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RELAZIONE

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E i fummo in dieci o in dodici di questo Consiglio, che il mattino del 15 di questo volgente mese, sotto la scorta dell’ onorevole nostro Vice- Presidente, ci recammo officiai mente ad inspezionare 1’ Orfanotrofio femmi­ nile della Provincia, e h ’ è in Vietri; e tosto dopo quella visita tutti miei Colleghi ad u n a voce mi si volsero, im p o n e n d o m i, che la relazione fes­ sene fatta da me. E d io ben di subito com presi, eli’ essi avean m ira , eli’ io ne rimanessi obbligato di contravvenire a mie usanze , sapendomi parco in l a u d a r e , e fieramente avverso , o almanco sommamente ritroso ad ogni nuovo, ed altresì da ogni maggior dispendio , di che fosse rag­ gravato il Bilancio Provinciale, e più em unta la strem ata sostanza de’ con­ tribuenti : ma non p er questo ne ricusai l ’ incumbenza. Imperciocché io s t i m o , che tanto vi ha di bassezza e viltà in prodigar

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’ incenso a chic­ chessia, quanto v’ è di follia in d in ie g a rlo , lorchè g iu s ta m e n te , e a cui m eritam ente è dovuto.

E infatti, come si può egli esimersi dell’ obbligo di laudare, quando si veggion prodigi e maraviglie? E quando si veggion opere som m am en­

te benefiche e fru ttu o se , chi ha cuor generoso e sensitivo può egli esi­ mersi del desiderare, che sieno più ognor vantaggiate e raggrandite?

Nè alcun voglia in s o sp ettire, che queste p er avventura sien parole esagerative; e nem m en p e r

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’ opposto si d ica, che la cosa sarebbe scon­ siderata , se realmente così la fo ss e, qual sembra eh’ io volessi addimo­ strarla, perciocché io intendo p arla r di prodigi, in rispetto alla modalità ed ai mezzi; del pari eh’ io dico esser quell’ opera sommamente benefica, a motivo che nulla di meglio p er

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’ ottimo femminile educamento potreb- besi concepire. Imperciocché io al certo non son partigiano delle nuove iperboliche dottrine circa la così detta emancipazion delle d o n n e , e circa la perfetta equiparanza de’ di loro co’ prem in en ti nostri diritti. P e r 1’ op­ posto io d i c o , che gli affetti e i doveri della vita domestica bastano alla felicità e al destino della d o n n a , e che in ciò la sua missione è a ba­ stanza nobile, ed a bastanza completa, perch’ essa non abbiane a deside­ ra re u n ’ altra. Bensì medesimamente io dico , che incremento di vera e durabile civiltà non può altronde, o precipuamente aspettarsi, che dal sa­ vio immegliar della femminile educazione; epperò io mi congratulo e gioi­ sco di quella, che alle fanciulle è data nell’ Orfanotrofio femminile di q u e­ sta Provincia, perchè al sommo è fruttevole , e perchè al sommo è mo­ rale ed instruttiva. Anzi io son di d i r e , che di tutte fatte opre P rovin­

ciali, quella sola è pienamente riuscita al gran b e n e , che ne era im pro­ messo, perchè financo ha sorvanzato tutte conceputene s p e r a n z e , e nulla si può vedervi, cui si debba correggere od im m utare. Così, in m entre è destino di tutte um ane cose, che mai il bene dal male di sì netto taglio non si divida, che

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’ un dall’ altro spiccatamente si discompagni, ei sem ­ b r a , che soltanto in quell’ Ospizio deroghisi a questa legge di nostra u - m ana im perfezione, perciocché io sfiderei chicchesia di trovar nulla a ridirvi.

