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La campagna elettorale ha riprodotto nel caso francese – come fisiologicamente ogni campagna elettorale riproduce nel caso della conquista di una carica

186 Ibidem.

187 In realtà Baylet ha presentato se stesso anche così: «Après des études de droit à l'Université de

Toulouse, Jean-Michel Baylet devient journaliste en 1971. Fidèle aux traditions radicales de sa famille, il s'engage très jeune dans la politique et au coté de Robert Fabre, il participe en 1973 à la la fondation du MRG. Passionné de jazz, défenseur de l'Occitan, il est favorable à la proposition de loi relative au développement des langues et cultures régionales, Jean-Michel Baylet est aussi un amateur de sport qui aime le rugby et le ski» (ibidem).

188

«Jean-Michel Baylet a décidé de présenter sa candidature à la primaire citoyenne pour

défendre les valeurs du Radicalisme et poser la première pierre du rassemblement de la Gauche pour 2012» (bidem).

monocratica ed elettiva – il più alto livello di caratterizzazione legato alle singole personalità. Questo inquadramento, in qualche modo, ha correlato la corsa alle primarie alle caratteristiche e alle qualità personali delle singole candidature, ritagliandone di conseguenza anche una forma di comunicazione basata molto sulla corporalità e sulla fisicità dei singoli candidati.

Partendo da Martine Aubry, tracceremo una serie di elementi interessanti emersi durante la campagna per le primarie: dai punti di forza e debolezza agli slogan dei candidati, fino ad arrivare all'analisi dei materiali utilizzati per la fase elettorale. Per quanto riguarda la candidata socialista, primo segretario, sin dalla sua discesa in campo190, uno degli elementi più importanti della sua campagna elettorale è stato proprio il ruolo di incumbency partitica. Questa legittimità politica – nonostante i dubbi di frode sul Congresso che l'ha eletta191 – unita alla legittimità istituzionale, ad esempio la sua esperienza da ministro, e al successo della comunicazione «merkelizzata», hanno rappresentato gli elementi più solidi e pervasivi all'interno della sua campagna elettorale. Tuttavia, il vago riferimento alla laicità, fattore molto sentito soprattutto dalla sinistra repubblicana, e l'immagine distante dal ruolo da protagonista che la corsa alla presidenziali richiede192 – oltre che l'incasellamento con il ruolo estenuante della «Madonna delle 35 ore»193 – hanno leggermente giocato a suo sfavore durante la campagna elettorale. Per quanto riguarda i materiali elettorali, Martine Aubry ha organizzato la comunicazione intorno allo slogan «Le changement a un nom: Martine Aubry». L'elemento più interessante della campagna è stata l'organizzazione capillare della mobilitazione e la funzionalità quasi pedagogica dei sui siti ufficiali194. Inoltre, un kit di comunicazione dettagliato e completo è stato messo a disposizione dei volontari: dai manifesti, ai volantini, passando per le foto ufficiali da utilizzare fino ai loghi e alle lettere. Le istruzioni spiegavano come organizzare una «riunione di appartamento» tra cittadini, dalle regole per una buona riuscita fino

190

http://www.dailymotion.com/video/xjkskb_martine-aubry-candidate-a-la-presidentielle_news

191

Al Congresso di Reims vinse contro Royal per circa 100 voti, scatenando una serie di dubbi sulle regolarità delle elezioni interne.

192 Basti pensare alla scarsa presenza nei media e ad uno snobbismo eccessivo rispetto al dibattito

pubblico mediatizzato.

193

http://archives-lepost.huffingtonpost.fr/article/2011/06/30/2537347_revue-des-candidat-e-s- aux-primaires-socialistes.html

194 Siti ufficiali usati durante la campagna elettorale: www.martineaubry.fr;

agli orari migliori per organizzarla195, come strutturare un porta a porta efficiente, come avviare una campagna telefonica capillare nei quartieri dove le informazioni erano scarse, come organizzare dei caffè-dibattiti pubblici oppure una conferenza stampa, per arrivare alle istruzioni strategiche per essere presenti su Internet (Coopol, Twitter, Facebook, ecc).

Le figure 16 e 17 mostrano due esempi di manifesti elettorali utilizzati durante la campagna. Lo stile del primo è semplice, quasi poetico, la sedia vuota dei poveri a sostegno della candidatura di Aubry, il secondo invece ritrae la candidata in una delle tre foto ufficiali di campagna. Tra i volantini da distribuire le (Figg. 18 e 19), mostrano una sorta di lettera con le informazioni base e poi ancora Martine Aubry in un'altra foto di campagna. Qualche foto (Fig.20) non ufficiale è circolata attraverso lo slogan utilizzato per il network «Ma Présidente», che ritraeva il suo volto. Infine gli immancabili picbadge in due formati (Fig.21), il primo quello ufficiale di campagna, il secondo nella versione dei volontari.

Figure 16, 17 – Manifesti elettorali Aubry.

Fonte: www.martineaubry.fr.

