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IL MERCATO AFTERMARKET: IL CASO TEXA S.P.A.

3.5.2. Gestione della complessità.

Il primo tema su cui si vogliono fare delle considerazioni è la gestione della complessità.

Tale tema ricorre frequentemente non solo nell’Automotive (P. Nieuwenhuis, P. Wells; 2015; J. P. MacDuffie, & T. Fujimoto, 2010; M. Berret, F. Mogge; 2018), come già sottolineato nel Capitolo 2, ma anche nell’Aftermarket (S. Kempf, B. Heid; 2018; D. Breitschwerdt, A. Cornet, S. Kempf; 2017).

Sono molti i trend legati all’aumento di complessità che coinvolgono da vicino TEXA; tra questi spiccano il trend della connettività, della crescente importanza del software e quello della

sostenibilità, che si snoda sotto diverse declinazioni: l’aria condizionata, le emissioni, l’eLight e ovviamente TEXA Dynamics, la nuova scommessa sul motore elettrico.

L’obiettivo dei prodotti TEXA è quello di sopperire alla mancanza di conoscenza del meccanico, data dalla complessità sempre crescente, cercando di semplificare al massimo operazioni complesse, in modo da standardizzare ciò che non è standardizzato. Quanto detto è particolarmente evidente nel software utilizzato per la diagnosi: lo strumento TEXA multimarca permette di utilizzare lo stesso dispositivo per fare la diagnosi su tutti i modelli di differenti piattaforme.

Quando si studia l’aumento di complessità, emerge nitidamente la centralità del software all’interno di questa, a causa dell’importanza crescente del digitale nell’Automotive del domani. Come già evidenziato, i moderni veicoli hanno dei software scritti da 100 milioni di linee di codici e si stima raggiungeranno i 300 milioni di linee entro il 2020, rendendo le capability relative alla generazione di software sempre più importanti. Man mano che l’automobile diviene una piattaforma dove software e applicazioni acquistano maggior potere, c’è il rischio che i profitti dell’Aftermarket migrino sempre maggiormente verso i player che gestiranno tali flussi, come i nuovi entranti o giganti tecnologici come Google e Apple (S. Kempf, B. Heid; 2018).

Nello scenario più estremo previsto dagli autori della ricerca, la gestione del software diventerà la

core compentency dell’intera industria. La gran parte degli esperti del settore Aftermarket è

concorde nell’affermare che i nuovi player digitali otterranno una consistente fetta dei ricavi e dei profitti dell’industria nel 2030. Secondo le stime, tali soggetti sono destinati a diventare la seconda tipologia di player più importante dopo gli OEM. Questo aumenta la pressione competitiva e diminuisce la profittabilità (S. Kempf, B. Heid; 2018).

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Di fronte a questa minaccia, si vuole indagare quale debba essere il giusto modo di gestire tale complessità. A tal proposito, di seguito viene analizzata una nuova linea di business dell’azienda, l’eLight, come esempio di come, a fronte dei nuovi trend legati all’illuminazione (tecnologie sempre più raffinate, utilizzo dell’intelligent lighting per la guida autonoma, ecc.) TEXA sia riuscita ad individuare un’opportunità anticipando le future esigenze del mercato.

La linea di business ELight.

Nel settore Automotive degli ultimi anni, una delle tecnologie che sta avendo una maggior evoluzione è l’illuminazione dei veicoli tanto da parlare di intelligent lightning, ossia l’integrazione dei sistemi di assistenza alla guida (come radar, telecamere, ecc.) con il sistema di illuminazione (fonte 1).

