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La Galleria d'arte "Trieste"

La prestigiosa Galleria d'arte Trieste viene aperta nel 1932 da Mario Coscia1 in Viale XX Settembre, al numero 16, in un punto

strategico della città di Trieste: l'Acquedotto, in pieno centro, è il luogo che i triestini preferiscono per le loro passeggiate. Sin dai primi anni ha un folto catalogo di esposizioni che proseguono con vivacità anche negli anni del dopoguerra. E' la seconda per anzianità fra le gallerie triestine, la più antica è infatti la Galleria Michelazzi, in attività dal 1904. Il suo palinsesto prevede mostre di artisti triestini della contemporaneità e dei maestri dell'Ottocento, e non dimentica gli artisti sloveni di Trieste. L'intento del suo direttore è quello di far conoscere al pubblico di Trieste i migliori pittori Italiani. Fin dalla mostra inaugurale del pittore Ciro Garzolini, nel 1932, la galleria registra il "tutto esaurito". Nei suoi primi anni di attività le mostre che hanno riscontrato i maggiori successi sono quelle di Antonio Mancini, Emma Ciardi, Casciaro Bicchi, del Chini, del Lomi, del Raimonid, del Crafonara, del Landi 2, per citarne alcune. La

Galleria Trieste è stata e continua ad essere, nel decennio qui preso in considerazione, un passaggio importante per tutti i giovani e i più anziani artisti di Trieste, che li ha accompagnati nella loro crescita artistica. Inoltre va ricordato che è merito della Galleria se il Museo Revoltella3,

1 Mario Coscia (Novi Ligure, 1899- Trieste, 1952) di professione indoratore e negoziante in quadri.

2 Le Gallerie d'arte triestine, «Vernice», 3, p.10.

3 Il Museo Revoltella di Trieste viene fondato nel 1872 per volontà del barone Pasquale Revoltella (1795-1869) che rappresenta per la società triestina del XIX secolo uno dei personaggi più rappresentativi. Alla sua morte lascia tutti i suoi averi alla città di Trieste e, grazie alla larga

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dalla sua riapertura nel maggio del 1946, si è arricchito di nuove opere di De Chirico, di Ciardi, di Tosi, di Previati, fra i più noti. Fondamentale il ruolo della Galleria Trieste nei suoi primi anni di attività anche per aver aperto le porte di Trieste all'arte moderna Italiana con la mostra di De Chirico, Carrà, Sironi, De Pisis, Tosi, Soffici e Funi passata in sordina ma rivelatasi importante per gli anni a venire4.

L'attività della Galleria è fitta di eventi ed è quella che dal punto di vista economico naviga nelle acque migliori: proponendo arte più classica e più vicina al pubblico di collezionisti riesce a vendere molte più opere di una più rivoluzionaria Galleria dello Scorpione, che pur riscuotendo molto successo, non riesce ad affermarsi nel circuito di vendita. Spesso la Galleria Trieste presta le sue sale per le manifestazioni di associazioni artistiche come l'Associazione Belle Arti o l'Associazione Partigiani Giuliani che, ad esempio, nel gennaio del 1946, allestisce una Mostra di Belle

Arti il cui ricavato andrà alle vedove e agli orfani di

partigiani morti durante la guerra5. Un tema molto sentito in un

delicato momento storico. Proprio per questo gli organizzatori ci tengono a sottolineare che la mostra si terrà "in un rigido

disponibilità di fondi, le collezioni del museo vengono ampliate. Il primo direttore fu il pittore Augusto Tominz, dal 1872 al 1883, anno in cui venne sostituito dal figlio Alfredo, in carica fino al 1926. Segue la direzione di Edgardo Sambo dal 1929 al 1956 Nel 1963 il progetto di ristrutturazione viene affidato a Carlo Scarpa e si annette l'edificio vicino agli spazi del museo. Dal 1960 al 1989 il direttore in carica è Giulio Montenero.

L'ampliamento del museo viene completato negli anni Novanta, dopo gli interventi degli architetti Franco Vattolo e Giampaolo Bartoli.

