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mo svelto che conosce gli affari degli altri me-

Nel documento P^UtXVAUl. Digitized by Google (pagine 93-117)

me-gliodi quello dieessi stessi li sappiano.

Oh

! nonè già perniente cheeglisposòla figlia di una salamandra! »

/

V

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85

«

Eh

vìa, Sigismondo!comepotete voi cre-dereatali sciocchezze? »

« Rodolfo mi hadetto, cheunacertanotte a Graff-s Lustvoinonsietestato

meno

imba-razzatodime. »

« Inquesto caso,nonfuiche più sciocco.»

«Ebbene,questozio dicuiviparlo possiede alcuni vecchi libri discongiurerdella biblio-tecad’Arnheim.Sidicecheeglipossa traspor-tarsi da unluogo all’altro con lacelerità di unospirito,cche egli sia ajutatone’suoi di-segni daconsiglieri che sono più potenti del- ^ l’uomo.Tuttavia,malgrado tuttiisuoitalenti ctuttii soccorsi ch’egliriceve,senzabadare sevengono da buonaocattivaparte,nonè per-ciòpiù avanzato:perchèegli èsempre immerso negli imbarazzi enelle disgrazie. »

« Ioconoscoassaipocoleparticolarità della sua vita(disseArturo,nascondendoilpiù che potevaildesideriodisapernedi più);

ho

sol-tanto inteso adirech’egli ha abbandonata la Svizzera perrecarsipressol’imperadore. »

a

Ed

c la verità: c fuallora che sposòla giovine baronessad’Arnheim.

Ma

poscia incorse nelladisgrazia dell’imperatore; di

modo

che mio ziocredetteopportunodipassareil

Reno

edi rifuggirsi allacortediCarlo,che faceva semprebuon’accoglienza aglistranieridi tutti

ipaesi,purchévenissero annunciatisotto qual-che

nome

strepitoso, comediconte, marchese obarone.

Mio

ziofu

dunque

perfettamente ri-cevuto,

ma

dopouno odueanni questa ami-ciziasvanì.

Mio

zioAlbertofuobbligato a pren-deregliordini c farsi tonsurare

per

temache

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%

non gli sitagliasse ilcollo.

Ma

quantunque egli abbia perdutoisuoi capegli non ha per-ciò perdutoilcarattereturbolento;ebenchéil

ducagli abbia lasciata la libertà, ci gli su-scitò tantiimbrogli ed imbarazziche tutto il

mondo

credeva cheCarlo nonaltra.aspettasse che un pretesto perfarloarrestare e porre a morte.

Ma

mioziopersistesuldirech’eglinon teme punto Carlo, quantunquesiaduca, eche inveceCarlodeve temerlui.

Non

avetevoi vi*

stocon qualfranchezzaeglihafatto lasuaparte allaFerretta? »

« PersanGiorgio di

Windsor

! gridò Ar-turo, questièil pretedi san Paolo. »

«

Oh

! oh! voi mi comprendeteadesso.

Eb-bene! egli presesopradi sè ildire cheCarlo nonoserebbepunirlo della parte ch'egli avea preso nellamortedelgovernatore; edèciòche accadde, benchémiozioabbia sedutoevotato negli stati diBorgogna,eche gli abbia ecci-tati a rifiutare alduca il danaroche aloro chiedeva.

Ma quando

incominciòlaguerra con-tra laSvizzera,miozioAlbertoseppe cheCarlo avevapensiero diaccusarlodiavere corrispon-denza con suo fratelloed isuoi compafriotti;

e tuttoaduntrattocomparvenel

campo

di Fer-randodiValdimontcaNeufchatel, e di là, per affrontarlo,gli

mandò

a dire ch'ei rinun-ciavaallasua sudditanza.»

« Questastoria èsingolare, disse ilgiovine ingl ese,ed indica

un uomo

il dicui corpo è attivoquantolospiritoèversatile. »

« Voicercheresteindarnonell’intero

mondo

un

uomo

come

mio

zioAlberto.

Dappoi

,

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8?

come

egli non ignora nulla,hadettoalduca Ferrandociò chevoifacevatequi

, e glisi è

offerto direcarvisi onde avere delle informa-zioni piùcerte. Sì,benché abbiaabbandonato

ilnostro

campo

cinque oseigiorniprimadella battaglia

, cchevi sieno quattrocento miglia ben misuratefra

Aix

eINeufchatcl,noi

l’ab-biamo

incontratoche ritornava

,quandoilduca Ferrandoed io,chelo accompagnai per

mo-strarglilastrada,venivamoquidopoavere ab-bandonatoil

campo

di battaglia. »

«Incontrato! replicòArturo;incontratochi?