La necessità di integrazione tra i sistemi a bordo del veicolo e i fari proiettori è sempre più spinta. Da questa premessa TEXA ha visto l’opportunità di offrire al meccanico una nuova soluzione, eLight, per semplificare il lavoro all’interno dell’officina, creando un prodotto per la verifica e il centraggio dei fari, che integra al suo interno le capacità diagnostiche. Tale soluzione, appena esposta alla fiera di Francoforte, va sostanzialmente a risolvere il problema del meccanico nell’identificare che tipo di luce viene utilizzata dal veicolo. Infatti, chi deve effettuare la manutenzione deve capire se le luci sono alogene, ibride, che sistemi utilizzano, ecc. (fonte 1). Il prodotto eLight, grazie alle capacità diagnostiche, va ad attivare selettivamente ognuno dei proiettori che compongono i fari, in modo da permettere un’analisi puntuale ed accurata del faro, facendo risparmiare un notevole quantitativo di tempo al meccanico. TEXA è la prima realtà ad offrire una soluzione centrafari integrata con la diagnostica (fonte 1).

Il prodotto centrafari è composto da un gruppo ottico che si colloca di fronte al faro dell’auto e che misura se il proiettore sta illuminando correttamente. Siccome i costruttori di auto si stanno sbizzarrendo nell’ambito del lightning, con delle tecnologie che vanno ad illuminare la strada di fronte al conducente in maniera sempre più efficace, c’è il forte rischio di abbagliare gli altri guidatori. Se illumina troppo in alto, troppo a destra, troppo a sinistra, bisogna correggere la posizione inesatta, per evitare durante la guida di avere un’illuminazione scarsa o al contrario di averne una sovrabbondante.

Il tasso di innovazione all’interno di questo settore è parecchio elevato e il fatto che il gruppo ottico del veicolo sarà probabilmente utilizzato anche dai sistemi che aiuteranno la guida autonoma rende questa linea di business particolarmente strategica (fonte 1).

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L’evoluzione della tecnologia abbinata all’illuminazione: verso una crescente complessità.

Come già detto, nel lightning ci troviamo di fronte ad un’era di innovazione intelligente, in cui i fari passano da essere tecnologie molto semplici - in quanto potevano utilizzare solo tre posizioni: fendinebbia, anabbaglianti e abbaglianti – a qualcosa di più articolato e complesso.

Figura 33: Evoluzione tecnologia lighting (TEXA; 2018).

La tecnologia elettrica nell’illuminazione dei veicoli è stata utilizzata per circa 50 anni a partire dal 1910. Solo successivamente, nel 1962, è comparsa la tecnologia alogena (tuttora utilizzata), seguita dallo Xenon (utilizzata ancora oggi).

Il cambiamento più importante è avvenuto con il LED, tecnologia che da 10 anni a questa parte sta rivoluzionando l’Automotive lighting (fonte 1). Come osservabile in Figura 33 Il LED ha visto un susseguirsi di continue innovazioni, atte a migliorare la sicurezza - attraverso un’illuminazione più accurata - e i consumi energetici.

In particolare, gli OEM stanno sposando in maniera così pesante la tecnologia LED per due ragioni (fonte 1):

- La tecnologia LED è una tecnologia che permette di risparmiare sia in termini di costi che di consumi;

- la tecnologia LED è apprezzata moltissimo dai designer, perché permette di creare forme impensabili precedentemente. Per questo motivo, sempre maggiormente i fanali e la loro forma stanno diventando elemento identificativo del brand.

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- Il primo adattativo (AFS: Adaptive Front Lighting System), prevede che i fari comincino a adattarsi a quello che è il manto stradale, in funzione della condizione di guida. Un esempio di tale innovazione è visibile nell’immagine che confronta il vecchio sistema di illuminazione con quello nuovo (Figura 34; TEXA 2018).

Figura 34: confronto tra sistema tradizionale e adattivo (TEXA; 2018).

Man mano che i sistemi di illuminazione evolvono, le forme cominciano a diventare molto più articolate a seconda del tipo di strada che ci si trova a percorrere (autostrada piuttosto che strada di campagna).

