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Quanto
tempo cche tuttoquestoè acca-duto?»domandò
Arturo.«INonsonochetregiornichelaregina
Mar-gherita ha abbandonatoAi*
nellamanieracheDigitizedbyGoogle
33 oravihoeletto.—
Ma
nbinon potremo andarpiù innanzi verso la montagna senza discendereda cavallo. Vedete voi là in fondo il monastero chesiinnalza fradue enormirupicheformano la sommitàdel Montc-Santa-Vittoria?Non
vi èaltroterrenounito che quello cheè contenuto in questa gola,ov’ è in qualche
modo
annic-chiato'ilmonastero di SantaMaria
della Vit-toria, il di cui accesso è difesodai più peri-colosiprecipizj.Perarrivareallacima bisogna chevoi seguiatequestostrettosentiero, che gi-randointorno alla montagna ne conduce alla sommitàed allaporta delconvento. »»
E
che cosasarà di voi e deicavalli? »>« Noiciriposeremonell’ospizio costruttodai buoni padri al piededellamontagna,onde ri-ceverquelli chesirecanoalmonasteroin qua-litàdi pellegrini;perchèvi assicuro chevisi vieneda moltolungi inpellegrinaggio, cnon
si faquesto viaggio a piedi.
Non
viinquietatedunque
perme
,che sarò bentostoalcoperto;ma
vedodalla parte dell’ovest raccogliersi delle nubiminacciose)evoinepotrestesoffrire qual-che inconvenientese nonarrivate in tempoal convento. Vi do un’oraper questa corsa, e diròchesiete leggierocome un cacciatore di camosci,sequestotempo vibasta. »Arturo diede un’occhiataintornoe vide ef-fettivamenteammonticchiarsiallalontana dalla parte d’occidente varie nuvole, cheminacciavano dicangiarlafaccia dellagiornata
,non haguari sì puraeserena che sisarebbe intesa la ca-duta diuna.foglia.S’ingolfòdunquenell’aspro e sassososentieroche conduceva all’alto del
*•
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monte, ora scalando roCciequasi perpendico-lari,orafacendoungiropergiungerealla som-mità. Il sentieroserpeggiava tra cespugli di bossocdaltri arbustiaromatici, che fornivano qualche nodrimentoallecapre dellamontagna,
inache neltempostessoeranoostacolipoco pia-cevolialviaggiatore.Iqualiimpedimenti erano
sì frequenti,che l’ora chegliavevaassegnata Tibaldogià era trascorsa,quando Arturogiunse sulla cima delMonte-Santa-Vitloria infaccia alsingoiarconvento cheneportava il nome.
Noi abbiamo di già detto che la sommità dellamontagnaera terminata daunaroccia a doppia punta, formandone ilvóto unaspecie digola
, ov’eracostruitoil convento che ne occupavatutto lospazio intermedio.
La
facciata di questafabbrica eradelgenere del piùtetro eantico gotico, oforse, come lohanno chia-mato,di stilesassone.Esso corrispondeva per-fettamente allaformaselvaggia delle roccicche il circondavanoene sembrava far parte. Re-stava soltantounpiccolo spazioditerrenouguale escoperto,sul qualea forz"*dilavoro,c rac-cogliendodatutta lamontagna lapoca terra chein luoghi diversisipoteva trovare,ibuoni padrierano riusciti a formareun giardino.
Ilsuonodi una
campana
fececomparireun frate laico, portinaiodi questoconventocosì singolarmentesituato,a cuiArturosiannunciò come un mercanteinglese chiamatoFilipson,chevenivaa presentareisuoi omaggialla re-ginaMargherita. 11 portinaiol’accolsecon ri-spetto, lo feceentrare nelmonasteroe lo con-dusse inunparlatoriolecuifinestreguardavano
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35 dalla parted’Aix,ed offerivanounavista splen-dida de’luoghimeridionali cd occidentali della Provenza.
