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Gli altri casi di mecenatismo culturale in Italia

Tra gli esempi di una collaborazione pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano si può citare il restauro della Fontana di Trevi e del complesso delle quattro fontane a Roma, ad opera di una sponsorizzazione della nota maison di moda Fendi.247

L’importo dell’intervento, secondo la Convenzione firmata il 12 dicembre del 2012 con la Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, è pari a 2.180.000. E tutto si svolgerà sotto lo sguardo vigile della Sovrintendenza che eseguirà la supervisione tecnico-scientifica.

Il restauro della Fontana di Trevi durerà circa un anno e mezzo ed è realizzato grazie al progetto “Fendi for Fountains”, finanziato da Fendi.

247 “Questo è un momento molto importante per noi, afferma Pietro Beccari, Presidente e

Amministratore Delegato di Fendi. I lavori non solo riporteranno la Fontana di Trevi al suo splendore originale, ma daranno anche ai milioni di turisti che visiteranno Roma in questi mesi la possibilità unica di poter visitare la Fontana da una prospettiva totalmente nuova ed una prossimità mai avuta prima. Roma e le sue fontane hanno dato molto a Fendi nel corso degli anni ed è per noi un onore l'aver potuto riportare la Fontana di Trevi al suo splendore originale e ridare alla gente uno dei simboli di Roma”.

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Questo ha come obiettivo la valorizzazione e la conservazione di alcune fon- tane storiche di Roma, patrimoni storico-artistici della capitale. Si è parlato, a tal proposito, di un restauro-show, poiché turisti e visitatori sono coinvolti grazie ad un “ponte” sospeso sulla fontana, dal quale sarà possibile vedere, coma mai prima d’ora, uno dei monumenti simbolo della capitale. Collegando- si al sito internet della sovrintendenza capitolina per i Ben culturali è possibile seguire passo dopo passo l’evolversi dei lavori ancora in corso d’opera.248

“Solo la passione per l’arte e per questa città della famiglia Fendi infatti ha reso possibile l’inizio dei restauri. È fondamentale coinvolgere il mecenatismo per il mantenimento e il restauro delle nostre meraviglie architettoniche e culturali. È quello che stiamo facendo e credo che ciò sia motivo di orgoglio per i priva- ti”.249

La valorizzazione del nostro patrimonio deve sempre di più passare attraverso queste collaborazioni virtuose tra pubblico e privato per far sì che la nostra Storia, i nostri monumenti, la grande bellezza possa continuare ad essere un’incredibile e straordinaria eredità per le generazioni future.

Queste sono le intenzioni degli addetti ai lavori e di coloro che hanno stipulato l’accordo di sponsorizzazione.

248 Il sito web e l’applicazione contengono una sezione tematica che illustra il progetto di re-

stauro e che consentirà al pubblico di seguire l'andamento dei lavori. Una specifica area tematica è, inoltre, dedicata alla Fontana, di cui l'utente potrà ripercorrere la storia e le fasi della costruzione. La sezione immaginario, infine, propone una selezione di contenuti fotografici e audio/video che mostra come Fontana di Trevi sia divenuta nel tem- po uno dei monumenti più celebri al mondo.

249 Così si è pronunciato I. Marino, Sindaco di Roma, durante la cerimonia di avvio ai lavori

di restauro della Fontana di Trevi, GRATTOGGI, S., Fontana di Trevi, via al restauro, in R.it – Roma, 30 giugno 2014.

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Questo si può evincere dal breve discorso che ha pronunciato una delle mag- giori rappresentati della maison, “E’ nostro dovere rendere onore alla città di Roma, che ci ha dato così tanto e che fa parte del patrimonio creativo di Fen- di”.250

L’innovativo cantiere didattico permetterà di partecipare e vedere i lavori: il re- stauro infatti non deve essere un disagio per turisti, romani, commercianti, ma un’occasione per apprendere e partecipare ad un lavoro straordinario.

“Manca ancora nel nostro Paese, infatti, da parte di un gran numero di attori del settore, la consapevolezza che ogni procedimento di valorizzazione può oggi essere realizzato soltanto attraverso la collaborazione e il continuo con- fronto tra soggetti pubblici e soggetti privati in adempimento del principio di sussidiarietà orizzontale previsto dall’art. 118 della Costituzione”.251

Una volta maturata tale convinzione, infatti, si riusciranno a comprendere non solo le positive ricadute, in termini di marketing culturale, derivanti da precisi e mirati interventi di valorizzazione (quale può essere ad esempio la conclusione di un contratto di sponsorizzazione), ma cosa ancor più importante, sarà di tutta evidenza che la diffusione e la produzione di cultura, in qualunque modo vengano realizzate, sono la precondizione di qualsiasi forma di sviluppo non solo sociale, ma soprattutto economico di ogni collettività.

