• Non ci sono risultati.

La Galleria dello Scorpione

Il 13 aprile 1946 dalle colonne de Il Corriere di Trieste si annuncia l'inaugurazione di una nuova Galleria, la Galleria dello Scorpione. Con una esposizione di Arturo Martini inizia la storia della galleria che si propone di " far conoscere la migliore produzione dell'arte contemporanea" 1 . Via della Ginnastica 52 è la sede, nonché lo studio, del critico Dino Dardi, nel quale, assieme al pittore Federico Righi e lo scultore Marcello Mascherini, da vita a questa iniziativa. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale Trieste sente sempre più viva la necessità di un rinnovamento culturale e di lanciare un ponte verso l'esterno per superare l'isolamento vissuto fino a quel momento. E' proprio con questo proposito che nasce la Galleria dello Scorpione, che, in questo periodo, ravviva la scena artistica triestina assieme alla Galleria San Giusto e alla Galleria della Strega, rivolta alle esigenze più moderne. L'attività di queste gallerie, purtroppo, non dura a lungo, la Strega rimane attiva solo dal 30 aprile 1946 al giugno 1947, la San Giusto da gennaio 1946 fino ad aprile 1948. La più longeva delle tre, la Galleria dello Scorpione, rimane attiva da aprile 1946 a marzo 1952, anni delicati per Trieste, divenuta pedina politica al confine fra l'est e l'ovest. La direzione ufficiale della galleria viene affidata a Dario De Tuoni, la cui fama di critico e i cui contatti nell'ambiente artistico milanese sono fondamentali per garantire alla galleria quell'uscita dal provincialismo per cui era nata. Ma in quegli anni De Tuoni ha una cattedra a Milano,

1 da La Galleria dello Scorpione inaugura la sua attività, «Il Corriere di Trieste», 13 aprile 1946, p. II.

87

così chi veramente anima la galleria sono la moglie Frida de Tuoni e il pittore Luigi-Lojze Spacal. E' con Frida che si da inizio all'attività vera e propria della galleria dal taglio internazionale e con l'obbiettivo di renderla portavoce di un modello artistico competitivo2. La De Tuoni, infatti, riesce ad

unire le competenze organizzative con la sensibilità verso il potenziale degli artisti 3 . Per quanto riguarda, invece, la

scelta degli artisti, delle opere, dei metodi espositivi si avvale delle conoscenze e competenze dell'artista Luigi-Lojze Spacal, che finalmente trova agli artisti sloveni di Trieste un luogo in cui esporre e non solo: un punto di ritrovo, un club4. Lo stesso Spacal non ha, fino a quel momento, un posto adatto per esprimersi e sente "la necessità e l'urgenza di aprire uno spazio che potesse rendere meno isolati gli artisti sloveni"5.

Esemplare il ruolo che ricopre nel curare la Mostra dell'Arte

Contemporanea Cecoslovacca, occasione durante la quale si reca

personalmente a Praga per selezionare le opere da portare a Trieste e per la quale si avvale dell'aiuto del critico Jiri Kotalik. Esposizione che ricorda come la più importante, "la più riuscita e la più internazionale"6. Anche se la galleria

nasce come spazio rivolto alla minoranza slovena, questo non

2 da F. De Vecchi, La Galleria dello Scorpione 1946 - 1952 in Dualità:

aspetti della cultura slovena a Trieste, catalogo della mostra (Trieste,

Palazzo Costanzi, marzo-aprile 1995) Trieste, Comune di Trieste Settore Attività Culturali, 1995.

3 L. Stepančič, The Scorpion Gallery on the border between the political east and the west during the cold war, «Lokovne Besede», summer 2018, pp.49- 61.

4 F. De Vecchi e F. Vecchiet (a cura di) Intervista a Luigi Lojze Spacal pp. 23 - 29 in Dualità: aspetti della cultura slovena a Trieste, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo Costanzi, marzo-aprile 1995) Trieste, Comune di Trieste Settore Attività Culturali, 1995.

