Negli ultimi anni, lo sviluppo di nuovi modelli di consumo e la rivoluzione di- gitale, hanno imposto un profondo cambiamento nelle forme tradizionali dell’economia e della vita sociale.
Ne sono seguite forti trasformazioni che hanno portato sempre più i cittadini e le comunità alla necessità di riappropriarsi della propria identità, individuale collettiva.133
La valorizzazione del patrimonio culturale, legata alla creatività e all’innovazione, possono produrre, oltre che una indubbia crescita economica, anche un rilevante valore sociale. Nonostante la forte e strutturale crisi in atto nelle moderne economie, il settore culturale, seppur con qualche affanno lega- to al minor impegno pubblico, dimostra di difendersi bene al rallentamento generale dell’economia.
È stato dimostrato che le città e i territori che hanno compreso la rilevanza di queste dinamiche e riescono ad inserirle in una progettualità condivisa, resisto-
132 Così scrive BALDACCI, V., op. cit., pag. 169.
133 Sul punto cfr Capitolo 1.5 dove viene analizzato il rapporto esistente tra i beni culturali e
le comunità locali. Si sottolinea come il patrimonio culturale viene considerato espressione della civiltà.
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no meglio alla crisi e creano le premesse per un rilancio delle proprie econo- mie.134
Anche se tra molte difficoltà, negli ultimi anni si sono affermate importanti esperienze di valorizzazione dei beni culturali e gestione del patrimonio cultu- rale che hanno fatto leva su un fruttifero rapporto tra pubblico e privato. Un numero sempre crescente di società miste, fondazioni, consorzi, in larga parte promossi dalle autonomie locali, nonché di progetti in Partenariato pub- blico privato (PPP) gestiti dai comuni, hanno dimostrato che il valore generato da queste vere e proprie “imprese culturali” non è misurabile solo dalla reddi- tività economica diretta che questi modelli producono, ma da una serie di indi- catori, qualitativi e quantitativi, che vanno dalla riqualificazione di intere por- zioni di territorio alla creazione di un significativo indotto economico per una serie di operatori privati.
“E’ necessario notare che le donazioni in favore del patrimonio culturale por- tano con sé due inconvenienti. Il primo riguarda la scarsa capacità del patri- monio culturale di attirare donazioni rispetto ad altri settori.
Il secondo è un’enfasi mal posta della politica culturale, per cui l’introduzione di incentivi fiscali sembra essere il solo meccanismo preferito dai decisori poli- tici in cerca di risorse economiche private”.135
134 A proposito è avvertita la necessità di sviluppare strategie di lungo periodo assegnando un
ruolo da protagonista alle autonomie locali e alle forze vive della società civile presenti sul territorio, nonché da considerare l’intervento indispensabile dei privati.
135 SANTAGATA,W., Donazioni individuali per il patrimonio culturale: una scelta residuale, un’enfasi
mal posta, in Il sostegno privato per i beni e le attività culturali, In Newsletter Mibact, 16 giugno 2014.
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Va detto che nel tempo l’unico incentivo all’intervento dei privati nel settore dei beni culturali è stato quello degli sgravi fiscali.
Ad oggi occorre chiedersi se invece, un ruolo centrale nell’incentivare i privati a donare per l’arte, possa essere svolto dagli stessi beni culturali (musei, siti ar- cheologici ecc..). Per fare questo chiaramente bisogna andare oltre l’enfasi delle politiche pubbliche sugli incentivi fiscali e riflettere sulle potenzialità di altri ti- pi di incentivi e motivazioni.
I nuovi meccanismi dovrebbero vertere maggiormente sul rapporto privato e bene culturale e al patrimonio culturale italiano come bene collettivo.
Le esperienze della prassi concreta, sono il risultato di una sempre maggiore capacità di visione delle amministrazioni pubbliche in grado di programmare e pianificare processi di governante e di valorizzazione del patrimonio culturale presente sul territorio e spesso diffuso tra diversi livelli di titolarità pubblica e di proprietà privata.136
Il PPP si riferisce in generale a forme di cooperazione tra le autorità pubbliche ed il mondo delle imprese che mirano a garantire “il finanziamento, la costru- zione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un’infrastruttura o la fornitura di un servizio”.137
136 In dottrina si fa spazio da più parti la necessità che le amministrazioni pubbliche possano
disporre di un sostegno concreto diretto a favorire la progettualità dello sviluppo dei territori a partire dagli assetti culturali. È stata prospettata l’introduzione di un fondo per la proget- tualità culturale, integrata e partecipata, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo locale a base culturale. Per ulteriori approfondimenti sul tema, BOCCI,C., - MONACO, F., Le forme di PPP e il fondo per la progettualità in campo culturale, in www.federculture.it, 2014.
