• Non ci sono risultati.

mar-mi

iframmentidi

un

fonte,che

a-•veva1'im/ììuviumdiquesta

[_

janaabitazione, eqnindi nefu cheadditatadalcav. Nicolini la

re-ftituzione, laquale,unitamentea'già descrittiframmenti,trovasipubblicata nel

volume IX

del real

museo

borbo-nicoe).

E

con molla avvedutezza an-corailsig.cav.Finali

0

ha opina-locheidiecibecchidelnostro

fon-tenon poteanocredersi falli senza

un

qualche intendimento,eservir do-veanoapoggiarvialtrettantelu cer-nette,lequaliacceseilluminavano

V

atrio,ed accrescevano anche va-ghezzaalfonte in

modo

noninsolito anchein altridomesticifonti

pompe-lmi.

£

vciamcntelaformadi queste, vascainnulladifferendoda quella de'veriUcnuc/iipensili,mostrada seaucheunatalesua destinazione ALI»* . Plinioparlidisimili

lic-nuc/iidibronzog),talunipurese ne sono rinvenutidi

marmo,

e mas-simaè lalorosomiglianza con

que-stanostra vasca.

Uno

neha pubbli-caloilGualtani,o questoha pure nella faccia esternauna maschera o

«?<«»«oy fauninob).Altrodelmnseo borghesiaoo è pubblicato ed illustra-todalVisconti,.manon haaltro or-namento chedisemplicifoglie>).

Ma

ilpiùsimile epercosidiregemello aquestavascapompejanaè certa-quellothetrovasipubblica

-«) Ta».

A

,noslrata*.X.

f) Nellaillustraxione della sj)Lib.

XXXIV

cip.3

«0

XXXIV

i)HioCleomi, tomo

V

orilespi Oviletatolc

Itili

lar.

A

IV nasi.j.

»:87

6 2

lodnl Caylus,e lacu! faccia inter-nac similisiimaa quelladella no-liravasca,avendo purelacornice circolaread ovolo con dentello pro-minente:lafaccia cilerna poi è simil-mente ornatadifogliami e dicinque figureo maschere faunineesatiresche,

se

non

ebehadipiù nel

meno una

testadi

Medusa

di fronte:diecipure visonoibecchi>}.

Questo

monumento

dimostra che

ancheiverilicnuchipensili, qut-leessofu,averdovevanoun

orna-mento

afoggia dicoveremo,

come

questo nostropompejano,destinalo a decorazionedel fonte.Senon die ne*licnuchipensiliquesto covcrchio averdovea pure nel

meno nn

foro, pelquale passavailferrodacui pen-deva,e la cui estremità era introdotta nelfondoinferioredel iicnuco

me-IV

Utensili diversi.

Ragionandoaltravolta di

un

vaso dibronzodel rcalmuseob)mi venne latto di osservarechenimportanteed

»utilricercasarebbe, se

pur

sipoics—

»teesattamenlafan,l'indicare l'oso

»e ladenominazionede'vasi divaria

»forma, edilparagonarquelliilcui

»

nome

ci

hanno

gliantichi scrittori

» trasmesso conquelli -che nelle

an-»tiebenostre scavazionisison

rinve-»nuli.

Ma

difficileelungo lavoro

que-»sto cisembrae

come

tutti gli altri

» ebe concernonoallatecnologia

de-ligliantichi linerquasiintentalo.

In-»fatti(soggiunsi) chi potrà traquei

»moltivaside'quali

massimamen-»tein Polluceleggonsiinomie

»gliusic),dircon sicurezza quale

»alnostrocorrisponda?Poichéa'

»

nomi

che reca Polluce, poche

vol-»te aggiungeladescrizione della

a)Recueiltupplem.toro.VIIp.tòttar.

XXV.

I<)Miu. boib.toI.IliUt. Ci.

»formadel vaso, checome ben

»notaa'suoi tempi sembrar

non

»doveaalloramoltonecessaria.