5 F. De Vecchi e F. Vecchiet (a cura di) Intervista a Luigi Lojze Spacal pp. 23 - 29 in Dualità: aspetti della cultura slovena a Trieste, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo Costanzi, marzo-aprile 1995) Trieste, Comune di Trieste Settore Attività Culturali, 1995.

88

comporta l'esclusione degli artisti triestini e del resto d'Italia. Si rivelano fruttuosi i contatti con Milano: gli amici di Spacal come Birolli, Cassinari e quelli del gruppo Corrente che porteranno le nuove istanze fino Trieste. La città però non è ancora del tutto pronta a questa ondata di modernità e infatti, gli affari della galleria non vanno a gonfie vele, a differenza di quelli della Galleria Trieste che, occupandosi di opere otto e novecentesche poteva contare su un pubblico più folto. Spacal, nell'intervista di Fiorenza De Vecchi, ricorda aneddoti interessanti a proposito: il proprietario della "Trieste", Mario Coscia, non perdeva occasione per sbeffeggiare quelli dello Scorpione poiché le poche vendite che riuscivano a concludere erano solo grazie ad amici e conoscenti. Ciò tuttavia non influisce sull'affluenza alla galleria, che viene frequentata anche da chi di arte non se ne intende poi molto. Oltre alle vendite, l'altro punto debole della galleria era rappresentato, in alcuni casi, dall'ostilità dimostrata dagli artisti stessi, in particolare da "i vecchi maestri triestini", che non vedono di buon occhio queste esposizioni: durante l'inaugurazione di una mostra di Spacal, presentata dal critico Apollonio, il pittore Zangrando si affacciò alla porta e all'invito di Apollonio ad entrare rifiutò asserendo che opere come quelle, lui, le faceva ad otto anni.7

La galleria non ha un solo critico, ma si avvale del lavoro di diverse personalità, e ciò dice già molto sul prestigio di cui gode all'epoca. Delle presentazioni si occupa principalmente Dario De Tuoni, ma numerose sono anche quelle di Decio Gioseffi, il critico di Radio Trieste. Si leggono anche gli interventi di Dino Meneghini, G. Ragagnin, Marcello Paoli, Boris Pahor, Vittorio Marangoni, Jindrich Chalupecky, Nino

89

Vitali, F. Sijanec, Gastone Breddo, Virgilio Guidi o critici- artisti come Carlo Giorgio Titz e Giuseppe Matteo Campitelli8.

In alcuni casi, la presentazione viene addirittura affidata agli artisti stessi. Sono molti gli artisti che frequentano la galleria, ad esempio: Cesare Sofianopulo che ne scrive sul

Messaggero Veneto, Giuseppe Matteo Campitelli, su La Prora,

Giorgio Carlo Titz, su Il corriere di Trieste e Federico Righi, su Il Giornale del Lunedì. Quanto viene scritto sulla carta stampata non manca mai di sottolineare il ruolo della galleria quale spazio costruito per le nuove tendenze e dell'importanza che questo spazio ha per la città. Le cronache della Galleria dello Scorpione vengono riportate anche dalla stampa slovena, e in modo considerevole, un esempio fra tutti è dato dal

Primorski Dnevnick, che inizia la sua attività clandestinamente

e si trasforma poi in una testata importante e tutt'oggi attiva9. Altro mezzo di diffusione e supporto è rappresentato dalla Lega Culturale sloveno croata, fondata a Trieste nel 194710. Questa si impegnava a costruire una pluralità nazionale creativa, promuovendo la convivenza interetnica e appoggiando sia la creatività popolare sia l'arte "più alta". Rispetto ai primi anni del dopoguerra l'ostilità verso le creazioni contemporanee si era placata, ed è proprio questa distensione che permette alla Lega di collaborare con la Galleria dello Scorpione. Dopo la guerra, infatti, la Jugoslavia aveva

8 da F. De Vecchi, La Galleria dello Scorpione 1946 - 1952 in Dualità:

aspetti della cultura slovena a Trieste, catalogo della mostra (Trieste,

Palazzo Costanzi, marzo-aprile 1995) Trieste, Comune di Trieste Settore Attività Culturali, 1995.