250 Queste parole, cariche di significato, sono state pronunciate da S. Venturini Fendi, Sovrin-

tendenza capitolina ai Beni culturali, Fontana di Trevi: il restauro in mostra, 4 luglio 2014.

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Altro esempio di impegno dei privati verso la cultura è rappresentato dalla do- nazione effettuata dalla maison Ferragamo alla Galleria degli Uffizi, attraverso la quale sarà possibile ristrutturare otto sale.

L’idea iniziale dei vertici della maison fiorentina sembrava quella di una spon- sorizzazione, ma visto che questo tipo di operazione ha dei limiti quantitativi, la scelta si è diretta verso una donazione vera e propria.252

Alla lista dei mecenati di questi ultimi anni va aggiunto anche Paolo Bulgari, patron della nota casa di moda, il quale donerà un milione e mezzo di euro per finanziare il restauro conservativo della scalinata di Trinità dei Monti su Piazza di Spagna. In riferimento a quanto sta facendo Diego Della Valle per il Colos- seo, Bulgari ha sostenuto che “tutti dobbiamo dare una mano perché lo Stato non è capace di intervenire e dovrebbero farlo i privati”.253

Ancora possiamo citare l’intervento della Otb-Only The Brave, la holding che fa capo a Renzo Rosso e che controlla marchi e aziende di moda, a finanziare l’operazione di restauro del Ponte di Rialto, monumento simbolo della città di Venezia, per la cifra di circa 5 milioni di euro. È stato firmato il contratto di sponsorizzazione per il puro finanziamento delle attività riguardanti la proget- tazione e l’esecuzione dei lavori da parte di Renzo Rosso e Manuel Cattani, di- rettore della Direzione ai lavori pubblici.

Il comune di Venezia si occuperà della progettazione e della direzione dei la- vori, nonché della realizzazione del restauro, mentre lo sponsor finanzierà

252 Gli accordi tra i responsabili della maison fiorentina e i vertici dei Beni Culturali sono

quelli della donazione vera e propria, un maxi finanziamento di 700 mila euro attraverso cui la moda aiuta l’arte.

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l’operazione, ricavandone un ritorno d’immagine. Con la sponsorizzazione, in- fatti, l’azienda di Rosso trae una svariata serie di benefici, tra cui la possibilità di organizzare un evento a piazza San Marco e due al Palazzo Ducale, facendo però attenzione a non “invadere i luoghi” e a proporre “cose più creative e meno inquinanti possibili”.254

Per Ercolano entra nel vivo il progetto per la riqualificazione di via Mare, nato dalla partnership tra il Ministero per i beni e le attività culturali, le due soprin- tendenze, il comune napoletano e la Fondazione Istituto Packard per i Beni culturali, braccio operativo per l'Italia del mecenate americano David W. Pac- kard. L’accordo, firmato a gennaio scorso, prevede infatti l’acquisizione di un’area di 5.171 metri quadrati a nord ovest degli scavi, la demolizione di im- mobili fatiscenti e la riqualificazione, a cura del Comune di Ercolano, dello spazio compreso tra Via Cortili e Via Mare al confine nord ovest degli scavi. l’obiettivo è quello di restituire l'area archeologica alla città moderna sul piano simbolico, visivo e anche attraverso le implicazioni turistiche che la scelta può comportare.

Consentendo alla popolazione locale di “godere” del sito. Tutto ruota attorno a via Mare e alle sue costruzioni, figlie di epoche diverse, penalizzate ai tempi degli scavi e mai reintegrate consapevolmente.

Con i complessivi 5,6 milioni di budget dell'iniziativa, è giunto il momento di procedere all’acquisto dei suoli, agli espropri (ovviamente con equo indennizzo per i proprietari) e alla ristrutturazione dell’area di via Mare.

254 VALENTINI, S., Il mecenatismo del Terzo Millennio da Venezia ad Ercolano passando per Roma,

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Il progetto su via Mare rappresenta la naturale estensione dell'impegno per Er- colano di Packard che dal 2001, attraverso l’Herculaneum Conservation Pro- ject (Hcp), ha investito sul secondo sito archeologico della Soprintendenza cir- ca 20 milioni.

Dall’analisi di quanto fin ora scritto emerge chiaramente che gli ultimi inter- venti normativi sono andati nella direzione di rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato; collaborazione che i mecenati della moda hanno anticipato. Infatti sono datati 1983 i primi interventi volti a finanziare il restauro, la ge- stione e la valorizzazione di beni culturale italiani.

