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Gestione delle Risorse Idriche Caratteristiche tecniche della rete idrica

Nel documento L'agricoltura nel Lazio in cifre. 2009 (pagine 66-75)

Reti Utilizzazione (m) Tipologia (m) Lunghezza totale (m)

IIrrrriigguuaa MMuullttiippllaa AAllttrroo CCaannaallee aa CCaannaallee cchhiiuussoo ee//oo CCoonnddoottttaa cciieelloo aappeerrttoo ccoonnddoottttaa aa ppeelloo lliibbeerroo iinn pprreessssiioonnee

Adduzione 137.362 18.849 - 30.947 20.951 104.313 156.211

Secondaria 161.865 - - 15.456 - 146.409 161.865

Distribuzione 683.536 - - 114.779 17.826 550.931 683.536

Altro - - 11.024 - - 11.024 11.024

Totale 982.763 18.849 11.024 161.182 38.777 812.677 1.012.636

Nel 2008, si è registrato un incremento delle aziende agricole autorizzate all'eser- cizio dell'agriturismo del 4,3% rispetto al 2007, confermando la propensione a quel- la che rappresenta la più diffusa attività multifunzionale per le imprese agricole italiane.

Nel Lazio, l'incremento delle strutture agrituristiche, arrivate a quota 629, ha toccato addirittura il 13,9%, un valore molto al di sopra della media nazionale (+4,3%). Si tratta della migliore perfor- mance, tra tutte le regioni, in termini di espansione numerica del settore, con gli agriturismi aumentati del 48,7% rispetto al 2005, conseguenza delle nuove norme in materia di agriturismo e turismo rurale (Legge 2 novembre 2006 n. 14), che hanno snellito le procedure burocratiche e delle risorse messe a disposizione dalla regione con il Fondo di rotazione.

Il 44,9% delle strutture è localizzato nelle regioni settentrionali e il 35,2% nel Cen- tro Italia, dove è presente il 59,1% degli agriturismi con degustazione, una tipolo-

gia di servizio che offre il consumo in loco di prodotti agricoli e agro-alimentari di ori- gine aziendale al di fuori di un vero e pro- prio pasto.

La qualità e la quantità dell'offerta ricetti-

va degli agriturismi, misurate in termini di alloggio, ristorazione e degustazione, è aumentata nel 2008 in quasi tutte le regio- ni, ma le variazioni percentuali massime si osservano nel Lazio, dove si registrano,

Alloggio Ristorazione Degustazione Altre attività

Lazio Centro Italia

0 3000 6000 9000 12000 15000 10.354 4.212 413 8.928 2.175 1.952 3.304 436 56 6.212 15.334 458

Aziende agrituristiche per tipo di servizio, 2008

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.

rispettivamente, 458 (+16,2%), 436 (+21,1%) e 56 unità (+47,4%). Crescono anche gli agriturismi laziali che offrono altre attività come equitazione, escursioni- smo, osservazioni naturalistiche, trek- king, mountain bike, corsi e sport, con 413 unità (+ 15,7% rispetto al 2007). Nel complesso, la struttura dell'offerta agrituristica nel Lazio propone 7.334 posti letto, con una media di 16 posti letto per

azienda (4 in più rispetto alla media nazio- nale), e 298 piazzole per l'agricampeggio. In un'azienda su tre è possibile fruire del- la pensione completa o della mezza pensio- ne, mentre si può mangiare in 9 aziende su 10.

Nel 2008 è aumentato anche il numero di strutture agrituristiche nel Lazio gestite da donne (+9,7%), un dato che si colloca al secondo posto, a livello nazionale, dopo

la Sicilia (+12,4%), e che rappresenta il 43,1% del totale degli agriturismi regiona- li, un valore che si mantiene al di sopra della media nazionale (34,9%).

Il giro d'affari dell'agriturismo nel Lazio è stimato in 37,6 milioni di euro nel 2008, oltre il 20% in più rispetto al 2007, con un fatturato medio per azienda di oltre 59.000 euro (dati AGRITURIST).

Denominazioni d’origine protetta Sono saliti a 16 i prodotti di qualità DOP e IGP della regione Lazio, pari al 34,8% dei prodotti certificati delle regioni del Centro e all'8,6% del paniere nazionale che, con 185 denominazioni registrate (21,5% del totale dei prodotti UE), consolida la lea- dership dell'Italia in Europa per prodotti riconosciuti, davanti a Francia (166) e Spagna (126).

Il 51% della superficie nazionale destinata alle produzioni DOP e IGP è localizzata nel- le regioni del Centro Italia, con circa 4.300 ettari nel Lazio, pari al 6,3% delle regioni centrali e al 3,2% del totale Italia. La filie- ra regionale di qualità coinvolge 2.602 aziende agricole, pari al 3,4% delle azien- de nazionali che producono DOP e IGP, 1.207 allevamenti (2,6% del totale nazio- nale) e 236 trasformatori (4,1% del totale Italia).