9 R. Cepach, Rotativa cingolate. Giornalismo triestino del secondo

dopoguerra fra censura, battaglie politiche e violenza in Trieste anni

cinquanta, La città reale: economia, società e vita quotidiana a Trieste 1945 - 1954, Edizioni Comune di Trieste, 2004.

10 M. Pahor, La presenza slovena a Trieste fra 1945 e 1954, p.188 in Trieste anni cinquanta, La città reale: economia, società e vita quotidiana a

90

adottato il modello sovietico e richiedeva agli artisti un tipo di arte specifica, il realismo socialista. Ma quando Tito chiude i rapporti con Stalin le cose cambiano anche nell'ambito artistico lasciando spazio alla sperimentazione. Non è da dimenticare che anche da parte Italiana vengono esercitate delle pressioni politiche sull'indirizzo artistico da perseguire. La lega slovena - croata ha una notevole influenza sull'attività della galleria, non perché la controlli, ma perché entrambe puntano allo stesso scopo: superare i conflitti nazionali. La galleria lo fa dando la possibilità agli artisti di Lubiana di passare dal realismo all'arte astratta, perseguendo la modernizzazione dell'espressione artistica delle nuove generazioni. Contribuisce anche alla liberalizzazione artistica nel territorio sloveno portando a Trieste artisti Italiani quali Gino Severini, Giorgio Morandi, Carlo Carrà e Giorgio de Chirico o artisti più giovani come Afro, Santomaso e Vedova11.

Ma tornando, ora più concretamente, all'attività espositiva della galleria si registra che, dopo la mostra inaugurale, viene presentata nel mese di luglio, in quella stessa sede, la

Mostra di disegni di oltre trenta artisti Italiani fra i più rappresentativi, fra i quali: Bartolini, Birolli, Campigli, De

Chirico, De Pisis, Guidi, Mascherini, Martini, Vedova e altri.

Il Corriere di Trieste informa i lettori anche sull'orario

d'apertura della mostra, dalle 16 alle 19.3012. Dai quotidiani leggiamo che l'iniziativa viene apprezzata, ma il numero delle opere supera lo spazio disponibile nello studio non riuscendo a

11 L. Stepančič, The Scorpion Gallery on the border between the political east and the west during the cold war, «Lokovne Besede», summer 2018, pp.49 - 61.

12 Galleria dello Scorpione. Una mostra di disegni, «Il Corriere di Trieste», 4 luglio 1946, p. II.

91

dare la giusta attenzione a tutte le opere presenti 13 . Dall'altra parte la rivista Vernice ne parla come di una "indovinatissima mostra di disegni" 14 . Passata l'estate, il periodo di pausa per le esposizioni, dai quotidiani leggiamo nuove notizie sulla Galleria dello Scorpione: ha cambiato sede, ora è in quella definitiva di via San Spiridione 12, "in un ambiente già predisposto alle esposizioni"15 costituito da una

una sala per l'allestimento, un ufficio e un soppalco usato come ripostiglio. Si inaugura una nuova mostra il 26 settembre sui Maestri della pittura contemporanea16. Ad esporre saranno

artisti del calibro di Campigli, Carrà, Casorati, De Chirico, Deluigi, De Pisis, Guidi, Morandi, Rosai, Saetti, Semeghini, Sironi e Tosi 17 . La mostra ha talmente successo che il suo orario di apertura viene prolungato fino alle undici di sera18.

La rivista Vernice dedica un'ampia recensione alla mostra, che, prima di esporre allo Scorpione, era niente meno che alla Galleria del Cavallino di Venezia. L'articolo si sofferma sulle opere esposte e in particolare vengono ricordate le due nature morte di Morandi dai toni chiari e quella di Casorati dagli "abilissimi accordi cromatici"19 . De Chirico, invece, viene

rappresentato da una sua produzione metafisica che per la

13 D.T., Una mostra di disegni, «Il Corriere di Trieste», 11 luglio 1946, p. II.

14 I disegni allo "Scorpione", «Vernice», 3, 1946, p.12.

15 F. De Vecchi e F. Vecchiet (a cura di) Intervista a Luigi Lojze Spacal pp. 23 - 29 in Dualità: aspetti della cultura slovena a Trieste, catalogo della mostra (Trieste, Palazzo Costanzi, marzo-aprile 1995) Trieste, Comune di Trieste Settore Attività Culturali, 1995.

