• Non ci sono risultati.

Gli sviluppi della scultura di fine millennio

Allo scadere del XX secolo la scena artistica italiana appare percorsa da molteplici linguaggi che di fatto rendono impossibile una definizione unitaria che incarni univocamente il momento storico concluso. Rappresentativa in tal senso fu la mostra organizzata da Renato Barilli nel 1999 a Belluno intitolata Alle soglie

del 200049, che ebbe l’obiettivo di indicare lo stato dell’arte alla fine del

Novecento. Alla rassegna furono invitate le generazioni di artisti che si erano imposte alla critica a partire dagli anni Ottanta e dei più giovani artisti la cui attività era iniziata negli anni Novanta, di cui ricordiamo nell’ambito specificatamente dedicato alle opere plastiche, le presenze di Plumcake, di Marco Lodola e di Gianantonio Abate, con opere di gusto neo pop, affiancate ai lavori di Chiara Dynys e di Umberto Cavenago realizzate nel solco del neo minimalismo e infine le opere di Massimo Kauffmann, del duo Cuoghi & Corsello, di Eva Marisaldi, di Sabrina Mezzaqui, di Sabrina Torelli e di Luca Vittore prodotte nell’ambito del post concettuale. La giovane scultura contemporanea italiana si presentava quindi attraverso una pluralità di codici visivi caratterizzati da un’abbondanza di materiali eterogenei e da una costante ricerca di tecniche costruttive sperimentali. Alla rassegna di Belluno seguirono l’esposizione intitolata Futurama arte in Italia, frequenze e segnali dalle ultime generazioni, a cura di Bruno Corà, Raffaele Gavarro e Marco Meneguzzo, che si tenne a Prato nel 200050, e la mostra Castelli in aria. Arte a Napoli di fine millennio, a cura di Angela Tecce che si tenne a Napoli nel 200051, che evidenziarono con chiarezza come gli orientamenti della plastica italiana fossero indirizzati verso linguaggi sempre più innovativi e sperimentali che di fatto avevano radicalmente modificato

49 Cfr., Alle soglie del 2000. arte in Italia negli anni ‘90, catalogo della mostra, a cura di R. Birolli,

Palazzo Crepadona, Belluno 7 agosto – 26 settembre 1999, Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano 1999

50 Cfr., Futurama arte in Italia, frequenze e segnali dalle ultime generazioni, catalogo della

mostra, a cura di B. Corà, R. Gavarro e M. Meneguzzo, Centro per l’arte contemporanea “Luigi Pecci”, Prato 8 luglio – 3 settembre 2000, Gli Ori editore, Prato 2000

51 Cfr., Castelli in aria. Arte a Napoli di fine millennio, catalogo della mostra a cura di A. Tecce,

Castel Sant’Elmo, Napoli 3 maggio – 16 luglio 2000, Edizioni Umberto Allemandi & C., Torino – Londra 2000

il concetto tradizionale di scultura, così come ci è stato tramandato dalla millenaria storia dell’arte.

Con ciò però non si vuole affermare che la scultura, intesa nella sua concezione tradizionale, fosse scomparsa, come estinta, ma risultava semplicemente assente dalle grandi rassegne nazionali e dai grandi circuiti del mercato.

Le ragioni di questa assenza andrebbero rintracciate sia nell’ambito propriamente della critica che fu sempre più interessata a mettere in rilievo gli aspetti più innovativi delle ricerca plastica contemporanea che nell’ambito del mercato dell’arte sempre più interessato a promuovere la produzione d’avanguardia; due distinti fattori che contribuirono però indirettamente (o forse coscientemente) a relegare ai margini dei propri interessi la scultura prodotta con le tecniche e i materiali convenzionali.

Dall’analisi delle riflessioni critiche contenute nei saggi dei cataloghi delle relative mostre emerge infatti la volontà di concentrare l’attenzione del discorso unicamente sugli aspetti innovati della scultura tralasciando quello sulla scultura tradizionale. Aspetto che emerge con tutta la sua forza nel caso per esempio della mostra di Belluno: “L’iniziativa è stata proposta e curata da Renato Barilli con l’intento di riassumere in modo chiaro e quasi didattico i movimenti artistici più significativi di mezzo secolo in Italia, con lo scopo di contribuire in questo modo ad aggiornare e svecchiare il gusto anche nelle nostre zone”52.

In questa prospettiva critica, condotta unicamente verso le esperienze dirompenti e innovative del fare plastico contemporaneo, non ci meraviglia quindi che artisti come Massimo Bartolini, Paolo delle Monache Michelangelo Galliani e Giovanni Rizzoli, solo per citarne alcuni, restassero esclusi, unicamente per il loro essere legati alle pratiche convenzionali della scultura. Esclusione che del resto si registrò anche anni dopo con la pubblicazione del volume di Alessandra Galasso intitolato Laboratorio Italia. Giovani scultori italiani nel 200853, volume che sebbene si proponesse programmaticamente di illustrare il vasto e variegato panorama della produzione plastica italiana di inizio millennio, si concentrò invece soltanto sugli aspetti più innovativi della produzione attuale tralasciando del tutto quelli maturati nell’ambito delle tecniche convenzionali. Il merito di aver

52 A. Stragà e G. Chedina, Presentazione, in Alle soglie del 2000. arte in Italia negli anni ‘90, in

Op. cit., Milano 1999, pagina non numerata.

53 A. Galasso, a cura di, Laboratorio Italia. Giovani scultori italiani, Johan &Levi editore, Milano

avviato un processo di riequilibrio nell’ambito degli studi dedicati della produzione plastica italiana di ultima generazione spetta unicamente a Marco Meneguzzo che con la mostra La scultura italiana del XXI secolo del 2010, ha fornito al pubblico e alla critica la possibilità di ammirare in maniera organica il paesaggio italiano della scultura contemporanea senza nessuna distinzione tra opere caratterizzate da materiali tradizionali o innovativi e per tecniche convenzionali o sperimentali. Va rilevato che in quell’occasione Meneguzzo affrontò l’argomento con grande coraggio poiché corse il rischio che la scultura tradizionale posta a fianco di quella più innovativa, potesse “essere percepita come anacronistica” da un pubblico oramai abituato a confrontarsi con i linguaggi della contemporaneità, invece essa dimostrò di essere ancora un linguaggio carico di potenza espressiva in grado di catturare l’interesse e l’ammirazione del pubblico stesso54; tale mostra sarà oggetto di maggiori approfondimenti critici nei

capitoli successivi.

54 M. Meneguzzo, La scultura lingua nuova in La scultura italiana del XXI secolo, catalogo della

mostra, a cura di M. Meneguzzo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano 19 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011, Fondazione Arnaldo Pomodoro Editore, Milano 2010, p. 12

1.8 Uno sguardo sulla situazione a Napoli: le esperienze di Renato