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Il gruppo Theta e le motivazioni alla base della decisione strategica d

4. La valutazione delle sinergie fiscali: le società GAMMA e DELTA

4.1 Il gruppo Theta e le motivazioni alla base della decisione strategica d

Nel corso degli anni, il gruppo THETA, principalmente per ragioni legate ad una strategia di diversificazione della propria attività, ha ampliato in maniera molto accentuata il numero di società appartenenti al gruppo. Il gruppo viene fondato nel 1986 da 3 società. Nel 1994 il gruppo, attraverso un’operazione di acquisizione, aumenta la propria numerosità passando a 4 unità. Tra il 1998 e il 2006 vengono portate a conclusione altre tre operazioni di acquisizione; inoltre va considerato che nel 2003 vi è stata la costituzione di una nuova società interna al gruppo. Al termine del 2008 il gruppo THETA contava pertanto 8 società. Il numero delle società appartenenti al gruppo nel corso

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del 2013 e del 2014 si è ridotto di due unità a seguito di due operazioni di fusione per incorporazione tra società appartenenti allo stesso. Nel corso del 2015 la volontà della proprietà era quella di voler procedere ad una ulteriore operazioni di fusione tra due (GAMMA e DELTA) delle 6 società residue. Tale fusione nasce quindi dalla necessità di razionalizzare la struttura del gruppo THETA in relazione a precise volontà espresse dall’imprenditore.

4.2 L’analisi fiscale

Per gli aspetti teorici legati alle fasi del procedimento di fusione, anche in questo caso per incorporazione, si rimanda al capitolo su “Le fasi del procedimento” affrontato nella sezione teorica.

L’intenzione è quella invece, in questo contesto, di fare particolare riferimento alla analisi delle sinergie di carattere fiscale, legata alla possibilità per GAMMA di portare in compensazione, negli esercizi post fusione, le perdite fiscali e gli interessi passivi in eccesso non ancora dedotti sia propri che della società DELTA.

Società GAMMA

Nella tabella sotto riportata sono inseriti, in Euro, i valori dei ricavi e proventi caratteristici (voci A1 ed A5 del conto economico):

Tab.20 Verifica test di vitalità GAMMA (1)

Voci conto economico 2012 2013 2014

A.1 541.959 483.610 503.928

A.5 14.981 33.044 4.123

Totale 556.940 516.654 508.051

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Il primo requisito del test di vitalità richiede che la Società in esame possegga un ammontare di ricavi e proventi caratteristici nell’esercizio 2014, superiore al 40% della media dei rispettivi valori calcolata sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento. La media dei ricavi e proventi caratteristici degli esercizi 2012 e 2013 è pari ad Euro 536.797.

Tab.21 Verifica test di vitalità GAMMA (2)

Oggetto 2012 2013 Media 2012 e 2013

Totale A.1+A.5 556.940 516.654 536.797

Fonte: nostra elaborazione

Calcolo del requisito:

Tab.22 Verifica test di vitalità GAMMA (3)

Oggetto Valore

40% della media A.1 e A.5 (a) 214.719

Totale A.1+A.5 esercizio 2014 (b) 508.051

Calcolo requisito (b)-(a) 293.332

Esito test Positivo

Fonte: nostra elaborazione

Come è osservabile dalla tabella sopra riportata, il primo requisito del test di vitalità risulta ampiamente soddisfatto.

L’analisi prosegue con l’esposizione della valutazione del secondo indice. Nella tabella sotto riportata sono illustrati i valori dei costi per le spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi:

Tab.23 Verifica test di vitalità GAMMA (4)

Voci conto economico 2012 2013 2014

B.9.a 28.792 28.234 29.354

B.9.b 9.701 9.404 9.123

Totale 38.493 37.638 38.477

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Il secondo requisito richiede che la Società possieda spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi (voci B9a e B9b del conto economico), superiori al 40% della media dei rispettivi valori calcolati sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento (2014).

Tab.24 Verifica test di vitalità GAMMA (5)

Oggetto 2012 2013 Media 2012 e 2013

Totale B.9.a+B.9.b 38.493 37.638 38.066

Fonte: nostra elaborazione

Calcolo del requisito:

Tab.25 Verifica test di vitalità GAMMA (6)

Oggetto Valore

40% della media B.9.a e B.9.b (a) 15.226

Totale B.9.a+B.9.b esercizio 2014 (b) 38.477

Calcolo requisito (b)-(a) 23.259

Esito test Positivo

Fonte: nostra elaborazione

Anche nel caso del secondo requisito la Società ha soddisfatto ampiamente i requisiti richiesti dal TUIR evidenziati in precedenza.