Dal 1992 al 2015 la direzione passa a Maria Masau Dan. Il Museo conta circa 4000 mq con trecentocinquanta opere esposte. Ad oggi la direzione è affidata a Laura Carlini Fanfogna. In <http://www.museorevoltella.it/museo.php

situato nel centro di Trieste> 4 Ibidem.

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clima d'arte"6, e che tutti gli artisti, "di qualunque tendenza, nazionalità e credo politico"7, sono invitati a partecipare. Lo

stesso concetto ritorna nella recensione che viene data della mostra nelle colonne de Il Corriere di Trieste che, oltre a giustificare la qualità non sempre altissima dei quadri esposti trattandosi della prima mostra sociale organizzata per la città e le sue vittime, scrive di come ora più che mai l'arte non debba essere politica: "non conosce assolutismi, non tollera imposizioni. L'arte vera non guarda alla fede di nascita né alla nazione a cui appartiene l'artista" 8 . Una esposizione

significativa, quindi, per il forte impatto sociale come simbolo di conforto e vicinanza alle famiglie delle vittime, non come presa di parte politica. Anche nella seconda metà di gennaio è l'Associazione partigiani Giuliani ad organizzare una mostra, del partigiano 9 , alla Galleria Trieste. In questa

occasione sono presentate opere di pittura e scultura dei migliori artisti locali e viene redatto anche un catalogo delle settantotto opere esposte, la cui prefazione è affidata all'artista Maria Lupieri10, che spiega così la sentita adesione

"il significato di questa lotta trascende quelle che possono essere delle fedi particolari e crea un legame umano basato su comuni lutti e comuni esperienze di sangue" 11 . Alla mostra,

della durata di circa una settimana e che regista una sostenuta affluenza fra uomini politici, partigiani, giornalisti e

6 Ibidem. 7 Ibidem.

8 Minus, Nel Mondo dell'arte. Affermazioni e approvazioni: recensione della

mostra collettiva tenuta alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 5

gennaio 1946, p. II.

9 La mostra del partigiano alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 26 gennaio 1946, p. II.

10 La mostra d'arte del partigiano inaugurata alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 29 gennaio 1946, p. II.

11 La mostra del partigiano alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 3 febbraio 1946, p. II.

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amatori, si ammirano le opere di ben ventisei artisti: Augusto Borghetti, Milko Bambic, Giulio Castagna, Augusto Cernigoi , Giuseppe Cesar, Checchi, Riccardo Colonni, Giovanni Craglietto, Paolo Cumar, Mario Girolimini, Roberto Hlavaty, Lauri Laghi, Rinaldo Luigi Lotta, Piero Lucano, Maria Lupieri, Giuseppe Moro, Luigi Pampanini, Celeste Pertot, Mario Rebez, Guglielmo Samuel, Semedelli, Luigi-Lojze Spacal, Duilio Svara, Adolaire Plisnier e Sergio Stocca12. Come quella precedente si impone per il suo significato sociale, di collante in una città divisa, ma che si discosta da rivendicazioni di ogni sorta. L'organizzazione delle mostre viene anche affidata al Circolo della Cultura e delle Arti che, nel febbraio 1946, allestisce una Mostra di pittura Italiana contemporanea con l'intento di presentare le due ultime generazioni artistiche da Modigliani a Vedova13. Alla mostra, fra le più importanti finora organizzate

a Trieste, espongono con una ottantina di opere trentatré artisti del calibro di Modigliani, Morandi, De Pisis, Carrà, De Chirico, Rossi, Tosi, Campigli, Semeghini, Casorati, Scipione, ma anche Birolli, Santomaso, Guttuso, Vedova, Afro, più alcuni triestini Marussig, Bolaffio, Nathan, Righi. Ad aprire la mostra il discorso di Giani Stuparich, presidente del neonato Circolo della Cultura e delle Arti14, che ha ringraziato per la

possibilità di ospitare a Trieste, prima che altrove, una mostra di tale livello. A detta di Stuparich, infatti, quello della mostra è "il linguaggio infuocato e sereno dell'arte, il

12 La mostra d'arte del partigiano inaugurata alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 29 gennaio 1946, p. II.

