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Parte terza: i casi studio

IL PIA/PIT2 AREA NORD BARESE: ALLA RICERCA DEI MECCANISM

Introduzione

Come fatto con il PIA/PIT9 anche la valutazione del PIA/PIT2 prende le mosse dallo studio del programma integrato territoriale che ne è alla base. L’obiettivo è sempre quello di individuare, come postulato dalla teoria realista, quei meccanismi che hanno agito nel territorio a nord di Bari grazie all’implementazione del PIT2 e delle misure di agevolazione alle imprese in esso contenute. L’individuazione di questi meccanismi e la loro verifica empirica sono il presupposto per definire il modello di “Contesto-Meccanismo-Esito” che è in grado di spiegare le ragioni dei risultati prodotti dalla politica di sviluppo sotto osservazione. Pertanto, nel capitolo che segue sono presi in esame gli obiettivi, le azioni e le misure previste nel PIT2, i principi che hanno inspirato gli interventi, gli attori coinvolti e lo sfondo socio-economico di partenza. È considerata anche la valutazione ex ante realizzata e infine le agevolazioni previste dal PIA/PIT2. Queste analisi serviranno ad individuare la “teoria” (Contesto-Meccanismo-Esito) sottoposta a valutazione nel capitolo successivo.

Il programma del “PIT2 - Area Nord Barese”

Il Programma del “PIT2 - Area Nord Barese”128 è stato approvato con delibera della Giunta della Regione Puglia n. 1754 del 26 novembre 2004, ed è poi diventato operativo con l’Accordo Amministrativo sottoscritto il 29 giugno 2005 presso la Presidenza regionale. Nel documento di approvazione è recepita la proposta di programma avanzata dal Comitato PIT, sono individuati gli interventi da realizzare, i tempi e le modalità di attuazione (anche del PIA), il piano finanziario.

Il comune di Andria è stato indicato quale Soggetto Capofila, presso la cui sede è stato istituito l’Ufficio Unico avente il compito di gestire il PIT.

Nel documento di approvazione si prevede un investimento complessivo di 101.608.871 euro, di cui 53.057.225 di risorse pubbliche.

Nel programma approvato sono identificati: gli attori coinvolti ed il contesto territoriale di riferimento, con l’analisi della situazione economica e sociale di partenza; l’idea forza e l’individuazione della strategia generale e delle linee di intervento; l’analisi delle misure; il quadro finanziario e l’impatto socioeconomico; la compatibilità ambientale; la valutazione ex- ante.

Gli attori del PIT2 ed il contesto territoriale di riferimento

Il Programma individua come area di riferimento del PIT2 quella a nord di Bari tra le province di Bari e Foggia.

128 PIT2 - Area Nord Barese. Approvazione Programma, Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, n. 41 suppl. del 16/03/2005.

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Le autonomie locali coinvolte sono in tutto 16: 14 comuni e 2 province, quelle di Bari e Foggia (tab. 1).

tab. 1 - Gli enti locali del PIT2

Autonomie locali PIT9 Popolazione Residente nei comuni del PIT2

anno 2001 1 Provincia di Bari 2 Provincia di Foggia 3 Andria 91.999 4 Barletta 90.602 5 Bisceglie 51.210 6 Bitonto 56.369 7 Canosa di Puglia 30.374 8 Corato 44.257 9 Giovinazzo 20.177 10 Margherita di Savoia 12.473 11 Molfetta 61.510 12 Ruvo di Puglia 25.635

13 San Ferdinando di Puglia 14.326

14 Terlizzi 26.785

15 Trani 52.345

16 Trinitapoli 14.448

Totale comuni area PIT 592.510

Fonte: Regione Puglia, 2005

L’analisi della situazione che precede l’approvazione del PIT2 serve a definire il contesto che ha determinato, in funzione delle sue caratteristiche, il disegno della politica integrata di sviluppo129. I dati demografici riferiti al 2001 sottolineano come l’area PIT si presenti come un territorio altamente popolato (oltre un terzo della popolazione provinciale), composto da comuni di medie dimensioni e con un’elevata densità abitativa. L’area emerge come “giovane” visto che l’indice di vecchiaia130 non raggiunge mai il 12% e che l’indice di dipendenza131 si attesta attorno al 50%. Nonostante il forte afflusso di immigrati extracomunitari degli anni novanta non c’è una forte incidenza di stranieri sulla popolazione residente, perché l’Area Nord Barese è stata soprattutto una zona di passaggio verso altre destinazioni italiane ed europee.

