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Gianni Berengo Gardin e gli altri

II. LA LOCALITÀ DI SCANNO (AQ)

II.3. Il borgo amato dai grandi fotografi

II.3.4. Gianni Berengo Gardin e gli altri

Altri fotografi hanno successivamente visitato Scanno, avvicinandosi al soggetto in modi totalmente diversi. Per Giulio Parmiani, originario di Bologna, visitare Scanno non era affatto una questione di curiosità, ma piuttosto un vero e proprio progetto sul borgo e la sua gente, dal quale è nato un reportage nel 1957.

Paolo Monti è stato uno dei membri fondatori del gruppo fotografico veneziano chiamato "La Gondola", cui in seguito si aggiunsero Fulvio Roiter e Gianni Berengo Gardin. Monti e gli altri membri erano alla ricerca di nuove soluzioni fotografiche. Monti ha visitato Scanno, all'inizio degli anni 1960 su quello che sembra essere stato un progetto personale.

C'è meno speranza per la continuazione della vita di paese nelle immagini di Pepi Merisio rispetto alle immagini di Monti. La sua è la visuale di un fotografo la cui principale preoccupazione, venendo egli stesso da una zona rurale nel nord Italia, è quella di fissare con la sua macchina fotografica quelle realtà e tradizioni che crede stiano scomparendo. Nell'affrontare l'argomento, Merisio cerca elementi di forte impatto visivo, al fine di trasmettere chiaramente il suo messaggio.

Vuole identificarsi con i soggetti che ritrae in fotografia, che chiama "Senzastoria". In profondo contrasto con le fotografie scattate di nascosto da Cartier-Bresson, gli scatti di Merisio sono il prodotto di una dichiarazione di intenti totale nei confronti dei suoi soggetti:

Io dico chiaramente ed in anticipo alle persone chi sono e quali siano le mie intenzioni. Dopo che mi hanno accettato comincio a fotografare. Questo è esattamente il momento in cui mi identifico con i miei soggetti (Frontoni, 2000).

Ben diversa dalle immagini analizzate finora sono quelle di Fulvio Roiter, in un libro fotografico chiamato Terra d'Abruzzo, pubblicato nel 1983. Queste danno una piacevole panoramica a livello turistico e illustrativo della regione Abruzzo, senza andare troppo a fondo nel contesto sociale.

La fotografia che rappresenta una donna con le borse della spesa, o quella che invece ne ritrae una seduta in strada a lavorare sul tradizionale "Tombolo", suggerisce che lo stile di vita degli Scannesi non è cambiato molto nel corso degli anni. La serie di immagini prodotte da Roiter ci ha dato un assaggio di come molte cose rimangano le stesse. Roiter ha intrapreso un viaggio di scoperta, che ci ha reso consapevoli di una realtà che credevamo non esistesse più. Con Mario Cresci si entra in una dimensione più concettuale del mezzo fotografico. Nato a Chiavari (Genova), si è trasferito a Matera nel 1974, dove ha vissuto per alcuni anni. Cresci ha visitato Scanno nel 1982, quando gli viene conferito un premio per il libro fotografico

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"Martina Franca Immaginaria". In questa occasione conosce il borgo e scatta alcune fotografie. Nessuna di queste è pubblicata, eccetto una che è appare in una monografia a lui dedicata del 1982. In una conversazione telefonica con Frontoni, Cresci parla della sua fotografia di Scanno:

Avrei potuto scattare questa foto ovunque, anche a New York, se non fosse stato per la presenza dei ciottoli (Frontoni, 2000).

L'immagine raffigura un'ombra di una mano aperta su una strada di ciottoli. L'ombra si inquadra all'interno di una forma geometrica creata da un fascio di luce naturale attraverso ciò che è probabile sia una finestra.

In Scanno ho voluto analizzare le forme geometriche create dalla forte luce sulle superfici. Le ho fotografato da vicino e da lontano, per essere io stesso parte dello spazio. La mia ricerca a Scanno era personale, ma il mio approccio era piuttosto più concettuale che visulale ed emotivo come Giacomelli (Frontoni, 2000).

Altri due fotografi di Scanno sono Gianni Berengo Gardin e Giovanni Bucci. Sono gli unici fotografi ad aver pubblicato libri fotografici interamente su Scanno: Berengo Gardin nel 1986, Bucci nel 1996. Gardin ha visitato Scanno più volte nel corso del 1980. Nel 1981, gli è stato assegnato il Premio Internazionale di Fotografia. In seguito si reca a Scanno più volte e in diverse stagioni per conoscere il paese più a fondo. La sua carriera fotografica lo aveva già portato a intraprendere progetti su questioni sociali, con libri come "Morire di Classe" (1969), nel quale si concentra sulle condizioni degli ospedali psichiatrici in Italia; "Un paese vent'anni dopo" (1976), in cui rivisita, insieme a Cesare Zavattini, il villaggio di Luzzara che Paul Strand aveva fotografato nel 1955; "Dentro le case" (1976), in cui ha esplorato gli interni delle case italiane. Per quanto riguarda Scanno ha detto:

Mi sono approcciato a Scanno nello stesso modo in cui mi sono approcciato ad altri progetti come, ad esempio, l'India o Venezia. Il mio scopo era di cercare di documentare il villaggio in ogni piccolo dettaglio. È per questo che ho scelto di scattare fotografie in stagioni diverse. Ho preso in considerazione l'architettura settecentesca, che rivela il passato glorioso e ricco del borgo, e l'oreficeria che continua ad essere una delle caratteristiche più peculiari del paese. Volevo anche focalizzare la mia attenzione sulle donne di Scanno che indossano il costume tradizionale nella vita quotidiana. Ho volutamente documentato la coesistenza del vecchio con il nuovo, l'interazione di antiche tradizioni con l'influenza dello stile di vita moderno (Frontoni, 2000).

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Recentemente, nel novembre 2016, Gianni Berengo Gardin è stato formalmente riconosciuto cittadino di Scanno. Grato di aver portato l'immagine di Scanno in ambito internazionale, il Comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria in occasione di un’esposizione di suoi scatti più belli nei locali del Comune. In quel periodo ho avuto modo di avere il fotografo ospite a cena a Scanno: è una persona viva e frizzante, incurante degli oltre 80 anni di età. Poiché è un argomento che mi interessa molto, ho voluto chiedergli se avesse mai avuto modo di fare fotografie in ambito sportivo o se ne avesse mai avuto l'interesse. La risposta mi ha lasciato spiazzato e vagamente perplesso:

Non ho alcun interesse per lo sport, né l'ho mai praticato. Inoltre non l'ho mai fotografato: la velocità e la fugacità che lo contraddistingue non mi attirano43".

Giovanni Bucci è l'unico fotografo abruzzese ad aver intrapreso un progetto fotografico su Scanno in tempi recenti. Ha dedicato diversi anni alla preparazione di questo progetto, recandosi in molte occasioni in visita a Scanno dal suo vicino villaggio di Alanno, per immergersi pienamente nella sua realtà di borgo. Segue l'esempio di Berengo Gardin: ritrae il vecchio e il nuovo insieme, registra le interazioni presenti fra le diverse generazioni.

Figura LV. Berengo Gardin. Donna di fronte la chiesa. Fonte: lapiazzadiscanno.it

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Figura LVI. Berengo Gardin. Nonna con nipoti. Fonte: lapiazzadiscanno.it

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III. L'EVOLUZIONE DEL TURISMO A SCANNO