Il pretedi sanPaolo?»

« Sì,voglio dir lui;

ma

eratrasformatoin messaggicre.»

«In messaggicre!sciamò Arturocolpito

come

daun lampodi luce; ed io fui cosìciecoper raccomandareisuoi servigi allaregina!

Mi

sov-vengobenissimo ch’egliteneva ilvisonascosto sotto il cappuccio.

Ed

io sonocadutosì scioc-camentenellatrappola!Delresto, non può es-sere una grande disgrazia chel’affare proget-talo sia stalointerrotto

;perchè quando anche fossestato terminato

come

desideravamo, èa credersiche questa inconcepibilesconfitta. avreb-bescompaginatitutti inostridisegni. »

La

conversazione era giunta finqui,quando

Morda

untvennead annunciare ad Arturoche laregina desiderava vederlo.

Un

tristo appar-tamento,lecui finestreguardavanosoprale ro-vinedell’edificiocostruttodai

Romani,

e d’onde nonpotevasi vedere che avanzidi muragliee frammentidicolonne, eralaritiratache

Mar-gheritaaveascelta inquel brillante palazzo.Ella

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ricevetteArturo con una bontàtanto piùcom** movente,quanto chepartivada uncuorefiero ed imperioso, assalitoda mille infortuni che vivamentesentiva.

<<

Ahimè

!poveroArturo!lediss’ella,làtua

vita-principia

come

quelladituopadre irìinac-eiadifinire;con inutili fatiche ondesalvare un naviglio che cola a fondo.L’apertura donde

«'introducel’acqua, vilasciaentrarel’amara onda piùpresto diquellochetutte letrombe possanoestrarla.Tutteleimprese

mancano

per poco chesiattacchino alla nostra causa.

La

forza sicangiain debolezza, la saggezza infollia)' il coraggio inviltà. Il iDuca diBorgogna fin qui vittorioso intuttelesue impreselepiù au-daci,non ha che a concepireunistante il pen-sierodidare qualchesoccorso alla casadi bian-castro

,pervedere spezzatalasuaclava da) fla-gellodiunvillano;ilsuobendisciplinato eser-cito, considerato

come

il primo del

mondo

»

dissiparsi

come

lapagliaalvento;c lesue spo-glie divise tra ivili soldati mercenarj, ed i

pastoribarbari delleAlpi! Cos’hai saputodi nuovo di questa stranaistoria? »

« Quasi niente dipiùdiquello chegià sa-pete,

madama.

IIpiù fastidioso sièchela bat-taglianon è stata disputatache conuna

verge-.gnosaviltàdalla parte deiBorgognoni,eche fuperduta

quando

avevanotuttiivantaggi pos-sibili perguadagnarla»

La buona

fortuna sic>

chel’esercitodelducaèstatopiuttosto disperso' che distrutto,cche ilduca medesimosiè sal-vatoeraccoglieoralesueforze nell’alta Bor-gogna-» '

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« Per provare una nuovasconfitta o- ingol-farsi inunalottaincerta elunganon

meno

fa-tale alla suariputazione.

— E

dov’ètuopadre?

«

Mi

hannoassicurato ch’egliè colduca,

ma-dama. »

«

Va

a raggiugnerlo

, e digli da miaparte ch’eglipensi allasuasicurezzae chenonsi oc-cupi altro de’mieiinteressi. Quest’ultimocolpo miannienta. Io sono senzaalleati, senza

ami-ci, senzadanaro.

...»

«Perdonatemi,

madama

; unfeliceaccidente rimette nelle mani di Vostra Maestà questo avanzoinestimabile della vostra proprietà»disse Arturo.

E

presentandole la preziosa collana,

le raccontòcom’erastata ritrovala.

-« Sonocontenta dell’accidente checi rende

.questo giojello; grazie ad essoalmeno io

mo-rirò senzafalliredal lato della riconoscenza.