Tra il 1981 ed il 2001 si registra un forte aumento della scolarizzazione, i cui tassi superano quelli medi nazionali. Questa rincorsa non riesce a ridurre la distanza con i livelli di scolarizzazione delle zone più sviluppate del Centro e del Nord d’Italia, nonostante si mantenga su livelli superiori a quelli regionali.

L’analisi del valore aggiunto procapite mostra un miglioramento dell’area tra il 1995 ed il 2001, anche se rimane sotto il livello medio della Provincia di Bari e della Regione Puglia.

PIT2 - Area Nord Barese. Valore aggiunto procapite (anni 1995 e 2001)

Valore aggiunto procapite (milioni di lire) Comuni

1995 2001

Andria 17,4 20,7

129 Le informazioni sulle caratteristiche del contesto socio economico dell’area sono desunte dal programma approvato del PIT2 contenuto nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, n. 41 suppl. del 16/03/2005.

130 L’indice di vecchiaia è dato dal rapporto tra la popolazione superiore ai 65 anni e la popolazione totale.

131 L’indice di dipendenza è dato dal rapporto tra la popolazione non attiva (minori di 15 anni e superiori a 65) e quella attiva (compresa rea 15 e 65 anni).

165 Barletta 20,8 26,9 Bisceglie 19,3 24,9 Bitonto 15,6 19,9 Canosa di Puglia 14,8 18,7 Corato 16,9 22,6 Giovinazzo 9,0 12,6 Margherita di Savoia 15,6 18,4 Molfetta 12,0 16,8 Ruvo di Puglia 15,8 19,6

San Ferdinando di Puglia 14,8 16,9

Terlizzi 14,1 21,0

Trani 18,8 24,7

Trinitapoli 15,5 19,8

Area Nord Barese 18,3 21,4

Provincia di Bari 20,1 26,2

Regione Puglia 18,9 24,4

Fonte: Regione Puglia, 2005

Alla crescita del reddito non è corrisposto, nello stesso periodo, un aumento dei risparmi, che sono diminuiti, perché c’è stato un incremento dei consumi a breve.

Anche l’analisi della produttività totale vede l’Area Nord Barese in ritardo rispetto alla Provincia di Bari e alla Regione.

PIT2 - Area Nord Barese. La produttività (anno 2001)

Valore aggiunto per occupato (milioni di lire) Comuni

Agricoltura Industria Altre attività Totale

Andria 46,2 58,8 78,5 69,0 Barletta 52,4 70,6 87,3 78,0 Bisceglie 50,7 66,7 70,0 74,2 Bitonto 51,7 65,9 83,0 74,6 Canosa di Puglia 51,0 66,6 80,9 72,5 Corato 50,8 67,1 84,2 75,8 Giovinazzo 46,5 57,9 73,5 67,2 Margherita di Savoia 41,7 71,2 83,7 72,9 Molfetta 46,3 56,4 74,0 67,2 Ruvo di Puglia 48,0 62,5 78,2 68,7

San Ferdinando di Puglia 43,2 72,4 84,9 64,2

Terlizzi 50,2 62,3 81,3 72,0

Trani 50,4 66,1 81,6 75,3

Trinitapoli 42,3 72,1 84,2 70,6

Area Nord Barese 48,3 65,1 81,0 72,8

Provincia di Bari 50,9 65,5 82,8 76,0

Regione Puglia 41,7 65,8 83,1 74,3

Fonte: Regione Puglia, 2005

La minore produttività spetta al settore agricolo, mentre quella dell’industria è in linea con i valori della Provincia e della Regione, così come quello delle “altre attività”. Questi dati acquistano più interesse se confrontati con quelli del 1995132. La variazione nel valore aggiunto prodotto e nel reddito pro-capite tra l’anno 2002 ed il 1995 mette in risalto:

∼ la riduzione assoluta del valore aggiunto del settore agricolo dell’area PIT;

132 Osservatorio Banche Imprese, L’economia della Puglia: i sistemi produttivi locali, 1° Rapporto 2003, Regione Puglia, 2003.