16 Una mostra collettiva alla Galleria dello Scorpione, «Il Corriere di Trieste», 25 settembre 1946, p. II.

17 Una mostra collettiva alla Galleria dello Scorpione, «Il Corriere di Trieste», 25 settembre 1946, p. II.

18 D. T., Alla Galleria Scorpione, «Il Corriere di Trieste»,3 ottobre 1946, p. II.

92

redazione di Vernice è di "discutibile bellezza"20 . Del Guidi si tratta dell'ultima maniera del pittore in cui si nota una pittura abbastanza scarna contrapposta ai colori alle forme e ai volumi che sono propri della pittura. Inoltre si riferisce al "Nudo" di De Luigi come troppo difficile per il pubblico dato il suo estremo astrattismo e "il suo assurdo assoluto ermetismo". La redazione conclude l'articolo sottolineando l'importanza di questa mostra per l'arte contemporanea. A novembre si inaugurano le due personali di Tosi e Guidi21. La

prima ha goduto di molto successo, Tosi è ritenuto fra i capostipiti della pittura contemporanea, mentre quella del Guidi, a causa delle sue indagini sulle forme astratte e lontane dal reale22, si rivolge ad un pubblico più ristretto, di esteti e sognatori e non ha riportato lo stesso entusiasmo di pubblico della precedente. Seguono le mostre del pittore Luciano Gaspari 23 e di Emilio Vedova 24 . L'esposizione di quest'ultimo fa nascere molti dibattiti, tanto da scrivere che quella di Vedova è "un'arte che fa meditare, più che piacere, ma arte che provoca pensieri profondi" 25 . Con il mese

successivo, dicembre 1946, si apre l'ottava mostra della galleria, una collettiva di Carrà e De Pisis a cui si aggiungono anche alcune opere della pittrice triestina Alice

20 Ibidem.

21 Alla Galleria dello Scorpione: Tosi e Guidi, «Vernice», 6, 1946, pp. 12. 22 D.T., Alla galleria dello Scorpione: la mostra di Guidi, «Il Corriere di Trieste», 3 novembre 1946, p. II.

23 D.T., Alla Galleria dello Scorpione la mostra di Luciano Gaspari, «Il Corriere di Trieste», 4 dicembre 1946, p. II.

24 Vedova allo "Scorpione", «Vernice», 7, 1946, p.11. 25 Ibidem.

93

Psacaropulo26, che si distingue per la sua "innata sensibilità pittorica"27.

L'anno nuovo viene inaugurato con la mostra di Bruno Saetti, aperta il 4 gennaio 194728. All'esposizione partecipa un folto

pubblico formato anche da artisti, ed è fra le mostre più significative di questo periodo, come scrive Il Corriere di

Trieste del 14 gennaio. Fra febbraio e aprile del 1947 si

succedono varie personali da quella di Afro, che torna dopo anni ad esporre a Trieste29, a quella del pittore espressionista

tedesco Bargheer che si presenta al pubblico di Trieste per la prima volta30. Una mostra, quest'ultima, che si dimostra quasi una lezione per i triestini che scoprono così'espressionismo, ovvero una "riproduzione più tormentata che è specchio dei sentimenti dell'artista" 31 e che acquista anche più valore

sapendo che Bargheer è un israeliano rifugiatosi a Firenze durante il nazismo. Si aggiunge in aprile la mostra di due pittori padovani e che risentono dell'ascendenza della scuola veneta, Pendin e Fasan, di cui parla approfonditamente Bruno Maier su Vernice32, la personale del pittore Spartaco Greggio e

quella di Viani e Vedova. Ma è a maggio che la Galleria dello Scorpione propone quella che rimarrà nella storia come la prima mostra internazionale organizzata a Trieste e che sancisce il ruolo della galleria come finestra aperta verso le altre

26 Galleria dello Scorpione, «Il Corriere di Trieste», 19 dicembre 1946, p. II.

27 D.T., Alla Galleria dello Scorpione C. Carrà - De Pisis- Psacaropulo, «Il Corriere di Trieste», 25 dicembre 1946, p. II.

