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Gonzaga, Savoia e Impero: il Monferrato e la successione mantovana

Le caratteristiche e le implicazioni internazionali della crisi scoppiata nei territori gon- zagheschi e nel Monferrato sin dal 161319 costituiscono una delle lenti imprescindibili attraverso le quali esaminare e tentare di comprendere la gestione degli affari imperiali in Italia durante la Guerra dei Trent’anni: essa fu un banco di prova per gli assetti imperiali perché coinvolse due dei più importanti vassalli imperiali italiani. Come è noto i territori del Monferrato, controllato dal 1536 dai Gonzaga20, avevano sempre attratto l’attenzione dei Savoia. Pertanto, poco prima e durante il grande conflitto europeo della Guerra dei Trent’anni, gli interessi di Savoia e Gonzaga si trovarono uno di fronte all’altro sul territorio monferrino e i loro problemi e le loro strategie più o meno direttamente condizionarono direttamente e indirettamente gli equilibri del grande conflitto europeo influendo sulla gestione della politica imperiale verso i feudatari italiani. In sostanza anche su questo scenario generale dobbiamo proiettare le novità prima accennate riguardanti la gestione dei territori italiani da parte dell’Im- pero, ovvero la lenta costruzione del primo nucleo del funzionariato imperiale in Italia per il controllo dei territori della penisola dipendenti dall’Impero.

Le tensioni emerse tra 1613 e 1630 nel Monferrato costituirono un punto nodale delle relazioni tra la Spagna di Filippo III e Filippo IV con l’Impero di Ferdinando II. Il Monferrato era un «territorio strategico»21, l’unica regione dello Stato gonzaghesco, come ebbe a scrivere Cesare Mozzarelli, ad aver conservato un profilo «interessante dal punto di vista internazionale […] trovandosi sulla via che da Genova [avrebbe potuto] condurre gli eserciti spagnoli in Fiandra»22; dato anche il rilievo dei transiti in quella 19 P. Merlin e F. Ieva (ed.), Monferrato 1613. La vigilia di una crisi europea, Roma, Viella, 2016. 20 A. B. Raviola, Il Monferrato gonzaghesco. Istituzioni ed élites di un micro-stato (1536-1708),

Firenze, Olschki, 2003.

21 P. Merlin, «Il Monferrato. Un territorio strategico per gli equilibri europei del Seicento», in

Merlin e Ieva (ed.), op. cit. (nota 19), pp. 15-29.

22 C. Mozzarelli, Lo Stato gonzaghesco. Mantova dal 1382 al 1707, in L. Marini, G. Tocci, C.

Mozzarelli e A. Stella (ed.), I Ducati Padani, Trento e Trieste, Torino, UTET, 1979, pp. 357-495, qui p. 467.

zona23, i motori della crisi monferrina non furono solo gli interessi dinastici e politici, ma pure le dinamiche economiche.

Del resto l’importanza strategica del territorio e le aspirazioni sabaude avevano indotto già nel 1608 il duca Vincenzo I (insignito col Toson d’Oro, e titolato principe del Sacro Romano Impero)24, a tentare di neutralizzare le mire di Carlo Emanuele I stipulando un’alleanza matrimoniale tra il figlio Francesco Gonzaga con Margherita di Savoia25. Ma in realtà questo legame familiare anziché sfumare i problemi in un certo modo li aggravò: alla morte improvvisa dell’erede Francesco colpito da vaiolo, i Gonzaga si erano trovati privi di successione, essendo morto anche l’unico figlio maschio nato dalla giovane coppia. Margherita di Savoia tornata in patria, aveva dovuto lasciare a Mantova la figlioletta Maria di soli 4 anni.