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∼ la riduzione relativa di due punti percentuali del valore aggiunto del settore agricolo dell’area Nord Barese sul totale regionale (passato dal 12% al 10%);

∼ l’aumento in termini assoluti del valore aggiunto del settore industriale dell’area PIT;

∼ l’aumento relativo del valore aggiunto del settore industriale rispetto a quello della regione, passato dal 14,8% al 15,2%;

∼ l’aumento tra la differenza assoluta del reddito pro-capite medio regionale rispetto a quello dell’area PIT che è passato da 1.530 euro nel 1995 a 2.253 euro nel 2002;

∼ la riduzione relativa del reddito pro-capite dell’area PIT rispetto a quello regionale di circa due punti percentuali.

Andamento del valore aggiunto prodotto e del reddito nell’area del PIT2, 1995-2002

Valore aggiunto prodotto (milioni di euro correnti)

Agricoltura Industria Servizi Totale

Reddito pro- capite (in euro)

1995 2002 1995 2002 1995 2002 1995 2002 1995 2002

Area PIT 354 273 1.352 1.823 3.208 4.508 4.914 6.603 8.246 10.886

Puglia 2.937 2.721 9.132 11.981 27.811 38.951 39.880 53.654 9.776 13.139

Fonte: Osservatorio Banche Imprese, 2003

Se si passa ad osservare il mercato del lavoro locale l’elemento emergente è lo spostamento, nel periodo 1998-2001, verso un’economia dei servizi, sottolineato dalla tendenza di cercare un lavoro prevalentemente nei settori del terziario. Questo cambiamento è sostenuto sicuramente dalla crescita della scolarizzazione.

Nel periodo 1995-2001 l’occupazione in agricoltura si riduce ed aumenta quella nell’industria e nei servizi. Il dato è sostanzialmente in linea con quello della provincia di Bari.

PIT2 - Area Nord Barese. Variazione % degli occupati per settore (anni 1995-2001)

Variazione % 1995-2001 Comuni

Agricoltura Industria Altre attività Totale

Andria -9,91 24,21 12,95 13,27 Barletta -13,33 8,24 9,00 6,78 Bisceglie -15,86 7,56 14,29 9,94 Bitonto -20,63 -1,93 5,04 -0,07 Canosa di Puglia -13,41 2,63 6,33 1,24 Corato -15,38 14,76 12,83 9,84 Giovinazzo -19,05 15,18 3,38 5,68 Margherita di Savoia 10,20 -13,39 -3,39 -4,73 Molfetta -17,05 28,57 9,83 11,92 Ruvo di Puglia -9,29 9,14 13,13 7,46

San Ferdinando di Puglia 3,07 -8,33 -6,49 -2,83

Terlizzi -16,81 41,92 19,12 18,74

Trani -6,41 11,67 11,50 10,68

Trinitapoli 6,32 -11,50 13,97 4,65

Area Nord Barese -10,82 11,70 10,39 8,20

Provincia di Bari -15,92 11,93 11,70 9,05

Fonte: Regione Puglia, 2005

Questi dati sull’occupazione confermano l’industria manifatturiera quale vero punto di forza della produzione di ricchezza locale dell’area PIT. Ma all’interno dell’area ci sono differenze tra i comuni che sono attribuibili sia ai difformi tassi di sviluppo del settore industriale registrati nel periodo 1995-2001, che al processo di terziarizzazione dell’economia il quale ha inciso maggiormente nell’aumento del PIL e dell’occupazione dei comuni più grandi.