Appunto
daquella parteArturocrasi‘
. avvicinato allamontagna,
ma
ilsentiero cir-colarechedovette tenere gliene avevafatto de-scrivere tuttalacirconferenza.Le
finestredalla parted’occidentedominavano,la bella veduta di cuiparlammo
, csembrava cheper poterne godere sifosse costrutta lungolafabbricauna gran'ringhiera,che,andava da un picco al-l’altro.Un’aperturadel parlatoriopermetteva di entrare in questa loggia, cdArturo essen-dosi innoltrato, osservòche il
muro
del pa-rapettoelevavasi sull’orlodiun
precipizio,il cui fondo eracinquecento piedi al disottodei fondamenti del convento. Sorpresoditrovarsi cosìvicinoaduntaleabisso,sgomcntossi cne distolse gli occhi ondeammirare
i paesipiù lontani:ilsolescendente allora verso l’occiden-te, spandeva lanongrata luce de’suoi raggi rossiccisopralevalli e i colli, lepianure e iboschetti; csopracittà, chiesec castelli,di cui alcuni elevavansialdi làdegli alberi, al-trieranocollocatisovr’aspreeminenze,c molti ornavanolerivedilaghi e difiumi, vicinanza ricercata in
un
climaardentecomeèquello della Provenza.Ilrimanentedell’apertopaese 'presentava alla vistaoggetti somiglianti quando il tempo era sereno,
ma
itrattineeranocancellati dall’om-bradellenubi,checoprendo digiàuna gran{
>arte dell’orizzonte minacciavano d’ecclissare
>enprestoilsole, quantunquequestoredegli astri lottasse ancora
come un
eroemunente
cheDigitizedbyGoogle
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brilladellapiù alta glorianel
momento
stesso della suadisfatta.Suonistranichesisarebbero potuti prendereper gemiti o perurli,prodotti dalvento nelle numerose caverne,prestavano aquestascena uncaratteredi terroreche pa-revaannunciareil furorediqualche tempesta ancoralontana,quantunque una calma sopran-naturale regnasse nell’ariasull’altodella rupe.
Arturoresegiustizia ai monaci che avevano scelta quellasituazioneselvaggiaepittoresca,
donde potevanovederele grandi edimponenti operazioni della natura, cparagonareilniente dell’umanità conquestetremendeconvulsioni.
Egli era talmenteoccupatodello spettacoloche sioffriva a’suoi sguardi,cheavevaquasi dimen-ticatol’importante affarecheilconducevacolà,
quando
ad untratto furichiamatoasèstesso,
trovandosiinpresenza diMargherita d’Angiò, chenon vedendolonelparlatorio,erasiavanzata sulla loggiaondefavellarglipiù speditamente.'
La
nginaeravestita dinero,enon aveva altroornamentocheunostrettonastro d’oroche ritenevai suoi lunghie neri capelli,dicuigli anni c lesventure giàavevanoinpartecangiato ilcolore.In questa speciedi coronaciano in-fisseunapiuma
neraed unarosa rossa, l’ul-tima deliastagione cheil frate giardinierele avevapresentatailmattino,come
simbolodella casadel di leisposo.Le
inquietudini, le fa-tiche, gliaffannisembravanoimpressi sullasua fronteesuisuoilineamenti.Ella avrebbe pro-babilmentefattaun’aspraammonizionea tutt’al-tro messaggerochenon
fossestato pronto ad adempiereilsuodovere nell’istantemedesimo
delDk byGoogle
suoarrivo,
ma
Arturo avevalamedesimaetà e lo stesso esterioredelperduto suofiglio; Mar-gheritaaveva amatala di luimadre
quasicomeuna
sorella;e laregina deposta dal tronosirammentava
ilsentimento ditenerezzamaterna cheavevaprovato allorchélovide perlaprima volta nella cattedrale di Strasburgo. Essa lo rialzò quand’egli piegò il ginocchio avanti1a lei,gli*parlòconlapiùgrande bontà, inda-ccndolo a renderle conto del messaggiodicui suopadreloavevaincaricato, ead informarla dellealtre notiziecheegliavesse potuto racco-gliereduranteilsuo brevesoggiorno a Digione.
Glichiesedipoida qualparteilduca Carlo avesse rivoltoil suoesercito.
«Versoil lagodi jNe.ufchatel,rispose Ar-turo per quantoalmeno mi ha detto il gene-raledeirartiglieria.
È
da questa parte che ilducasiproponedidirigereilsuo primoattacco controla Svizzera. »
« Insensato!gridò lareginaMargherita,ei rassomiglia a quei disgraziati ches’arrampicano versolasommitàdi unamontagna per incon-trarvi lapioggia amezza strada.
