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La certezza delle definizion

III. 2. Gli apparati statali e l’opposizione italiana in Francia

Mentre gli incontri ufficiali al vertice contribuivano a disegnare il quadro di una ritrovata amicizia tra le due “sorelle latine”, ben presto si è potuto osservare che a livello interno gli apparati statali si confrontarono con la difficile soluzione di quello che progressivamente diventava un contenzioso diplomatico pendente tra i due paesi. In questi anni la questione dell’emigrazione dell’opposizione extra-parlamentare italiana in Francia si declinò, nel rapporto tra amministrazioni ed autorità politiche, prevalentemente rispetto al tema delle estradizioni. Cercheremo adesso di quantificare la comunità italiana all’estero per ragioni politiche, di definire e delineare la composizione di questo nuovo gruppo sociale, e di comprendere quali furono i momenti chiave nel rapporto tra istituzioni ed immigrati.

Secondo la testimonianza di Gilles Ménage45, all’inizio del 1985 erano stati accordati – nell’arco di tre anni e mezzo – ottantanove permessi di soggiorno su centonovantadue permessi richiesti46; in realtà però all’epoca, «beaucoup plus nombreux étaient ceux qui

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    inseriva la questione delle estradizioni a margine della nota tra i «sujets à préparer sans nécessairement prendre l’initiative de les traiter». Gli axes majeurs dell’incontro erano invece la prossima presidenza italiana dell’Ue (e con essa le questioni europee istituzionali, gli affari comunitari in particolare l’allargamento e il Medio Oriente); la sicurezza europea e la cooperazione militare; la cooperazione industriale e scientifica. Rispetto alle estradizioni si diceva la Chancellerie pourrait faire le point des demandes italiennes d’extraditions». Insieme alle estradizioni si prevedeva l’eventualità di un riferimento all’allègements des controles aux frontière. Cfr. ivi, Sous-direction Europe Meridionale, «Sommet franco- italien, Paris 9 novembre 1984», 9 ottobre 1984.

45 Gilles Menage: Conseiller technique au secrétariat général de la Présidence de la République (1981-

1982), Directeur de cabinet adjoint de la Présidence de la République (1982 – 1988), e poi Directeur de cabinet de la Présidence de la République (1988-1992).

préféraient ne pas se faire connaître» tanto che, secondo lo stesso autore, «la colonie italienne réfugiée en France depuis 1976, forte d’une centaine de ressortissants avant le 10 mai et de plus de 350 au début de 1985, selon les estimations courantes, était en effet bien plus nombreuse que ne le laisse supposer les listes présentées par les avocats spécialisés»47.

Secondo un’altra fonte, contrariamente a quanto solitamente affermato, «une grande partie des italiens asilés en France sont entrés avant mars 1981. En septembre 1981, un premier recensement (les notes sont encore au Ministère de l’Intérieur) a fait apparaitre que plus de 100 italiens vivaient clandestinement, à l’insu de la police qui en avait repéré que 28»48. Una nota del Quai d’Orsay forniva cifre ancora diverse, secondo le quali nel 1984 la comunità italiana ammontava a duecento persone, la cui emigrazione in Francia veniva presentata come una diretta conseguenza della lotta contro il terrorismo messa in atto dallo Stato italiano49. Louis Joinet nel 1982 riferiva invece che la comunità immigrata dall’Italia per ragioni politiche ammontava nel 1981 a 150 unità50, mentre le fonti italiane fornivano cifre ancora diverse; secondo il Ministero dell’Interno italiano nel 1984 risultavano infatti essere presenti in Francia 146 individui, di cui 96 “localizzati” - ossia il cui luogo di dimora era stato individuato e localizzato - e 50 “segnalati” - nel senso che notizie provenienti da differenti fonti ne avevano genericamente rivelato la “presenza” in territorio francese, senza che si fosse precisamente a conoscenza della loro effettiva presenza o del luogo di residenza51.                                                                                                                

47 Ibid., sulle liste degli avvocati difensori degli oppositori all’estero cfr. infra.

48 ANF, 5AG4/7175, f. «Convention européenne pour la repression du terrorisme», «1981/1986:

portée de l’amnistie de 1981 et lutte contre le terrorisme», s.d., il redattore della nota è anonimo (potrebbe essere stata redatta da Paule Dayan, intestatario del fondo, ma non è dato avere certezza di questa ipotesi), Si aggiunge inoltre che «Toni Negri a été acquité en Italie fin 1985».

