• Non ci sono risultati.

P resid en za del C om m endatore L ucian

15. G uerrasio A gostin o

Trovandosi il Consiglio in numero legale, il Presidente ha dichiarato aperta la seduta. Il Cav. d’Addosio Consigliere di Prefettura assiste alla tornata colle funzioni di Commissario Regio.

Il Segretario dà comunicazione al Consiglio delle seguenti dimande, pervenute al Ranco Presidenziale.

\ I l Municipio di Vietri sul Mare dimanda, che la strada Consor­ tile di Amalfi, sia dichiarata strada Provinciale. Il Presidente nomina re­ latore di questo affare il Consigliere Tram ontano.

2.° Dimanda del Municipio di Castiglione, che chiede un sussidio per opere pubbliche. Si dispone mandarsi alla Commissione delle petizioni.

3.° Circolare del Ministero dell’ Industria e del Commercio riguar­ dante lo impianto delle Stazioni dei tori da monta. Il Presidente ne in­ carica per la relazione il Consigliere M ari.

i.°

4.° Petizione di Antonio Lauro per ottenere un sussidio m ensile, come custode delle catecombe di Badia.

5.° Dimanda di Errico Giannattasio, intenta ad ottenere un sussidio, onde continuare i studii nella Scuola Tecnica di Napoli.

6.° Gaetano Giuliano chiede un sussidio alla Provincia per far pro ­ seguire i studii a suo figlio , avviato per la medicina.

7.° Pasquale de Vita diman'da una pensione per trasferirsi in Boma a completare i studii di pittura.

Queste ultime cinque dimande sono trasmesse alla Commissione delle petizioni.

In seguito si comunica una dimanda dei cittadini di S. R ufo, per ot­ tenere il deviamento della strada del Corticato per la Valle del Torno. Di questa petizione è nominato relatore il Consigliere M arone. Dopo ciò il Segretario passa a leggere il verbale della seduta precedente che viene ap­ provato senza osservazione alcuna.

Il Presidente invita la Commissione delle petizioni a riferire sulle m e­ desime, ed il Consigliere Guerrasio fa notare, che non trovandosi la Com­ missione di aver pronto tutto il lavoro, chiede differirsi la relazione a Venerdì.

a.» Calvanese, riferisce sulla proposta di arbitram ento fatta dal Consiglio

Arbiiramento pei la Provinciale di Avellino per la definizione della v erten za, intorno alla strada

2aEcon°°a P r o v in c ia li ('ei Due Principati. Il relatore fa notare al Consiglio, che questo è un

A vellino per la strada affare annoso e ne accenna nuovamente la storia, per m etterne a conoscenza

dei Due Principati. qUej Consiglieri, che non sedevano nel Consesso nelle passate sessioni. R i­ corda che la vertenza consiste in questo, che cioè la Provincia di Avellino pretende addebitare alla nostra la somma di lire 14179. 14 per le mancanze trovate sul tratto, che dopo la novella circoscrizione delle Provincie , entrò a far parte di quella di Avellino ; m entre da noi si nega questo d e b ito , perchè il tratto in q u estione, che è precisamente quello dalla selva Te­ nore alle rampe della L a u ra, dopo che fu term inato il nostro contratto di manutenzione, fu da quella Provincia lasciato in abbandono.

Intanto, tuttoché il nostro Consiglio Provinciale avesse deliberato di finire siffatta vertenza per le vie giudiziarie, pure per secondare il cortese proposito dell’ altra Provincia, di term inare la vertenza per mezzo di un’ a r­ b itrato, la Deputazione propone di accettarsi 1’ arbitram ento ed affine di secondare il suddetto proposito di concordia e la rapidità del servizio, pro­ pone che esso si attui, mediante amichevole componimento.

Laonde trova opportuno nom inare, anche da parte nostra, u n ’ arbi­ tro, e proporre alla Provincia consorella di delegare la nomina del terzo arbitro al Presidente della Corte di appello di Napoli.

Tram ontano chiede sapere su quali basi poggerebbe 1’ arbitram ento.

Ed il relatore risponde, che le basi sono per ognuna delle parti, le p ro ­ prie ragioni ; che gli arbitri sono chiamati a valutare e deffinire.

la nomina del terzo arbitro da parte della nostra Provincia, osserva che ciò è fuori le regole degli ordinarii a rb itra m e li. Ma il relatore dichiara di non avere inteso di proporre una simil cosa, dappoiché se la nomina dei due arbitri deve esser fatta di accordo, quella del terzo dev’ essere

assolutamente fatta da altri.