E
tuopadre miconsigliaegliancoradiabbandonaregli ul-timiavanzididominjaltrevoltecosì estesidella nostrareaicasa;cperqualchemigliaio di scu-di, pel'miserabilesoccorsodi qualche centi-, naio dilame, cedere ciòchecirimanedi pa-trimonioalnostro orgoglioso ed egoistacugino, a cotestoDuca
diBorgogna
,cheècupidodi quanto possediamolecheci paga conla pro-messadi un cosìmeschino soccorso?»<(Disimpegnereimalelacommissione che
mio
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padreinihadata, risposeArturo,se lasciassi credere eh’ egli raccomandi a Vostra Maestà di fare.un cosìgrandesagrificio.Egli conosce perfettamente l’insaziabileambizionedel
Duca
diBorgogna. Tuttaviacrede chela Provenza allamorte del re Renato, e forseanche più presto,cadrà in potere delduca Carlo, o di Luigi redi Francia,malgrado qualunque re-sistenza potesseopporre Vostra Maestà;epuò darsi checomecavaliere esoldato essonutra grandi speranze, ove ottenga imezzi difare un tentativoin Inghilterra.
Ma
spetta a\o-straMaestà ildecidere. »
«
O
giovine,disse laregina,appena con-servol’usodellamiaragioneinascoltare simile proposizione. »•Così parlandoellas’assise, comese le fos-seromancatela
gambe
,sudiun bancodipietra collocato sull’orlostessodella loggia,senza fare attenzionealtemporale cheprincipiava allora, eche eraaccompagnato da unfuriosooragano, ladicui direzionerestava interrottaecangiata dallerupi intorno allequali fischiava. Si sa-rebbe detto che Borea,Euro
eCauro scatena-vanoiventi rivali del cielointornoalconvento diSanta Mariadella Vittoria. Inmezzoaquel tumulto, anembi dipolvere chenascondevanoil fondodel precipizio,ed allemassedinere nubi chesi aggomitolavanosui capi loro, il
romor
dei torrentidipioggia rassomigliava quello diuna caterattaanzi ched’acquacadente dal cielo. Ilbanco sucui Margherita sedeva era quasial copertodall’oragano,ma
i colpidi vento,ladirezionede’quali cangiava adogniDigitizedbyGoogle
%
istante,facevano sovente svolazzareisuoi sparsi capcgli,e difficilsarebbeildescrivere que’suoi belli enobili lineamenti
,quantunque pallida e patita, agitati daH’inccrtezza, dall’inquietu-dine,edamille contrarj pensieri. Per averne un’ideabisognerebbeavervedutalanostra ini-mitabileSiddonsrappresentare una donna col-locata nella
medesima
situazione.Arturo^alcol-mo
dell’inquietudine equasi del terrore, non potèchesupplicar lareginadiporsimeglioin salvo dall’oragano, rientrando- nell’interno del convento.« TSo,risposeellacon fermezza; le soffitte c lemuraglie hannoleorecchie:equantunque
i fratiabbianorinunciato al
mondo
, non sono perquestomeno
curiosi disapere ciòche suc-cede fuori delle lorocelle.Qui dunque
fa d’uo--po che ascoltiate quantosono perdirvi. Voi sietesoldato, eper conseguenzapotete affron-tareun
colpo di ventoequalchegocciadi piog-gia.Quanto
ame
, chenosoventetenuto con-siglio alsuonodelletrombecdel tintinnio delle armi,nelmomento
di dareuna battaglia,la guerradeglielementipoco m’inquieta.Vi
dico, oArturo de Vere,come lodirei a vostro pa-dre,come
lodireiamiofiglioseilcieloavesse lasciata una taleconsolazioneallapiùmisera delledonne...»
Ella s’interruppe
un
istante, poicontinuò nel seguentemodo.