Tra i riconoscimenti ottenuti dalla regione Lazio, in particolare preparazioni di carni e formaggi, si trovano la Mozzarella di Bufala Campana (DOP), il Pecorino Tosca-

no (DOP), la Mortadella Bologna (IGP), i Salamini italiani alla cacciatora (DOP) e il Vitellone bianco dell'Appennino Centrale (IGP); l'allevamento, infatti, è consentito in più regioni centro-settentrionali, in

quanto l'areale di ciascun prodotto ricono- sciuto, come determinato dalla legislazio- ne comunitaria e nazionale, può compren- dere da un solo comune a più regioni. Nella categoria “altri prodotti di origine

Trasformatori Allevamenti Aziende agricole Superficie (ha)

Lazio Centro Italia

0 26000 52000 78000 104000 130000 5.812 1.610 236 75.963 18.175 4.509 46.290 2.602 1.207 67.406 132.250 4.280

Prodotti DOP e IGP: superficie e strutture produttive, 2008

(1) Un'azienda agricola può condurre uno o più allevamenti (2) Un trasformatore può svolgere una o più attività di trasformazione Fonte: Istat

animale” riconosciuti in Italia, si contano solo due specialità, entrambe DOP: il Miele della Lunigiana, prodotto in Toscana (Mas- sa Carrara), e la Ricotta Romana, prodotta in tutte le cinque province del Lazio. Si tratta di una specialità lattiero-casearia

unica nel suo genere, che interessa 56 aziende di allevamenti per un totale di 19.366 ovini e 16 trasformatori, per com- plessivi 32 impianti.

Il volume di affari del paniere Lazio DOP e IGP è stimato oltre 800 milioni di euro,

pari a circa il 15% del totale Italia, con for- maggi e salumi che totalizzano, complessi- vamente, circa il 94% del fatturato alla produzione DOP/IGP regionale (fonte Qua- livita).

Altri sei prodotti laziali sono in attesa del

Il paniere Lazio per categoria di prodotto e anno di riconoscimento della DOP/IGP

Categoria Specialità Anno di riconoscimento

Carni Abbacchio Romano (IGP) 2009

Vitellone bianco dell'Appennino Centrale (IGP) 1998

Formaggi Mozzarella di Bufala Campana (DOP) 1996

Pecorino Romano (DOP) 1996

Pecorino Toscano (DOP) 1996

Oli di oliva Canino (DOP) 1996

Sabina (DOP) 1996

Tuscia (DOP) 2005

Ortofrutticoli Carciofo Romanesco del Lazio (IGP) 2002

Castagna di Valleranno (DOP) 2009

Kiwi Latina (IGP) 2004

Nocciola Romana (DOP) 2009

Salumi Mortadella Bologna (IGP) 1998

Salamini italiani alla cacciatora (DOP) 2001

Prodotti lattiero-caseari Ricotta Romana (DOP) 2005

Prodotti di Panetteria Pane Casareccio di Genzano (IGP) 1997

Fonte: MIPAAF

Carni Formaggi Oli di oliva e ortofrutticoli Salumi

4,47 63,82 0,28 31,43 Valore della produzione del paniere Lazio DOP e IGP, % per categoria (*)

(*) Esclusi Ricotta Romana DOP e Pane Casereccio di Genzano IGP. Fonte: elaborazioni su dati Qualivita (2008).

riconoscimento comunitario, ai sensi del- l'art. 5 del regolamento CE n. 510/06, e hanno ottenuto la denominazione in prote- zione transitoria: la Castagna Reatina IGP, l'olio Colline Pontine DOP, il Fagiolo Can- nellino di Atina DOP, il Prosciutto Amatri- ciano IGP, la Porchetta di Ariccia IGP e il Sedano Bianco di Sperlonga IGP.

I vini di qualità e i vini a indicazione geografica tipica

Nel 2008, la produzione vitivinicola nel Lazio ha interessato 24.447 ettari, il 47% dei quali si concentra nella provincia di Roma, per un totale regionale di 1,8 milio- ni di ettolitri di vino (il 4% della produzio- ne nazionale di vino), in calo del 2% rispetto al 2007.

La produzione e le rese per ettaro in calo sembrano testimoniare la propensione verso le produzioni di qualità che, nel 2008, accanto a 26 vini a DOC e 4 a IGT si arricchiscono del primo vino di eccellenza elevato a DOCG, il “Cesanese del Piglio” o “Piglio”. Complessivamente, il peso delle

produzioni DOC si mantiene superiore al 50% della produzione vinicola, con oltre 30 milioni di bottiglie annue, il 67% rap- presentato dalle DOC “Castelli Romani” e “Frascati”.