195 la parole est libre, chacune et chacun peut poser des questions et l'échange est souvent plus

aisé. Elle se tient à un moment où les personnes sont disponibles (parfois en journée, souvent en soirée pour les salariés) (Fonte : http://www.martineaubry.fr/article/kit-equipe)

Figura 18, 19 – Volantini campagna elettorale Aubry.

Fonte: www.martineaubry.fr.

Figura 20 – Foto non ufficiale campagna elettorale Aubry

Fonte: www.martineaubry.fr.

Figura 21 – Picbadge campagna elettorale Aubry.

Fonte: www.martineaubry.fr.

Per quanto riguarda la campagna elettorale di François Hollande, tra i suoi punti di forza, sicuramente hanno giocato un ruolo fondamentale sia la sua intelligenza

strategica e politica sottolineata dai media, sia l'etichetta di uomo posato e serio che ne ha qualificato la sua candidatura. Inoltre, da sempre, Hollande è stato descritto, e non in maniera negativa, come un uomo desideroso di potere. Tra le sue debolezze, invece, l'assenza di una reale esperienza governativa, ad esempio ministeriale, e la figura troppo burocratizzata che per dieci anni l'ha visto segretario «immobile» di un partito. Da un punto di vista della comunicazione, il suo comportamento bonario spesso è stato associato, anche in chiave ironica, ad una Francia «molle»196. Tra i suoi slogan «La France en avant», al quale spesso si è affiancata nei suoi discorsi la parola chiave «candidat normal». Il candidato Hollande ha utilizzato due manifesti elettorali con il claim «Dès le 9 Octobre Faisons gagner la gauche», il primo tra la sua gente, quella socialista, durante il meeting di apertura (Fig.22), il secondo invece, da solo e serio in una posa presidenziale (Fig.23). Gli stessi manifesti sono stati usati per i volanti distribuiti con il regolamento delle primarie (Figg.24 e 25). Altri volantini sono stati prodotti in relazione ad alcuni proposte chiave del suo programma, come il tema del lavoro, dell'ambiente e dell'economia (Fig.26). Infine l'uso di picbadge nei social network e l'applicazione per i siti197, quest'ultima con le istruzioni per scaricare i materiali a sostegno di Hollande nei vari formati da inserire nei profili privati (Fig.27).

Figura 22, 23 – I manifesti della campagna di Hollande.

Fonte: www.parti-socialiste.fr.

196

Basti pensare al soprannome coniato da Montebourg: Hollande Flamby. Il Flamby, o flanby dolce simile alla mousse, è una cosa molle e inconsistente.

197 Siti di riferimento: www.repondreagauche.fr; www.francoishollande.fr;

Figure 24, 25 – I volantini della campagna di Hollande.

Fonte: www.parti-socialiste.fr.

Figura 26 – Serie di volantini tematici per la campagna elettorale di Hollande.

Figura 27 – Picbadge e uso dell'App a sostegno di Hollande.

fonte: profilo facebook François Hollande.

La campagna elettorale di Arnaud Montebourg198 si è sviluppata fortemente intorno alla figura del giovane rampollo socialista, per molti destinato ad altre e importanti battaglie politiche, come la prossima competizione presidenziale. Tuttavia, le primarie hanno consentito a Montebourg di poter emergere per alcune caratteristiche personali. Innanzitutto, la capacità di interloquire in una maniera «implacabile» riuscendo ad esercitare una forte retorica carismatica da grande leader. In più, Montebourg ha occupato, all'interno della compagine socialista, il posizionamento politico più originale ed innovativo, giocando molto sul rinnovamento e sul ricambio generazionale. Ciò nonostante, questa grande aura personale ha costituito uno dei principali motivi della reazione polemica alla sua candidatura. Infatti, tra i punti di debolezza della sua comunicazione durante la campagna, i mass media hanno evidenziato il carattere ampolloso, a tratti eccessivo, per non dire teatrale. Ma, probabilmente, l'incognita più dissonante in casa socialista è stata l'immagine di un politico fortemente ambizioso legata ad un carrierismo che molti osservatori hanno sottolineato e che, in qualche modo, ha rappresentato una discrasia con i programmi antiglobalizzazione che il candidato ha sostenuto targettizando la sua campagna verso un elettorato ben preciso. Il suo slogan «Bâtir la nouvelle France» ha supportato la parola chiave della sua campagna, «démondialisation» e il suo progetto «des idées et des rêves». Tra i

198 Siti di riferimento: www.desideesetdesreves.fr; www.arnaudmontebourg.fr;

materiali elettorali, Montebourg, ha utilizzato una solo foto di campagna (Fig.28), zoomata in base allo strumento utilizzato: primo piano, mezzobusto e sguardo (Fig.29). Sia nei volantini che nei manifesti, Montebourg, ha impostato come logo un cerchio rosso con le iniziali del suo nome leggermente stilizzate, sovrastanti l'obiettivo «2012», con in più l'uso di un colore per i fondali vicino al grigio/azzurro.

Figura 28 – Manifesti e volantini elettorali

Fonte: www.arnaudmontebourg.fr

Figura 29 - Banner e picbadge campagna elettorale Montebourg.

