da poter concedere come finanziamenti sono ottenute grazie a disponibilità interne, apporti di banche partner, donazioni o fondi pubblici. La Legge definisce il microcredito come un prestito di valore inferiore a 25.000 Euro, che viene concesso per la creazione o lo sviluppo di un’attività di impresa o di progetti in grado di migliorare le condizioni di vita dei beneficiari. Grazie a questa Legge, le istituzioni finanziarie non bancarie, ovvero gli organismi di microfinanza non bancari, continuano ad avere la possibilità di erogare prestiti e di fornire prodotti e servizi microfinanziari, fra cui anche servizi di consulenza e tutoraggio. Tutte le istituzioni microfinanziarie devono avere un capitale sociale minimo pari a 200.000 Euro, devono essere registrate nel National Bank of Romania (NBR) General Register, tenuto dalla Banca Centrale romena, e sono sottoposte nello svolgimento delle loro attività alla vigilanza della stessa.

La Tabella 13 sintetizza i valori mossi dal segmento del microcredito in Romania. Questo ha ricevuto un notevole impulso positivo dalla predisposizione di un framework legale, che consente anche agli operatori di microfinanza di concedere microprestiti. Oltre ad essi, il settore del microcredito vede operare al suo interno, le credit unions, le banche di credito cooperativo, le banche commerciali e le banche dedicate sostegno delle micro e delle PMI, ovvero le microfinance banks.

146 NBFIs è l’acronimo di Non-Bank Financial Institutions; oltre ai microprestiti, tali operatori si

occupano di leasing, credito al consumo, prestiti ipotecari e di tutte le altre attività rientranti nella definizione di microfinanza, come il microcredito: la Legge del 2009 unifica la disciplina prevista per gli operatori non-banking e per i prodotti e i servizi che possono offrire. Gli operatori che hanno un portafoglio con valore superiore ai 5 milioni di Euro devono essere registrati in uno Specific Register; gli operatori di più grosse dimensioni devono rispettare regole ulteriori, rispetto a quelle previste per gli operatori ordinari, le quali fanno riferimento ai seguenti aspetti: protezione dei clienti, trasparenza nei prezzi, politiche di risk management.

122 Tabella 13: Microfinance market in 2010-2011

Fonte: Overview of Microcredit sector in the European Union, realizzato dell’European Microfinance Network.

Dal 2011, il settore del microcredito in Romania è cresciuto notevolmente, grazie all’interesse crescente e alla partecipazione sempre più attiva delle microfinance banks ai programmi di microprestito. La Tabella 14 mostra la crescita registrata dal Paese.

Tabella 14: Microfinance market 2012-2013

Fonte: Overview of Microcredit sector in the European Union, realizzato dell’European Microfinance Network.

Dal confronto emerge che: “Rispetto al precedente rapporto (2011), il numero di clienti attivi nel 2013 riportato dai partecipanti al sondaggio è aumentato del

123 3,9% e il numero di microprestiti è cresciuto del 4,3%. Il valore totale dei prestiti distribuiti nel 2013 ha superato i 103 milioni di euro; i prestiti alle imprese rappresentano il 54% del portafoglio crediti e i prestiti personali rappresentano il 46%. Il valore medio dei prestiti imprenditoriali nel 2013 è stato 6.670 Euro, che rappresentano il 145% del PIL pro capite; il valore medio dei prestiti personali, con un impatto di inclusione sociale e erogato principalmente da cooperative di credito, è stato di 1.200 Euro, che rappresentano solo il 26% del PIL pro capite.”147. In soli due anni si è registrato

un incremento notevole nel numero dei microprestiti e del loro valore, soprattutto per le attività d’impresa.