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Giovani europei in trasformazione: il vissuto delle esperienze

di Simona Maria Cavagnero

12.2. Giovani europei in trasformazione: il vissuto delle esperienze

Una sezione della traccia di intervista è volta a indagare il vissuto dei soggetti parteci- panti. In primis si è voluto comprendere quali sono gli attori presenti nel loro contesto di vita che possono influenzare la scelta di partecipare a un progetto di mobilità (Tab. 5) Tab 5 - Influenza nella motivazione a partire

Frequenza % famiglia 10 9,4 amici 1 0,9 insegnanti 11 0,9 scelta personale 84 79,3 Total 106 100,0

Dai dati si nota come sia una scelta principalmente di tipo personale (79%), seppure l’influenza di famiglia e insegnanti, rispettivamente 9% e 10%, risulti essere una prospettiva di motivazione comunque presente. Appare invece praticamente assente l’influenza da parte del gruppo dei pari, a riprova del fatto la carriera scolastica e lavorativa siano prioritariamente indirizzate dall’influenza delle principali istituzioni educative familiari e scolastiche.

Vediamo ora qual è l’atteggiamento della famiglia nei confronti della scelta di partire (Tab. 6).

Tab 6 - Atteggiamento della famiglia nei confronti della scelta di partire

Frequency Percent sostegno alla scelta 78 73,3 forte incentivazione 15 14,2 preoccupazione per la lontananza 8 7,5 preoccupazione economica 3 2,8 indifferenza 2 1,9 Total 106 100,0

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I dati confermano come la famiglia abbia un ruolo importante nella decisione di partire dei ragazzi, non solo come istituzione educativa che tende a influenzare le scelte dei ragazzi, come abbiamo visto prima, ma anche come istituzione formativa che si pone con un notevole sostegno alla scelta del ragazzo (73%), dimostrando una forte incen- tivazione (14%) e solo nel 7,5% si evidenzia una preoccupazione per la lontananza da casa.

Ma cosa fanno concretamente i ragazzi durante questa esperienza? Una sezione dell’intervista mira a individuare quali siano le attività concrete compiute dagli allievi: abbiamo infatti chiesto loro di descriverle.

Analizzando le risposte pervenute è innanzitutto interessante sottolineare come gli allievi abbiano risposto in maniera molto precisa e puntuale, descrivendo accurata- mente orari, tragitti da compiere per arrivare sul luogo del lavoro, specifiche mansioni e compiti extra. Dai loro resoconti emerge chiaramente come le conoscenze, fino a quel momento rimaste a livello teorico e formale, diventino improvvisamente concrete e reali, di fronte alla necessità di gestirle nella complessità dell’organizzazione quotidiana. Si può supporre un allargamento di visioni e di orizzonti in questi ragazzi, che si possono sintetizzare in tre filoni ricorrenti nelle narrazioni:

- responsabilità lavorativa: rispetto della contrattualità, orari di lavoro, saper organizzare i trasferimenti, responsabilità nelle mansioni di ruolo;

- sviluppo dell’autonomia nella vita quotidiana, dovuto all’allontanamento da casa e alle nuove necessità per una funzionale gestione della vita ordinaria;

- sviluppo dell’aspetto comunitario: allargamento delle conoscenze, apertura verso chi non si conosce, conoscenza di nuove culture, confronto con culture diverse dalla propria. Questi filoni di interpretazione si possono individuare nelle parole stesse dei ragazzi. Di seguito si riportano alcuni stralci. La responsabilità lavorativa si può leggere nelle descrizioni dettagliate che sono state rilasciate, oltre che dall’entusiasmo che traspare. Al mattino mi svegliavo alle 5.00 per prendere il bus alle 6.00 e arrivavo al lavoro per le 7.00 poi facevo il servizio delle colazioni e alle 11.00 facevo una piccola pausa e, se svol- gevo anche il servizio del pranzo, continuavo fino alle 14.00 e poi tornavo a casa. Invece se facevo il servizio della cena andavo a casa alle 11.00 e tornavo all’hotel per le 17.00 per poi tornare a casa alle 21.00. I giorni liberi variavano a secondo delle settimane. Nel tempo libero stavo un po’ con la famiglia ospite per ampliare le mie conoscenze della lingua inglese, andavo a visitare nuovi posti o andavo a fare spese con le mie coinquiline.

La mia giornata tipo incominciava alle 10:30 quando mi svegliavo, facevo colazione e per le 12:00 andavo a lavoro stavo lì fino alle 17:00, andavo a casa e per le 20:00 tornavo di nuovo al ristorante a lavorare. Finivo verso le 23:00 e tornavo a casa. Nei giorni liberi con i miei compagni siamo andati a visitare la città e con la nostra tutor siamo andati a visitare numerosi musei.