E’ bene ricordare che come già detto, il terzo requisito da soddisfare richiede che, affinché le perdite ante fusione e gli interessi riportabili delle società che superano il test di vitalità siano riportabili, è necessario che il loro valore complessivo non superi l’ammontare del patrimonio netto della società che le ha prodotte. Si riportano di seguito i le valutazioni eseguite per la verifica di detto requisito:

Tab.26 Verifica test di vitalità e limite del patrimonio netto GAMMA

Oggetto 2012

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Interessi passivi riportabili (dato preso da UNICO 2015) (b) 681.798

Patrimonio netto al 31/12/2014 (c) 4.497.150

Calcolo requisito (c-(a+b) 3.645.644

Esito test Positivo

Fonte: nostra elaborazione

Riassumendo, dalle tabelle sopra riportate emerge, per quanto riguarda il test di vitalità della società GAMMA, che questa soddisfa i requisiti richiesti per i due esercizi antecedenti a quello in cui sarebbe dovuta avvenire la fusione. I risultati infatti suggeriscono che:

- La Società possiede un ammontare di ricavi e proventi caratteristici, pari ad € 508.051 (voci A1 ed A5 del conto economico), superiore al 40% della media dei rispettivi valori calcolata sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento, corrispondente ad € 214.719;

- La Società possiede spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi, pari ad € 120.477 (voci B9a e B9b del conto economico), superiori al 40% della media dei rispettivi valori calcolati sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento, corrispondente ad € 15.226.

Il limite relativo alla capienza del patrimonio netto, stante l’importo delle perdite riportabili (€ 169.708) e degli interessi passivi (€ 681.798) è rispettato, in quanto il patrimonio netto risulta pari ad € 4.497.150. Non si è reso necessario verificare il limite relativo alle precedenti svalutazioni fiscali su partecipazioni, in quanto non ne sono state effettuate.

Società DELTA

Nella tabella sotto riportata sono indicati i valori di ricavi e proventi caratteristici (voci A1 ed A5 del conto economico):

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Tab.27 Verifica test di vitalità DELTA (1)

Voci conto economico 2012 2013 2014

A.1 362.456 220.841 189.201

A.5 52.736 39.384 17.883

Totale 415.192 260.225 207.084

Fonte: nostra elaborazione

Il primo requisito del test di vitalità richiede che la Società in esame possegga un ammontare di ricavi e proventi caratteristici nell’esercizio 2014, superiore al 40% della media dei rispettivi valori calcolata sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento. La media dei ricavi e proventi caratteristici degli esercizi 2012 e 2013 è pari ad Euro 337.709.

Tab.28 Verifica test di vitalità DELTA (2)

Oggetto 2012 2013 Media 2012 e 2013

Totale A.1+A.5 415.192 260.225 337.709

Fonte: nostra elaborazione

Calcolo del requisito:

Tab.29 Verifica test di vitalità DELTA (3)

Oggetto Valore

40% della media A.1 e A.5 (a) 135.083

Totale A.1+A.5 esercizio 2014 (b) 207.084

Calcolo requisito (b)-(a) 72.001

Esito test Positivo

Fonte: nostra elaborazione

Come è osservabile dalla tabella sopra riportata, il primo requisito del test di vitalità risulta ampiamente soddisfatto.

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La valutazione prosegue con l’esposizione dei calcoli relativi al secondo indice. Nella tabella sotto inserita sono riportati i valori dei costi per le spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi:

Tab.30 Verifica test di vitalità DELTA (4)

Voci conto economico 2012 2013 2014

B.9.a 45.216 21.709 15.057

B.9.b 14.841 7.032 10.986

Totale 60.057 28.741 26.043

Fonte: nostra elaborazione

Il secondo requisito richiede che la Società possieda spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi (voci B9a e B9b del conto economico), superiori al 40% della media dei rispettivi valori calcolati sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento (2014).

Tab.31 Verifica test di vitalità DELTA (5)

Oggetto 2012 2013 Media 2012 e 2013

Totale B.9.a+B.9.b 60.057 28.741 44.399

Fonte: nostra elaborazione

Calcolo del requisito:

Tab.32 Verifica test di vitalità DELTA (6)

Oggetto Valore

40% della media B.9.a e B.9.b (a) 17.760

Totale B.9.a+B.9.b esercizio 2014 (b) 26.043

Calcolo requisito (b)-(a) 8.283

Esito test Positivo

Fonte: nostra elaborazione

Anche nel caso del secondo requisito la Società ha soddisfatto i vincoli richiesti dal TUIR evidenziati in precedenza.