Alario prende la parola per dire, che bisogna stabilire gli estremi

dell’ arbitramento, come del pari è necessario stabilire, se il terzo arbi­ tro è chiamato a dare il suo avviso inappellabilmente. Su questo p u n to , trova necessario che il Consiglio si spieghi chiaramente, onde andare di accordo preliminarmente con la Provincia di Avellino.

Calvanese (relato re) presenta l’ opinione della Deputazione su que­

sto punto e dichiara che essendosi proposto, che gli arbitri decidessero come amichevoli compositori, è implicitamente indicata l’ inappellabilità della pronunzia.

Tramontano crede, che dalle parole del relatore apparisca questo,

che 1’ arbitramento si fa per il timore di non scendere ad una lite. Tro­ va buono una transazione, ma non tale da far dimenticare l ’ interesse della Provincia, pel solo desiderio di non venire ad una lite. In tutti i modi bra­ ma sapere su qual cifra cadranno le discussioni degli arbitri. La risposta del relatore, che fornisce i chiarimenti dimandati, soddisfa il Consigliere

Tram ontano, il quale non insiste d’ avvantaggio sui dubbii, che aveva

per lo innanzi presentati.

Pisapia aderisce al parere del relatore, di dare l ’ incarico di amiche­

voli compositori agli arbitri ; e propone di accettarsi in massima 1' arbi­ tramento, dando la facoltà alla Deputazione di stabilire con quella di A- vellino, l’opportuno compromesso, sulle di cui basi si circoscriverebbe il giudizio degli arbitri medesimi.

De Caro dimanda la lettura della deliberazione del Consiglio P ro ­

vinciale di Avellino, per vedere, se nella nomina del suo arbitro, abbia dato a questi speciali norme, che ora potrebbero esser valutate dal Con­ siglio, per le sue determinazioni.

Calvanese risponde al Consigliere P is a p ia , dichiarando che la Deputazione non accetta ulteriore responsabilità. Invita perciò il Con­ siglio a decidere oggi stesso in via diffinitiva, sul modo col quale concre­ tizzare l’ arbitramento con la Provincia di Avellino. Rispondendo poi al Consigliere De Caro, fa notare che quantunque egli crede di aver rias­ sunta nella sua relazione, il concetto della deliberazione del Consiglio pro­ vinciale di Avellino, pure legge questa deliberazione, da cui appare, che da quel Consiglio è rimessa la questione ad un’ arbitramento e che di con­ seguenza la Deputazione ha già nominato il suo arbitro nella persona del signor Luigi Buonopane. La qual cosa è stata motivata con nobili parole verso la nostra Provincia, in considerazione della comune origine, del vi­ cinato e della comunanza avita nelle aspirazioni e nei patrii cimenti.

3.''

Provvedimenti per la costruzione della ban­ china innanzi al palazzo della Prefettura.

4.°

Lavori di manteni­ mento al Liceo Tasso.

m ontano ed il relatore, il quale spiega, che la Provincia di A vellino,

non avendo specificato su quali basi e quali norme vuole l’ arb itram en to , è ben sottinteso, che debba seguirsi la natura della q u estio ne, che sarà meglio determinata nella redazione del compromesso da stabilirsi in ac­ cordo tra le due Deputazioni.

Arrivano alla Presidenza due ordini del giorno, uno del Consigliere

A la r io , l ’altro del Consigliere G uerrasio, il quale in seguito lo ritira e

si associa a quello del suo Collega.

« Il Consiglio accetta la proposta di arb itram en to , avvanzata dal Con- « siglio provinciale di Avellino e quindi nomina il signor N. N. per suo « arbitro, onde s ’ intenda col signor Luigi Buonopane arbitro del Princi- « pato U lte rio re , sulla questione dell’ arbitram ento tra questa e la P ro - « vincia di Avellino, per la definizione della vertenza, intorno alla strada « dei due Principati. Invita poi la Deputazione provinciale ad intendersi « con la Provincia di A vellino, quanto alla nomina dell’ arbitro ed alla « facoltà di appellabilità o inappellabilità del costoro parere diffinitivo, dando « all’ uopo alla Deputazione stessa intero e completo potere ».

A la rio

Il Presidente mette ai voti quest’ ordine del g io rn o , che viene a p ­ provato all’ unanim ità.

Si passa quindi alla scelta dell’ arbitro ed il Consiglio nom ina un a­ nimemente il Consigliere Tram ontano.