E d invero noi quivi appena non fummo entrati, che tosto, e mi si passi la espressione, aspirammo quel tal profumo di pulizia, chèal certo indefinibile e imparagonabile, benché sia ciònullameno pe’ benallevati il più soddisfacente e inebbriante. P erò quella istessa nettezza de’ locali più visi­ bili e appariscenti noi la trovammo eziandio negli anditi più negletti e a p p a r t a ti , ed osservammo altresì come la fosse m inutam ente curata nei commezzamenti delle bussole e delle invetriate, e negli angoli delle stan­ ze, e n e ’ cantoni de’ corridoi, e financo nelle commessure della m obilia, e in tutte suppellettili, e in tutti utensili. Indi passammo a visitare i d o r- mitorii, e ivi que’ tanti letti simmetricamente allogati ci parver tante falde di alpina bianchissima neve. Poi ci recammo al Refettorio, ove le usuali stoviglie eran sì terse e sì ben simmetriate, che quasi veniacene la voglia di refezionare. Da ultim o vedemmo la cucina, e quasi credemmo che ivi prodigiosamente le legna non desser fumo, sì mondi n ’ erano i m u ri e i focolari : oltredichè sì forbite e lucenti n ’ erano le pentole e le caldaie , da m uover l ’ appetito p u r de’ più schifiltosi. Onde, poiché eranci noto, che ivi le istesse alunne fanno ogni cosa, e eh’ esse spazzano, esse nettano, e eh’ esse alternatamente servono, e alternativamente fan pane e b u c a to , noi perciò maggiormente ci compiacemmo che a tanta pulitezza fossero adusate, perchè la pulitezza, oltre d ’ essere in tutti un grandissimo p r e ­ gio, più poi particolarmente nelle povere fanciulle, ben molto contribuisce alla mondezza degli animi e de’ costumi.

F a t t i c i 'd i seguito ad ispezionar le scuole , noi le trovammo decenti e ben disposte, parendoci che tutto in esse sagacemente fosse accomodato a 'b is o g n i e utilità de’ rispettivi insegnamenti. Ma quando fummo condotti a veder la C a p p e lla , eh’ è nell’ interno dell’ Ospizio , cioè il particolare Oratorio delle ospiziate, noi ne rim anemm o tanto più i n c a n ta ti , in q u a n - tochè mai non ci saremmo aspettati di trovarla decorata con tanta p rin ­ cipesca sontuosità e con tanta elegantissima leggiadria. Il perchè non po­ temmo rattenerci del prorom perne in parole di viva e somma soddisfa­ zione, consolandoci assai, che più ancora d’ ogni terrena istruzione, quelle fanciulle fosser colte di rispetto e meraviglia p er que’ più sublimi am m ae­ stramenti, che risguardano la cristiana pietà, e l’ adoramento del vero I d ­ dio, a seconda la liturgia della R om ana Cattolica Chiesa.

preventivamente a d u n a t e , osservandole si floride e b r i o s e , ci fummo più ancora confermati, che ivi son sanamente nudrite, e con maternale solle­ citudine allevate. Poscia le alunne, che ivi stanno a paga m e nto, sì nel cantare, e sì nel suonar il p ia n o fo rte , ci dieron pruove che molto pro­

fitto in piccol tempo lian fatto sotto la scorta dell’ ottimo maestro signor Marzano. Ma quando alcune della più tenera età, vispe e paffute, ci ven- n e r d i n a n t i , e un lungo e bellissimo poetico componimento recitarono , che appositamente p er esse era stato dal di loro Maestro limpidamente s c r i t t o , e opportunam ente dialogizzato, noi di vederle e di ascoltarle ri­ m anem m o sì esilarati ad u n tempo e si commossi, che mai forse altret­ tanto in tutta nostra vita non eraci a v v e n u to , perchè alla vista di quella

sì rigogliosa, e quasi direi esuberante lor vitalità , era impossibile che non ci allegrassimo ; del pari e h ’ era impossibile che i nostri cuori non rim anesser commossi della spigliata e sì intelligente lor vivacità, però che quei versi non pappagallescamente e scoloritamente recitassero, bensì con tal calore, con tai gesti, e con tale armonica modulazione, onde chia­ ramente scorgeasi, che tutta ne comprendeano la beltà e il significato. E il medesimo fu di parecchie allieve più alquanto grandicelle, che vennero ap p re sso , e che nella recitazione d’ altri com ponim enti, sì di prosa e sì di versi, spigliate e gioconde, ci ferono s tupir più ancora di lor mirabile disinvoltura e intelligenza; di sortechè avemmo p er necessità a inferirne, che ivi la instruzione letteraria securamente è data con ogni più deside­ rabile sedulità e sagacità, abbenchè, p u r senza cotali pruove , io già ne fossi c e r t o , p er la gran v a le n tia , che mi è n o t a , e la incomparabile spertezza del Maestro , che colà tre volte p er settimana di qui recasi ad insegnare.