49 AQO, E, ITA (1981-1985), b. 5343, Nota «Demandes d’extradition formulées par l’Italie pour des

terroristes vivant en France. Déclaration du Ministre italien de l’Intérieur», 19 dicembre 1984. Nell’ambito di questa ricerca è importante sottolineare l’uso esplicito della parole emigrazione. La stessa nota inoltre, riprendendo una fonte già citata (nota di Musitelli e Guigou del novembre 1984) precisava che le estradizioni richieste dall’Italia erano state rifiutate perché riguardanti «des infractions politiques dont la gravité n’est pas telle qu’elle rentrent dans le cadre défini par le gouvernement le 10 novembre 1982». Parte del testo della nota è riprodotto anche in un’altra scheda del 23 ottobre 1984, «Fiche – Terrorisme/extradition», prodotta dalla Sous-Direction des d’Europe méridionale. Si è deciso di mettere in rilievo la compresenza della stessa frase in note di diversa provenienza per dare conto di quella che sembra essere un’usanza, tanto delle autorità francesi quanto di quelle italiane. Moltissimi sono i casi come questo, in cui una stessa frase, se non un intero periodo viene ricorrentemente citato da enti produttori differenti. Non sempre è stato possibile individuare la sorgente prima dell’informazione.

50 ANF, 5AG4/ CD300, f.1, c.2, «La France et le terrorisme italien», 5 luglio 1982.

51 ACS, MI, GAB (1981-1985), b. 283, Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica sicurezza,

Secondo Joinet i primi “rifugiati”52 sarebbero arrivati ben prima del 1981, e cioè già a partire dal 1976; tale ipotesi troverebbe riscontro anche nelle fonti italiane dalla cui analisi emerge che «da tempo, un rilevante numero di eversori italiani ha trovato rifugio in Francia, paese che ha sempre mostrato una certa larghezza nel concedere accoglienza a presunti “perseguitati politici”»53. Per Joinet il gruppo era costituito da una «infime» minoranza legata alle Brigate Rosse, mentre per lo più si trattava di militanti dell’area di Prima Linea o dell’Autonomia; la grande maggioranza degli immigrati apparteneva alla categoria dei “dissociati”54. Gilles Martinet scrive che tra gli espatriati vi erano per lo più individui che non volevano più partecipare ad una lotta senza speranza – ma che non volevano nemmeno denunciare i loro compagni al fine di ottenere lo status di “pentiti” – , oltre a coloro che continuavano a fare avanti e indietro utilizzando il territorio francese come «base arrière»55. Dal canto loro i funzionari del Ministero dell’Interno italiano scrivevano che gli emigrati «sarebbero suddivisibili in tre fasce, in disaccordo tra loro: la prima sarebbe costituita da personaggi che aspirerebbero ad un reinserimento sociale in un paese del Sud America, la seconda, facente capo ad Oreste Scalzone, svolgerebbe una “attività ambigua” in attesa di eventuali mutamenti della situazione politica, la terza sarebbe quella degli “irriducibili”, in stretto collegamento con “Action Directe” e con altri movimenti stranieri»56.

Come si evince da questa breve carrellata, le fonti a disposizione sono il riflesso della molteplicità di uffici operanti nella gestione di un unico fenomeno. Ognuno di questi organismi ministeriali, finanche ogni singolo individuo, sembra ragionare su dati propri, non sempre coincidenti con quelli esaminati dagli altri. Certamente alcuni elementi emergono in modo determinante e danno un quadro generico della realtà con cui gli Stati si stavano confrontando: in particolare il fatto che, per quanto politicamente significativa, la comunità italiana oltrefrontiera per ragioni politiche si attestasse sulle poche centinaia di unità, e che i suoi membri afferissero all’area della sinistra extra- parlamentare italiana. L’opera di confronto tra testimonianze diverse non sembra però,                                                                                                                

52 Da rilevare il fatto che il termine utilizzato in questa nota sia appunto quello di rifugiati.

Sull’ambiguità delle parole per descrivere il fenomeno cfr. introduzione.