La morte improvvisa del giovane duca di Mantova mise Savoia e Gonzaga gli uni contro gli altri e coinvolse la Spagna per tramite del governatore di Milano Hinojosa, singolare personaggio legato ai Savoia26. Il problema della successione rimase come «incubato» ancora per 15 anni entro gli avvicendamenti successóri «mono-genera- zionali» dei fratelli del duca Francesco defunto, ovvero Ferdinando (1612-1626) e Vincenzo (1626-1627), anch’essi figli del duca Vincenzo I, cognati di Margherita di Savoia, nonché zii della piccola Maria Gonzaga, tutti senza una propria successione. Si trattò di una generazione strepitosa: infatti non solo tutti i figli maschi nati dal matrimonio di Vincenzo I con Eleonora de’ Medici furono chiamati al governo per mancanza di successione maschile, ma anche le figlie ebbero un destino eccellente e poterono contrarre matrimoni prestigiosi27: ad esempio nel 1622 Eleonora Gonzaga 23 L’importanza della zona da questo punto di vista è stata rimarcata da Raviola, op. cit. (nota 20),

pp. 93-132.

24 C. Continisio (dir.), La corona del principe: iconologia e simbologia per Vincenzo I Gonzaga: saggi

in memoria di Cesare Mozzarelli, Mantova, Il Rio arte, 2015.

25 La principessa Margherita di Savoia (1589-1655) era figlia di Carlo Emanuele I, duca di Savoia,

e di Caterina d’Asburgo infanta di Spagna.

26 Il duca di Savoia aveva concesso al marchese de la Hinojosa il titolo di marchese di San Germano

che aveva «creato una doppia lealtà/fedeltà come servitore di Filippo III e feudatario di Carlo Emanuele I», in F. J. Álvarez García, «Fra servizio alla Monarchia e difesa della reputazione. L’opposizione al marchese dell’Hinojosa nella propaganda filospagnola della guerra del Monferrato», in Merlin e Ieva (ed.), op. cit. (nota 19), pp. 99-113; F. J. Álvarez García, «‘Los más hambrientos hincan el colmillo de la pasión en mi reputación’. El proceso contra Hinojosa por su gestión de la crisis de Monferrato (1613-1615)», in C. Bravo Lozano e R. Quirós Rosado (dir.), En tierra de confluencias. Italia y la Monarquía de España.

Siglos xvi-xviii, Valencia, Albatros, 2013, pp. 27-40.

27 Francesco (1586-1612), duca di Mantova con il nome di Francesco IV e del Monferrato con il

nome di Francesco II, dal 1612; sposò nel 1608 Margherita, figlia di Carlo Emanuele I duca di Savoia; Francesco e Margherita ebbero due figli, ma la sola Maria Gonzaga giunse all’età adulta ed ebbe pretese sui ducati; Ferdinando (1587-1626), cardinale dal 1607, duca di Mantova e del Monferrato dalla morte del fratello Francesco nel 1612; Guglielmo Domenico (4 agosto 1589-13 maggio 1592), detto «Lungaspada»,

(1598-1655) andò in sposa all’imperatore Ferdinando II (1578-1637), rimasto vedovo nel 1616 di Anna di Baviera28.

Alla morte di Ferdinando nel 1626 si profilò la prima minaccia di successione esterna alla linea primogenita: le due ipotesi sul campo interagivano con gli interessi europei e comprendevano due pretendenti. Entrambi dividevano il contesto inter- nazionale: la prima soluzione prevedeva di affidare la successione a Carlo di Retel (1580-1637), appartenente alla dinastia dei Gonzaga Nevers, vicini alla Francia; la seconda riguardava il duca Ferrante II di Guastalla, il quale era appoggiato, almeno inizialmente, da entrambe le potenze asburgiche29. Capire perché questo secondo can- didato nonostante gli iniziali rilevanti sostegni sia stato alla fine abbandonato alla sua sorte, significa calarsi nel gioco delle fazioni esistenti nelle due corti asburgiche. Alcuni nella corte imperiale si erano convinti che fosse rischioso dare al duca di Guastalla la successione sul trono di Mantova in quanto avrebbe rafforzato il fronte filoitaliano data la parentela stretta con Eleonora —la cui «sensibilità devota» aveva un’eccessiva influenza sul marito Ferdinando II30—; in realtà ben presto emersero le perplessità della stessa imperatrice su questa soluzione come fra poco si dirà.