«
Vi
dico,come
loavreidettoalmio
caroEdoardo
,chequestaMargherita, ledicui ri-soluzionieranoaltrevolteferme ed immutabilicome
le rupitra lequaliora ci troviamo,è4 °
presentementecosìvariabile ne’suoi progetti
come
son questenuvoleabbandonatealcapriccio del vento.Ho
discorsoconvostropadre, nella gio-ja chem’inspiravalavistadiunsoggettotanto leale,dei sagrificjchefareiper assicurarci l’aju-lo delDuca
di Borgogna in una impresacosì gloriosa,comequella che gli c stataproposta dal fedeleOxford.Ma
dopo quel tempoebbicampo
difarepiùprofonderiflessioni.Non
ho riveduto ilmio
vecchio padre che per Difen-derlo,c, lodicoamia vergogna, per insul-tar il buon vecchio in mezzo alsuo popoloé I nostricaratteri sono così diversi 1’uno dal-l’altro,
come
iraggi del sole, cheindoravano non è un’ oraquesto bellissimoapertopaese, differisconodalla tempesta che attualmenteil devasta.Ho
rigettato conisdegno e disprezzo leconsolazioni ch’egli aveva credutodovermi dare nellasuamalintesaaffezione. Disgustata delle vane follieda essoimmaginateper gua-rire la malinconia diunaregina detronizzata,
di una vedova di unre, di una
madre
senza figli,mi
sonoquiritirata lungida una rumo-rosae folleallegria, laqual nonera cheuna novellaamarezza aggiunta aimici disgusti. Il carattere di Renatoècosìbuono,così dolce, che lamia
condottapocofilialenon diminuirà punto lamia influenzasopradi lui;ese vo-stro padre mi avesseannunciato che ilDuca
diBorgognavo'essecooperare nobilmente, cor-dialmente,dacavalierecda sovrano,al pro-gettodel leale Oxford, il
mio
cuoreavrebbe potutoarmarsidellaforza necessaria, onde ot-tenerelacessione del territoriocheesigelasuafredda edambiziosa politica, inconcambiodi Un soccorso presentemente differitofinojiche egliabbiasoddisfattoilsuo
umore
alteroe bel-licoso.Dachè
sono qui la calmadella solitu-dine mi hadato il tempodiriflettere, ed ho pensatoalla miabiasimevole condotta versoilbuonvecchioed al torto chefui sul puntodi fargli.
Mio
padre,perchèbisogna rendergli giu-stizia,è altresìilpadre de’suoisudditi.Essi 'hanno
vissutosotto i loroolivi e le loro vi-gne inunaagiatezza forsepoconobile,ma
al-meno
esentedioppressioni e diesazioni,e la comune~feIicità hafattoquella del loro buon re.Ho
io da cangiartuttoquesto?Ho
ioda spingerequestopopolocontento nelle mani di un principe violento, temerarioedarbitrario?E
seriescoadeterminarviilmio poveroe tec-chiopadre,nonèquestounarrischiaredi spez-zargli ilsuo cuore- sensibile, quantunque irri-flessivo ?Tali,sono ledimande
chefrèmendo faccioame
stessa.Dall’ altra parte rendere inu-tili tutte lecuredivostropadre ingannarele sue speranze, perdere lasolaoccasione, che forsenontroveròmai più, divendicarmidella perfida casadiYork
,e di ristabiliiesul trono quella di Lancastro!...Ah
Arturo! ilpaese ovesiamo nonèsì agitatodaquesto terribile oragano,quanto ilmio cuoreloèdallatema cdallaincertezza.»« Ahimè!risposeArturo,iosonotroppo gio-vine
,edhotroppopocaesperienzaperdar con-sigli aVostra Maestà.Piacessealcielochemio padresitrovasseeglistesso allavostrapresenza!»
« Soquelloch’egli midirebbe:
ma
sapendoDigiti?ed byGoogle
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tutto, ionon speroalcun ajulodal consiglio degli uomini.