Prime tre settimane: al mattino corso di lingua, pomeriggio e sera giro turistico per la città e attività promosse dalla scuola di lingue. Durante le successive 13 settimane: stage presso

agenzia immobiliare per il turismo, visita della città e scambi linguistici con studenti stranieri.

Cominciavo a lavorare alle 11 fino alle ore 16. Se serviva aiuto, mi fermavo ulteriormente. Una volta uscita dal ristorante tornavo all’hotel. Alle ore 20:00 tornavo al lavoro e uscivo alle 23:00, se serviva aiuto, mi fermavo volentieri a dare una mano col servizio e con le pulizie.

Responsabilità lavorativa, ma non solo: risulta evidente un aspetto comunitario, l’opportunità di conoscenza di altre persone, sia originarie del luogo di tirocinio, sia di altri ragazzi in formazione.

Andavo al lavoro alle 12 tutti i giorni dal mercoledì alla domenica effettuavo il servizio di Ristorazione o al Ristorante o al Bar. Ho appreso nuove conoscenze in ambito lavorativo e in ambito professionale poi, cosa più importante, ho appreso una nuova lingua che, avendola studiata lì sul posto, l’ho imparata meglio. I primi giorni effettuavo i servizi di Ristorazione di base come servizio delle bevande e sbarazzo del tavolo per poi ampliare il mio lavoro fino a prendere le comande come nelle ultime due settimane. Il martedì era il giorno libero di tutti i ragazzi e tutti assieme abbiamo effettuato delle escursioni: la prima in giro per il centro storico della città di Caceres, visitando anche alcuni musei, nella seconda invece abbiamo visitato la città di Guadalupe per poi terminare con l’ultima in una Queseria e poi abbiamo visitato il museo Vostell con tutta la sua vista attorno.

Nei giorni lavorativi andavo la mattina presto a lavorare per il servizio delle colazioni: pulivo i tavoli, prendevo ordinazioni, servivo bevande e vivande. Stavo spesso dietro al bancone del bar a fare preparazioni di caffetteria e servizio di birre e calici di vino. Se stavo al ristorante, mi occupavo del servizio continuato e controllato di acqua, pane e vino. Servivo le portate, sbarazzavo i piatti e rimpiazzavo le posate. Infine mi occupavo della pulizia del tavolo e del servizio dei caffè. Nelle due giornate di chiusura dell’azienda ospite, io e i miei compagni, guidati dall’accompagnatrice, andavamo a fare delle escursioni come ad esempio visitare la città di Caceres, Guadalupe o Merida, visitare musei e centri storici o semplicemente visitare un caseificio famoso per il formaggio esportato in tutto il mondo. Nel tempo libero andavo a fare un giro nel centro e due volte a settimane, tre ore al giorno facevamo lezione di Spagnolo all’IES Universidad Laboral.

Durante il giorno andavamo a lavorare nell’accademia, tornavamo a casa per il pranzo e poi rientravamo terminato il tempo; alla sera ci ritrovavamo al bar per raccontare la giornata ai nostri compagni di viaggio. Al sabato e alla domenica che non andavamo al lavoro, stavamo tutti assieme e andavamo a visitare Siviglia.

Durante il giorno andavo a lavorare, facevamo molte escursioni durante il soggiorno e abbiamo conosciuto i corrispondenti spagnoli che verranno in Italia ad aprile. Poi, quando non si lavorava, si aveva un po’ di tempo libero in cui fare ciò che si voleva.

Interessante a tal proposito riportare le parole stesse dei ragazzi, che sottolineano con trasparente entusiasmo gli aspetti positivi dell’esperienza vissuta, ciò che hanno di più apprezzato e che ha dato loro la possibilità di conoscere e confrontarsi con realtà prima sconosciute, consentendo una opportunità di crescita a livello sia personale, sia profes- sionale (Tab. 7).

Tab 7 - Gli aspetti positivi dell’esperienza di formazione all’estero

Quali sono gli aspetti positivi emersi durante la tua esperienza?

A me è piaciuto relazionarmi con le persone del luogo utilizzando una lingua straniera. Abitare con tanti ragazzi/e; fare tante nuove amicizie.

Acquisire un modo di guardare alle cose più ampio, internazionale, non limitato al sistema italiano.

Aver conosciuto persone di Paesi e culture diverse.

