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di accoglienza italiano.

3. La prima accoglienza.

Come anticipato poc’anzi, entro 48 ore dal proprio arrivo, coloro che fanno immediatamente richiesta di

protezione internazionale vengono ricollocati negli hub

regionali, dove vengono tra enuti il tempo necessario per

individuare una soluzione nella seconda accoglienza.

Figura 2. La prima accoglienza.

Fonte: viedifuga.org/hotspot-taranto-non-cercate-qui-il-diri o-dasilo/

Diversamente, i migranti che non abbiano fa o richiesta

per l’avviamento delle procedure per o enere il diri o d’asilo 35

35

La procedura di asilo in Italia è regolata dal Decreto legislativo n. 140 del 30 maggio 2005, in attuazione della Direttiva 2003/9/CE, poi sostituita dalla Direttiva 2013/33/UE, che stabilisce norme minime relative all’accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, in GU n. 168 del 21 luglio 2005. negli artt. 26- 32 Il Decreto definisce nel dettaglio la procedura di esame della domanda di protezione. E precisamente, organo competente alla ricezione della domanda è la polizia di frontiera ovvero, in alternativa, le Questure.

Una volta depositata la domanda viene attivata la procedura ad hoc volta alla individuazione dello stato competente ed al richiedente viene rilasciato un attestato nel caso sia inviato in un CARA o in un CPT, nel caso in cui non sia disposta l’accoglienza nei CARA o il trattenimento viene rilasciato un permesso di soggiorno della durata di tre mesi rinnovabile fino al perfezionamento della procedura. La Commissione può decidere di concedere lo status di rifugiato o la protezione

o lo status di rifugiato, posto che sono molto pochi, o che comunque non hanno i requisiti necessari per presentare le relative istanze, vengono condo i nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) per essere rimpatriati.

I migranti dovrebbero ivi permanere i per un massimo di 90 giorni, termine che può facilmente essere prorogato fino a 12 mesi . I CIE operativi erano presenti in qua ro ci à italiane, 36 ovverosia Torino, Roma, Brindisi e Caltanisse a. Tu avia, in seguito alla riforma Minniti- Orlando entrata in vigore il 17 agosto 2017, i CIE sono stati soppressi e sostituiti con i CPR

(Centri di Permanenza e Rimpatrio) che dovrebbero diventare

20, uno per Regione, ed avere delle dimensioni più rido e . 37 Secondo i dati statistici presentati dalla Camera il 23 gennaio 2017, le hub regionali si trovano a:

● Crotone ● Bologna ● Gorizia ●Udine ● Castelnuovo di Porto (RM) ● Bari ● Brindisi ● Foggia ● Agrigento ● Messina ● Caltanisse a ● Catania ● Bagnoli di Sopra (PD) ● Treviso ● Cona (VE) . 38

sussidiaria, oppure può rigettare la domanda qualora non sussistano i requisiti fissati dal Decreto 251/2007. 36 https://www.lenius.it/sistema-di-accoglienza-dei-migranti-in-italia/ 37 Ibidem. 38 http://sicurezzainternazionale.luiss.it/2017/11/25/immigrazione-sistema- accoglienza-italiano/

Grazie ad un report della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza della Camera dei

Deputati è possibile comprendere l’ampiezza del fenomeno, e

prendere contezza dei dati reali registrati nel territorio italiano, grazie alla tabella che di seguito si riporta e che registra le presenze al 23 gennaio 2017:

Figura 3. Dati territorio sistema accoglienza italiano.

Fonte: h ps://www.lenius.it/sistema-di-accoglienza-dei-migranti-in-italia/

Il meccanismo di prima accoglienza, così come descri o

e regolamentato può ritenersi pressoché completamente

(Centri di Primo Soccorso e Accoglienza), CDA (Centri di Accoglienza) e CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo ). 39

Una volta che i migranti sono passati per le hub regionali o i centri di prima accoglienza, il Ministero dell’Interno ha previsto lo SPAR, ovverosia il Sistema di Protezione e Accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, istituito dalla Legge n. 189/2002, di cui meglio si dirà nel prosieguo . 40

4.Gli SPRAR.

Come già si è avuto modo di illustrare nelle pagine precedenti, chiusasi la fase della prima accoglienza, e dunque una volta che i migranti siano transitati dagli Hotspot e dai centri di prima accoglienza, si passa alla fase della seconda accoglienza.

Questa prevede che, coloro che abbiano richiesto il riconoscimento del diri o d’asilo entrano cioè a far parte del

39

https://www.lenius.it/sistema-di-accoglienza-dei-migranti-in-italia/ 40

programma SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Tu avia, è bene sin da ora anticipare, che il più delle volte, tu o ciò rimane una mera previsione normativa, che trova poca applicazione nella prassi, e questo perché, essendo il

programma SPRAR di piccole dimensioni, e ospitando anche

rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria,accade che, i richiedenti asilo giunti in Italia vengano sempre più diro ati sui CAS.

