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Parte terza: i casi studio

Misura 6.5: iniziative per legalità

5. gestione, verifica e controllo

Erogazione delle agevolazioni per stato d’avanzamento. 7 dicembre 2005 Pubblicazione PIA 27 marzo 2006 Scadenza manifestazione interesse 31 dicembre 2007 Termine investimenti

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Gli investimenti dovevano concludersi entro il 31 dicembre 2007, pena la revoca delle agevolazioni. Queste ultime ammontavano a circa il 50% dell’investimento, anche se per ogni misura che componeva il PIA era prevista una percentuale di agevolazione specifica. In particolare:

∼ per la Misura 4.1 - Azione C “Ampliamento della base produttiva” le agevolazioni concedibili consistevano in un contributo in c/impianti per un massimo di 35% ESN più 5% ESL116;

∼ per la Misura 3.13 “Trasferimento tecnologico” le agevolazioni concedibili erano il 45% del costo del progetto ammesso, mentre per la “Ricerca industriale” erano del 65%, e per lo “sviluppo precompetitivo” erano del 40%; le agevolazioni potevano aumentare di 10 punti percentuali nel caso di progetti aventi possibili applicazioni multisettoriali, o collaborazioni internazionali, o con un Ente Pubblico di ricerca, o nel caso i risultati fossero oggetto di ampia diffusione scientifica;

∼ per la Misura 4.1 - Azione a) “Acquisizione di servizi reali” era riconosciuto un contributo in conto esercizio per un massimo del 50% delle spese ritenute ammissibili e comunque per un importo non superiore a 200.000,00 euro;

∼ per la Misura 4.20 - Azione c) “Formazione specifica” era riconosciuto un contributo del 45% delle spese ammesse, maggiorato del 10% in caso di formazione rivolta a lavoratori svantaggiati; ∼ per la Misura 3.11 - Azione a) “Aiuti all’occupazione” erano previsti aiuti in conto esercizio per ciascun dipendente di 5.165,00 euro per il primo anno e di 2.582,00 euro per il secondo anno, per un massimo di 36.152,00 euro annui per impresa117.

Inoltre, era previsto un apporto di mezzi propri non inferiore al 25% e non superiore al 35% del valore complessivo del programma.

I meccanismi del PIA/PIT9

Per individuare la teoria (la Configurazione Contesto-Meccanismo-Esito - CME) del PIA/PIT9 da sottoporre a valutazione cerchiamo di trarre le informazioni utili dall’analisi, appena fatta, del programma del PIT9 e del PIA. L’idea è di costruire una CME generale sul PIA/PIT9 e poi scomporla in una serie di teorie particolari.

Partiamo con la rappresentazione del contesto imprenditoriale. Abbiamo visto che l’area PIT è caratterizzata, negli anni 1995-2002, da un numero di occupati e da un reddito prodotto inferiore, anche se di poco, alla media regionale, e da una dotazione infrastrutturale di base non sufficiente. Forte risulta essere la specializzazione nel settore manifatturiero ed in particolare nel TAC (tessile-abbigliamento-calzaturiero), concentratosi territorialmente in due distretti (Casarano e Nardò) e in un sistema di sviluppo locale (Maglie). Qui un tessuto di micro imprese si è coagulato attorno a delle aziende più grandi che sono riuscite a trainare lo sviluppo della zona, ed a raggiungere punte d’eccellenza a livello nazionale. A partire dal 2001 il settore è stato investito da una crisi che lo sta costringendo ad un processo di ristrutturazione. Alla buona vocazione produttiva dell’area che presenta significative risorse imprenditoriali, dinamiche anche sui mercati esteri, e che possono valersi di una manodopera a basso costo ma

116 L’Equivalente Sovvenzione, è l’unità di misura utilizzata per calcolare l’entità dell’aiuto erogato. Si tratta di un metodo univoco che permette di paragonare tra loro gli aiuti concessi in ambienti con regimi fiscali diversi. L'Equivalente Sovvenzione Lordo (ESL) rappresenta il valore dell'agevolazione concessa a un'azienda, al lordo delle tasse, rapportato all'intero ammontare dell'investimento. L'Equivalente Sovvenzione Netta (ESN) non è altro che il valore dell'agevolazione ricevuta attualizzata al netto dell'imposizione fiscale attualizzata.

117 Regione Puglia, Avviso pubblico per l’avvio delle procedure relative ai programmi integrati di agevolazioni PIT n. 9

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sufficientemente qualificata, si contrappongono l’eccessiva presenza di unità produttive di piccola dimensione e con una struttura finanziaria squilibrata, la scarsa consistenza del tessuto reticolare tra le imprese, il difficile accesso al credito, la bassa propensione all’investimento in innovazione, l’alta presenza di attività sommerse e la carenza di servizi alle imprese.

Quadro strategico del PIT9

Dopo aver individuato il contesto di riferimento, riprendiamo in mano il quadro strategico del PIT9 che abbiamo schematizzato precedentemente e procediamo ad evidenziare quelle parti del programma che trovano attuazione con il PIA (nello schema sono evidenziate in giallo).

Obiettivo Primario Rafforzamento del sistema manifatturiero locale, in particolare il TAC Obiettivi complementari Sviluppo di un sistema di trasporti intermodale Miglioramento dell’efficienza della PA Creazione di rapporti di partenariato con realtà più evolute del centro

nord Italia Internazionalizzazione Obiettivo generale Rilanciare il sistema manifatturiero locale R af fo rz am e n to r e te P M I In n o va zi o n e V al o ri zz az io n e c ap it al e u m an o

Strategia del Programma Riqualificazione del capitale sociale

Sviluppo e consolidamento del settore manifatturiero Infrastrutturazione del territorio

Promozione del territorio

Assunzione di un ruolo attivo nel Mediterraneo

Azioni generali FORMAZIONE

SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI INFRASTRUTTURAZIONE MARKETING TERRITORIALE DIPLOMAZIA Interventi AL SISTEMA INDUSTRIALE AL SISTEMA PUBBLICO DI MARKETING TERRITORIALE Misure

Misura 3.7 - Formazione superiore

Misura 3.11 - Sviluppo e consolidamento delle imprese Misura 3.12 - Miglioramento delle risorse umane

Misura 3.13 - Ricerca e sviluppo tecnologico Misura 3.14 - Integrazione femminile Misura 4.1 - Aiuti al sistema industriale Misura 4.2 - Interventi sulle infrastrutture

Misura 4.20 - Azioni per le risorse umane Misura 6.2 - Società dell’informazione Misura 6.4 - Risorse umane e società informazione

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Ciò che emerge è che l’obiettivo generale di rilanciare il sistema manifatturiero locale (in particolare il TAC) tramite il potenziamento della rete di PMI, il sostegno dei processi di innovazione e la valorizzazione del capitale umano, può essere realizzato attraverso azioni formative e di sostegno agli investimenti da attuare con misure che prevedono l’ampliamento della base produttiva, il trasferimento tecnologico, la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo, l’acquisizione di servizi reali, la formazione specifica, e aiuti all’occupazione. Da quest’analisi prende forma la teoria (configurazione contesto-meccanismo-esito) alla base del PIA/PIT9 secondo cui in un contesto con un buon tessuto imprenditoriale, specializzato nel tessile, abbigliamento e calzaturiero, che si caratterizza per la ridotta dimensione delle imprese, per una bassa propensione all’innovazione, per la difficoltà a relazionarsi e a collaborare, l’attivazione del PIA/PIT9, attraverso il suo sistema di incentivi, può stimolare gli investimenti in innovazione e formazione specifica, e riuscire a favorire la cooperazione tra le imprese e il rafforzamento del settore manifatturiero del Sud Salento (nella tabella 10 è schematizzata questa CME).

tab. 10 - L’ipotesi di Configurazione Contesto-Meccanismo-Esito macro alla base del PIA/PIT9

CON T E ST O M E CC A NI S M O E S IT O

Distretto TAC di buone potenzialità ma in crisi dal 2001. Significativa presenza

imprenditoriale. Manodopera a basso costo e sufficientemente qualificata. Ridotta dimensione delle imprese.

Struttura finanziaria spesso squilibrata.

Debole tessuto relazionale tra imprese.

Bassa propensione all’innovazione. Presenza di sommerso. Attivazione del PIA/PIT9 (sistema

integrato di incentivi a sostegno degli investimenti imprenditoriali).

Gli incentivi PIA, indirizzati alle aziende di medie dimensioni e ai consorzi, stimolano e sostengono

gli investimenti delle imprese in innovazione e formazione specifica.

Può essere positivo o negativo a seconda se il sistema di meccanismi riesce, o non riesce, a potenziare la

rete delle PMI e a rafforzare e rilanciare il settore manifatturiero

locale.

Fonte: ns. elaborazione

Questa teoria generale (macro CME) può essere meglio verificata se scomposta in una serie di teorie particolari (micro CME), in cui sono i modelli decisionali degli individui ad essere posti sotto osservazione per cercare di capire i ragionamenti che hanno motivato le scelte soggettive. Le persone agiscono e fanno le proprie scelte guidate da convinzioni, preferenze, desideri e stati d’animo privati. Di seguito proviamo ad elencare le micro teorie che sono considerate come fondamentali nel funzionamento del PIA/PIT9, e che sono derivate sia dall’analisi documentale, che dalla letteratura118, che dalle interviste agli attori principali incontrati durante una prima analisi sul campo.