Per quanto riguarda la candidatura di Ségolène Royal, l'unica ad aver già affrontato in prima persona l'intensità della campagna presidenziale, parte della sua comunicazione durante le primarie è gravitata intorno alle sue esperienze politiche, istituzionali e sociali. Da una parte, l'immagine di una candidata pronta alla rivincita contro il «nemico» della sinistra, dunque l'immagine di una candidata che è riuscita a far tesoro della sconfitta e ad aver ormai accumulato tutte le competenze per vincere le nuove presidenziali. Dall'altra l'esperienza di governo come ministro, parlamentare e presidente di regione, che ha sempre giovato di una sorta di coerenza programmatica e di una costanza decennale nel difendere determinate proposte politiche. In più la sua comunicazione che è riuscita a dimostrare come sempre la sua capacità di gestire con naturalezza le fasi della campagna elettorale e soprattutto la qualità di avere un contatto con il popolo, in maniera empatica, ma anche fisica. Tuttavia, in questa campagna, la problematica più evidente è emersa nella figura poco notiziabile della sua immagine personale, logora da un punto di vista mediatico tanto da risultare nel complesso poco visibile all'interno del circuito dei mass media. Il suo slogan, «La force citoyennes» si è uniformato un po' al più glorioso «La force tranquille» di mitterrandiana memoria. Allo slogan ufficiale di campagna, Ségolène Royal ha affiancato «L'ordre social juste» e la «Présidente des solutions». I manifesti elettorali utilizzati durante la campagna si sono rifatti molto all'immaginario nazionale, basti pensare all'uso dei colori – blu, bianco e rosso – richiamati anche dai vestiti della candidata. Lo sfondo, invece, sempre identico: foto di «popolo» (Fig.30).

Figura 30 – Manifesti elettorali campagna elettorale Royal.

Fonte: www.desirsdavenir.fr.

Per quanto riguarda Manuel Valls199, come dicevamo, considerato l'erede di DSK, bisogna tenere in considerazione da una parte la sua giovane età e dall'altra l'idea di «modernità» presentata durante l'intera campagna elettorale. Tutto ciò ha permesso insieme alle sue qualità personali, di trovare visibilità rispetto all'informazione di campagna, dimostrando di riuscire a gestire e a dominare la comunicazione, non solo da un punto di vista della padronanza degli strumenti di comunicazione – soprattutto quelli televisivi –, ma anche nella capacità di rompere certi tabù ideologici stimolando e provocando sempre e comunque il dibattito. Tra le sue debolezze nella campagna per le primarie, sicuramente la figura nuova ha peccato di inesperienza rispetto alla dinamica del potere, ma anche di una sorta di isolamento interno al «ventaglio» socialista per il poco consenso ideologico intorno alle sue posizioni social-liberali. Il suo slogan «L'énergie du changement», tuttavia, ha rappresentato una novità nella comunicazione del Ps, sia nello stile grafico – basti vedere il logo di campagna

199 Siti di campagna: www.valls.fr; twitter.com/#!/manuelvalls;

(Fig.31) – sia nell'immaginario collettivo legato ad un uomo in camicia e giacca, un uomo di destra.

Figura 31- Slogan, manifesto e picbadge della campagna elettorale di Valls.

Fonte: www.parti-socialiste.fr.

Jean Michel Baylet200, il più anziano nel parterre dei candidati ha strutturato l'intera campagna sulla costruzione della sua legittimità istituzionale intorno al ruolo di Presidente del Partito della sinistra radicale, nonché la sua esperienza decennale come ministro, presidente di consiglio regionale, senatore, deputato, ecc. Tra i suo punti di debolezza, sicuramente il fatto di aver rappresentato una sorta di «Garante» all'interno della campagna elettorale rispetto ai 5 candidati socialisti, delegando la sua presenza a ruolo marginale di «vassallo» per l'intera campagna elettorale. In più, nel dibattito pubblico ha pesato molto la sua contrarietà rispetto alle primarie aperte, che da subito ne ha fatto l'unico difensore, antistorico, di un sistema chiuso legato ad una maggiore esclusività del selettorato francese. Inoltre, la comunicazione lo ha penalizzato sempre in termini di visibilità, ma anche per quanto riguarda le argomentazioni programmatiche; il suo

200 Siti di campagna: www.planeteradicale.org; www.jeanmichelbaylet.fr;

progetto, infatti, presentava una struttura piena di lacune a livello dei piccoli dettagli. Infine, la sua condanna nel 2003 per abuso di beni sociali, ha reso la sua presenza in campagna elettorale un po' imbarazzante rispetto ai discorsi di giustizia e trasparenza degli altri candidati. Il suo slogan «Faire renaître l'espérance» è stato coadiuvato nei manifesti elettorali dal più diretto «L'audace à gauche», manifesti caratterizzati dai colori giallo e blu del Partito radicale di sinistra (Fig.32).

Figura 32 – Manifesti elettorali e volanti Baylet.

Fonte: www.planeteradicale.org