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Scomponendo il settore produttivo, l’Area Nord Barese presenta nel 2001 un totale di 48 aree di specializzazione riconducibili a 15 principali settori di attività economica. Si è davanti a troppe microspecializzazioni e a poche integrazioni di filiera. I settori che emergono con maggior forza e che caratterizzano l’area come le vocazioni territoriali più rilevanti sono: l’industria del tessile- abbigliamento e calzaturiero, quella del legno e dei prodotti in legno, quella della lavorazione di minerali non metalliferi. L’industria del tessile e dell’abbigliamento è in assoluto la più importante perché occupa il 34,7% dei lavoratori dell’area e il 30% delle unità locali.

L’importanza del tessile-abbigliamento e calzaturiero (TAC) è confermata dalla presenza nell’area del PIT2 di due distretti industriali confinanti e costituiti da numerose piccole aziende a conduzione familiare: quello della “Conca Nord Barese” e quello del “Nord Barese Ofantino”. Il primo distretto, “Conca Nord Barese”, che ha nei comuni di Bitonto e Bisceglie il polo centrale, si caratterizza per le produzioni del tessile-abbigliamento, soprattutto di abbigliamento intimo e di biancheria per la casa. Il distretto “Nord Barese Ofantino”, centrato sui comuni di Andria e Barletta, è specializzato nella produzione di calzature, in particolare sportive e antinfortunistiche e prevalentemente con suola in gomma. Nonostante la crisi strutturale del settore TAC pugliese, le dinamiche del sistema produttivo dei due distretti negli anni a cavallo del 2000 (1999-2002) evidenziano un andamento positivo anche se contenuto. Il numero di unità locali nel distretto calzaturiero del “Nord Barese Ofantino” ha fatto registrare nel 2002 un aumento dell’8% rispetto al 1999, contrastando il calo tendenziale rispetto al 1991 delle unità locali presenti (-11%) e degli occupati (-23%). Anche il distretto tessile “Conca Nord Barese” ha fatto registrare un aumento delle unità locali nel 2002 rispetto al 1999 del 2%, e questo nonostante la grossa concorrenza dei Paesi emergenti133.

L’evoluzione della presenza di unità locali nei distretti industriali “Nord Barese Ofantino” e “Conca Nord Barese”, 1999-2002

di “Conca Nord Barese” di “Nord Barese Ofantino”

1999 2002 1999 2002

Unità locali nel distretto 929 950 588 633

Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere, ISTAT e Infoimprese

Un indicatore molto importante della competitività di un territorio è il livello delle esportazioni. Da questo punto di vista l’Area Nord Barese fa segnare per il 2001 esportazioni pari a circa il 16% dei valori dell’intera regione, e si presenta come una zona di primo piano nel contesto competitivo regionale.

PIT2 - Interscambio commerciale con l’estero (periodo 1999-2001, milioni di lire)

Area PIT Puglia

Anni

Importazioni Esportazioni Saldo Importazioni Esportazioni Saldo

1999 800.000 1.300.000 23,8 7.300.000 9.500.000 12,4

2000 910.000 1.600.000 26,6 9.000.000 11.500.000 10,7

2001 1.100.000 1.800.000 25,9 9.700.000 11.700.000 9,2

Fonte: Regione Puglia, 2005

I prodotti agroalimentari rappresentano il 28,8% delle esportazioni dell’area, quelle dei prodotti in cuoio o in pelle rappresentano il 20,4%, il tessile e l’abbigliamento il 10,3%, le macchine e gli apparecchi meccanici il 9,8%.

133 Regione Puglia, Attività di identificazione delle potenzialità di internazionalizzazione economico-culturale delle

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Nel periodo 1999-2001 il saldo tra esportazioni e importazioni è sempre positivo ed in sostanziale crescita, con un lieve calo nel 2001. Questo calo si accompagna con l’arresto della crescita dei tassi di sviluppo, probabilmente legato anche alla riduzione delle risorse pubbliche verificatasi del periodo 1995-2001. Però, nonostante questa riduzione il settore industriale privato ha dimostrato una buona capacità di finanziare autonomamente i propri investimenti. È interessante fare un ulteriore passo in avanti e vedere il livello della dotazione infrastrutturale dell’Area Nord Barese nel 2001.