13 Pittura moderna Italiana presso la Galleria Trieste e sotto gli auspici

del circolo della cultura e delle arti, , «Il Corriere di Trieste», 27

febbraio 1946, p. II.

14 costituitosi a febbraio del 1946 con lo scopo di "riunire tutte le forze presenti e attive nel campo della cultura, al di là da ogni giuoco politico, promuovendo molteplici attività: conferenze, concerti, mostre d'arte,

pubbliche letture, ecc." da La costituzione del Circolo della Cultura e

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linguaggio che fa superare pregiudizi di classe, barriere di classe, urti nazionali" 15 . Fra gli invitati visti

all'inaugurazione: Santomaso e Giuseppe Marchiori. L'ingresso è di dieci lire e il ricavato servirà ad acquistare un quadro, fra quelli esposti, e donarlo alle collezioni del Museo Revoltella, in previsione della sua prossima riapertura 16 . Nonostante il successo registrato non mancano commenti negativi soprattutto per quanto riguarda il poco spazio in cui sono state disposte le innumerevoli tele, tele che oltretutto possono risultare di difficile comprensione ad un pubblico non esperto17 . A fine marzo, sotto gli auspici dell'Associazione Belle Arti di Trieste 18 , viene organizzata una mostra

retrospettiva degli artisti triestini scomparsi che hanno lasciato una traccia indelebile nella loro città e non solo. Sono esposte opere di Veruda, Wostry, Grimani, Parin, Miceu, Garzolini e Fiumani ad esempio. L'inaugurazione, fissata per il 23 marzo 19 , è aperta dal discorso del professor Campitelli,

presidente dell'Associazione, durante il quale invoca "la fortificazione dello spirito umano attraverso alla sublimazione dell'arte"20. Delle ottantacinque opere esposte viene redatto

anche un catalogo21, curato dal "fascista e collaboratore"22 Elio

15 L'esposizione di pittura moderna Italiana alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 2 marzo 1946, p. II.

16 Riaprirà dopo tre anni di chiusura forzata il 15 maggio del 1946 da Il

museo Revoltella si riapre al pubblico, «Il Corriere di Trieste», 15 maggio

1946, p. II; Il Museo Revoltella è stato riaperto, «Vernice», 1, 1946, p.3 - 4.

17 La pittura moderna Italiana alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 13 marzo 1946, p. II.

18 Inaugurazione alla Galleria Trieste di una mostra retrospettiva sugli

artisti triestini scomparsi, «Il Corriere di Trieste», 21 marzo 1946, p. II.

19 Inaugurazione mostra retrospettiva: si ricorda che oggi è il giorno

d'apertura, «Il Corriere di Trieste», 23 marzo 1946, p. II.

20 La retrospettiva dei pittori triestini alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 25 marzo 1946, p. II.

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Predonzani, come scrive il Corriere. Allontanandosi poi dalle scottanti problematiche sociali, la Galleria Trieste presenta in aprile una Mostra decorativa e di grafica pubblicitaria allestita dagli studi di pubblicità Sata e Segno23. A questa

segue nella seconda metà del mese la Mostra fotografica

americana, voluta dall'Allied Information Service 24 che con fotografie della popolazione e dei paesaggi, con cartine geografiche e diagrammi, dipinti da alcuni artisti triestini, presenta "il sorgere, lo sviluppo ed il successo di quel grande esperimento politico e sociale che è rappresentato dagli Stati Uniti d'America" 25 . Ma è a giugno che viene organizzata una mostra davvero significativa, la Mostra degli artisti di Ca

Pesaro, nella quale sono esposte più di cento tele fra pittura

e scultura26. Seguono le tre personali di artisti fra loro molto

diversi, ovvero il Lotta, Federico Righi ed Emilio Vedova 27.