A lario riferisce intorno ai provvedim enti, circa la costruzione della

banchina, innanzi al palazzo della Prefettura, e cita le basi della transa­ zione stabilita tra la Deputazione provinciale ed il signor Giovanni Paglia­ ra, per cui fu concordato, che i danni andavano perduti a m ettà. La bozza del contratto, passata all’ on. P is a p ia , prescelto dal Consiglio per rive­ derla, è stata lievemente modificata in due p u n ti, cioè colla radiazione di talune parole nell’ enunciativa e colla sostituzione di altra dicitura a l- 1’ art. 5.°.

Il relatore quindi passa alla lettura di questa b ozza, che viene ap­ provata unanimemente dal Consiglio.

P izzicara riferisce sui lavori di manutenzione del Liceo Tasso e de­

scrive lo stato pericolante, in cui si trova il fabbricato del Liceo. Annunzia la caduta del salone di ricevimento ed il prossimo crollamento di altra sala e della scala.

L’ Amministrazione del Liceo non si trova in grado di affrontare la spesa per gli accomodi urgenti e necessarii, per cui la Direzione di quel- 1’ Istituto, avendo fatto elevare un progetto della spesa occorrente alle r i­ parazioni, che ascende a lire 4 2 00 , si rivolge al Consiglio provinciale per ottenere una simile somma.

Il relatore ricorda, che per lo innanzi tutte le spese di manutenzione del Liceo, non sono state mai sopportate dalla Provincia, ma da qualche anno a questa parte 1’ Amministrazione di quel lu o g o , si rivolge sempre

al Consiglio provinciale per ottenere delle somme per riparazioni a quel locale, quasi credendo, che questa spesa sia obbligatoria per la Provincia.

L’ Amministrazione provinciale, senza punto riconoscere siffatto ob­ bligo, ha largito diverse somme a puro titolo di sussidio. Ma ora il Go­ verno, poggiandosi sopra diverse disposizioni di legge, che rimontano fino al 1807, sostiene che questa spesa sia obbligatoria per la Provincia.

Il Relatore conchiude proponendo accordarsi la chiesta somma, a ti­ tolo di sussidio, senza pregiudicarsi sulla questione di obbligo, che nello stato attuale delle cose non si potrebbe discutere seriamente ed efficacemen­ te, per la mancanza di taluni documenti, su cui si appoggia il Governo.

Magliano desidera sapere, chi è il proprietario di quel locale e quale

ingerenza tiene la Provincia sul Liceo.

Risponde il relato re, fornendo chiarimenti al preopinante , che si di­ chiara soddisfatto.

De Caro prende la parola per far rimandare la quistione, onde aver

tempo di studiarla meglio ed assodare il niuno obbligo della Provincia a spendere per le rifazioni di questo locale.

Fa notare inoltre, che non ancora è stata discussa ed approvata la legge, che passa alle Provincie il peso dell’ istruzione secondaria e già pre­ ventivamente si vuole sottostare ad un peso così oneroso.

Conchiude perciò di accettare la seconda parte della proposta del re­ latore, cioè quella di studiare e risolvere la questione del niuno obbligo

a spendere per la manutenzione del Liceo Tasso.

Trara-Genoino non vuol toccare la questione di diritto, ma si ferma

solo sulla questione di convenienza e di decoro per la nostra Provincia innanzi ad un fatto gravissimo, qual’ è quello di fare sciogliere il Liceo Tasso, per non volere accorrere a delle riparazioni urgenti. Descrive la perplessità dei fanciulli e delle loro famiglie pel minaccioso stato delle fab­ briche di quel locale, ed invita il Consigliere De Caro ad essere anche ora, come lo fu sempre, generoso per la pubblica istruzione.

Pisapia non crede che fla mestieri di gran fatica, per discernere,

che la Provincia non ha nessun obbligo verso questo Liceo. Cita l’art. 172 della vigente legge Comunale e Provinciale, che segna chiaramente e tas­ sativamente le spese obbligatorie a carico delle Provincie. Ora però in vi­ sta del grave pericolo, che sovrasta quello edificio , propone accordarsi un sussidio di lire 2 0 0 0 , con qual somma è di avviso, che si potrà riparare urgentemente alla manutenzione di quel locale.

De Caro ritira la sua proposta di rimandare ad un’esame diffinitivo

la quistione, dopoché le parole dell’ on. T r a r a , gli hanno fatto presente tutto il pericolo per gli alunni del Liceo.