Indicatori di dotazione infrastrutturale dell’Area Nord Barese (indice Italia = 100; anno 1999)

Area Nord Barese Puglia Mezzogiorno Italia

Rete stradale 84,2 82,9 94,1 100,0 Rete ferroviaria 96,3 91,9 81,8 100,0 Porti 85,6 114,2 102,3 100,0 Aeroporti n.d. 57,2 66,6 100,0 Impianti e reti energetiche 81,2 79,2 65,9 100,0 Strutture per la telefonia e la telematica 84,2 72,3 67,4 100,0 Reti bancarie e di servizi vari 62,8 56,7 64,2 100,0 Strutture culturali e ricreative 69,2 43,5 53,5 100,0 Strutture per l’istruzione 124,3 98,3 93,3 100,0 Strutture sanitarie 143,4 103,6 75,9 100,0 Totale 88,4 81,2 77,7 100,0

Fonte: Regione Puglia, 2005

Dalla tabella si nota come per quasi tutti gli indicatori la dotazione infrastrutturale dell’area del PIT2 sia inferiore alla media nazionale (fatta 100), infatti l’indice di sintesi è di 88,4. Comunque la dotazione infrastrutturale risulta essere superiore a quella della Puglia (81,2) e del Mezzogiorno (77,7). Per le strutture dell’istruzione e per quelle sanitarie l’indicatore è addirittura superiore a quello nazionale.

La descrizione del contesto socioeconomico dell’Area Nord Barese per il periodo che precede l’attuazione del PIT può essere riportata sinteticamente in un’analisi SWOT.

PIT2 - Analisi SWOT Punti di forza

- Elevata urbanizzazione con potenzialità di sistema metropolitano policentrico;

- Presenza di agricoltura di qualità;

- Presenza di aree infrastrutturale per insediamenti produttivi;

- Buona tenuta demografica; - Bassa dipendenza sociale; - Basso indice di vecchiaia;

- Buona presenza di giovani con istruzione medio- alta;

- Crescita del reddito procapite;

- Tasso di criminalità inferiore a quello medio

Punti di debolezza

- Tasso di partecipazione all’istruzione secondaria superiore inferiore alla media nazionale;

- Riduzione del risparmio delle famiglie;

- Presenza di microcriminalità nei centri urbani maggiori;

- Assenza di un’offerta formativa di specializzazione; - Abbassamento dell’attrazione, in termini di lavoro,

esercitata dall’industria;

- Basse capacità manageriali delle imprese locali; - Elevata disoccupazione di lungo periodo,

soprattutto per giovani e donne; - Diffusa presenza del lavoro irregolare;

169

regionale;

- Buon tenore di vita della popolazione; - Bassi livelli di criticità ambientale;

- Orientamento dell’offerta di lavoro verso i servizi; - Presenza di solidi sistemi manifatturieri locali; - Buona propensione all’export;

- Buon livello delle infrastrutture di base; - Buona posizione geografica;

- Propensione alla cooperazione.

- Bassa produttività del lavoro;

- Eccesso di microspecializzazioni produttive; - Basse capacità di integrazioni di filiera;

- Ritardo nello sviluppo dei segmenti industriali più innovativi;

- Eccessiva presenza di microimprese;

- Difficoltà di accesso al credito e basso livello di capitalizzazione;

- Fragilità finanziaria delle imprese; - Bassa propensione all’innovazione; - Bassa dotazione di servizi alle imprese;

- Ritardo nella diffusione della società dell’informazione;

- Inadeguata connessione intermodale;

- Elevato tasso di congestione dei centri urbani; - Bassa presenza di servizi territoriali qualificati; - Offerta inadeguata di servizi sociali.

Opportunità

- Centralità economica del territorio nel Mediterraneo;

- Potenzialità di intensificazione delle relazioni con i Paesi transfrontalieri;

- Sviluppo delle politiche dell’intermodalità; - Aumento dei traffici per la globalizzazione;

- Miglioramento dei sistemi portuali e aeroportuali pugliesi;

- Sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

- Attivazione di poli tecnologici regionali;

- Centralità dei sistemi locali nelle politiche di sviluppo nazionali e comunitarie;

- Presenza di risorse dai Fondi strutturali.