28 Galleria dello Scorpione. Inaugurazione della mostra Saetti, «Il Corriere di Trieste», 5 gennaio 1947, p. II.

29 Afro allo Scorpione , «Vernice», 8, 1947 p.14.

30 Galleria dello Scorpione. La mostra di E. Bargheer, «Il Corriere di Trieste», 15 febbraio 1947, p. II.

31 D.T., Galleria dello Scorpione. La mostra dell'espressionista Bargheer,

«Il Corriere di Trieste», 27 febbraio 1947, p. II.

32 B. Maier, Nelle Galleria Triestine. Pendin e Fasan allo Scorpione, «Vernice», 10, 1947 p.20.

94

culture e tendenze artistiche oltre che come mezzo di aggiornamento: la Mostra di arte contemporanea cecoslovacca inaugurata il 21 maggio 194733, organizzata sotto gli auspici del capo del Comitato Nazionale Cecoslovacco Bohumi Bartos. All'inaugurazione ha partecipato un pubblico internazionale e colto e sono intervenuti la direttrice Frida De Tuoni, il dottor Mastatlir della colonia cecoslovacca di Trieste e il dottor Juri Kotalik del Ministero delle Informazioni di Praga, mentre a nome degli artisti è intervenuto Augusto Cernigoj. La mostra, ampiamente riportata da quotidiani e riviste, offre una antologia delle opere belle e notevoli dell'arte cecoslovacca34. Le opere esposte infatti sono testimoni delle varie influenze dell'impressionismo francese e delle avanguardie del primo novecento, che sono reinterpretate in modo personale e attraverso l'arte popolare boema e gli strascichi della guerra. Espongono fra gli altri: Vincent Benes con "Marzo" "Mietitura" "Viottolo", Cyprian Majernik con "Profughi", Josef Capek con "Fuoco". Si conclude in grande la prima stagione artistica della Galleria.

Dopo la pausa estiva si inaugura in ottobre il nuovo anno artistico, 1947 - 1948, con la personale dell'artista padovano Zancanaro che presenta una serie di disegni simbolici 35 .

Nonostante lo scopo della galleria sia quello di dare spazio alle nuove tendenze, non vengono tralasciatii grandi artisti appartenenti alla tradizione, come succede con la mostra postuma di Piero Marussig in occasione del decennale della sua

33 Galleria dello Scorpione. Vernice della mostra dei pittori cecoslovacchi,

«Il Corriere di Trieste», 22 maggio 1947, p. II.

34 Arte cecoslovacca a Trieste. Alla galleria dello Scorpione, «Vernice», 11 - 12, 1947, p.13.

35 Galleria dello Scorpione la personale Zancanaro, «Il Corriere di Trieste», 19 ottobre 1947, p. II.

95

morte36. Con il 1947 si da il via alla tradizione delle Mostre

Natalizie organizzate dalla galleria nel mese di dicembre, che

si ripeteranno nel 1948 e nel 195137. L'attività dell'anno nuovo prosegue con una Mostra di bozzetti di autori slavi svoltasi a gennaio del 1948, a cui partecipano non solo gli autori slavi Spacal, Cernigoj, Saksida, Maovaz e Hlavaty, ma anche gli artisti Italiani di Trieste, fra gli altri: Finazzer, Giani Roma, Piero Lucano, Mario Lannes, Giovanni Giordani, Renato Baroni, Stultus, Giani Brumati, Bastianutto e Giuseppe Moro, gruppo "che non ha neppure il conforto di reggere il paragone con gli artisti slavi"38 secondo il parere della redazione di

Vernice. A febbraio la galleria ospita la mostra di quattro

pittori padovani, fra cui Pendin, che torna allo Scorpione dopo aver già esposto in queste sale l'estate precedente. Segue la

