Nell’esportare un prodotto da una cultura di partenza a una cultura di arrivo, bisogna considerare anche come un certo pubblico recepirà un certo prodotto e pertanto, i creatori della serie hanno creato per alcuni mercati, del materiale audiovisivo coerente con la tradizione e la cultura pop del luogo.
1.3.1 Adattamenti di sigle e spot – il caso di India, Giappone, Italia e Corea del Sud
Tendenzialmente, la Corea del Sud mantiene le sigle iniziali e finali trasmesse nella maggior parte dei paesi. I creatori hanno quindi deciso di concentrarsi sul marketing della prima stagione, basandosi sul mondo del K-pop e creando un filmato promozionale con animazione inedita in cui Gumball e i suoi amici ballano come dei veri idol apprezzati dalle adolescenti:
1.40 Spot coreano
Per quanto riguarda il mercato giapponese e indiano, i due paesi hanno ottenuto una sigla iniziale diversa da quella usata nel resto dei paesi.
Per chi non avesse mai visto la serie, la sigla di Gumball consiste in un mix di musica ritmata e di animazione dal gusto psichedelico in cui vengono presentati i vari personaggi, e, alla fine, appare il titolo del cartone con sotto il logo di Cartoon Network usato dal 1992 al 2004.
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1.41 Immagine della sigla originale
La sigla è stata accolta positivamente in tutti i paesi per il suo stile creativo e anche per la sua immediatezza, dato che riesce a presentare la serie in meno di un minuto. Curiosamente, negli Stati Uniti, la sigla pur essendo stata apprezzata, è apparsa in pochissimi episodi, proprio perché i network dedicati a un pubblico infantile preferiscono mandare in onda il maggior numero di pubblicità per avere maggiori profitti33. Il mercato statunitense infatti manda in onda solo la parte successiva al logo, con uno sfondo che introduce solo i titoli di testa e il titolo dell’episodio, caso simile alla serie Regular
Show (2010-2017), caratterizzata per l’assenza di una sigla, dato che ogni episodio parte direttamente
dal titolo.
1.42 Sigla iniziale (India)
Per quanto riguarda la sigla iniziale indiana, essa è cantata da un personaggio, il bidello Rocky. Nella sigla, Rocky descrive Gumball con i suoi pregi e difetti e infine dà il benvenuto agli spettatori nel letteralmente straordinario mondo di Gumball. La sigla ha un gusto bollywoodiano e nel corso di essa appaiono varie immagini tratte dagli episodi della prima stagione, raggruppate mano a mano come varie vignette che compongono un fumetto.
Se in tutti i paesi del mondo, la sigla di chiusura consiste nei titoli di coda su uno sfondo nero con alcune stelline attorno, in Giappone il caso è diverso.
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1.43 Sigla finale (Giappone)
Chiunque abbia mai visto un anime, conosce bene la tradizione giapponese di dare ai propri cartoni sia un tema di apertura che uno di chiusura. Le sigle degli anime godono di una grande considerazione e spesso sono eseguite da artisti di fama nazionale. Per quanto riguarda Gumball, la versione giapponese ha una sigla di chiusura intitolata in inglese Yes/No? Continue, scritta e cantata dalla star J-Pop YUKA e arrangiata da Kousuke Masaki, ovvero i due membri della band Moumoon ed è contenuta nell’album No Night Land. La sigla contiene animazione inedita, in cui Gumball e Darwin attraversano Elmore, raffigurata dall’alto come una mappa di un libro illustrato, per scappare da altri personaggi che li inseguono, alternata a clip di episodi della prima stagione. La sigla racconta dell’incredibile energia di Gumball, che non è mai disposto ad arrendersi e vuole sempre usare i videogiochi. Inoltre bisogna aggiungere che grazie al suo look colorato, con personaggi animaleschi e dai grandi occhioni, la serie è inoltre popolarissima in Giappone, classificandosi secondo un sondaggio lanciato dal feed locale di Cartoon Network nel 2012 come terza migliore serie occidentale (3491 voti in totale)34. Sul mercato giapponese sono inoltre stati lanciati non solo articoli disponibili anche negli Stati Uniti quali le magliette, ma anche sfondi esclusivi per il Nintendo 3DS35 e alcuni DVD della prima stagione dove le illustrazioni di copertina si concentrano sulla tenerezza dei personaggi36, come anche la serie di fumetti di Frank Gibson dedicata alla serie e per l’occasione tradotta in una serie di volumetti con delle illustrazioni di copertina inedite, in cui i personaggi sono in primo piano con gli occhioni dolci37 (figura 1.56).