Minacce

- Pressione competitiva dei sistemi territoriali nazionali ed internazionali più dinamici;

- Concorrenza dei Paesi emergenti per il TAC; - Tendenza a marginalizzare le imprese locali; - Perdita di “cervelli” a favore di territori in grado di

offrire occupazione più qualificata;

- Incremento dell’attrattività dei territori vicini meno congestionati dal punto di vista urbano;

- Incremento dei fenomeni criminali;

- Riposizionamento delle risorse europee in seguito all’allargamento dell’Unione Europea.

I punti di forza più importanti dell’area sono il basso indice di vecchiaia e di dipendenza, l’urbanizzazione del territorio, il buon livello culturale della popolazione, la presenza di una riserva di manodopera, le conoscenze specializzate in determinati settori produttivi, l’assenza della criminalità organizzata e l’esistenza di un clima sociale favorevole allo sviluppo, la presenza di sistemi produttivi di tipo distrettuale, la flessibilità delle PMI.

I punti di debolezza che rallentano lo sviluppo del territorio in esame sono la distanza tra offerta e domanda di lavoro in termini di caratteristiche (i giovani vogliono lavori qualificati, le aziende cercano figure a scarsa specializzazione), la scarsa presenza di attività di tipo terziario, la debolezza del sistema creditizio e finanziario, la tendenza delle imprese a puntare solo sulla riduzione dei costi di produzione, l’assenza di servizi terziari di progettazione, la fragilità finanziaria delle imprese locali.

Le principali opportunità sono lo sviluppo della società dell’informazione e della comunicazione che potrà aprire nuove possibilità di sviluppo per le imprese dell’area, la posizione vicina ai Balcani e lo sbocco diretto al mare che possono garantire vantaggi economici dagli scambi internazionali.

Le principali minacce sono rappresentate dalla crescente concorrenza internazionale che può aumentare la polverizzazione delle imprese e il ricorso al lavoro irregolare e portare al fallimento molte attività.

170 L’idea forza, la strategia generale e le linee di intervento del PIT2

Il PIT2 nasce con l’idea forza di consolidare ed innovare «il sistema manifatturiero attraverso un più elevato livello di integrazione ed un più diverso e più incisivo posizionamento competitivo che privilegi segmenti più qualificati di prodotto/mercato». Questa idea è stata affiancata dall’obiettivo generale di «favorire l’evoluzione del sistema manifatturiero da una fase di internazionalizzazione passiva ad una nuova fase di internazionalizzazione attiva, attraverso appropriati processi di innovazione di prodotto e di mercato»134.

Dall’obiettivo del PIT2 appena presentato e contenuto nel programma approvato viene fuori in

maniera evidente la scelta di puntare sull’innovazione, sull’integrazione e

sull’internazionalizzazione (in una sorta di schema a 3 “i”) per sostenere e rilanciare il sistema produttivo locale.

Lo schema a tre “i” che caratterizza l’idea forza del PIT2

Fissato l’obiettivo di fondo spetta alla strategia generale l’individuazione delle linee di intervento con cui perseguire tale obiettivo. Il programma del PIT2 identifica due tipologie di intervento: le azioni di contesto e le azioni dirette a vantaggio del sistema produttivo. Le azioni di contesto mirano a rendere più competitivo e attraente il territorio attraverso il miglioramento della dotazione infrastrutturale, il rafforzamento delle condizioni di sicurezza e legalità, l’innovazione del mercato del lavoro e dei servizi pubblici locali, il sostegno ai processi di innovazione e di sviluppo tecnologico. Le azioni dirette a vantaggio del sistema produttivo sono pensate per sostenere gli investimenti delle principali filiere produttive presenti, innescare processi di innovazione e di diversificazione produttiva, favorire l’internazionalizzazione delle imprese, professionalizzare la manodopera.