Questemie parole abbenchè re-lative allestovigliedi bronzo, e

non

a'vasidipinti,furono poi tol-teadepigrafe dal dottissimo mio collegailsig.Panofkanell' impor-tantelavoroeh' eglipubblicòsu' ve-rinomi eduside'vasigreci.

Non

toccaa

me

ildecideresinoaquei

mente per molti capidi

somma

lo-de,abbiapotutosciogliereil pro-blema archeologico cheioindicava,

a.finoaqualpuntoloabbiafatto cou quellaesattezza e sicurezza, in

mancanza

delle quali l'archeolo-go cordalosovente negar deecorso algratuitoedarbitrario conghiettu-rared).

Che

che peraltrovogliadirsi

c)Lib.

X

segni.61 cap. i5c srg.

d)Ilsin;.Lttropne c «Utodiopinionedie

nonsoloilproblema datocpropostononu*

delledenominazioni datea'vati di-pinti,quellecheattribuirti deg-gionoallestovigliedibronzo, di

vetro,dioro,di«rapiiceterra cot-ta,edanchealvasellamedi argen-tousalodagliantichi,

non

chea qualunquealtroarnese dellaloro vitadomestica,pare a

me

che pos-tanoricever

lume

massimamente dal-lostadiodellepompeianeteavaiioni.

Poiché queste mostrandocileprivate abitazionicorredaletuttaviada una parte

almeno

diquegliarredi,che servivanogiàagliusidegli abitanti, possono soventemettercitulla

buo-na

via peradditarecol confronto delleautorità clatsicheiveri

nomi

di tali arnesi e gli usideterminarne.

Se bod

cheparraidieintale ricer-canon ancoraessendoti riunitoquel

numero

suilicientediosservazioni,

cheservirdeggiono a fondare un si-carogiudizio,convenga andare tut-taviaa niente, econtentarsi soltan-todiraccogliereopportunimateriali cheservirepotranno

nn

giornoad

un

più compiutolavoro.

In questosolointendimentodarò quiladescrizionedegliutensili « degliarredirinvenutinell' edifìcio da

me

descritto,con qualchelieve osservazione, accompagnata dal di-segnodi qaellitraessiche più per formasidistinguono,odandodegli altridiforma analogalasola de-scrizione.

stalo scioltoimane riguardacome

impossi-bili;laiotuzionc(louro. des satanidee.i833

fup,7$J).F.aTedereiancheilgiudizio del tag.Lcvrzownellaprefazionedellasua «r-ttichniu dtrani&m Dtnhmiltrin

A

wtlf

m

rium dttUn.Mut. su Btrii» ptg.IV e>eag.

t

sopraluttode* leggerà ciòebeseri»*il

G3

Cominciando adunquedagli ogget-ti,che

come

hogià detto, si rin-venneronellugliodeli83i, note-rò

come

furonoessitrovati a'14di quel

mot

nellaprimastanzaa de-stradell'atrio,chesièper noi cre-dutalacella dell' osliario. Essi furo-noiseguenti.

Di

Inonto.

I.Ilvaso condue manichi, l'ano de'quali è dissaldato, incisonella no-stra tav.

IX

fig.10.

Non

esitereia dare a questo raso il

nome

dicortina,ben conveniente allarotondità sua.Veggantilenote delloScaligeroalPoenulusAx Plau-to *),eieautorità ch'egli cita.

La

for-ma

dellacortinadel tripodedi A-pollo è ben nota ne'mon untemi, nè è granfattodiversada quella chequi mostriamo,echehadipiùi

mani-chiperlafacilitàdel trasporto.

Qui

sonoessifallidi

modo

da rappresen-tarele ditadella

mano

umana.

cortinedibronzofamenzione Pli-nio»), ebenché dalle sue parole appa-riscachesene faceva uso perla tin-toria,pure nulla impediscedi crede-recheseneavessero delle similianche per conservar l'acqua pergliusi do-mestici:e tale sarà stataquestanostra.