Contrariamente all'uso la Galleria Trieste prosegue la sua programmazione anche durante i mesi estivi allestendo le tre personali di Stracca, Carena e Grubissa fra luglio ed agosto. Lo Stracca viene descritto come "uno strano artista fin de siècle" 28 che non si lascia trasportare dalle mode. Felice

Carena, il grande pittore, allestisce invece una intima mostra delle sue ultime produzioni occupando tutte le sale della

22 La retrospettiva dei pittori triestini alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 25 marzo 1946, p. II.

23 L'inaugurazione della mostra decorativa alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 11 aprile 1946, p. II.

24 organo del Governo Militare Alleato.

25 Mostra fotografica americana alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 21 aprile 1946, p. II.

26 Gli artisti di Ca Pesaro, «Il Corriere di Trieste», 8 giugno 1946, p. II. 27 Galleria d'arte Trieste Lotta Righi Vedova oggi alle 11 si inaugurano le

personali, «Il Corriere di Trieste», 16 giugno 1946, p. II; Galleria d'arte Trieste Lotta Righi Vedova, «Il Corriere di Trieste», 25 giugno 1946, p. II.

28 Galleria Trieste Mostra Stracca, «Il Corriere di Trieste», 14 luglio 1946, p. II.

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Galleria29. La rivista Vernice, uscita con il primo numero il mese precedente, parla diffusamente della mostra e dell'autore tracciandone una breve biografia per inquadrare le quaranta tele esposte alla mostra nella strada artistica percorsa dal Carena30. Riporta nei numeri successivi anche il successo della

mostra dell'acquarellista Guglielmo Grubissa che espone circa un centinaio di acquarelli di Trieste e dell'Istria definendo la sua rassegna un "documentario pittorico" 31 di una Trieste vecchia e nuova. La scelta dell'artista si rivela più che mai corretta ed incontra il favore del folto pubblico, "mezza Trieste è passata davanti gli acquarelli di Grubissa"32, che apprezza le cose semplici e umane. Con questo successo la Galleria Trieste chiude la stagione artistica 1945 - 1946.

A settembre del 1946 riprende la programmazione del nuovo anno artistico con un'altra personale, questa volta di uno dei maestri dell'arte triestina: Adolfo Levier. L'attesissima mostra presenta al pubblico triestino una ottantina di opere, di cui la maggior parte di recente fattura33, di "questo nobile artista, che attraverso varie e tormentose esperienze è riuscito a conquistare uno stile proprio e inconfondibile"34.

L'altra metà del mese è invece dedicata ad un artista più contemporaneo e rivoluzionario, Luigi-Lojze Spacal. Leggiamo da

Il Corriere di Trieste che "sarà certamente una mostra di

natura quasi polemica e importantissima" 35 soprattutto in

riferimento all'apprezzamento di cui gode l'artista presso il

29 La "vernice" in onore di Carena alla Galleria Trieste, «Il Corriere di Trieste», 24 luglio 1946, p. II.

30 Felice Carena alla Galleria Trieste, «Vernice», 2, 1946, pp. 3.

31 Il successo di Grubissa alla Galleria Trieste, «Vernice», 4, 1946, pp. 11. 32 Ibidem.

33 La mostra Levier, «Il Corriere di Trieste», 3 settembre 1946, p. II. 34 L'apertura della Mostra Levier, «Il Corriere di Trieste», 6 settembre 1946, p. II.

35 La prossima mostra di Luigi Spacal, «Il Corriere di Trieste», 16 settembre 1946, p. II.

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difficile ambiente milanese. In ottobre vengono organizzate ben tre mostre personali di Filippo De Pisis, Gino de Finetti e Alessio Issupof. La personale di De Pisis 36 si inserisce all'interno di una nuova rassegna che Mario Coscia, il proprietario della Galleria Trieste, ha voluto inaugurare: un "Salon" d'arte moderna in cui accogliere i grandi nomi della pittura moderna. Questa di ottobre è la prima e in quanto mostra di De Pisis è già di per sé un avvenimento per una città come Trieste. Gino de Finetti torna dopo anni ad esporre a Trieste37 e lo fa con una mostra di una cinquantina di tele e