Direttamente dall’idea forza e dalle linee di intervento il PIT2 declina una serie di obiettivi specifici da raggiungere:

- la crescita del livello di integrazione industriale nelle filiere del TAC e della meccanica di precisione;

- la qualificazione delle risorse umane;

- il riallineamento verso produzioni ad alto valore aggiunto;

- il sostegno alla diversificazione produttiva basata sulla conoscenza;

134 PIT2 - Area Nord Barese. Approvazione Programma, Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, n. 41 suppl. del 16/03/2005. Innovazione Internazionalizzazione Integrazione Consolidare ed innovare il sistema manifatturiero

171

- la riqualificazione dei settori specializzati ma a basso tenore tecnologico attraverso procedure di certificazione, la diffusione dell’innovazione e della ricerca applicata e l’alta formazione;

- l’aumento delle esportazioni e dell’internazionalizzazione del tessuto produttivo locale; - la creazione di servizi alle imprese nell’ambito dell’export e delle tecnologie;

- l’implementazione di percorsi volti a favorire lo sviluppo della società dell’informazione.

Lo schema strategico del PIT2

Crescita integrazione TAC e meccanica di precisione. Qualificazione risorse umane.

Riallineamento verso produzioni a maggior valore aggiunto. Sostegno alla diversificazione produttiva.

Diffusione della ricerca applicata e dell’innovazione. Alta formazione.

Internazionalizzazione delle imprese. Servizi alle imprese.

Sviluppo società dell’informazione.

Miglioramento infrastrutture Rafforzamento sicurezza e legalità Rinnovamento mercato del lavoro e servizi pubblici

Sostegno alla ricerca e allo sviluppo tecnologico

Azioni di contesto

Sostegno agli investimenti nelle filiere produttive Sostegno all’innovazione ed alla diversificazione

Sostegno all’internazionalizzazione Professionalizzazione della manodopera

Azioni dirette alle imprese

Consolidamento e rinnovamento del sistema manifatturiero locale

Misura 3.7 - Formazione superiore Misura 3.11 - Aiuti all’occupazione

Misura 3.12 - Risorse umane nella ricerca e sviluppo tecnologico Misura 3.13 - Ricerca e sviluppo tecnologico

Misura 3.14 - Partecipazione femminile al mercato del lavoro Misura 4.1 - Aiuti al sistema industriale

Misura 4.2 - Infrastrutture di supporto

Misura 4.19 - Capitalizzazione e consolidamento imprese Misura 4.20 - Azioni per le risorse umane

Misura 6.2 - Società dell’informazione

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Per l’attuazione delle azioni delineate ed il raggiungimento degli obiettivi del programma del PIT2 è prevista l’attivazione di alcune Misure del POR Puglia. Per gli aiuti alle imprese c’è l’attivazione della “Misura 4.1 - Aiuti al sistema industriale”. Per le attività di formazione e di aiuto all’occupazione è previsto il ricorso alle seguenti misure: “Misura 3.7 - Formazione superiore”, “Misura 3.11 - Imprenditorialità ed emersione del lavoro non regolare, Azione c) aiuti all’occupazione”, “Misura 3.12 - Risorse umane nella ricerca e sviluppo tecnologico”, “Misura 3.14 - Partecipazione femminile al mercato del lavoro”, “Misura 4.20 - Azioni per le risorse umane”, “Misura 6.4 - Risorse umane e società dell’informazione”. Per il sostegno finanziario al sistema produttivo è indicata la “Misura 4.19 - Capitalizzazione e consolidamento delle imprese”. Le misure per la realizzazione degli interventi materiali e immateriali volti al miglioramento del contesto sono: la “Misura 3.13 - Ricerca e sviluppo tecnologico”, la “Misura 4.2 - Infrastrutture di supporto” e la “Misura 6.2 - Società dell’informazione”.

Prendiamo in esame le varie misure che vanno a finanziare il PIT2.

La “Misura 3.7: formazione superiore” mira ad affrontare i punti di debolezza dell’Area Nord Barese, ed in particolare ridurre la distanza tra le caratteristiche dell’offerta di lavoro locale e la