Fu il patron della casa di moda Armani che scelse già allora di sostenere l’opera del Fondo Ambiente Italiano attraverso due donazioni.

A seguire moltissimi interventi, anche di colossi d’Oltralpe, volti a destinare fondi a favore di iniziative di mecenatismo nel nostro Paese.255

Non rilevano tanto le modalità attraverso cui questi privati hanno deciso di aiutare il nostro patrimonio culturale, quanto piuttosto che si prenda sempre più coscienza del fatto che la valorizzazione dei beni culturali deve essere “un dovere, ma anche un piacere”.

255 A tal proposito possono essere citati due interventi significativi, quello di Louis Vuitton,

già impegnato in passato per la valorizzazione di importanti siti quali Venezia e Verona e quello di Dom Pérignon, il quale si è concentrato maggiormente sui Musei civici di Venezia.

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Capitolo VI

Conclusioni

6.1. Aspetti critici e prospettive

A termine di questo lavoro, dopo aver analizzato la normativa relativa alla va- lorizzazione dei beni culturali, è opportuno concludere prendendo in esame i vari aspetti critici che sono stati sollevati da più parti, nonché le prospettive ri- guardanti l’intervento dei privati nel settore in questione.

Il 2004 è stato sicuramente un anno molto importante per il settore dei beni culturali, poiché ad un Testo Unico di carattere compilativo si è andati a sosti- tuire un Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che fornisce una riorganiz- zazione sistematica della disciplina.

Sul nuovo Codice il dibattito nazionale è stato intenso e il confronto fra Stato e Regioni serrato e non privo di punti di asprezza.

“Queste ultime in particolare si aspettavano, da un lato di vedere ampiamente ed efficacemente messe in pratica le affermazioni contenute nel nuovo titolo V della Costituzione, dall’altro di vedere riconosciuti decenni di concreto impe- gno nel campo della conoscenza e della valorizzazione dei beni culturali, non- ché della salvaguardia del paesaggio e dei centri storici”.256

Alla luce del nuovo Codice dei Beni culturali e del paesaggio è possibile porta- re avanti una politica di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso ac-

256 BARBIERI, M., Alla ricerca di un accordo, in Regioni e ragioni nel nuovo Codice dei beni

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cordi stipulati tra Enti Locali e privati; quest’ultimi stanno assumendo sempre più un ruolo determinante in tale funzione di gestione e fruizione dei beni in questione.

Ciò anche in virtù del fatto che le casse statali non riescono a provvedere da sole all’attività di valorizzazione e necessitano inevitabilmente del sostegno di enti territoriali e privati.

Il mecenatismo dei privati nell’ambito della cultura, in generale, e del restauro e della valorizzazione dei beni culturali, in particolare, non può certo conside- rarsi un fenomeno raro.

È da sottolineare tuttavia che, prima dell’entrata in vigore del d.lgs. 42/2004, il legislatore non era mai intervenuto in maniera organica a regolamentarne in via generale la disciplina con la conseguenza che – come osservato dalla dottrina – gli interventi avvenivano “al di fuori di una precisa cornice normativa di rife- rimento e attraverso formule di volta in volta riconducibili ad istituti giuridici differenti”.257

Si deve ricordare che, in assenza di un’esauriente normativa sulle sponsorizza- zioni, gli interventi dei privati a sostegno della conservazione del patrimonio culturale pubblico, venivano fatti rientrare dalla dottrina in schemi già tipizzati dal legislatore ora tra le donazioni modali, ora tra gli appalti di servizio, ora tra i contratti pubblicitari o più semplicemente etichettati tra le più svariate forme di mecenatismo.258

257 PIPERATA,G., Sponsorizzazione ed interventi di restauro sui beni culturali, op. cit.

258 TOMEI.,R. -SCIANCALEPORE, V. D., Sponsorizzazione (contratto di), in Digesto disc.

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In seguito al pieno riconoscimento da parte della dottrina e della giurispruden- za259 giuscivilistica del contratto di sponsorizzazione tra i contratti atipici, one-

rosi con prestazioni corrispettive ed al deciso intervento del legislatore che ha regolamentato il fenomeno, sia in via generale (con gli artt. 43 della l.449/1997, 119 del d.lgs. 267/2000 e 26 del d.lgs. 163/2006), sia in via specia- le (con l’art. 120 del Codice), la sponsorizzazione può essere considerata tra gli strumenti più adeguati ed efficaci di collaborazione e partenariato fra Pubbli- che Amministrazioni e soggetti privati per la tutela e la valorizzazione del pa- trimonio storico-artistico.