Scendendo più nel de aglio delle cara eristiche di

questa tipologia di accoglienza, si precisa che il programma in cui vengono coinvolti i migranti di cui si è de o, è costituito sulla base di una rete di collaborazione degli enti locali che vi accedono e che me ono a disposizione un’accoglienza di tipo integrato.

Quando si parla di accoglienza di tipo integrato si vuole intendere che lo SPRAR non si limita a fornire vi o e alloggio ai migranti, bensì prevede misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, di modo che i migranti possono essere inseriti a 360 gradi nella società nel

mondo del lavoro. Gli enti locali, per poter procedere all’instaurazione dello SPRAR nel proprio territorio di riferimento, hanno la possibilità di chiedere e o enere il finanziamento da parte del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. L’ammontare delle risorse finanziarie erogate

dipende dal proge o che presentano e chiaramente deve essere

destinato all’accoglienza per i richiedenti asilo, i rifugiati e i destinatari di protezione sussidiaria. L’ente locale può presentare domanda, partecipando al relativo bando, e ove la domanda, posta al vaglio del Ministero, venga accolta, l’ente locale potrà o enere un finanziamento triennale per l’a ivazione del proge o SPRAR.

“A quel punto l’ente pubblica a sua volta una gara d’appalto per assegnare le risorse o enute ad un ente gestore, che deve essere un ente non profit (le famose “cooperative”, ma ci sono anche associazioni). La proposta ritenuta migliore o iene l’appalto per la gestione del proge o SPRAR, con il comune che rimane comunque come ente di riferimento . Le iniziative presentate non devono essere 41 legate stre amente al numero di persone accolte dagli enti locali, in cui costo medio giornaliero è pari a 35 euro. Di questa somma, il migrante riceve circa 2,50 euro, la restante cifra è utilizzata per

41

coprire le spese delle stru ure .” 42

Scendendo più nel de aglio, vediamo cosa sono e come

funziona il sistema di seconda accoglienza. Orbene, i locali cui

vengono destinati richiedenti, rifugiati e destinatari di

protezione sussidiaria o umanitaria, possono essere appartamenti o centri colle ivi di piccole (15 persone circa), medie (fino a 30 persone) o grandi (più di 30 persone) dimensioni. Alla luce dei dati emersi dal Rapporto annuale , 43 vengono utilizzati sopra u o gli appartamenti e i centri di piccole dimensioni, che rappresentano più del 90% delle stru ure disponibili.

Come già più volte ribadito, coloro che possono essere

inseriti nel proge o SPRAR sono i migranti che abbiano

conseguito lo status di rifugiati e i beneficiari di protezione sussidiaria o umanitaria. Il proge o dura sei mesi, termine che ben può essere prorogato, per altre anti sei mesi, periodo, durante il quale, il personale reclutato nel proge o coadiuva i migranti nella ricerca e individuazione di una sistemazione autonoma.

42

http://sicurezzainternazionale.luiss.it/2017/11/25/immigrazione-sistema- accoglienza-italiano/

43

Rapporto annuale SPRAR 2016, in

Invece, con riferimento alla categoria di migranti che abbiano richiesto il riconoscimento del diri o d’asilo, questi possono usufruire e permanere negli alloggi assegnati, per tu o il tempo necessario alla risoluzione della loro pratica, cioè fino a quando non ricevono la risposta, affermativa o negativa, rispe o alla istanza presentata.

Come si è avuto modo di anticipare, non è solo l’alloggio

il servizio che viene offerto ai beneficiari del proge o SPRAR,

ma sono garantiti una serie di servizi collaterali come pulizia e igiene ambientale (svolti anche dagli ospiti in autogestione); vi o (colazione e due pasti principali, meglio se gestiti in autonomia dagli ospiti); a rezzature per la cucina;

abbigliamento, biancheria e prodo i per l’igiene personale; una

scheda telefonica e/o ricarica; l’abbonamento al trasporto

pubblico urbano o extraurbano sulla base delle cara eristiche

del territorio.

Ma ancora, profilo di rilievo e che più di ogni altro è

espressione dell’obie ivo del proge o, ossia il

favoreggiamento dell’inclusione sociale dei migranti, è

sanitario, educativo, sociale; in modo che imparino la lingua italiana, per avere qualche chance lavorativa in più; l’inserimento dei minori a scuola insieme a tu i gli altri minori del territorio; la possibilità di fare sport, o cultura.

Nel sistema SPRAR, alla luce di quanto emerge dai dati

aggiornati al marzo 2018, sono presenti 35.869 persone, di cui 3488 mila circa i minori non accompagnati . 44