53 ACS, MI, GAB (1981-1985), b. 283, f. «Terroristi in Francia», 22 dicembre 1984, Ministero

dell’Interno, Segreteria speciale, «appunto per l’On.le sig. Ministro».

54 ANF, 5AG4/ CD300, f.1, c.2, «La France et le terrorisme italien», 5 luglio 1982. 55 G. Martinet, L’observateur, cit., p. 132.

56 ACS, MI, GAB (1981-1985), b. 283, f. «Terroristi in Francia», 22 dicembre 1984, Ministero

in questo caso, capace di illuminare definitivamente gli occhi dello storico sui dati più eminentemente quantitativi del fenomeno che stiamo indagando, quanto piuttosto sui soli elementi qualitativi. Alla luce delle fonti analizzate possiamo quindi affermare che questa nuova “atipica” emigrazione esisteva, aveva un rilievo per le autorità statali, ed era assolutamente connotata dal punto di vista politico. Dare un riscontro definitivo sulle cifre non è possibile, il che non impedisce però di procedere ad un esame del modo in cui il gruppo si inserì nel tessuto sociale francese.

Nel 1982, in seguito alla pubblicazione sulla stampa francese della notizia dell’arresto di Oreste Scalzone, diversi giornali gridarono allo scandalo di fronte al fatto che egli vivesse in Francia da qualche anno munito di una «carte de séjour des plus officielles»57. L’anno seguente, Toni Negri dichiarava di beneficiare di una sorta di asilo informale concessogli dalle autorità francesi. Ancora Joinet fornisce informazioni preziose sullo status degli oppositori extra-parlamentari italiani; nel 1982, quando veniva redatta la nota già citata, più della metà di loro era uscita dalla clandestinità presentandosi alle autorità francesi nelle condizioni seguenti:

 

soit individuellement, soit regroupés dans une association créée à cet effet, ils ont révélé leur identité sous forme de listes remises au Ministère de l’Intérieur et de la Décentralisation par l’intermédiaires d’avocats.58

 

Un gruppo di lavoro composto da membri del Gabinetto della Giustizia, del Quai d’Orsay e dell’Interno, cui si aggiunsero la la Direction de la Reglementation et quella des Renseignements Generaux – in contatto con gli avvocati degli immigrati – aveva proceduto allo studio delle liste. Questo lavoro aveva consentito di ripartire la comunità in tre diverse categorie:

 

- cas de ceux qui ne font l’objet d’aucun fichage administratif ou pénal

- cas de ceux à l’égard desquels sont allégués des faits bénins ou n’entrant pas dans les hypothèses prévues par la convention sur l’extradition;

- cas (une quinzaine) n’entrant pas dans les catégories précédentes et à l’égard desquels sont allégués des faits graves59.

 

                                                                                                               

57 ANF, MI, DLPAJ, Passeports, b. 19980547, «Le Parisien», 31 agosto 1982, Christian Chardon,

Appréhendé à Paris l’Italien Scalzone vivait jusqu’à présent en toute légalité». In proposito cfr. anche AQO, Europe (1981-1985), Italie, b. 5342, Sous-direction Europe Méridionale, «Italiens réfugiés en France», 1 febbraio 1985.

58 ANF, 5AG4/CD300, f.1, c.2, «La France et le terrorisme italien», 5 luglio 1982 59 Ibid.

 

Su loro richiesta, era in quel momento in fase di studio la regolarizzazione amministrativa della loro situazione, difficile da respingere poiché trattavasi:

 

- d’une part de personnes appartenant à la Communauté européenne, donc admissible au séjour en vertu du droit communautaire, dès lors qu’elles ne sont pas recherchées ur notre territoire

- d’autre part des personnes qui, en gage de leur dissociation acceptent de se révéler à la police, de se rendre à toute convocation des autorités françaises, de renoncer – si nécessaire par écrit – à la violence politique.

- Les cas relevant de la troisième catégorie sont en suspens; il est en l’état envisagé de prendre une décision dossier par dossier en liaison avec les autorités italiennes. A defaut d’extradition, leur expulsion, si possible volontaire, pourrait être envisagée60.