disegni 38 da lui stesso allestita e presentata. Ne parla in prima persona anche sulla rivista Vernice39. In novembre vengono presentate una mostra collettiva di undici artisti friulani40 e una doppia personale di Zoran Music e la Cadorina41. Il primo,

già noto al pubblico triestino, aveva esposto l'ultima volta nel 1944 prima di essere deportato in Germania, è di origine goriziana, mentre la seconda è una giovane pittrice veneziana che ha già esposto alcuni disegni in città durante una mostra collettiva alla Galleria dello Scorpione 42 . Anche dicembre è

pensato per ospitare due diverse esposizioni: nella prima metà del mese alla Galleria Trieste è ospitata una personale di disegni del giovane triestino Nino Perizi 43 ; mentre nella

seconda metà è allestita la Mostra di Natale con opere

36 L'apertura del "Salon" con una personale di De Pisis: un "salon" di arte

moderna all'interno della Galleria d'arte Trieste, «Vernice», 5, 1946, pp.

10.

37 Alla Galleria Trieste una mostra di Gino de Finetti, «Il Corriere di Trieste», 16 ottobre 1946, p. II.

38 Gino de Finetti, «Vernice», 6, 1946, pp. 12.

39 Gino de Finetti alla Galleria Trieste, «Vernice», 5, 1946, pp. 11.

40 Undici artisti friulani alla Galleria Trieste, «Vernice», 6, 1946, pp. 10. 41 Alla Galleria Trieste: Music e la Cadorina: annunciata mostra per

novembre, «Vernice», 6, 1946, pp. 11.

42 Music e la Cadorina alla Trieste, «Vernice», 7, 1946, pp. 12.

43 Alla Galleria Trieste la mostra di Nino Perizi, «Il Corriere di Trieste», 7 dicembre 1946, p. II.

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principalmente di soggetto sacro di Pulvirenti, Meng e Dzigurski44. Dopo ben ventuno mostre si chiude l'anno per la

Galleria Trieste.

Il 1947 riparte a pieno regime presentando al pubblico di Trieste due mostre al mese, ad esempio in gennaio espongono l'eclettico Ugo Casilister45 e il pittore e incisore Giuseppe Viviani con venti incisioni46 con le quali si dimostra essere,

assieme al Morandi e al Bartolini, fra i migliori esponenti della contemporanea incisione. In febbraio la Galleria ospita le quarantotto opere del pittore veneziano Guido Cadorin 47 e

dieci lavori in pietra più alcuni disegni della scultrice goriziana Sylvia Bernt, di cui uno, l'"Autoritratto", acquistato dal Museo Revoltella48. Seguono poi le esposizioni di sette pittori veneziani che sanno di un "nostalgico tuffo nel passato"49 e la personale di Antonio Furlan che dopo ben sette

anni di assenza torna nelle gallerie cittadine con trenta opere 50 . In aprile viene inaugurata la Rassegna d'arte

contemporanea che si prefigge lo scopo di offrire al pubblico

di Trieste un panorama sull'arte Italiana con sì artisti noti, ma in nuove vesti51. Si susseguono poi varie personali piuttosto

discordanti fra loro, espongono Marcello Dudovich52, l'Anzil, il

44 Alla Galleria Trieste Pulvirenti - Dzigurski - Meng, «Il Corriere di Trieste», 21 dicembre 1946, p. II.

45 Alla Galleria Trieste la mostra di Ugo Casilister, «Il Corriere di Trieste», 15 gennaio 1947, p. II.

46 La mostra di G. Viviani, «Il Corriere di Trieste», 22 gennaio 1947, p. II. 47 Alla Galleria Trieste Mostra del pittore Cadorin, , «Il Corriere di

Trieste», 15 febbraio 1947, p. II.

48 La scultrice Bernt alla Galleria Trieste, «Vernice», 9, 1947, pp. 15. 49 Galleria Trieste. Sette pittori veneziani, «Il Corriere di Trieste», 8 marzo 1947, p. II.