Portatela avostro padre;ditegli cherinuncio a tutti i miei progetti,e chelesuste delmio cuore, quellesustedi cui lasolasperanza so-steneva l’azione, sisono spezzate. Ditegliche queste

gemme

appartengono a lui, c che vo-gliocheleimpieghipersuo uso.Essenon sa-rannocheun meschinorisarcimento della ricca contead’Oxford,ch’egliha perduta perlacausa di quellachegliele invia. »

« Siatecertissima,

madama

, che

mio

pa-dreamerebbe meglio guadagnarsi dichevivere servendocome Cavalier nero (i),anzichedi esservi a carico nellevostredisgrazie. »

«Eglinon ha maidisubbidito a’mici ordini,

(1)Cavaliernero,nomediunadellecompagniefranche.

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'

e questo è l’ultimo ch’ioglidarò.S’cgli ètroppo superbo per nonvolerprofittarediun dono che gli falasuaregina, troverà ben troppoaltri sventurati Lancastriani chesarannopiù poveri e

meno

scrupolosi.»

.«

Mi

rimane unacircostanza da comunicare aVostra Maestà»disse Arturo,e lenarròla storia diAlbertodiGeierstoinfacendole nota la sua trasformazioneinCarmelitano.

« Siete voi cosìpazzo, rispose laregina, per supporrechequest’uomosiaajutatoda qual-chepotenza soprannaturalenei progetti della, sua ambizione,enella celerilàde’suoiviaggi?»

«INo,

madama

;

ma

sidicesotto voceche questo conteAlbertodiGcicrstcin,siaunodei capi del tribunaleVcmico. »

««Siasiegliunostregone ounassassino, disse lajegina,io glison gratadiavere contribuito ascomporreilpiano che iomi formai da in-durre ilmio vecchio padre afar lacessione dellaProvenza,cosa che,dopogliavvenimenti accaduti,avrebbespogliatoRenatode’suoi do-minj senza favorire il nostro progetto d’inva-sione inInghilterra.

Ve

loripetoancora una.

volta.

Dimani

allapunta delgiorno partitee, andate araggiugnere vostro padre. Ordinate-gli daparte

mia

di aversi curae dinon più pensareame.

La

Bretagna,ove risiede1crede dellacasadi Lancastro,saràl’asiloilpiù si-curoper quelli chene sonostati ipiùvalidi difensori.

—-Ma

odoicavalli dei cacciatoriche rientrano,el’indolentemìovecchiopadre,che più nonriflettendo agliavvenimentiimportanti diquesta giornata,saleigradinidelperisti*

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9* liofischiando. Noi cisepareremo ben presto, ecredo che questa separazione saràunsollievo perlui. Andatea prepararvipélpranzocpel ballo,pelrumoreoperla follia;

ma

soprattutto siateprontoa partire alla puntadelgiorno. » Partitosidalla regina, laprima curadi Ar-turo fu quelladiavvertireTibaldodipreparar tutto perla sua partenza,indisidisposea go-derdei piaceridella serata.Il dolorediaver vedutosvanitalasuanegoziazione,nonera forse abbastanza vivoper renderlo incapace di tro-varequalcheconsolazioneirrsiffaltascena; per-che, adir vero,il di lui cuore segretamente opponevasiall’idea di vedereil buonre spo-gliata de’suoidominj per favorire un’invasione inInghilterra

, che

, perqualanque interesse potesseegliprendereai dirittidi sua figlia,

nonofferiva che unadebolissima speranza di buonsuccesso.

Quantunque

pochissima gentesapessefinoa qual punto l’arrivodel dùcadi Lorena, cle nuovech’egli aveva recateavessero sconcertato

i disegni della regina Margherita, si sapeva perfettamenteperòchenoneramairegnata mol-ta amiciziafra JolandacMargherita d’Angiò.

Ilgiovinprincipesitrovòdunquenella corte del suoavo posto alla testa dinumeroso par-tito, alquale lealteremanieredelladi luizia dispiacevano, e cheera stanco dellasua eterna malinconia, della gravecscriasua conversa-zione,edel dichiarato dileidisprezzo perle frivolezzechelacircondavano.Aggiungasi che Ferrandoeragiovineebenfatto;chegiungeva da una battagliadove avea combattuto

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samente, eda lui guadagnata contro tutte le probabilità. Eglipertanto raccolse sopradi se tutti glisguardi

, togliendoadArturotuttociò che l’influenza dellaregina gliavea procurato nella sera precedente,come doveva naturalmente accadere, avutoriguardo alla loro situazione.