- Il Glare Free High Beam (GFHB) è ancora più complesso (Figura 35; TEXA 2018). Tale sistema fa sì che certe vetture abbiano addirittura gli abbaglianti sempre accesi, garantendo massima visibilità al conducente, ma nel momento in cui la vettura incontra altri veicoli, automaticamente il sistema di illuminazione sì occupa di oscurare selettivamente alcune aree del fascio luminoso (la tecnologia Matrix di Volkswagen è una delle più famose).

All’interno del faro sono presenti numerose file di LED che vanno a comporre il fascio luminoso; andando a spegnere alcuni di essi il fascio di luce si scompone, dando modo di illuminare nitidamente alcune aree, oscurando contemporaneamente altre zone per evitare problematiche di sicurezza.

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Figura 35: Glare Free High Beam (GFHB)( TEXA; 2018)

Le tecnologie che rendono possibile tale innovazione sono differenti. I sistemi di implementazione possono utilizzare dei pannelli motorizzati che, a seconda di come viene girato il pannello, riescono a modulare il fascio di luce in uscita (AFS), oppure possono essere composti da più LED che, a seconda di come sono accesi e quanto intensamente, illuminano la strada (GFHB).

L’intelligent lighting si sta evolvendo così tanto da poter parlare di pixel all’interno del faro. Il fascio luminoso sarà suddiviso in celle sempre più piccole. La matrice, attualmente composta da una ottantina di LED, potrebbe arrivare a contarne 3000 in futuro, quasi un chip tempestato di LED, che permetterebbe non solo di ottenere un’illuminazione eccellente, ma anche di scambiare informazioni con gli altri soggetti della strada (fonte 1).

Prossimamente, con la tecnologia di pixel luce, si andrà sempre più verso tecnologie complesse fino ad approdare probabilmente al laser lighting, una nuova tecnologia - al momento è montata solo su vetture particolarmente evolute - che consentirebbe l’illuminazione di lunga gittata anabbagliante, riuscendo ad illuminare ciò che si trova di fronte al conducente per 600 m, un’area molto vasta (fonte 1).

La crescente complessità appena descritta comporterà un aumento di problematiche da risolvere per le officine che si appresteranno ad eseguire il servizio di manutenzione. Ci sarà la necessità di un controllo sempre più elevato dei sistemi a bordo dell’auto, ed è per questo motivo che TEXA, una volta compreso il potenziale del business legato all’intelligent lighting, ha deciso di lanciare la nuova linea di prodotti eLight, dei sistemi centrafari smart (fonte 1).

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Riflessioni conclusive.

Grazie alle osservazioni offerte dal caso eLight, è interessante notare come un’azienda specializzata nell’Aftermarket quale TEXA, analizzati i trend e le esigenze del settore, vada a proporre delle soluzioni che si adattano ai nuovi bisogni dei propri clienti, utilizzando le tecnologie che ha e sviluppandone di nuove (fonte 1-3-9).

Infatti, l’eLight è un caso in cui l’azienda ha saputo adeguarsi rapidamente alle nuove esigenze derivanti dai trend disruptive “a monte” (complessità crescente, connettività e uso dell’illuminazione come supporto per la guida autonoma) (fonte 1). Con eLight, l’azienda ha cercato di standardizzare, attraverso due macro-procedure, tutto quello che è il mondo dell’illuminazione nei veicoli.

Un altro esempio che ribadisce il modo di operare dell’azienda, è riscontrabile nella stazione di ricarica Konfort, in cui, di fronte alla complessità crescente dovuta al trend della sostenibilità e all’intervento governativo, si è cercato di standardizzare per mezzo di una procedura automatica e manuale il servizio di manutenzione A/C su qualsiasi tipo di veicolo (fonte 1).

In conclusione, la crescente complessità richiede un aggiornamento delle competenze attuali e l’ottenimento di quelle nuove necessarie di cui ancora non si dispone. Inoltre, la capability nel riuscire a semplificare e gestire la complessità è una solida fonte di vantaggio competitivo, come dimostra il caso TEXA.

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