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Tab.33 Verifica test di vitalità e limite del patrimonio netto DELTA

Oggetto 2012

Perdite riportabili ante fusione (dato preso da UNICO 2015) (a) 679.267 Interessi passivi riportabili (dato preso da UNICO 2015) (b) 1.078.590

Patrimonio netto al 31/12/2014 (c) 1.082.358

Calcolo requisito (c-(a+b) -675.499

Esito test Negativo

Fonte: nostra elaborazione

Come è osservabile dalle tabelle sopra riportate, la situazione che emerge circa il test di vitalità della società DELTA è differente rispetto a GAMMA. La Società infatti soddisfa i requisiti richiesti per i due esercizi antecedenti a quello in cui sarebbe dovuta avvenire la fusione. I risultati infatti suggeriscono che:

- La Società possiede un ammontare di ricavi e proventi caratteristici, pari ad € 207.084 (voci A1 ed A5 del conto economico), superiore al 40% della media dei rispettivi valori calcolata sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento, corrispondente ad € 135.083;

- La Società possiede spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi, pari ad € 26.043 (voci B9a e B9b del conto economico), superiori al 40% della media dei rispettivi valori calcolati sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento, corrispondente ad € 17.760.

Differente risultato invece per quanto riguarda il limite relativo alla capienza del patrimonio netto. La società DELTA possiede infatti un patrimonio netto pari ad € 1.082.358, a fronte di un valore relativo alle perdite fiscali riportabili di € 679.267 e di interessi passivi riportabili pari ad € 1.078.590. Appare chiaro come il patrimonio netto non sia abbastanza capiente da permettere una totale riportabilità delle perdite fiscali e degli interessi passivi. Per questo motivo la società DELTA avrebbe dovuto rinunciare alla riportabilità di

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interessi passivi per € 675.499. Non si è reso necessario verificare il limite relativo alle precedenti svalutazioni fiscali su partecipazioni, in quanto non ne sono state effettuate.

Un ulteriore aspetto critico emerso nella valutazione del riporto delle perdite fiscali e degli interessi passivi indeducibili nelle operazioni di fusione attiene la necessità di verificare i presupposti inerenti il test di vitalità fino al momento in cui la fusione sarà deliberata (quindi non solo per il 2014, ma anche per la parte di 2015 fino alla data di efficacia della fusione). Su questo aspetto la dottrina è divisa. A tale proposito l’Agenzia delle Entrate (R.M. 10.4.2008 n.143) ha precisato che “l’ulteriore raffronto, da operare avendo riguardo alla data di perfezionamento giuridico della fusione, deve essere eseguito anche nel caso in cui gli effetti fiscali dell’operazione siano retrodatati all’inizio del periodo di imposta nel corso del quale la fusione i perfeziona, ancorché tale circostanza implichi il fatto che non si genera alcun periodo di imposta autonomo ante fusione” e ancora “ ai fini del test di vitalità, l’ammontare dei ricavi e proventi dell’attività caratteristica e delle spese per prestazioni di lavoro, relativi all’intervallo compreso tra la data di perfezionamento giuridico della fusione e la data di chiusura dell’esercizio precedente a quello nel corso del quale la fusione si è perfezionata, deve essere ragguagliato ad anno, per consentire che il raffronto con la media dell’ammontare dei medesimi elementi contabili degli ultimi due esercizi precedenti sia effettuato tra dati omogenei”.

A questo proposito invece, si è espressa con parere differente la norma di comportamento 18.12.2009 n.176 dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti, secondo cui non è invece necessario che i vincoli del test di vitalità siano soddisfatti anche nel periodo che intercorre dalla data di inizio dell’esercizio in cui la fusione viene deliberata e la data di efficacia giuridica dell’operazione. A conferma di ciò l’A.I.D.C. sottolinea che “il dato letterale nella norma menziona il conto economico relativo all’esercizio precedente a

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quello in cui la fusione è stata deliberata e non un conto economico successivo, riferito alla data di efficacia giuridica della fusione; adottando la tesi dell’Agenzia delle Entrate, si porrebbero problematiche di confronto tra dati disomogenei (alcuni relativi ad esercizi ordinari e altri relativi a periodi infrannuali); la costruzione artificiosa dei parametri dei ricavi e del costo del lavoro potrebbe essere contrastata dagli uffici in base alla disposizione antielusiva generale contenuta nell’art. 37-bis del DPR 600/73”.