Ma

ciòche punse più d’ogni cosa l’amor pro-prodiArturo, fu il vedere lo splendore del ducadiLorenariflettereperfinosul di luiamico Sigismondoil Semplice,

come

lochiamavano

i suoi fratelli; perchèFerrandodiValdimontc presentò il bravoc giovine svizzero a tutteje

dame

, sottoil titolo diconte Sigismondo di Geierstein-, ed aveva avuto curadiprocurargli gli abiti piùconvenientiadunacosìsplendida' scena,chenonerailvestitodeimontanari d’Un-dcrvald, sottoil quale eraarrivaloil conte, detto prima Sigismondo Bicdcrman.

Tuttociòcheè nuovo in una societàè si-curo dipiacere fiuoad uncertotempo, quan-danche la novità ne fosseil solo merito.Gli Svizzeri non crano-troppo personalmente cono-sciutifuoridelle loromontagne,

ma

sene par-lavamolto,ed era una raccomandazione l’es-serediquesto paese.

Le

manierediSigismondo avevano qualchecosadibrusco;esseofferivano una mistura digoffaggine e di ruvidezza

,che

sichiamòfranchezzaduranteil

momento

di fa-vore eh’ci godette. Egliparlava male il fran-ceseepeggioancoral’italiano,

ma

ilsuogergo, dicevasi,dava uncaratteredischiettezzaatutto quelloche profferiva.Isuoi

membri

erano

trop-S

omassiccierobusti per essere graziosi;lasua anza (perche ilconte Sigismondo non

trala-DigitizedbyGoogle

V.

. .

.9

3 sciava di ballare) rassomigliavaai salti di

un

giovineelefante; eppuretutto questoparve pre-feribile allebelle proporzioniedaigraziosi

mo-vimentidel giovine inglese, anche alla bella contessadagli occhi neri, nella buona grazia dellaqualeArturo avevafattoqualcheprogresso la sera prcccedcnte.

Tuttavia laseratanonfini senza procurargli una piccola vendetta.

Le

artiproducono qual-cheopera dicui nonsiconoscono idifettiche

quando

si ha ilpoco giudiziodi esporle alia vistadi tutti.Così avvennediSigismondoil sem-plice.IProvenzali,ilcuispiritoèvivobenché capriccioso,scopersero bentostolapoca sua in-telligenzac ladi lui bonomia; si divertirono

dunque

a suespese con complimentiironici,c convelatimotteggi.

L

anche probabile chevi avrebbero messo

meno

delicatezzaeritegno,sq losvizzerononavesseportala secofinonellasala da ballo la suainseparabile

compagna,

l’ala-barda, la dicuigrandezza,peso evolume non prometteva niente di bene a chiunque avesse lasciato conoscere alsuopadrone,ch’egli vo-leva ridereallesue spalle. Intantolasolavera goffaggineche feceinquesta seraSigismondo, si fuche nell’eseguire una superba capriola cadde apiombosulpiede dellasua vezzosa bal-lerina, e il posequasi a soqquadro.

Fm

allora Arturo avevaevitato durantela scia di volgergli occhiverso la regina

Mar-gherita

, per timore diturbare il corso chei suoi pensieri avevano probabilmente preso

,

avendo l’aria di reclamareladileiprotezione.

Ma

viera un nonsochedirisibile

nell’im-94

' barazzo col qualelo svizzeroinesperto

espri-meva

il suo dispiacere, c nellacrucciata

fiso-nomia

della giovinebeltà

, privataperqualche tempodell’usodi un piede,chenonpotè fare a

meno

di volgere.uno sguardoversoilluogo ov’era collocata la

pomposa

sedia d’appoggio di Margherita, per vedere seellaavesse no-tato quell’accidente.

Ma

vide cosa chefissòla sua attenzione.

La

testadi Margheritaera in-clinatasul petto; gliocchi erano semichiusi,

ilineamentialterati, le

mani

contrattecon for-za.

La dama

d’onoreche stavainpiedidietro di lei, vecchia inglese

,sordae dicortavista,

non aveva scortonella posizione dellasua pa-drona che l’attitudine delPindifferenza edella distrazione,con la quale Margheritaassisteva abitualmentealle festedella cortediProvenza.

Ma

allorchéArturo,sospettando

,andòdietro la seggiola adinvitarla afare attenzione allo statoincui trovavasilaregina, ellaesclamò, dopoaverlabenconsiderata: «

Madre

delciclo!

la regina cmorta!» Ilfattoeravero;e sem-brava chel’ultimascintilladellavita in quel-l’animafiera ed ambiziosa si fosse estinta nel

medesimo

tempoche l’ultima luce delle sue spe-ranze politiche,

come

ella stessaaveapredetto.