Aver passato un mese in una nuova città di uno stato diverso e a imparare la nuova lingua; e sono molto contenta, perché ho conosciuto nuovi ragazzi e ragazze molto simpatici. Aver potuto partecipare ed essere stata accolta a braccia aperte.

Aver viaggiato per la prima volta da sola e aver imparato a gestirmi la giornata, il lavoro, i soldi. Essere adulta e indipendente. Inoltre, aver potuto apprendere e migliorare una lingua straniera in loco e avere la possibilità di essere inserita nel mondo lavorativo.

Aver viaggiato per la prima volta da sola e aver imparato a gestirmi la giornata, il lavoro, i soldi. Essere adulta e indipendente. Inoltre, aver potuto apprendere e migliorare una lingua straniera in loco e avere la possibilità di essere inserita nel mondo lavorativo.

Avere aumentato le mie conoscenze.

Ho apprezzato che ci hanno lasciato svolgere i nostri compiti in totale autonomia. Confrontarmi con punti di vista diversi dal mio.

Conoscere nuove persone e imparare a relazionarmi con esse.

Conoscere realtà differenti da quelle in cui vivo, visitare Paese ospitante.

Conoscere un altro tipo di insegnamento all’interno di una scuola (accademia), conoscere una società che nella crisi vive molto meglio di noi.

Della mia esperienza mi è piaciuto il modo in cui ho legato con il gruppo di italiani e con la tutor che ci ha accompagnato. Inoltre, mi ha lasciato molti ricordi e molta nostalgia di alcune piccole cose, per esempio: la famiglia ospitante, le compagne dell’accademia, le gite nei weekend e l’ospitalità della Spagna.

Della mia esperienza mi sono piaciute molto le visite che abbiamo fatto nelle altre città per conoscere il territorio circostante.

Di quest’esperienza mi è piaciuto tutto!

Di quest’esperienza la cosa che mi è piaciuta è stato il ristorante dove ho svolto il mio stage, perché ho trovato delle persone che mi hanno aiutato nei primi giorni per il motivo della lingua.

Essere cresciuto professionalmente e aver acquisito maggior indipendenza Ho stretto nuove amicizie e ho conosciuto nuove usanze.

Il cambiamento radicale nel modo di vivere, nuove abitudini, alimentazione diversa, insom- ma un cambiamento totale.

Il confronto di metodi diversi nell’ambito lavorativo. Il conoscere nuove lingue, culture e persone.

Il contatto con persone di culture molto diverse e variegate conosciute durante il periodo di frequentazione del corso di lingua, il vivere in prima persona la realtà di un Paese diverso in una condizione quasi identica ad un residente.

Il fatto che ci lasciassero in totale autonomia.

Il fatto di aver potuto conoscere nuovi stili di vita. Oltre al mio carattere ho arricchito anche il mio ricettario e ho migliorato la lingua.

Il fatto di essere diventata più autonoma, aver imparato cose nuove nell’ambito lavorativo. Il gruppo con cui sono andata e le nuove tecniche apprese.

Il lavorare in un’azienda molto disponibile e di qualità. Il mettersi alla prova in contesto differente dal mio. Il rapporto che si è creato con i compagni di viaggio. Il respiro internazionale di ciò che mi circondava.

Imparare a vivere con una cultura diversa dalla nostra e imparare ad organizzarsi da soli. Imparare la lingua, conoscere nuove persone, creare nuove amicizie e conoscere i monumenti, gli aspetti storici e culturali e le tradizioni.

Imparare la lingua e visitare la città.

Imparare nuovi metodi di cucina, nuove ricette, conoscere nuove persone e poter visitare luoghi sconosciuti.

Indipendenza; voglia di aprirmi e affrontare ogni tipo di situazione. Innanzitutto la compagnia e poi i posti meravigliosi della città.

Imparare nuovi piatti perché era il mio obiettivo, e stare in compagnia per lungo tempo con dei ragazzi.

Affrontare situazioni, la città e quello che ho imparato in quel lasso di tempo. Aver conosciuto moltissima gente, ed aver imparato discretamente una nuova lingua. Essere stato via di casa per così tanto tempo e aver cercato di relazionarmi con le persone del posto.

L’opportunità di apprendere e lavorare. Cooperazione Internazionale nella vendita, distribu- zione e sviluppo di gioielli in argento 925 e della moda Made in Italy.

La cosa che mi è piaciuta di più è aver stretto amicizia con persone che non conoscevo e aver rafforzato il rapporto di amicizia con i miei amici e compagni di scuola.