ILIIvaso segnalonellafig.

6

della tav.IX.

IH, IV.Altridiforma poco dissi-milesegnatinellatav.

IX

fig.7,8.

In questi tre vasi sembra

age-eb.Gebrard apag.3$a esegg.dVI1 vota-medellatuaeruditiuina recente opera Ber-Imianukt Jlildwtrkt taegliamalidell' i-stilatoarcheologico»836,fasckulopria»,

a) Aet.

V

se.5v.11.

h) L.b.

XXXV

Kg».*S.

64

vole ravvisare

Vnhenum,

edilloro uso perriscaldar1'acquarcndesi

ma-nifesteperlafuligginetuttavia ade-xe.nleallalorofacciainferiore.Vedi

%\x\Va/ienum precisamenteun luogodi Virgilio>),e delgiureconsulto Paolo1»).

V. Quattrovasi,dicuidue

so-no

dilegualinella tav.

IX

fig.a,3, gli altridue

hanno

pressoa pocola forma medesima.

La

formadiquestiquattrovasili rendeassaisimilia quc'vasi da cu-cinaclicchiamiamo casseruole.

Ma

poichésene trovanodisimilforma anchedi argento,ni alcunodiqiJasli

nostrisivedetintodafuliggine

co-me

ivasi già descritti

,parepiù

probabileilcredere che non «re-no dariputarsivasidacucina.

La

loro simiglianzacollecoppe da ba-gno potrebbefarsospettare che ab-bianoservitoancoressiall'usode' bagni,eprobabilmentedi quelliche prcndevansi per perj'usionem.La dif-ferenzatraquesti vasi elegià dette coppeèripostainciò,cheiprimi

hanno

una profonditàassai maggio-te esono senzabase,mentrele al-tretonoafoggiadi scodella e pog-giano sopraunabase.Tale è l'ar-nese chedescriviamo quisottoal

num. X,

echepuò paragonarsicolla scodellamanubriatainseritacon al-triutensili da bagno inun' anello dibronzo, pubblicato nelrcal

ma-a) Acncid.I.b.VIt.ai8.

b)L. 18J.3 D. deinstine», reiinsinua.

e)Voi.VIIUt.16.Altranondissimile ne bo pubblicatanellaslcsuoperavoi.VII tav.03, edaltra bellissima ditetro colorato è pubblicalanelvoi.XIUt.afievy

d)Letterasopraadun'aulicasupcllctlilc

seoborbonicoe),econaltranon dis-tintile pubblicata dalce!. Viscon-ti«0. Paragonando il

monumento

delrcal museo con

un

Tersodel

J

JersadiPlautoe),

può

ritrarsiche

•quellascodelladavasiil

nome

di

seap/uum

,ch'eraassaiconveniente a qneliaforma.

TI.Ilcolomanubriato segnalo nel-lanostra tav.

IX

fig.5.

Le

nostre scavazioni

hanno

dati non pochicoli,di cui taluni

manu-briqti,edaltri prividimanubrio.

Vedile osservazionidelchiar.nostro collega nionsig.Francesco lava/onc, chehapubblicatitalunidiquesti colioraesistentinelrealmusco*"), edilquale beneosservacoli'

auto-ritàdiPolluce e),edi Apicio&) cheilcoloeraanche arneseda cu-cina.Tra'colidelreal

musco

pre-cisamente importantesimostrauno diargento,nelquale lungi dal ere-dere,

come

leggesinella illustrazio-nedi esso,nonesservicosaalcuna dirimarchevole ),sembraa afe do-verliravvisare appuntouna phiala oniphaìotos,e precisamentedi quel-laspecie che inAteneo troviamo dettabalaniomphcdos,perché

come

iviaidicecoli'autoritàdi Apollo-doroe diApione, Vomp/tahadiessa rassomiglia aduncolatojo. Il eh.sig.