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CAPITOLO V.

v

Sonate,o bronzi,l’ultimacaduta Dellegrandezze,ed avvertiteilfine Della luncatalottapmaiperduta.

Lavita èun camporiccosoldispine

;

È

unbrevissimodramma-,ilteloncade, Eilsilenzioogni cosa occupaeinvade.

Antico poema.

Lìa

commozione

cagionatada un avvenimento cosìsingolarecmolesto

,e legridadisorpresa c diterrore chealzaronole

dame

della corte

^

principiavano a calmarsi, in

modo

dapotersi intenderei sospiri-piùscrj, benché

men

ro-morosi di unpiccolo

numero

di Inglesi che la reginaavevaalsuoseguito, edigemiti del vecchiore Renato, le cui agitazionierano al-trettantovive chepoco durabili-

Dopo

che i

medici ebbero tenutoun lungoed inutile con-sulto,il corpo

,che erastato/niello di una regina, fuconsegnatoaipreti diSan'SaIva toro, della chiesanellaquale gli avanzi dei tempj pagani hanno contribuito alla magnificenzadi un edificiocristiano.

La

navata, il coroc le alevennero splendidamenteilluminate,ei fu-nerali furono celebraticon

pompa. Quando

si

esaminarono lecartedella regina, sivideche disponendo diqualche giojello cvivendocon economia avevatrovato il

modo

di assicurare una decente esistenza al piccolo

numero

d’in-glesiche erano delsuoseguito.Nel testamento

elladiceva che la suacollana didiamantiera nelle mani di un mercante inglese chiamato GiovanniFilipsone disuofiglioArturo, eloro la lasciava,ovvero il prezzo chene avessero tratto,se essi laavessero vendutao messain pegno ondefarlaservireaidisegni ch’ella ave-va formali eche essi conoscevano, ovverose l’esecuzionene divenisseimpossibile, che po-tevano adoperarla nei loro particolari bisogni ed affari. Ella incaricava esclusivamente.

Ar-turo Filipson dellacuradei suoifunerali

, e

chiedeva chefosserofatticolleformalitàe

ma-niere usateinInghilterra.Qucst’ultima dispo-sizioneera contenutain un codicillo datatoil

giorno stesso dellasua morte.

Arturo nonperdette

un

istanteondespedire Tibaldo a suopadre con una lettera chegli annunciava, in terminicheegli sapevacheil contecomprenderebbefacilmente, tuttociòche era passatodopoilsuoarrivoad

Aix

,esopra tutto lamorte dellareginaMargherita. Infine glichiese istruzionesuquanto dovevafare, giac-cheladilazionenecessaria cagionata dai prepa-rativi delle esequie diunapersonadi talgrado lo riteneva ad

Aix

iltemposufficientea rice-verela-soa risposta.

Il vecchioresostennesìfacilmenteTurfo ca-gionatoglidallamorte disua figlia cheil se-condo giornodopo il fattosi occupò ad ordi-nareuna pomposaprocessione per i funerali, ea comporre un’elegiache dovevaessere can-tatacon musica parimentedisuacomposizione, inonoredelladefuntaregina che era parago-nataalledeedella mitologia pagana,a

Giu-97 ditta,a

Debora

e ad altre eroinedell’antico Testamento. INoinon possiamodispensarci da) confessarecheallorquandolaprimaviolenzadel suo dolore fu passata, il re Renato nonpotè a

meno

disentire ehe lamortediMargherita troncava un nodopolitico chelei viventeegli avrebbetrovato assai difficilea disciogliere,e che glipermetteva di tosto prendere leparti di suonipote,cioè diajutarlo con una por-zioneconsiderabiledelle

somme

del pubblico tesorodi Provenza, ilquale,

come

abbiamo già detto, non

ammontava

inquel

momento

cheadiecimilascudi.Ferrando, ricevuta così

Giu-97 ditta,a

Debora

e ad altre eroinedell’antico Testamento. INoinon possiamodispensarci da) confessarecheallorquandolaprimaviolenzadel suo dolore fu passata, il re Renato nonpotè a

meno

disentire ehe lamortediMargherita troncava un nodopolitico chelei viventeegli avrebbetrovato assai difficilea disciogliere,e che glipermetteva di tosto prendere leparti di suonipote,cioè diajutarlo con una por-zioneconsiderabiledelle

somme

del pubblico tesorodi Provenza, ilquale,

come

abbiamo già detto, non

ammontava

inquel

momento

cheadiecimilascudi.Ferrando, ricevuta così

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