La cosa che mi è piaciuta di più è stata imparare una nuova lingua che al giorno d’oggi è un dettaglio molto importante da inserire nel proprio curriculum, ma anche l’adattamento a nuovi stili di vita.

La cosa che più mi ha colpito è stata quella di incontrare persone stupende e accoglienti, mi hanno fatto sentire a casa anche se a casa io non ero. Inoltre ho imparato una nuova lingua, che non avevo mai studiato, in poco tempo e anche bene, grazie ai corsi intensivi di lingua spagnola.

La lontananza da casa, il lavoro, le amicizie che si sono create e il paese in cui mi trovavo. La mia esperienza mi è piaciuta perché ho migliorato la lingua inglese e sono più sicura di me stessa.

La nuova lingua che ho imparato e una nuova mentalità di cucina.

La possibilità di conoscere e confrontarmi con persone provenienti da tutto il mondo; di svolgere uno stage in un ufficio internazionale migliorando la mia conoscenza linguistica ed acquisendo nuove competenze.

La possibilità di essere inserito in un posto di lavoro a me sconosciuto.

La possibilità di relazionarmi con altre persone in ambito lavorativo, in una lingua diversa e con conoscenze diverse.

La possibilità di sentirsi completamente aperti a nuove occasioni, all’incontro con il “diverso” e l’ignoto, il relazionarsi con persone nuove. È stato fondamentale per testare le mie capacità di adattamento e quindi migliorare la mia autostima. Ho imparato a relazionarmi in un contesto culturale, lavorativo e linguistico sconosciuto, e questo mi ha dato un’enorme gratificazione.

Le cose che mi sono piaciute di più dell’esperienza sono il lavoro, la compagnia e il luogo. Le persone che ho incontrato sul posto di lavoro, che sono sempre state molto pazienti e disposte a insegnarmi il più possibile, ma anche la cucina spagnola di cui ho imparato molti piatti e preparazioni tipiche.

Lo stare in autonomia lontano dalla famiglia. Lo stare in un ambiente in cui potevo essere me stessa.

Maggiormente mi è piaciuto lavorare con delle persone straniere ed essere responsabile di me stessa.

Mi è piaciuta la mia crescita personale.

Mi è piaciuto il fatto di aver imparato nuove cose che non avrei imparato stando qui in Italia. Mi è piaciuto imparare una nuova lingua e un nuovo tipo di cucina, inoltre questa esperienza mi ha reso molto più indipendente.

Mi è piaciuta la comunicazione con altre persone straniere.

Mi è piaciuto maggiormente lavorare con persone nuove in un posto nuovo, mi è piaciuta moltissimo la città e mi sono trovato davvero bene con gli alunni delle altre scuole. Mi è piaciuto molto imparare una nuova lingua, poter conoscere nuove persone e lavorare in un’azienda così accogliente e disponibile.

Mi ha colpito particolarmente l’unione che si è creata tra le ragazze/i che sono venuti con me e il rapporto che ho avuto con la mia famiglia spagnola.

Mi piacciono le esperienze all’estero, perché ti ritrovi in un paese straniero di cui non sai nulla e in cui ti devi ambientare, sia in ambito lavorativo che sociale.

Più di tutto mi è piaciuto vedere come il modo di pensare era diverso dal nostro. Relazionarmi con nuove persone.

Sinceramente la cosa che mi è piaciuta di più è stata la visita e la scoperta di una città per me nuova.

Aspetti positivi che si integrano con il bagaglio culturale e professionale che viene ac- quisito, in particolare lo sviluppo delle competenze linguistiche (86%), ma anche il miglioramento delle capacità di adattamento alle situazioni (83%) e delle capacità di relazionarsi (62%) si dimostrano notevolmente importanti per la crescita personale e professionale di chi partecipa a tali esperienze di mobilità (Tab. 8).

Tab 8 - Le competenze acquisite durante l’esperienza

Competenze acquisite % Competenze linguistiche 86,8 Competenze specifiche lavorative 45,3 Adattamento alle situazioni 83 Capacità di relazionarsi 62,3 Competenze organizzative 58,5

Il dato sulle competenze linguistiche è confermato anche dagli esiti alla domanda se l’esperienza ha aiutato a migliorare la conoscenza della lingua straniera (Tab. 9). Tab 9 - L’esperienza ha aiutato a migliorare la conoscenza della lingua straniera?