50 Alla Galleria Trieste. Una personale di Antonio Furlan, «Il Corriere di Trieste», 20 marzo 1947, p. II.

51 Alla Galleria Trieste. Rassegna d'arte Contemporanea, «Il Corriere di Trieste», 5 aprile 1947, p. II.

52 Galleria Trieste. La mostra di Dudovich e di altri, «Il Corriere di Trieste», 16 aprile 1947, p. II.

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giovane e promettente Sergio Cavalieri53 e la scultrice Nuzzi Chierego Ivancich 54 . Anche maggio ospita svariate mostre

personali, dai noti Gino Rossi e Pio Semeghini 55 , ai tre paesaggisti sloveni Beszrondny, Dzigurski e Hlavaty56. L'anno

artistico 1946 - 1947 si conclude per la Galleria d'arte Trieste con alcune personali fra luglio e agosto che ospitano le opere di Fiorenzo Tomea57, dello spagnolo poco interessante

Micaellis58 e dell'acquarellista Guglielmo Grubissa, già ospite della galleria, che torna con un centinaio di acquarelli di suggestivi scorci delle città di Trieste, Pola e Zara59.

Come per l'anno precedente, anche questa volta la galleria non fa una pausa estiva ma va avanti con la sua produzione in maniera continuativa così che suddividere gli anni artistici diventa più complicato. Idealmente, quindi, il nuovo anno, 1947 - 1948, comincia in settembre ospitando nelle sale della galleria alcune personali dove è possibile ammirare l'opera dello scultore Minguzzi, insegnante all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dell'apprezzato pittore triestino Edoardo Devetta60 e del pittore Guido Pini 61 . Il calendario della Galleria

prosegue in ottobre con due mostre personali in media al mese fino a maggio 1948. Per le sale di viale XX Settembre passano

53 Cinque mostre alla Galleria Trieste, «Vernice», 10, 1947, p.21. 54 La pittrice scultrice Nuzzi Chirego Ivanicich alla Galleria Trieste, «Vernice», 10, 1947, p.21.

55 Galleria Trieste inaugurazione mostra Rossi e Semeghini, «Il Corriere di Trieste», 10 maggio 1947, p. II.

56 Alla Galleria Trieste Beszrodny - Dzigurski - Hlavaty, «Il Corriere di Trieste», 27 maggio 1947, p. II.

57 Alla Galleria Trieste la mostra del Tomea, «Il Corriere di Trieste», 4 luglio 1947, p. II.

58 Alla Galleria Trieste la mostra del Micaellis, «Il Corriere di Trieste», 9 luglio 1947, p. II.

59 Mostra personale del pittore Grubissa, «Il Corriere di Trieste», 17 agosto 1947, p. II.

60 Le mostre del mese, «Vernice», 15, 1947, p.22.

61 Alla Galleria Trieste. La mostra di Guido Pini, «Il Corriere di Trieste», 23 settembre 1947, p. II.

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infatti il grande virtuoso dell'acquarello Armani62 e il pittore Mario Capuzzo 63 con una serie di opere recenti che non

convincono il pubblico. In novembre espone il caricaturista triestino Nino Za 64 che presente in alcuni giorni d'apertura

della mostra è disponibile a deformare su carta anche i suoi visitatori. In gennaio torna ad occupare le sale della Galleria Trieste Guglielmo Grubissa con dei bozzetti del periodo 1943 - 1947 realizzati fra Pola, Trieste, Venezia e Burano. Con questa esposizione si rende evidente la crescita artistica del Grubissa e come la sua arte sia ormai "matura e dotata di un proprio inconfondibile, coerente linguaggio"65. Fra febbraio e marzo si avvicendano le opere dello scultore triestino Tristano Alberti66, vicino nello stile al Mascherini, le marine e le navi di un appassionato del mare come Paolo de Klodic67 e del pittore

friulano Anzil 68 . A maggio si cambia un po' aria con due

collettive: una mostra di pittrici e una collettiva di vedute

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