Lctronne hadescritteduep/tialae cosi fatte,dal gabinettodeldefuntosig.

d"argento,pig.a»ut.a3edii.di

i)Real mus. borbonicovoi.ViliUt.l{.

Durand

»).Egli avrebbe poiu lo ugual-mente ravvisarne una

non

disumile inquella delrcalmusco,di cuiparlo, laqualeèdiargento, conmanico,

edbalaforma ordinariadi

una

pinati,

ma

ha nel fondo una prorai-nenia globosa conpiccolifori,p«r

seiviredacolaiojo.

Nel manicodel colaiojo dibronco che qui descriviamoc incisoilnome,

come

pare, dell'autored'c>so, di cui leggeti tololavoce...

EVANTM, come può

vedersi nella nostra tavola.

VII. Ilvasomanubiiatolegnalo nellafig.hdella nostratav.IX.

.Abbcnehe possa taluno credere es-tereanche questo

un

vaso da bagno, diformapocodiversadaquellide'

IIV e

V,

purelesue dimen-aialquanto minori possonofarlo crederepiuttosto

un

ramajttoh de-stinatoadusidicucina,cioèa ver-sarel'acqua ne' vasimaggiori,oa cavar daessiilbrodo oicibi.

Con-verrebbeallora aquestoarneseil

nome

diparva trua,o siatrulla.

Un

frammentodelcomicoTitinio conservalo da Nonio mostra checolla piccolatrua potevainflittiversarsi l'acqua VQÌYaJtenummciilrebolliva,

efarloraffreddare:

Coati magiiwnahtnum,

«uWo

finii, paula confutai truab).

E

benchéarigore

non

sitragga

let-a) Journal deii t833 p.691, n. 38

b) Non.t»p.Io. 68.

e) Lib.1V cap.at]

dellapatina opicianaecotidiana.

d;Ooomul.lib.VIkgin88 c lib.XKgm.98.

e)Quindialla{^»f»»«dastil'epitetodi x.'rwr

«tfWr

5'Dell'rpigrsomadiFilippo

«he d«*crÌT<l'iararsida cucinacucitida

65

feralmenteda questo frammenlo die latruafossemanubriaia, pureè ve-risimileilsupporlo,eparati mani-festochetale esserdovea certamente latritila,perchèpotesse

comodamente

destinarsi a 'già delti usi di cucina. Ta-luniluoghidiApiciomostrano chia-ramentel'usochefacevasidella trulla per cavaredalcacaòuslecarni mi-nutamentetagliale inessogiàcotte

(impentam)

eversarle co»l in diversi tolaj(corta)nellepatinaedi bron-coe).11

manubrio

peraltroessendo aggiuntoallatrullaperrenderlaatta agliusigiàdetti,èagevole inten-dere

come

collo stesso

nome

di trulla potòindicarsi

ambe

un vasopotorio, ed una misuradiliquidi,a'quali usiserviva beoissimola trulla, spo-gliachefossedelsuo-manubrio.

Di forma nondissimiledalla trul-ladicuiragioniamo esserdoreano gliarnesi,denominatida' greci (a>j*i,-atVfJpMUed

«ry^in,

e destinati appunto acavarda'maggiori vati ilbrodo,ilvino, oilegami.Del

pri-mo

èmenzionein l'ol lucevi): era esso dilegno,poichédallenote del Se-beroedel

Ruhuio

siapprende the tritilaligneavicndello nelle glosse, ciòcheèassaiconvenienteall'uso dispumarlapignatta,»cui quell'ar-neseeraparticolarmentedestinalo').

Le

citale glosseinoltre1

p.ai5).Dellat>M*t>mi anche racntioot iouo francatolo <kl comicoAoatsippo con-servato ehAteneolibIV pjg.iGg, e ncll'cpi-irauioia1diArnione (Brandt,aoal.I.e.p.

aS8),nelqualeilcuoco Spinlbcrliberalo dalla«Tritìi offre aMercurio(ragli altri ar-nesidacucina

«fvT.J«.