A la rio parla lungamente sulla necessità di accorrere urgentemente a

m antenere in piedi il Liceo Tasso, e trova conveniente doversi accordare il chiesto sussidio. Trova che l’onore della Provincia, sarebbe compromesso s e si lasciasse ruinare quell’ edificio.

Vuole .però, che la questione si studii e se ne riferisca sodamente. Desidera che il sussidio sia accordato con la salvezza di ripeterlo da chi di ragione, e bram a che i lavori siano eseguiti sotto la sorveglianza della Deputazione provinciale.

Presenta quindi il seguente ordine del giorno, a cui si associano il Consigliere De Caro ed il relatore.

« Il Consiglio in vista della necessità ed urgenza attuale delle cose « al Convitto T asso, e ferme rimanendo le ragioni della Provincia, non- « chè le altre di rivalsa, dispone m ettersi in bilancio la cifra occorrente « per i restauri in parola da non oltrepassare lire 4 0 0 0 , e da eseguirsi « sotto la sorveglianza della Deputazione provinciale, ed a norma della « perizia del Genio Civile del di 4 Agosto 1872.

« Invita la Deputazione stessa in una delle prossime sessioni strao r- « dinarie a riproporre la questione sul d ftitto , per risolversi diffinitiva- « mente in proposito. A la rio ».

Messo a partito quest’ ordine del giorno è stato approvato con voti 25 contro 2 essendosi astenuti due Consiglieri.

5.» Bellotti riferisce sul credito verso la Provincia della vedova del Signor

Ciedìto della vedova Giovanni Andrea Ferrazzano, per i lavori stradali da costui eseguiti. R i- Ferrazzano. corda che questo affare è di vecchia data e ne riepiloga tutte le fasi. Cita

la relazione dell’ Ufficio tecnico del 2 settembre 1868, su questo credito, da cui risulta che la Provincia era debitrice di due. '1229, 93.

Venne in seguito una deliberazione del Consiglio Provinciale del 30 settembre 1868, che ordinò farsi maggiori studii ed ulteriori ricerche per le risoluzioni del caso, e con altro deliberato del 28 settembre 1869 il Consiglio riconoscendo il credito della vedova F errazzano , nella indicata somma di due. 1229, 93, pari a Lire 5227, 21 ne ordinò il pagamen­ to , mandando alla Deputazione per la verifica dei lavori non ancora e- stim ati.

N e l l . ° settembre 1870 la Deputazione Provinciale, in esecuzione del­ la testé enunciata deliberazione eseguì il pagamento soprascritto ed avendo fatto fare la verifica dei lavori eseguiti, si ebbe per risultato che tutti i lavori ammontavano a Lire 3 9 0 1 2 ,1 3 , da cui dedotte Lire 22292, 5 2 , restava il credito ridotto a Lire 16719, 61, dalla quale cifra dedotto pure il pagamento sopra citato in Lire 5 227, 2 0 , il credito resta ora residuato in Lire 1 1 ,4 9 2 , 41.

Il relatore osserva, che la m isura non potè esattamente eseguirsi, ma la fu sola approssim ativam ente, stan techè, i la v o ri, in parte si utilizza­ rono con la costruzione della strada Nazionale, e che 1’ Ingegnere incari­ cato di determinare 1’ ammontare dei lavori , ebbe a tenere come solo criterio la percorrenza chilometrica. L’ appaltatore aveva 1’ obbligo di far constatare la esistenza dei la v o ri, per farne verificare il loro importo , ma una tal cosa, non essendosi potuto eseguire, la Ferrazzano ora sa-

rebbe carente di azione. In ogni modo essa ha un diritto contro la Pro­ vincia e sarebbe utile che questo diritto venisse transatto.

Prende la parola anche il Consigliere Pisapia, che pdi si associa al relatore nel seguente ordine del giorno.

« Il Consiglio pria di provvedere sulla dimanda della vedova F e r- « razzano, manda alla Deputazione per trattare una transazione sul ri- « sultamento delle pretese della Ferrazzano medesima.

Il Presidente mette ai voti quest’ ordine del giorno ed il Consiglio lo approva ad unanimità.

Dopo ciò la seduta è levata alle ore 4 p. m.

« Bellotti Pisapia » Il Presidente

M. Luciani

Il Consigliere Anziano

G. Ferrara

II Segretario

D. Padovano

t.° Comunicazioni.

PROCESSO V ERBA LE

Documenti correlati