Per consentire alle imprese vitivinicole di adeguarsi con gradualità alla nuova orga- nizzazione comune del mercato vitivinico- lo disposta dal reg. CE n. 479/2008, facendo salve alcune pratiche tradiziona-

DOCG

DOC(*)

IGT

Lazio Centro Italia

0 50 100 150 200 250 300 120 17 88 26 4 316 12 41 1

Vini DOCG, DOC e IGT, 2008

(*) Un vino DOC è interregionale (Umbria e Lazio) Fonte: elaborazione su dati MIPAAF.

li, il regolamento CE n. 606/2009 ha pre- visto deroghe e norme transitorie che interessano tutti i vini DOC, DOCG e IGT che, a partire dal 1° agosto 2009, avreb-

bero dovuto transitare automaticamente nel nuovo registro comunitario delle DOP e IGP.

Prodotti tradizionali e valorizzazione delle tipicità locali

Con 354 prodotti agro-alimentari tradizio- nali, pari al 7,9% dell'intero paniere italia- no (4.471 prodotti) e al 34,1% del paniere delle regioni del Centro (1.038), il Lazio si colloca al 4° posto a livello nazionale, dopo Toscana (465), Veneto (371) e Piemonte (366).

I prodotti agro-alimentari tradizionali sono specialità regionali iscritte nel regi- stro nazionale istituito presso il MIPAAF, aggiornato da ultimo con il decreto del 5 giugno 2009, le cui metodiche di lavorazio- ne, conservazione e stagionatura sono inscindibilmente legate agli usi e alle tra- dizioni del territorio da almeno 25 anni. I prodotti della panetteria e della pasticce- ria hanno il peso maggiore (40%) nel paniere delle specialità tradizionali laziali, seguiti da ortofrutticoli freschi e trasfor- mati (26%) e da carni e salumi (15%). Numerose sono le iniziative regionali recentemente attivate per valorizzare e promuovere le produzioni agro-alimentari Zona di produzione dei vini DOCG/DOC ed elenco dei vini IGT

Provincia DOCG DOC IGT

Frosinone Cesanese del Piglio Aleatico di Gradoli, Atina Civitella d'Agliano, Colli Cimini, Frusinate o del Frusinate, Lazio

Latina Aprilia, Circeo, Cori, Terracina o

Moscato di Terracina

Rieti Colli della Sabina (1)

Roma Bianco Capena, Castelli Romani (2),

Cerveteri, Cesanese di Affile o Affile, Cesanese di Olevano Romano o Olevenao Romano, Colli Albani, Colli Lanugini, Frascati, Genazzano (3), Marino, Montecompatri Colonna o Montecompatri o Colonna, Nettuno, Tarquinia (4), Velletri (2), Zagarolo Viterbo Cerveteri, Colli Etruschi Viterbesi,

Est! Est! Est!!! di Montefiascone, Orvieto (5), Vignanello

(1) prodotto anche nella provincia di Roma; (2) prodotto anche nella provincia di Latina; (3) prodotto anche nella provincia di Frosinone; (4) pro- dotto anche nella provincia di Viterbo; (5) DOC interregionale prodotta anche in Umbria (provincia di Terni).

Bevande analcoliche, distillati e liquori Carni e salumi

Condimenti Formaggi

Grassi (burro, margarina, oli) Prodotti ortofrutticoli

Paste fresche e prodotti di panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria

Preparazioni di pesci, molluschi e crostacei Prodotti di origine animale (miele, prodotti lattiero-caseari escluso burro) 25,7% 1,7%2,3%1,7% 1,9% 14,7% 1,1% 10,2% 40,7%

Prodotti agro-alimentari tradizionali del Lazio per categoria

Fonte: elaborazioni sull'Elenco nazionale dei prodotti agro-alimentari tradizionali del MIPAAF, Nona revisione (2009)

locali in un contesto di filiera e di territo- rio: le norme sulle organizzazioni di pro- duttori agricoli, sugli accordi regionali per l'integrazione delle filiere e sulle filiere corte; la normativa sui “farmers' market” con l'assegnazione di contributi per i comuni che ne utilizzano i prodotti per le mense scolastiche; un logo regionale a favore delle imprese private che vendono al pubblico alimenti e bevande provenienti da aziende agricole ubicate nel Lazio; la

legge sui parchi agricoli che valorizza le aree a caratterizzazione agricola median- te attività rurali fruibili al pubblico, come la vendita diretta dei prodotti locali e i musei dell'olio e del vino; il distretto agri- colo regionale dei Castelli Romani e Prene- stini; la strada delle tipicità agroalimenta- ri “Il tracciolino”, con un percorso che si snoda tra 27 comuni della Regione tra la valle di Comino e la valle del Liri; il Centro regionale per la coltura dei tartufi; l'accor-

do tra Assessorato all'Agricoltura, Arsial e Unicoop Tirreno per il sostegno alle azien- de nella fase di commercializzazione attra- verso una politica integrata di filiera che interessa oltre 1.500 prodotti regionali certificati con il marchio “Lazio qualità spese bene” nei punti vendita Coop in Toscana, Lazio, Campania e Umbria.

Nel documento L'agricoltura nel Lazio in cifre. 2009 (pagine 66-75)

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