In sostanza si può concludere che il processo di valorizzazione del patrimonio culturale, se sostenuto da strategie di sistema260, può svolgere un’importante

funzione sia per la conservazione dei beni culturali, sia per lo sviluppo econo- mico delle comunità locali. Per migliorare e potenziare i sistemi di valorizza- zione integrata territoriale si stanno portando avanti attività indirizzate

259 Cfr. per tutte, Cass. civ. sez. III, 21 maggio 1998, n. 5086 che delinea con estrema chiarez-

za la natura del contratto di sponsorizzazione, distinguendolo da altre figure contrattuali, precisando: «il cosiddetto contratto di sponsorizzazione comprende una serie di ipotesi nelle quali un soggetto, detto sponsorizzato, si obbliga a consentire ad altri l’uso della propria im- magine e del proprio nome, per promuovere un marchio o un prodotto specificamente mar- cato, dietro corrispettivo. Tale contratto non ha ad oggetto lo svolgimento di un attività in comune e, dunque, non assume le caratteristiche di un contratto associativo, ma ha ad ogget- to lo scambio di prestazioni. Rispetto alla sponsorizzazione, l’accordo di patrocinio si distin- gue per il fatto che il soggetto, pubblico o privato, il quale consente che l’attività di altri si svolga sotto il suo patrocinio, non è un imprenditore commerciale, sicché quand’anche egli si impegni a finanziare in qualche misura l’attività, tale obbligazione non trova corrispettivo nel vantaggio atteso dalla pubblicizzazione della sua figura di patrocinatore. Il contratto, dunque, si atteggia piuttosto come una donazione modale, che come un contratto a prestazioni corri- spettive».

260 Con tale espressione si intende fare riferimento a modelli di gestione che hanno come de-

stinatari non soltanto i beni culturali, quanto piuttosto tutto ciò che è segno distintivo di un territorio.

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all’individuazione di strumenti giuridici più idonei per la governance territoria- le.

In tale quadro ricoprono un ruolo rilevante le Intese Istituzionali di Program- ma e i relativi accordi attuativi e gli accordi stipulati ai sensi dell’art. 112 del Codice, che hanno consentito negli ultimi anni la sperimentazione di forme avanzate di integrazione territoriale.

In virtù di ottimizzare la valorizzazione dei beni culturali ai privati e alle impre- se si può chiedere innanzitutto un contributo di natura filantropica, in un’ottica di consolidamento e sviluppo della responsabilità sociale.

“occorre sviluppare in tali soggetti la consapevolezza del fatto che investire in cultura ha dei ritorni in termini di bontà delle relazioni con il territorio di rife- rimento e di immagine”.261

Alle imprese può essere chiesto di assumere un ruolo da protagoniste nello svi- luppo culturale del Paese. Le medie imprese, possono creare cultura attraverso il loro operato e possono investire in essa.

La cultura è l’elemento competitivo fondamentale dell’Italia perché costituisce un patrimonio unico, non paragonabile agli altri Paesi.

“Nel panorama culturale italiano ci sono numerosi soggetti, molti interessi, di- verse competenze e grandi idee che possono certamente essere utilizzate per risollevare la cultura italiana e con essa tutto il Paese”.262

261 SCIASCIA, S., La cultura fa rete: strategie per l’innovazione e la crescita, Aspen Istitute Italia, Mi-

lano, 23 settembre 2013, pag. 5.

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Ringraziamenti

Giunta al termine di questo lavoro, lungo ma altrettanto appagante, desidero formulare alcuni ringraziamenti.

In primo luogo, rivolgo al Prof. Alfredo Fioritto un sentito ringraziamento, per avermi guidato nella stesura di questa tesi, fornendomi ottimi spunti di ri- flessione.

Vorrei esprimere riconoscenza a tutta la mia famiglia, ai miei genitori e a mio fratello, perché durante questo percorso universitario si sono mostrati pazienti ed hanno riposto fiducia nelle mie capacità, fornendomi tutti gli strumenti ne- cessari per arrivare a tale traguardo.

Grazie anche perché ho l’incrollabile certezza che, in qualsiasi momento della vita, potrò sempre contare sul loro assoluto ed incondizionato sostegno. Infine, ma non certo per ordine di importanza, un ringraziamento speciale va a Francesco, non soltanto per la costante disponibilità dimostrata, ma soprattut- to per avermi insegnato a credere in me stessa e nelle mie potenzialità.

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