Ma perciocché tratliam ’ dell’ insegnamento, egli è mestieri, ed è giu­ stizia, che speziale menzione sia fatta della calligrafia, che quivi è inse­ gnata da u n a di quelle istesse sei Figlie della Carità, che sopraintendono alla direzione di quel Pio Istituto , e che ne ha per fermo una tanta e sì rara abilità, della quale quasi non avrei creduto che un a donna fosse capace, e che sapesse trasfonderla con altrettanta rapidità e agevolezza. Imperciocché furonci fatti vedere tutti quaderni e cartolari delle a l u n n e , e noi non soltanto am m iram m o in tutti la istessa beltà ed esattezza di li­ nee, di lettere, e di contorni, bensì ancora trovammo esservene di molti, di maggior dimensione, con ogni diversa maniera di caratteri, e con co­ tanta vaghezza di ghirigori, di disegni, e di colorature, che mai nulla di meglio c’ incontrò vedere ne’ maschili Ginnasii governativi.

Che dir poi dell’ arte, che ivi principalm ente apprendesi, del cucire, e del ricam are? Noi vedemmo a gran copia ricami di biancheria e di tapezzeria, in cotone, in seta, in lana, e in o ro , sì finiti e delicati, da disgradarne p u r q u e ’ di F r a n c ia , che nulla per fermo han di meglio in ra pporto a perfezione e squisitezza.

miato da quelle venuste e carissime ragazzette con vivi sentimenti di sod­ disfazione e te n e r e z z a , non senza m eritar di molte e somme lodi quelle sì ammirevoli Figlie della Carità, che spendon p er esse tutte lor più as­ sidue e vigili cure. P erò il nostro Vice-Presidente, voltosi di seguito al ragguardevole nostro Collega Cavalier P iz z ic a v a , che del governo di quel Pio Luogo è spezialmente incaricato, meritamente gli diè titolo di ange­ lico, p er la inimitabile intelligenza, onde provvede all’ ottima disciplina di quell’ Ospizio, e ad ogni suo più vantaggioso miglioramento. Tuttavolta io non seppi rattenerm i dal soggiugner t o s t o , che se quel titolo al sig.

P iz z ic a r a giustamente era dovuto, io di mia parte, se non di sopra agli

Angeli ed agli A rc angeli, e se non di sopra ai Troni ed alle D om in azio n i, certo sopra ogni milizia di terrestre esercito poneva quell’ ottima signora M a r ia , che sin dalla fondazione fu installata superiore di quell’ Ospizio medesimo, sì perchè a lei precipuamente se ne deve ogni maggior merito ed ogni riconoscenza, e sì perchè la è dessa, che forma infaticabilmente p e r la civile società u n a schiera di esemplari g io v a n e tte , adorne di tutte migliori q u a l i t à , però che vengale adusando al più morale e più oppor­ tu no educamento.

Ma che faran codestoro, chiesemi un ta le , quando le saran g r a n d i, poscia che al certo non troveranno in lor native stamberghe quel sì buon trattam ento, cui saranno più state lungam ente assuefatte? Ma non è ciò, io gli risposi, di che tu m i possa rich ie d ere, perciocché a risponderti ci converrebbe di sapere, e Iddio solamente il sa, se esse nell’ avvenire sa­ ran sem pre sì morigerate, e sì faticanti e pudiche. Imperciocché, nell’ af­ fermativa, esse saranno buone cameriere, o governanti, e buone cucitrici, e buone ricamatrici, e buone maestre, e buone madrifamiglia, e buone a tu tto ; sì che avran sem pre di che sostentarsi, e di che vivere onesta­ m ente. Ma se alcune al c o n t r a r i o , p er la imperfezione di nostra um ana n a t u r a , e ancora p er la facile prevaricazione di nostri tempi, piegheranno a licenza e d e p r a v ità , esse a l m e n o , io ne son c e r t o , use a rispettar se s t e s s e , copriran lor vergogna d ’ u n manto di cautezza e p u d o r e , perché meno la sia nocevole, e men cauta e scandalosa : nè ciò sarà poco in tanta corruttela d’ animi e di c o s tu m i , nella quale spezialmente è a la­ m entare, che spesso del vizio non si arrossisca.

P e r le quali tutte cose, se ne fossi capace, io vorrei lodare

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’ Orfa­ notrofio femminile di nostra Provincia, eh’ è in Vietri, con parole e con figure le più fervide e brillanti. P e r ò , non sapendo ciò fa re, io mi r e ­ stringo a dire, che, e qui fo p u n t o , se p er esso verran chiesti sussidii, la Provincia debba maisempre accordarli con larghe m ani, perchè il pic- col danno de’ contribuenti torna a gran profitto della intera so cietà, e delle medesime lor famiglie.

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