34 http://www.crunchyroll.com/anime-news/2012/06/07-1/poll-cartoon-network-japans-best-animation-in-the-world (consultato il 12 ottobre 2018)
35 http://theamazingworldofgumball.wikia.com/wiki/Merchandise (consultato il 12 ottobre 2018)
36 おかしなガムボール ~ガムボールの初デート?~ [DVD] (Fonte: Amazon.co.jp) (consultato il 12 ottobre 2018)
37 おかしなガムボール:1 平林知子先生 限定カバー版 特製ポストカード付き [Comics] (Fonte: Amazon.co.jp)
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1.44 I Raggi Fotonici
Tra i vari paesi che hanno goduto di un omaggio culturalmente appropriato, c’è anche l’Italia. Nel mese di aprile 2018, Cartoon Network+1 ha cambiato denominazione temporaneamente in Lo
straordinario canale di Gumball dal 5 al 15 aprile, diventando Lo straordinario canale di Gumball.
Per l’occasione, è stata prodotta una canzone di tre minuti intitolata Sono Gumball, il cui videoclip, disponibile sul canale Youtube di Cartoon Network Italia e come clip speciale sulla Boingapp, contiene immagini dalla serie tv e dalla sigla. La canzone è opera de I Raggi Fotonici38 (Mirko Fabbreschi, Laura Salamone e Dario Sgrò), gruppo che realizza svariate sigle per serie animate, ed è cantata da Mirko Fabbreschi (voce di Gumball nelle parti cantate), insieme a Maura Cenciarelli (ovvero Darwin) e Mino Caprio (ovvero Richard). Il testo della canzone parla di Gumball e del suo modo di approcciarsi alla vita, e accenna anche agli altri protagonisti – si tratta di una canzone che ha un velo di operazione nostalgia, poiché le parole del testo, nonché l’atmosfera e il ritmo, rimandano alle sigle cantate da Giorgio Vanni e Cristina d’Avena e composte da Alessandra Valeri Manera ed Enzo Draghi per le serie animate, in particolare a quelle andata in onda su Italia 1 nel contenitore Bim
Bum Bam. Tale canzone è stata anche l’inno del Gumball Day, maratona di episodi trasmessa il primo
maggio 2018 su Boing.
Infine, un altro caso di adattamento culturale curioso proviene dall’Islanda, paese conosciuto per l’assenza di cognomi tra i suoi abitanti. In Islanda, infatti, i figli maschi hanno come cognome il nome del padre seguito da son (figlio), mentre le femmine hanno il nome del padre seguito da dottir (figlia). Nel paese dei geyser, il personaggio di Nicole, oltre a cambiare nome per ragioni fonetiche in Nina, non può chiamarsi Watterson per motivi di genere, e, pertanto, il suo cognome da sposata non è mai menzionato.
Tirando le somme, Gumball è una serie che fa della versatilità il suo punto di forza: non solo essa presenta un variegato cast e affronta vari temi di attualità con una chiave critica e spaziando per vari generi, ma riesce anche a sapersi proporre in maniera unica nei vari mercati in cui è distribuita. Al
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contempo, però, i personaggi e le ambientazioni sono ricollegabili ad altri modelli già esistenti, come si potrà verificare nel prossimo capitolo dedicato alla TV per ragazzi e ai suoi stilemi e codici.
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