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Analisi geomorfologica del bacino idrografico del fiume Ledra

GIANDOTTI MOD

(ARONICA & P.) 1.4 1.2 1.5 n/c KIRPICH 0.80 0.72 0.66 1.84 KERBY 2.5 2.3 2.2 4.1 OGROSKY - M. 0.80 0.72 0.67 1.82 PASINI n/c n/c 26.1 n/c PEZZOLI 1.4 1.2 1.1 2.2 PUGLISI 2.5 2.3 2.5 4.0 TURAZZA n/c n/c 101.9 n/c TOURNON 1.9 1.5 3.5 4.9 VENTURA 1.3 1.1 1.6 3.6 VENTURA(BIS) n/c n/c 29.6 n/c Lmax/VM 1.4 1.15 1.7 3.8 (*) = sezione di chiusura del bacino presso il nodo idraulico di Andreuzza.

Dall’analisi delle formule proposte dai vari Autori per il calcolo del tempo di corrivazione risulta evidente come le formule proposte in letteratura sono fortemente legate alle caratteristiche fisiche e morfologiche del bacino idrografico per il quale sono state originariamente formulate e validate. Prima della loro applicazione ad un generico bacino idrografico si dovrà necessariamente verificare che il bacino idrografico oggetto di indagine abbia sostanzialmente le medesime caratteristiche fisiche e morfologiche dei bacini impiegati per gli studi che hanno permesso di ottenere le diverse formulazioni. Ad esempio osservando i valori riportati in Tabella 2.12 si noti come formulazioni ottenute per comprensori di bonifica forniscano valori palesemente errati se applicate a bacini idrografici

che non rispecchiano tali caratteristiche; a tal proposito nella tabella medesima sono stati omessi i valori del tempo di corrivazione che si sarebbero ottenuti con formulazioni in palese contrasto con le caratteristiche dei bacini idrografici oggetto di studio.

Si noti inoltre come alcune formulazioni per il calcolo dei tempi di corrivazione si basano esclusivamente sull’estensione areale del bacino idrografico, altre sulle dimensioni del bacino e del corso d’acqua principale mentre altre ancora prendono in considerazione anche le pendenze dei versanti, del reticolo fluviale nonché delle caratteristiche relative all’uso del suolo e della pedologia/geologia del bacino idrografico.

Osservando i dati riportati in Tabella 2.12 si può quindi affermare che per la stima del tempo di corrivazione dei sottobacini e dell’intero bacino idrografico del fiume Ledra (con sezione di chiusura ad Andreuzza) i dati più attendibili risulterebbero essere quelli forniti dalla formulazione proposta da Paltrinieri - Aronica e dall’utilizzo della formula tc =Lmax/VM

con i valori di velocità suggeriti da Viparelli.

2.9 Le curve ipsografiche e ipsometriche

Fino ad ora si è parlato di quote minime, massime e medie del bacino idrografico ma nulla si è riferito al riguardo dell’andamento e della distribuzione spaziale delle altimetrie. Dalla semplice analisi di una carta geografica oppure dalla visione di una mappa digitale del terreno (DTM) si può percepire l’andamento e la distribuzione orografica di una data area esclusivamente in maniera puramente qualitativa. Una visualizzazione di questo tipo infatti nulla dice, da un punto di vista quantitativo, circa i rapporti spaziali, o meglio areali, che intercorrono tra le varie fasce altimetriche. L’andamento altimetrico di un bacino può essere così convenientemente descritto dalla curva ipsografica che fornisce la distribuzione delle superfici nelle diverse fasce altimetriche. Ogni punto della suddetta curva ha come ordinata un valore di quota e come ascissa la superficie parziale del bacino posta al di sopra della quota considerata. Ovviamente alla quota massima corrisponde una superficie nulla mentre, alla quota minima, coincidente con quella della sezione di chiusura, corrisponde ovviamente la superficie dell’intero bacino. L’integrale della curva ipsografica rappresenta il volume del rilievo, che diviso per l’area del bacino fornisce l’altitudine media del bacino.

La curva ipsografica può essere anche rappresentata in un diagramma adimensionale che riporta in ordinata la quota hirapportata al valore massimo hmaxed in ascissa la superficie

i

A , posta a quota maggiore o eguale a hi, rapportata alla superficie dell’intero bacino A. In questo caso la curva che si ottiene è denominata ipsometrica.

Dall’andamento della curva ipsometrica della figura sottostante si possono dedurre alcune importanti informazioni sul grado di evoluzione del bacino.

Figura 2.7: Andamento della curva ipsometrica in funzione dello stadio di evoluzione di un bacino idrografico.

La curva a rappresenta lo stadio giovanile (bacino in fase di erosione), la curva b quello di maturità (condizioni di equilibrio) e infine la curva c quello di senilità (caratterizzata dalla presenza di colline isolate che costituiscono i resti di una originaria superficie sottoposta a erosione del rilievo).

Nella Figura 2.8 si riportano le curve ipsometriche relative ai soli sottobacini del torrente Vegliato e del torrente Orvenco in quanto non è stato ritenuto significativo estendere tale tipologia di analisi morfologica ad ambienti di tipo prevalentemente pianeggianti come quelli rappresentati ad esempio dal sottobacino del Rio Bosso e del bacino del fiume Ledra nel suo insieme. Tali curve, confrontate con quelle riportate in Figura 2.7, consentono di fornire delle indicazioni circa grado di evoluzione di ciascun sottobacino. Alla luce di quanto fino ad ora esposto si può affermare come la rappresentazione mediante curva ipsometrica di un bacino idrografico consenta di stimare il livello di evoluzione volumetrica raggiunto dal bacino idrografico. Questa possibilità è offerta tuttavia anche dal calcolo dell’integrale della curva ipsometrica, denominato integrale ipsometrico, la cui risoluzione è ottenibile sia approssimando con idonea funzione polinomiale la curva ipsometrica (in modo da ricavare la sua equazione che una volta integrata permette di ricavare il valore dell’integrale ipsometrico) sia ricorrendo ancora una volta alle potenzialità offerte dal software TAS come riassunto in Tabella 2.13.

Figura 2.8: Curve ipsometriche relative ai sottobacini del torrente Orvenco e del torrente Vegliato ottenute con il software TAS.

Valori dell’integrale ipsometrico superiori a 0.60 sarebbero caratteristici dello stadio giovanile di un bacino, i valori minori di 0.40 sono tipici dello stadio senile mentre valori intermedi a quelli menzionati corrispondono a situazioni di equilibrio.

Tabella 2.13: Valori ottenuti dal calcolo dell’integrale ipsometrico.

SOTTOBACINO

T. VEGLIATO T. ORVENCO

Capitolo 3

Il modello idrologico - idraulico del bacino