66

me

lonessoislruinentotidissepare ia^àfiorfov;ef•.•**,.-'»>,vieriesso dello in

un

grecoscolioall' antolo-gia trattadal codicediGiano Laicati epubblicato dal

Brunck

•).

Di

me-lailoall'incontrocrediamoessere ala-tatanto1'wVvixj«,eiaè •» trulla de-stinata acarareilvinoda' vasi

mag-giori b),quantol't'rrrf wc*fquellacioè collaqualeilegumicotticavavansi

a> Adrilal. Ptritippiepigramma. In questo seoliopar chenontimettadirettilitraila t*ft(p}«,l'imfW''erelrifi'fu,«lanche

inurumtnlacurammmtrio,sggiugrundo: Latiniyentrultacoppetlationt omniatiare,ut opinionostraesttiurttcampirsi (adTbeophr.

duraci, Tir* itxivx-)- Della«tessaopinione par ci*siraoitiiilut.Nikenelluogoebe citeròneUa trgueMc notae).Pure perlecose già dettepar chela{.fi'O™<ra

* h

S"° <

più piccola, « cuileusiamo ancor noi:ma dimcbUoe dimaggior capacitàsarà lUto eerlamentc

tMftrn

c Yìrrifvrit.

h) Dellat«(*raèmenziooc

m

Polluce lih.VIargot,io eIH).

X

srgm. jà,edanche inAristofane *x*{»-v.10GG.Daun luogo di Catonetiapprendechesimiliarnesi usuai-rucnlcsiarcano per cartel'olio da' rasi mag-giori|echequestieranodibromo:latra

0-',conchai majorei duo*et1

riaiduo»(dere nist.ctp.13).Unlieiriso dipinto pubblicato rcctntcmentc dalBig. Pa-nofka(antique*de PourtalèsSar.3\)mostra un efebo cheattigna ilvino dal craterecon quellaspeciedirato.1manico cuidossi dal-l'editoreilnomedioenocW.In Apollonio rodiopar che t'indichinole

pmU

come ttlea quest'uso (Argon.lib.t v.458).Si co-nosceilpiccolocotidetto limpido di bronao trovatoprettoilmeravigliosora«onolano della collisionedi VWrnaio, e che eraènel resimuseo,similissimoaquelloche nelle ligure delrtsostessoédipinto,edicui fan-nousoledotineinesso effigiitetppuntoper ttligncreilliquore.Vedil'operadel

P«-all'uopo dallapignattac):c lale

pa-re sarà alataquellatrulla di cui,

co-me dicemmo,

parlaApicio.

Nelreni

museo

borbonicosiè

pub-blicaloun arnese non mollo diverso delpresente,e pare«hevisiastato anclieben dimoilo per unatrullad).

11suo fondo peròèpiano,mentre sfericoè quello delnostro.

Vili.

U

riso aloggiadipadella

noriatu'nomide' vasi grecitav.VII6g.a ed ilretimuseo borbonicorol.XII br.ai.

Un

vaso dipinto rulcenledeaerili'<dalsig. Can-delori ( nelladissertaiionesn' vasifillili,fi pag. 70)mostrapuredutotte con-tenentiil reseroliquore,rvièimitmcil simpulo perattingerloe renarle. Questicse ra-piidiunamaggior eleganza ericercanon debbonotircrederechenegliusicomuni

1vitanonsiarestrroperterrirda

eW-dianaforma piùgrOMoUn.,e

ie

raa-e) Dell'ìrri(wit parla Pollucetra gli nlen-litida cucina tanto nel«egra.88del libroVI che nel 98dellibro

X

,Folio, l'etimologico magno,Frinico(Bekkert anecd.tot».Ip.