137 Questa definizione è quella contenuta nel Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-
privati e al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni, Commissione delle Comunità europee, 30 aprile 2004.
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Le motivazioni che stanno alla base del ricorso a forme di PPP sono ricondu- cibili alla volontà di recuperare deficit infrastrutturali, introducendo incentivi per operatori privati, affinché questi assumano il rischio di progettare e realiz- zare opere complesse, destinate a soddisfare un servizio a valenza pubblica. Nella difficile fase economico-finanziaria che il nostro Paese sta attraversando il PPP rappresenta per le amministrazioni pubbliche, soprattutto per quelle lo- cali, un importante strumento per il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi sul territorio.138
Oltre che ad un’esigenza strategica di utilizzare forme di collaborazione pub- blico-private, il ricorso crescente al privato segnala la volontà di ridefinire il modello di intervento pubblico, a partire dal riconoscimento di un ruolo attivo del soggetto privato, tradizionalmente relegato alla funzione di appaltato- re/fornitore.139
Il fenomeno del Partenariato pubblico privato assume nel nostro ordinamento un’importanza fondamentale in relazione ai beni culturali, soprattutto da quando il legislatore nel Codice dei beni culturali e del paesaggio ha esplicitato il principio di sussidiarietà orizzontale.140
La partecipazione di soggetti privati all’organizzazione economica e sociale del Paese e in particolare alla valorizzazione del patrimonio culturale è richiamata
138 Negli ultimi anni il ricorso a forme di PPP è sensibilmente cresciuto. I dati evidenziano
una crescita rilevante nel periodo tra il 2002 e il 2011. Il dato, però, è limitato alle procedure di gara senza segnalare alcunché in riferimento all’efficacia degli interventi. Per un’indagine completa, Tornare a crescere: le priorità per lo sviluppo delle economie locali, Rapporto Unioncamere, 2012.
139 I benefici auspicati dal coinvolgimento del settore privato fanno riferimento soprattutto al
contenimento della spesa per gli investimenti e all’ottimizzazione dei costi operativi.
140 L’articolo 6, 3° comma del Codice recita “la Repubblica favorisce e sostiene la partecipa-
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da norme costituzionali141 e da articoli del Codice dei beni culturali e del pae-
saggio.
Il Codice, dopo aver dato la definizione di valorizzazione, afferma il sostegno che la Repubblica garantisce in favore dei soggetti privati che partecipano alla valorizzazione, siano essi singoli o associati. Anche l’articolo 111 del Codice specifica che la valorizzazione portata avanti dall’iniziativa privata “rappresenta un’attività socialmente utile e della quale viene riconosciuta la finalità di solida- rietà sociale”.142
Tralasciando le previsioni normative, va detto che il ruolo effettivo che il pri- vato svolge nella gestione del patrimonio culturale è limitato, nonostante sia riconosciuta l’impossibilità o l’incapacità dello Stato di assolvere adeguatamen- te tutti i compiti che impone una giusta amministrazione dei beni culturali. A tale scopo, nel tempo sono stati numerosi gli inviti ad una maggiore apertura ai privati, nel senso di una maggiore autonomia e responsabilizzazione del loro intervento.
“Un coinvolgimento deciso dei privati potrebbe fornire maggiori garanzie sull’attuazione di politiche di valorizzazione di beni culturali rispondenti a cri- teri di efficacia ed efficienza”.143
Il ricorso al finanziamento privato per la gestione dei beni culturali potrebbe trasferire l’onere finanziario connesso agli stessi dalla fiscalità generale al mer-
141 Le norme costituzionali che vengono prese come riferimento sono gli articoli 3 e 9. 142 Così recita l’articolo 111, 4° comma del Codice Urbani.
143 Cultura e turismo, locomotiva del Paese, Federculture: Rapporto febbraio 2014, in
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cato, consentendo agli utenti di beneficiare di una qualità elevata dei servizi ed una maggiore efficienza nell’erogazione degli stessi.144
In relazione, quindi, all’ambito dei beni culturali appare sempre più diffuso il richiamo al PPP come soluzione aduna serie di questioni legate soprattutto allo svolgimento di attività di valorizzazione e gestione del patrimonio.
Il PPP in campo culturale è stato sostanzialmente polarizzato tra due modalità principali che sono da un lato le esternalizzazioni dei servizi al pubblico145 e la
costituzione di soggetti giuridici, pubblici e misti, per iniziativa degli enti locali.