I Savoia ebbero in tutte le fasi della crisi del Monferrato e della successione manto- vana un ruolo rilevante, non solo per l’interesse diretto legato alla recente parentela con i Gonzaga e alla contiguità del Monferrato con il Piemonte. Non si deve dimenticare che essi costituivano un’eccezione tra i vassalli imperiali italiani31: innanzitutto il loro potere si dispiegava su un territorio che non era completamente italiano e le stesse origini della dinastia non erano italiane; la dinastia costituiva una sorta di cerniera tra il territorio francese e quello italiano; i Savoia erano principi dell’Impero32, membri del corpo

marchese del Monferrato; Margherita (2 ottobre 1591-7 febbraio 1632), sposata il 24 aprile 1606 con Enrico di Vaudémont, duca di Lorena (1563-1624); Vincenzo (1594-1627) cardinale dal 1615, duca di Mantova e Monferrato dal 1626 con il nome di Vincenzo II; Eleonora (23 settembre 1598-27 giugno 1655), sposata il 4 febbraio 1622 all’imperatore Ferdinando II.

28 Era figlia di Vincenzo I Gonzaga ed Eleonora de’ Medici. Sui matrimoni Asburgo-Gonzaga rinvio

a Mozzarelli, op. cit. (nota 10).

29 Nel 1621 con diploma del 2 luglio, Ferrante II era stato premiato con l’elevazione della signoria

di Guastalla a ducato.

30 Cfr. quanto dice Mozzarelli, op. cit. (nota 10), p. 206 a proposito dell’opposizione a Eleonora. 31 P. Bianchi (dir.), Il Piemonte come eccezione. Riflessioni sulla «Piedmontese exception», Torino,

Centro Studi Piemontesi, 2008, pp. 79-94, qui p. 90.

32 Fonti dirette in Archivio di Stato di Torino (ASTo), Materie d’Impero, «Vicariato imperiale»,

m. 1. Cfr. anche M. Schnettger, «La Maison de Savoie et le Sain-Empire à l’époque moderne», in G. Ferretti (dir.), De Paris à Turin. Christine de France duchesse de Savoie, Paris, L’Harmattan, 2014, pp. 125-140; M. Schnettger, «Des rapports distants: la Maison de Savoie et les Habsbourg d’Autriche pendant la guerre de Trente Ans», in G. Ferretti (dir.), L’État, la cour et la ville. Le duché de Savoie au

temps de Christine de France (1619-1663), Paris, Classiques Garnier, 2017, pp. 123-144; e M. Bellabarba

germanico dell’Impero e avevano tentato più volte di ottenere un posto fisso nelle diete, ma avevano dovuto combattere contro l’ostilità dei principi dell’Impero. Nei «circoli tedeschi» —complesse reti di alleanze che si attivavano sia per le votazioni nelle diete sia durante le elezioni imperiali 33— essi potevano contare sull’appoggio dei duchi di Baviera e Colonia, mentre pativano sovente una manifesta ostilità da parte degli Elettori di Treviri, Magonza e Sassonia. Secondo Erdmannsdörfer34, durante il conflitto del Monferrato i Savoia avevano intrattenuto rapporti con i principi protestanti e dunque, anche se non in modo diretto, si erano collocati su un versante contrario a quello della politica di Ferdinando II. A ciò si aggiunge che il duca Carlo Emanuele di Savoia aveva tentato di proporsi quale candidato all’elezione del regno di Boemia e persino a quella imperiale che si svolse nella primavera del 1619. Questi tentativi certamente non influi- rono positivamente sulla sua reputazione e la sua affidabilità presso Ferdinando che ebbe il titolo nell’elezione del 27-28 agosto 1619. Neppure la nuova imperatrice Eleonora Gonzaga ebbe un atteggiamento conciliativo nei confronti del duca sabaudo35. Del resto i duchi di Baviera con cui i Savoia erano in contatto avevano tentato di qualificarsi come più meritevoli degli Asburgo al trono imperiale attraverso una campagna culturale ultracattolica che aveva cultori anche nello Stato di Milano36.