Frequency Percent molto 69 65,1 abbastanza 36 34,0 poco 1 0,9 total 106 100,0 Valid

3

Vediamo ora quali sono le capacità personali che i ragazzi dichiarano di percepire come migliorate in seguito all’esperienza (Tab. 10)

Tab 10 - Capacità personali acquisite

Crescita personale % autostima 50 capacità di adattamento 77,4 capacità di relazionarsi 67 atteggiamento positivo nelle situazioni 54,7

Emerge nuovamente, a conferma dei dati di cui sopra, una forte capacità di adattamento (77%) e di relazione (67%), come anche di aumento di autostima (50%).

Dalle interviste emerge inoltre un aumento di sicurezza dei ragazzi; di forza caratteriale, indipendenza, tolleranza e pazienza.

Il 40% degli intervistati dichiara di aver vissuto anche dei momenti di difficoltà durante l’esperienza all’estero: lo confermano i resoconti stessi dei ragazzi, che hanno accolto la possibilità di partecipare al lavoro di ricerca con apertura ed evidente voglia di raccontarsi.

Sicuramente la lingua straniera, i disagi della vita in comune, la convivenza con i coinquilini di tirocinio, il disorientamento in città straniere, la lontananza dalle persone care hanno contribuito a complicare il loro soggiorno all’estero.

È stato un po’ difficile imparare a far emergere le proprie idee e il proprio carattere a causa delle difficoltà iniziali con la lingua; inoltre, non è stato immediato riuscire a comunicare con i colleghi usando termini e argomenti specifici del mio settore.

La mancanza del fidanzato e la difficoltà di condividere l’appartamento con altri ragazzi/e che non pulivano la casa e non erano rispettosi delle altre persone che vivevano con loro, per esempio fumare in ogni luogo della casa.

Nei primi giorni è stato un problema non riuscire a comunicare con gli abitanti del posto, ma dopo pochi giorni è migliorato tutto.

Non avendo mai studiato prima la lingua, ho avuto difficoltà a relazionarmi o sempli- cemente a farmi capire al lavoro, ma dalla seconda settimana non ho più avuto questi problemi.

Alla domanda se l’esperienza è stata utile, la risposta è positiva: nel 43% molto e nel 43% abbastanza (Tab. 11).

Tab 11 - L’esperienza è stata utile? Frequency Percent molto 46 43,4 abbastanza 46 43,4 poco 11 104 per nulla 3 2,8 Total 106 100,0

Infine, come ultima domanda per indagare l’esperienza svolta e il bagaglio culturale acquisito, abbiamo chiesto di evidenziare le differenze culturali percepite, o meno, nel paese ospitante. Fondamentalmente non emergono grosse differenze, se non sul piano delle abitudini relative alla quotidianità, degli orari, dei caratteri (in genere ritenuti più aperti), o viceversa, del rapporto con il lavoro o con gli stranieri. È comunque interes- sante leggere le parole stesse dei ragazzi, riportate di seguito.

Gli orari

Gli orari di pranzo e cena e lo spirito più tranquillo nell’affrontare la quotidianità. Niente stress!!!

Praticamente due culture diverse, nel cibo, nelle persone, anche nell’ambito sociale, anche negli orari di colazione, pranzo e cena. Come cultura devo dire che mi è piaciuta moltissimo. Gli abitanti sono molto aperti come persone e molto calorosi nei confronti di stranieri. Il cibo in pratica era tutto fritto, però le specialità della casa devo dire che soddisfano l’appetito... come dicevo gli orari, praticamente loro colazione la facevano alle 9 del mattino invece il pranzo dalle 2-3 del pomeriggio e la cena poteva arrivare dalle 9-10 di sera. È stato difficile solo all’inizio però, con l’abitudine faceva anche piacere, e poi, secondo uno studio, gli orari dei spagnoli sono i migliori per mangiare, in effetti non hanno tutti i torti. Il carattere

Gli abitanti sono molto ospitali e i ragazzi della mia età sono più indipendenti dalle loro famiglie, che sono meno soffocanti.

Gli spagnoli sono molto socievoli rispetto agli italiani e soprattutto sono molto gentili. Già vedendo che è tradizione salutarsi con due baci sulla guancia fa capire molte cose. Che sono meno tolleranti verso gli stranieri rispetto al popolo italiano, al contrario di come molti ci dipingono.

Il modo diverso di relazionarsi delle persone locali, i metodi di adattamento e di integrazione di un turista. Sono molto accoglienti in Germania con turisti italiani.

Il sistema italiano è molto chiuso, come conseguenza di un trentennio di “saturazione”. All’estero ho trovato maggiore considerazione, meritocrazia, la sensazione che dandosi da fare c’è una strada da percorrere. Ma solo chi si sa adattare con umiltà e costanza a mentalità e

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