3tj )|enefamenzione pureAristofane ne-gliAx»C-

*

a441eloscotionelcodice di Giano Lascaricitatosopra nella notaa).Non dee confonderti Vim^nnicollarofvm«rrc—

2e*or,cioècon quelcwxhitjo clicservivaad agitareerouorereilegumimentre ctrocevan-ai:diquestoèmenatonefndue epigrammi l'uno diLeonidalaratilino(Bronck. ansi, tom.1ptg. etaltrodi

A

rialone (ibs toro. Ilptg.a58).Malamentesiein ettida talunoletto«VroJsnoiinrecedifrttltVlt. Veg-gansilenotedelBrunckedelJacobs. Veg-gatipure intornoall'ìrnfvt» edalluogo di Eiichio,chetolto<

diAiislofane,ladottaiuterpetrazione e cor»

rcxioncdel eh. sig.Nàkenetonoro musco RenanotomoIpag 498- Callimacol'ha chia-mata s'iròit\j Xaxrsr:vedilapag.5o8 dellaedizionedell'Erncsti.

d) Voi.IIIlav.Si.

nellafig.idella stessa tavola.

La

corteua delmanico par ebe impediscadiravvUareinquesto vaso

una

vera padella{sartagó),tantopiù ovesiparagoni conaltridelreal

mu-sco,ebe tontalimanifestamente e che mostransidialquantodiversa

for-ma

a),lo

non

esitereiariconoscervi quellaspeciedipalina che serviva qual arnese da cucina perle vivan-de chesicondivano consalseo

ma-nicaretti.Diessaèchiaramenzione in queiversi,chePlauto mettein boccaalcuocodelsuo Pseudolus;

JNantvttduceiioiannoipouunlviitere,

Mtatqui ttitaiunt esca»,qua* condidtro.

Jffam ego cicikndrumquandoinfjtism in-diti,

EoiipiaetesepausaifttvtfaciunliUico.

Hate adNeptwii pteudes eondimtnta tuntx Terrestre*pecudes cicimandro canàio,

E

soggiuguc poi:

Viionmei

utixàw

firvent, omnii aperio, li odot dtmissit ptdilus in cottumvolai c).

Quindiloslesso'comicoparlaaltrove delpisci*patinami*:

a) Realmoie» borh.voi.

V

Ut.M.La padellaivi effigialahailmanicoassaipiù lungo,edun piccolo Lecco,clicservivaa funecolareilgrassodopola frittura.Per altro talpiccolobeccovedesipureinalcun' altra,cheèodrealsbosco,eebeperlo cortomanicopio si assomigliaa questanostra.

b) Act.Ili se.at.4osrgg.

e)lb.v.5lseg.Questeparolefan cre-deredietalipatinai da cuciua svenerò pur»

uncovcrebio,ebe peròesserpoteva anche di legno.

d) Asio.act.Ise 3v.aG esegg.

6

1

Qualipitcis,itidtmtttamatar letut; ne-quamest,nifirteent,

Is kaiet tuccuai,isluavitattm;eumquinti poeto condias,

V

tipathutriumvtlassum;

w«i

quopoeto lutei d).

Abbenchè

insiffattiluoghinulla dicasidelmanubrio,parciprobabile clicaverne dovessero alcuno per

co-modamente

farsene uso. Frequentis-simaèpurepressoApicioe) J3

men-zioneditalijmtinaedestinatea far-vi cuocere(/crtwie)lesalseedaltre vivande.

È

rimarclievolccheilfondodi questoutensilenelfarneusosi rup-pe,eiduepicxoliforichevisi

for-marono

veggonsirappezzaticon pic-colalamineltadimetallo inchioda-tavi

come

simostranella tavola.

Ho

osservatochenell'internodi questi vasida cucinanon rimane

al-cun

vestigio clicmostriessere già slati

Ho

osservatochenell'internodi questi vasida cucinanon rimane

al-cun

vestigio clicmostriessere già slati