Con riferimento alla fusione tra DELTA e GAMMA è doveroso quindi dire che nonostante il test di vitalità fosse per entrambe le Società positivo nei due esercizi antecedenti a quello in cui sarebbe dovuta avvenire la fusione, lo stesso non si può dire per la porzione di anno 2015. Infatti mentre per la società DELTA non si pongono problemi di alcun genere poiché i requisiti del test di vitalità risulterebbero ancora ampiamente soddisfatti per l’esercizio 2015, per la società GAMMA invece deve essere considerato che durante questo la Società non si è più avvalsa delle prestazioni lavorative del proprio personale, motivo per cui il requisito che prevede spese per prestazioni di lavoro subordinato e relativi contributi superiori al 40% della media dei rispettivi valori calcolati sui conti economici dei due esercizi precedenti a quello di riferimento (in questo caso con riferimento alla porzione di anno 2015) non sarebbe potuto essere soddisfatto. L’assenza di personale dipendente non può essere, di per sé, indice di mancanza di vitalità, ma in questo particolare caso si tratta di un costo per il personale che negli esercizi precedenti era comunque presente e il suo annullamento a causa della riduzione in toto del personale, difficilmente potrebbe essere associata, ad un mantenimento di operatività da parte dell’azienda (anche avvalendosi della procedura di interpello all’Agenzia delle Entrate) (Sistema Società, Fusione di società).

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5.Conclusioni

L’operazione tra le società ALFA e BETA ha trovato nei primi giorni del mese di gennaio 2016 la sua conclusione, e le due Società dal 1 marzo 2016 operano sotto il nome di ALFA. Nel periodo infatti che intercorre tra il deposito dell’atto presso il registro delle imprese e la data della sua efficacia non è stata sollevata opposizione da alcun creditore. ALFA ha subito intrapreso delle importanti azioni volte alla implementazione della strategia di espansione estera. Gli amministratori ed i consulenti della Società avranno adesso il fondamentale compito di monitorare l’andamento della Società per verificare che i risultati che sono stati previsti effettivamente si manifestino, in caso contrario dovranno essere prese delle contromisure strategiche per non perdere il valore creato dall’operazione di fusione.

Per quanto attiene alla fusione tra le società GAMMA e DELTA, data la difficoltà dell’interpretazione normativa, era presente quindi il forte rischio che a seguito della fusione, le sinergie fiscali legate alla riportabilità delle perdite e degli interessi passivi che avrebbero potuto generare un risparmio di imposta futuro, si trasformassero in dissinergie fiscali (per un ammontare complessivo pari ad € 1.757.857). Secondo le valutazioni societarie, la presenza di ulteriori forme di sinergie presenti di altra natura, quali quelle relative per lo più ad una riduzione dei costi di carattere amministrativo (spese legali, spese per consulenze, compensi al collegio sindacale, compenso agli amministratori ecc.) e quelle di carattere strategico legate ad un incremento della quota di mercato di GAMMA (poco significativa in quanto il fatturato di DELTA non è superiore ai 250.000 Euro), non avrebbe potuto compensare l’effetto negativo generato dalla possibile perdita dei benefici fiscali per le motivazioni illustrate nel capitolo precedente. Di conseguenza, la scelta finale del gruppo THETA è stata quella di non procedere alla operazione di fusione che era stata prospettata.

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Nel primo caso, la scelta di fusione si è rivelata quindi un idoneo ed efficace strumento di crescita per via esterna, conciliando di fatto le esigenze imprenditoriali con un risultato che ha portato alla creazione di valore per l’impresa ALFA. Allo stesso tempo, la seconda operazione ha, in un certo senso, evidenziato comunque un risultato importante. Ciò che infatti è stato possibile osservare è il corretto uso degli strumenti finanziari che la disciplina mette a disposizione. L’imprenditore ha infatti evitato di porre in essere un’operazione che avrebbe quasi sicuramente portato ad un risultato negativo, ovvero avrebbe distrutto valore per l’impresa. Le esigenze strategiche e di razionalizzazione della struttura societaria sono state quindi correttamente messe da parte, poiché i loro effetti positivi sarebbero stati totalmente erosi dalle elevate dissinergie fiscali, le quali hanno reso l’operazione non conveniente. Se il loro valore fosse stato inferiore, probabilmente l’imprenditore avrebbe ugualmente portato a termine l’operazione, ma nel caso analizzato il loro impatto era troppo rilevante per non essere tenuto in considerazione.

Il lavoro svolto si conclude con alcune riflessioni circa il percorso eseguito. Le conoscenze teoriche si sono rivelate un fondamento basilare da cui partire per poter affrontare al meglio tutti gli step delle due operazioni di fusione oggetto di analisi. I due casi hanno portato a risultati diametralmente opposti, ma entrambi, seppur in maniera differente, hanno richiesto un lavoro articolato e complesso per poter arrivare alla soluzione più idonea a soddisfare le esigenze dei clienti. Il rapporto con i clienti stessi è stato infatti un altro punto che, seppur non affrontato approfonditamente nell’elaborato, ha avuto necessità di accurate e approfondite valutazioni; infatti non è sempre aspetto semplice conciliare le esigenze imprenditoriali con la disciplina codicistica.

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Appendice

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