Mostra personale del pittore dalmata Colonna e fra marzo e

maggio si avvicendano varie mostre di Giuseppe Cesar, Raffaele de Grada, la Rassegna Nazionale dell'incisione con opere di Picasso, Bartolini, Colonna, Spacal e Cernigoj. E' organizzata anche una mostra di Maria Lupieri39. Ma la mostra più importante

di questi mesi è la prima personale di un artista sloveno che viene allestita alla Galleria dello Scorpione. E' la Personale

di Augusto Cernigoj in cui vengono esposte opere dell'artista

che ripropongono caratteristiche del paesaggio triestino con una "armoniosa e serena visione artistica"40. Chiude la stagione

la Mostra del bolognese Duilio Barnabè41.

36 Galleria dello Scorpione, «Il Corriere di Trieste», 1 novembre 1947, p. II.

37 Galleria dello Scorpione. La Mostra di Natale, «Il Corriere di Trieste», 19 dicembre 1947, p. I.

38 I pittori che espongono, «Vernice», 19, 1948, p.18.

39 B. Maier, Le mostre d'arte nelle gallerie triestine, «Vernice», 22 - 23, 1948, p.47.

40 Ibidem.

96

Il terzo anno artistico, 1948 - 1949, si apre a settembre con una mostra collettiva che ospita tra gli altri Severini, Birolli e Vedova. In ottobre apre una doppia personale del pittore friulano Enrico De Cillia e dello scultore buiese Gallina42. Per la seconda metà del mese viene organizzata una

mostra di Guidi e Gino Morandi. A novembre invece viene presentata una mostra di un caso controverso: l'artista bolognese di soli sei anni Grazia Gottarelli, che arriva direttamente dal successo della Galleria del Naviglio di Milano43. Segue un altro esempio di come lo Scorpione non si

dimentichi dei grandi artisti della tradizione e allestisce una mostra di Vito Timmel 44 . Dicembre si apre all'insegna

dell'esposizione del gruppo di Borgonuovo, un gruppo di undici pittori sorto come altri nel dopoguerra dagli intenti polemici più che pittorici45, e si chiude con la collettiva natalizia di

artisti triestini 46 dove espongono Brumati, Spacal, Maovaz, Cernigoi, Lucchesi, Cesar, Tommasini, Saksida, Hlavaty, Rebez, Grom e Maria Lupieri. Il 1949 si apre con una serie di mostre personali: la prima ospita il giovane artista autodidatta di Pola Carlo Hollesch, segue la personale del friulano Primo Dri, la mostra postuma del triestino di origine slovena Alberto Sirk, la personale del pittore emiliano Pietro Azzaroni e quella di Attanasio Soldati. In aprile espone Luigi-Lojze Spacal con un quadro della produzione dell'artista in cui si distinguono quattro modi: un periodo metafisico, uno espressionista, uno astrattista e l'attuale o, come viene

42 Enrico de Cillia esporrà allo Scorpione, «Il Lunedì», 13 settembre 1948. 43 Mostre. Grazia Gottarelli la bambina prodigio, «Giornale di Trieste», 6 novembre 1948.

44 M.P., Pittura. Timmel alla Galleria dello Scorpione, «Corriere di Trieste», 21 novembre 1948.

45 Mostre d'arte. I pittori di Borgonuovo, «Giornale di Trieste», 10 dicembre 1948.

97

definito "neoespressionismo astrattizzante" 47 . Anche se per quanto riguarda Decio Gioseffi, che scrive su le Ultimissime, lo Spacal non rientra nelle categorie48. Continuano le personali con Colonna, ad un anno dalla precedente esposizione allo Scorpione, e la personale di Bogdan Grom che per la prima volta si presenta a Trieste con la sua produzione completa di oli, acquerelli, disegni e incisioni49. In linea con l'intento della

galleria di creare un punto di ritrovo e di diffusione dell'arte slovena e per gli artisti sloveni di Trieste si organizza per il giugno del 1949 una doppia personale di Robert

Documenti correlati