118 Marchesi, G., Tagle, L., Befani, B., Approcci alla valutazione degli effetti delle politiche di sviluppo regionale, Materiali Uval n° 2/2011, UVAL, Roma, 2011.

124 tab. 11 - Le ipotesi di micro Configurazioni Contesto-Meccanismo-Esito del PIA/PIT9

n . CON T E ST O M E CC A NI S M O E S IT O

1 Il PIA/PIT9 è uno strumento agevolativo complesso che richiede ottime capacità progettuali e un impegno notevole nella presentazione di

una proposta di investimento.

La difficoltà di presentare un progetto di agevolazione può scoraggiare le imprese che non si

sentono sufficientemente forti per partecipare.

Oppure, può sostenere l’orgoglio delle imprese che si sentono forti e che vogliono misurarsi con una

nuova sfida in grado di sottolineare, ancora una volta, la

loro forza.

Il numero di progetti presentati dipende dal prevalere dello scoraggiamento o dell’orgoglio.

2 L’amministrazione più vicina alle imprese, grazie alla gestione locale del PIT9 in cui si inserisce il PIA; l’integrazione del PIA con gli altri progetti del PIT9 che lo rende

uno strumento agevolativo non isolato ma inserito in un programma di sviluppo del territorio; e la difficoltà di redigere

una buona proposta progettuale, sono elementi che concorrono a

ridurre la possibilità di azioni clientelari.

Se il clientelismo non è percepito come unica alternativa possibile, si

stimola la propensione al rischio e si alimenta la fiducia delle imprese

nelle proprie possibilità di successo.

La partecipazione al PIA dipende dal prevalere della propensione o

dell’avversione al rischio.

3 Il PIA prevede una premialità per i progetti presentati dai consorzi.

La premialità e la possibilità del successo stimolano l’imprenditore

a superare la paura di uscire dal proprio circolo ristretto e ad

interagire per costruire reti lunghe.

Il successo di questo meccanismo dipende dal tipo di legame che si

instaura tra le imprese.

4 Il PIA contiene incentivi per l’innovazione.

L’incentivo stimola la propensione al rischio e al cambiamento.

L’incentivo è valutato positivamente se contribuisce al

superamento dell’avversione al rischio e al cambiamento. 5 Il PIA prevede la collaborazione

(obbligatoria) con centri di ricerca specializzati per le attività di trasferimento tecnologico ed il sostegno per le spese sostenute.

In questo modo si stimola la propensione ad interagire e si riduce la percezione del rischio legato ai processi generativi di

innovazione.

Se questo meccanismo ha successo si rafforza il sistema della ricerca delle imprese e si potenzia il collegamento tra il mondo della ricerca e quello produttivo e si generano ricadute

occupazionali. 6 Il PIA prevede incentivi volti a

sostenere l’ampliamento della base produttiva.

L’incentivo stimola l’imprenditore a superare la paura del cambiamento e lo spinge a realizzare l’investimento che deve

determinare maggiori ricavi e nuova occupazione.

Il successo di questo meccanismo determina il rafforzamento

dell’impresa.

7 Il PIA prevede incentivi per sostenere le spese per progetti aziendali di formazione specifica.

Il finanziamento di parte delle spese di formazione e la possibilità di presentare un proprio piano di formazione interna abbatte i dubbi sull’utilità dei corsi di formazione e ne facilita

Se il meccanismo ha successo si otterrà la riqualificazione di parte

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l’implementazione. 8 All’interno del PIA l’affidabilità

finanziaria e patrimoniale del proponente è considerata un elemento importante nella

valutazione del progetto.

Per ottenere il finanziamento gli imprenditori sono spinti a raggiungere un discreto equilibrio

finanziario interno.

Se questo meccanismo funziona migliora la solidità finanziaria delle

imprese.

9 Il PIA prevede una premialità per i settori tradizionali, ed in

particolare del TAC.

La premialità aumenta la speranza del successo per gli imprenditori

di questi comparti e gli spinge a presentare una proposta di

investimento.

Se questo meccanismo ha successo il tessuto imprenditoriale

dei settori tradizionali si rafforzerà. Fonte: ns. elaborazione

Dopo aver individuato le ipotesi di Configurazioni di Contesto-Meccanismo-Esito che cercano di spiegare il funzionamento del PIA/PIT9 è necessario procedere alla loro verifica attraverso l’elaborazione dei dati raccolti e l’analisi sul campo. Tutto questo avviene nel capitolo successivo.

127 CAPITOLO 5