 

Secondo Joinet le opzioni menzionate permettevano prima di tutto il rispetto del principio della non estradizione in materia politica, «tout en évitant le développement de bases-arrières italiennes»61. La pratica seguita, sebbene concepita attraverso un lavoro di squadra tra diverse istanze statali, incontrava comunque alcune difficoltà. Gilles Martinet scrive infatti che mentre lui e Robert Badinter pensavano che le diverse componenti della comunità immigrata dovessero essere trattate in modi diversi, alcuni consiglieri del Primo Ministro invece credevano che fosse necessario offrire il diritto d’asilo a tutti i rifugiati, «meme quand leurs dossiers etaient accablants»62. A giustificare questa posizione era che la convinzione che la Giustizia italiana non avrebbe dovuto prolungare indefinitamente la durata delle detenzioni e ricorrere al sistema dei “pentiti”. Infine si sottolineava

 

- que la démarche de la France, comme celle de l’Italie, tient compte des objectifs de démobilisation et d’isolement politique des extrémistes

- qu’elle permet de couper aux griefs de discrimination qui ne manqueraient pas de faire les autorité espagnoles, voire turques, si la France répondait positivement aux demandes italiennes d’extradition. De même, dans un but de non discrimination idéologique, deux demandes s’appliquant à des activistes d’extrême droite viennent d’être refusées: l’une concerne une italienne […], l’autre un espagnol non basque […]

- qu’aucun des italiens refugiés en France n’est auteur principal d’une affaire politique grave (ex. Affaire Moro o Dozier)

- qu’enfin les surveillances exercées montrent qu’à l’inverse des basques, ils ne se livrent à aucune activité politique délictueuse sur notre territoire63.

 

                                                                                                               

60 Ibid. Sulla costruzione di questo “sistema di inserimento cfr. L. Joinet, Mes raison, cit., p. 61 Cfr. G. Martinet, L’observateur, cit., p. 224.

62 Ibid.

Privi dello status politico di rifugiati64, gli immigrati italiani potevano essere oggetto di una domanda di estradizione da parte del loro paese di origine. Per questo motivo le richieste avanzate dalla Penisola rappresentano ancora una volta un efficace veicolo per entrare all’interno della comunità espatriata, osservarne la vita oltrefrontiera ed analizzare la configurazione degli Stati attorno a questo fenomeno. Secondo quanto annotarono i funzionari del Ministero della Giustizia francese nei loro registri, l’andamento della questione tra il 1981 ed il 1985 fu il seguente65:

TAVOLA 1:

1981 1982 1983 1984 1985

25 36 20 86 61

   

In base a questa fonte possiamo notare un incremento delle domande nel 1982, e poi un picco nel 1984. Per quanto riguarda i flussi verificatisi negli anni 1980-1984, disponiamo di una ulteriore fonte – ovvero di una statistica redatta presumibilmente dai funzionari del Ministero degli Affari Esteri – che, come nel caso delle fonti relative alla consistenza numerica della comunità espatriata per ragioni politiche, non sempre concorda con quella previamente citata66:

                                                                                                                           

64 Nella sua testimonianza Joinet dice che venivano chiamati les “asilés de fait”. Cfr. L. Joinet, Mes

raisons, cit., p. 195.

65 Ministère de la Justice, b. 20030040, Registres d'ordre relatifs aux extraditions, (art 3-6), Séries T4

et T5, extraditions demandées par les pays étrangers (1946-1987).

66 AQO, Europe (1981-1985), Italie, b. 5342, Affaires administratives techniques et judiciaires, Nota

del Ministère des Relations Extérieures, Direction des français à l’étranger et des étrangers en France, Service des accords de réciprocité, «Note sur les relations judiciaires entre la France et l’Italie», 15 ottobre 1984. Cfr. Anche ANF, 5AG4/CD300/ f. 4, Jean Musitelli, Note pour Jean-Louis Bianco «à sujet demandes italiennes d’extradition», 8 febbraio 1985. La nota, più aggiornata della precedente, seppur contenente meno specifiche, ci informa che nel 1984 si raggiunsero le 61 domande, di cui 48 rifiutate, e che nel gennaio 1985 arrivarono quattro domande di cui una rifiutata.

TAVOLA 2: