di accoglienza italiano.
5. I Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS)
I Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) sono stru ure istituite per fronteggiare situazioni di emergenza, allorquando l’arrivo copioso di migranti nel territorio italiano non consente allo Stato di intervenire con il sistema ordinario.
Sebbene, la ratio dell’intervento d’urgenza sia appunto quello di porre rimedio immediato in situazioni che
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Dati aggiornati al marzo 2018, tratto da
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/17/migranti-ampliamento-dei-posti-sprar- e-tutto-fermo-il-viminale-non-pubblica-le-graduatorie-e-mancano-le- coperture/4492704/
dovrebbero ritenersi straordinarie, in realtà proprio a causa degli arrivi ravvicinati e sempre più, i CAS sono diventati la regola, facendo venir meno la riconducibilità della loro denominazione al loro scopo.
Si tra a, infa i, non necessariamente di centri (si
possono usare anche appartamenti, come nello SPRAR) e
l’accoglienza è tu ’altro che straordinaria, rappresentando
questo sistema, ormai, la modalità ordinaria in cui vengono inseriti i migranti (il 78% delle presenze). Essi sono gestiti sia da enti no profit, sia enti profit, e possono essere dire i sia in modalità di accoglienza colle iva, sia di accoglienza diffusa.
Nell’accoglienza colle iva è prevista la sistemazione dei
migranti in hotel, agriturismi, B&B e case coloniche; la seconda
prevede, invece, che i migranti vengano sistemati in
appartamenti.
Come si è avuto modo di anticipare nella sezione
apposita dedicata agli SPRAR, i relativi proge i vengono
finanziati con il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, parimenti accade per i CAS, che vengono assegnati in seguito alla vincita della relativa gara d’appalto, in base alla quale viene riconosciuta una re a giornaliera per ciascun
utente.
La re a orientativamente ammonta a 35 euro a persona accolta al giorno.
Tu avia ogni prefe ura può modificare la base d’asta di partenza, alzando o abbassando la re a. Anche qui, come per gli SPRAR, circa 1,5 – 3 euro al giorno vengono destinati al pocket money per i richiedenti asilo.
Così come descri i, i CAS ricoprono una funzione
sostanzialmente identica allo SPRAR, tu avia, la loro relativa gestione è organizzata in modo differente, e ciò in ragione del fa o che essi siano concepiti in stru ure temporanee, dove ospitare i beneficiari in a esa che possano beneficiare del proge o SPRAR.
Nei fa i però non lo sono, perché i beneficiari restano spesso nei CAS per tu a la durata della loro pratica di asilo.
Questo disallineamento tra teoria e pratica conduce a situazioni problematiche . 45
45
Queste problematiche saranno oggetto di precisa argomentazione nel § 2.6 del presente capitolo.
6. Il sistema di accoglienza dopo il decreto Minniti.
Come si è già avuto modo di anticipare, per fronteggiare l’incremento del fenomeno migratorio e tu e le conseguenze che dalla gestione dello stesso ne derivano, il legislatore italiano ha emanato il decreto immigrazione Minniti . 46
Sono diverse le innovazione che esso ha apportato nel sistema di accoglienza degli immigrati, operando un vero e proprio riasse o organizzativo del sistema di asilo, che, per molti anni, si era arenato a causa della pioggia di richieste e ricorsi presentati.
Più precisamente, grazie alla normativa sopra richiamata, si è posto rimedio a tale ultimo problema, a raverso una disciplina dei procedimenti giudiziari più rapida e a raverso l’espulsione di coloro ai quali sia stato negato l’asilo.
Uno degli obie ivi principali che si è inteso perseguire con l’adozione del decreto Minniti è stato quello di contenere le formalità amministrative negli uffici dello stato e di regolare in
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V. http://www.meltingpot.org/Il-sistema-italiano-di-accoglienza-dei-migranti- e-sull-orlo.html#.W3LsMfZuKP8
maniera più stringente il profilo relativo all’espulsione dei migranti irregolari che, in qualche modo, cercavano di rimanere nel paese, cercando delle scappatoie nelle falle del sistema.
Nonostante i buoni propositi, il proge o che portava in seno il decreto Minniti, non può dirsi pienamente compiuto, e, a sostenere ciò sono gli operatori umanitari che continuano ad affermare che il sistema delineato sia ancora lacunoso e inadeguato per gestire le richieste di asilo legi ime . 47
Una delle ragioni che militano a orno alla considerazione che il sistema di accoglienza non sia efficiente è che spesso i fondi che vengono riconosciuti ai centri non sono sufficienti per far fronte alle spese mediche.
Ci sono testimonianze che raccontano di donne che, appena arrivate, si sono trovate a partorire a spese di questi centri già a corto di denaro.
Appena arrivati i migranti ricevono un controllo medico di base negli “hotspot”, e ricevono tra amenti sanitari e cure
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V. http://www.meltingpot.org/Il-sistema-italiano-di-accoglienza-dei-migranti- e-sull-orlo.html#.W3LsMfZuKP8
contro la scabbia e, so oposti a procedure sanitarie d’urgenza,
ma tu e le patologie non tra ate negli “hotspots” divengono
responsabilità degli operatori dei centri di accoglienza che si sobbarcheranno le relative spese.