Ho
cercatoaltriconsiglieri,ma
sonostatisordiallemiepreghiere. Sì,Arturo;
gl’infortunj di Margherita 1’
hanno
resa su-f»crstiziosa. Sappi chesottoqueste rupi, sotto efondamentadi questo convento si trovauna caverna, nellaqualesientraper unpassaggio nascostoe bendifeso,
un
pocoall’ovest della sommitàdellamontagna, echehaun’apertura alsud,dondecosìbenecome
daquesta loggia si scorgeilbel paese cheavevate poc’anzisotto gli occhi,come
al presente lalottadegli ele-menti. Inmezzo a questacaverna o sotterraneo passaggio, èun pozzo scavato dallanatura, delqualelaprofonditànoncconosciuta. Quan-dovi si getta unapietra lasisente urtar con-tro ilatidel pozzo, ed il romorech’ella pro-duce cadendorimbomba
in principiocome
iltuono,e finisceperesserdebole quantola cam-panella di un montoneintesa ad un miglio di distanza.Il popolonel suo gergo chiama que-sta voragine spaventevole
Lou
Garagoule;eie tradizioni delmonastero unisconostrani raccon-tiadun
luògoabbastanzaterribileperse me-desimo. Dicono che altempode’pagani vi si rendevano glioracoli davoci sotterraneeche sortivano dall’abisso, edicono ancorach’esse annunciaronoalgeneraleromano
conversi rozzi etriviali lavittoria chediedeilnome
a que-stamontagna.Si accerta che questi oracoli pos-sonoancoraessereconsultati,dopoaver cele-brati alcuniritistravaganti,.ne’quali le ceri-monie pagane sonomischiatecondegliattidi divozione cristiana.Gliabati delMonte-Santa-\
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43 Vittoriahannodichiaratononesserlecitoilcon-*
sultarel’oracolodel
Lou
Garagoule,egli spi-ritichevi risiedono;ma
siccomepiegano alle istanze ove sianoaccompagnate daregali,cosii buoni padri del detto penitente ritiro
hanno
qualchevoltalacompiacenzadiaprirnelaporta aquellicheun’audacecuriosità conduce a vo-lereperqualunquerischioequalsivogliamezzo penetrare nellanotte dell’avvenire.Arturo,io nehofattala prova,esorto inquestopunto daquella caverna, oveconformementeairiti-menzionati dalla tradizioneho passatesciore sull’orlodiquellavoraginecosìspaventevole,
cheinparagonedegli orrori ch’ellaoffre, qug-staorribiletempesta c un
ameno
spettacolo.»La
reginasitacque,edArturotanto.più col-pitoda questo strano racconto, chegliram-memorava
ilsuoimprigionamentoallaFerrctta, ledomandò
conpremura
seavevaottenuta qual-cherisposta.«Nessuna,risposelasventurata principessa.
Idemonjdi
Lou
Garagoule,sejveneha,sono sordiallepreghiere diunasfortunatacome
sono io,chenonpuòottenerenèconsiglinèsoccorsi, nèinquestomondo
visibilenè nell’altro.Le
circostanze nellequali mio padresitrovami
impedisconodiprendereall’istante una forte risoluzione. Senon sitrattasse chedellemie personali pretensioni sopra questo popolo can-tanteditrovatori,virinunciereiperlasola con-dizionedimettereancorailpiede in Inghilterra, conquella facilitàcbuona vogliacollaquale oraabbandonoallatempesta questovano orna-mentodel gradoreale chehoperduto.»DigitizedbyGoogle
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A
queste parole si levòdai capegli lanerapiuma
c larosa rossache l’oragano aveva di giàstaccati dalcerchio d’oro cheli riteneva,elegettòdall’alto dellaloggiacon
un
gesto,la di cuienergia avevanon sochedi selvag-gio.Il ventosene impadronì.
Un
vortice fece salirelapiuma
sì alto c la trasportò sì lon-tano cheinun istante sfuggì allo sguardo.Ma
mentre gli occhid’Arturo cercavano involon-tariamentedi seguirla,uncolpo di vento con-trario raggiunselarosa rossa sulla loggia, por-tandolacontra il suo petto,cd egli afferran-dolavelocemente, gridò nel rimetterealla re-ginaquestofioreemblematico:
« Gioja!giojacdolore,
madama
!La
tem-pesta rende ilsimbolodellacasadiLancastro aquella chenòèlegittimamente proprietaria.»« INeaccetto Taugurio,onobile giovine, ri-sposeMargherita;
ma
noname
, bensìa voi sièdiretta.La piuma
trasportatadalPoragano èl’emblema di Margherita. I mici occhinon vedrannogiammai
laristaurazione della casa di Lancastro;ma
voivivreteper vederla e con-tribuirvi.Voidaretealianostra rosa rossauna tinta ancorapiù caricaimmergendola nel« INeaccetto Taugurio,onobile giovine, ri-sposeMargherita;