Alcuni assistenti sociali hanno raccontato che curano i loro residenti malati senza accesso al sistema statale, indicando una casse a di pronto soccorso come il “loro sistema sanitario ”. 48
Un ulteriore profilo negativo è rappresentato dalla burocrazia e dalle formalità che di fa o ostacolano fortemente il funzionamento del sistema.
Gli impiegati del centro sono completamente responsabili per la gestione dei rinnovi e dell’amministrazione delle richieste di asilo individuali.
“I migranti sono totalmente dipendenti da noi per la gestione dei documenti” ha raccontato un dipendente a IRIN. “Io sono un assistente sociale. Dovrei prendermi cura delle loro questioni personali, creare connessioni sociali, conoscere gli individui... ma di raro lo faccio, perché cerco sempre di stare dietro ai loro casi e di
48 Ibidem.
occuparmi delle routine amministrative di moduli e documentazioni ". 49
La questione si complica ulteriormente se si pensa che gli standard operativi e i requisiti amministrativi sono diversi di provincia in provincia, e ciò vuol dire che il sistema di ricezione è frammentato.
Ulteriore critica inerisce le modalità di emergenza con cui le autorità continuano ad operare.
Calò, operatore umanitario di MEDU, ha testualmente dichiarato:
“Se il governo italiano sme esse di vedere il fenomeno dell’immigrazione come un’emergenza, saremmo in grado di avere standard adeguati applicati a tu i nel sistema di accoglienza . 50
Ed ancora prosegue:
“Dal momento che continuiamo a perseguire un discorso di
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V. http://www.meltingpot.org/Il-sistema-italiano-di-accoglienza-dei-migranti- e-sull-orlo.html#.W3LsMfZuKP8
50 Ibidem.
emergenza, nonostante alcune tendenze si ripetano da molti anni, ogni decisione tanto a livello statale che a livello locale è improvvisata e siamo abbandonati al sistema che vedi oggi ”. 51
Per quanto riguarda i CAS, come de o, rappresentano
un sistema di accoglienza temporaneo, eccezionale e
straordinario destinato ad a ivarsi per fronteggiare situazioni
emergenziali. Per questo, i posti vengono assegnati in una prospe iva di emergenza e, in quanto tale, merita di essere gestita tempestivamente, tanto che, la prefe ura è costre a ad acce are anche soluzioni non o imali.
Le principali falle del sistema di accoglienza italiano sono, infa i, rinvenibili proprio nel sistema di accoglienza straordinario.
“Sono proprio i Cas che da anni balzano alle cronache per i casi di mala gestione: la loro costituzione ibrida che mescola prima e seconda accoglienza, di privati che si occupano di materia pubblica, è nata per dare un’ulteriore risposta emergenziale e ha dato luogo a speculazioni
51 Ibidem.
che con il rispe o dei diri i umani hanno poco a che fare .” 52
A tal proposito, Stefano Trovato afferma testualmente:
“è vero che arrivano flussi importanti che me ono so o pressione le prefe ure, ma è anche vero che questi flussi erano previsti. Se negli anni precedenti si poteva essere un po’ sorpresi, per il 2017 si potevano pianificare meglio le cose, perché già dal 2016 si prevedeva un flusso di circa 200 mila migranti, invece si continua a lavorare sull’emergenza continua ”. 53
Inoltre, a differenza dei proge i dello SPRAR, per i quali esiste una linea guida più precisa, per i CAS non è proprio così. Infa i, la qualità dell’accoglienza è molto più
disomogenea e lascia a desiderare, finendo per essere
appannaggio e di responsabilità esclusiva degli enti gestori. Dunque, da un lato, si avrà a che fare con enti gestori più responsabili che cercano di gestire al meglio l’accoglienza d’emergenza, talvolta, investendo anche proprie risorse finanziarie, dall’altro, si riscontra la presenza di enti gestori, che
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http://noemergenza.it/ma-come-funziona-il-sistema-di-accoglienza-in-italia/ 53
pur di abba ere i costi di gestione e di avere più margine di guadagno della re a loro riconosciuta, assumono poco personale rispe o al numero di migranti da ospitare e li sistemano in alloggi indegni e putridi.
Figura 4. I CAS
Fonte:h ps://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/ancora-truffe-immigrati-arrestati-6-gestori-ce ntri-accoglienza-latina-88214/
Un'altra problematica è rappresentata dal fa o che con i CAS viene meno il pa o di fiducia tra Ministero e territori, perché la ripartizione è gestita dire amente dal Ministero,
tramite le Prefe ure, senza coordinarsi con l’ANCI e spesso 54 senza nemmeno avvisare i comuni che gruppi di richiedenti asilo saranno distribuiti sul proprio territorio.
Vi è, però, da dire che, nonostante le proteste, tale
modalità di accoglienza straordinaria ha preso sempre più
piede nella prassi, anche in ragione del rifiuto di molti comuni di aderire alla rete SPRAR, situazione, questa che ha in buona sostanza quasi costre o il Ministero ad operare in modo coercitivo senza prendere accordi con enti che probabilmente avrebbero ostacolato l’apertura del CAS sul proprio territorio . 55
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ANCI: Associazione Nazionale Comuni Italiani 55