STRUMENTI E METOD
VI. M ORFOLOGIA E SINTASS
6.7.1 I clitici ausiliar
Anche a MdL si segnala, così come avviene con modalità diverse in molte varietà settentrionali, la presenza dei cosiddetti “clitici ausiliari” a fianco degli ausiliari ‘essere’ ed ‘avere’. Queste forme presentano numerosi problemi descrittivi e sono stati considerati, di volta in volta, come facenti parte della flessione verbale (cfr. Renzi/Vanelli 1983: 129), come elementi eufonici regolati fonologicamente o come una categoria grammaticale specifica (cfr. Parry 1993: 108 e ss. per alcune riflessioni sul piemontese). Per il piemontese Goria (2004: 23-24) rileva due tipologie di clitici ausiliari: clitico-l (CL-l’) e clitico-j (CL-j’) che non mutano con il variare delle persone e non influenzano la presenza dei normali pcs. In particolare in torinese il CL-l’ compare solo con il verbo ‘avere’ e con la 3a persona di ‘essere’, mentre il CL- j’, coincidente con le forme del clitico locativo-esistenziale diffuse in tutto il Piemonte, occorre con le forme di ‘essere’ inizianti per vocale, con l’esclusione della 3a persona. Se attualmente nel torinese, ma anche nelle varietà langarole e
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monregalesi, le forme con laterale sono le più diffuse, nel canavesano e nelle varietà orientali del Piemonte si riscontra la presenza prioritaria di [j] e [l] occorre solo con la 3a persona di ‘essere’ (cfr. Zörner 1997: 74 e Ferrarotti 2017) . 170
Nelle varietà del Piemonte occidentale la diffusione dei clitici ausiliari tra le diverse persone del verbo ‘avere’ non ha una distribuzione regolare e può essere condizionata da diversi fattori anche se con una scala di implicazione costante, così come indicato da Garzonio/Poletto (2011: 126):
3a sing. → 3a plur./1a sing./1a plur. → 2a plur. → 2a sing.
Inoltre, solitamente il clitico ausiliare non compare quando è già presente un altro clitico complemento che insiste sull’ausiliare; a MdL ma anche altrove, il clitico complemento è collocato sull’ausiliare e perciò non permette la presenza del clitico ausiliare,
[m a pa vjy ɲyŋ] (MdL) ‘non mi ha visto nessuno’, [l ai̯ ˈvjyva jɛr] (MdL) ‘l’ho vista ieri’,
[m a pa vist ɲyŋ] (Rorà, To) ‘non mi ha visto nessuno’.
La parlata di MdL presenta una forte diffusione di questi clitici con entrambi gli ausiliari anche se il Cl-l’ si riscontra solo con la 3a persona del verbo ‘essere’ all’indicativo presente, lasciando al CL-j’ tutti gli altri contesti, come riscontrato nel canavesano, ma anche in area langarola.
Con il verbo ‘avere’ la presenza del clitico ausiliare sembra essere molto frequente, pur con alcune anomalie:
[j ai̯ duˈvy ʧaˈma ˈpɑpa] ‘ho dovuto chiamare mio papà, [a j a vjy ˈfane nø ˈskɛrs] ‘ha voluto farci uno scherzo’, ma [a minˈʤa m ˈprɛsa] ‘ha mangiato in fretta’, [j eŋ byˈta la ˈpera] ‘abbiamo messo la pietra’,
Bisogna però notare che nei dialetti piemontesi orientali il pcs maschile di 3a è solitamente [al] e 170
questo può confondere la segmentazione e/o oscurare la marcatura di genere.
Si rileva, inoltre, che per il canavesano Zörner (1997: 74) considera [al] come pcs di 3a solo davanti
alle forme del verbo ‘essere’ inizianti per vocale e [a] nei restanti casi. Invece, il clitico [j] è considerato una «particella» trascritta come facente parte del verbo (es. [a jaˈvia] ‘lui aveva’). In questo senso Zörner annulla la presenza dei clitici ausiliari rendendoli componenti o del pcs o del verbo.
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[j e byˈta na ˈbɛla ˈbriva a ryˈa] ‘avete messo un bel po’ di tempo ad arrivare’,
[a j ɑŋ kymˈpi vint ai̯ŋ] ‘hanno compiuto vent’anni’.
L’unica eccezione è rappresentata dalla 2a persona che compare con una certa frequenza anche senza clitico ausiliare:
[t a fai̯ n bel aˈfe] ‘hai fatto un buon affare’,
[t aˈvet kumanˈda di ˈlybre] ‘avevi ordinato dei libri’ [t j a baˈty li dʒiˈnui̯?] (Cap) ‘hai sbattuto le ginocchia?’,
[t j a laˈsa raˈsa la ˈpɛla] (Cap) ‘hai lasciato attaccare il cibo nella padella’.
Nelle frazioni a monte del Capoluogo, invece, il pcs e il clitico ausiliare si differenziano formalmente alla 2a persona rispetto alle frazioni basse: qui, infatti, il pcs assume il tratto [+ palatale] del clitico ausiliare trasformandosi in un unico clitico composto [t j a] > [tʃ a],
[l fie ke tʃ a vjy jer a suŋ parˈtie] (SaG) ‘le ragazze che hai visto ieri sono partite’,
[ke bɛ kau̯ˈsɛ ke tʃ a kaˈta] (Chi) ‘che belle scarpe che hai comprato’. Questo, però, avviene principalmente nelle frasi dichiarative poiché le frazioni legate a Chiaves, e in misura minore quelle “intermedie” di Fornelli, presentano l’inversione verbo/pcs nelle interrogative (vedi supra § 6.7.2) per cui questo fenomeno è attestato unicamente nelle proposizioni affermative a Chiaves, mentre a Fornelli compare anche all’interno delle proposizioni interrogative:
[tʃ a vjy karˈkyŋ?] (For) ‘hai visto qualcuno?’, [j as ti vjy karˈkyŋ?] (Chi) ‘hai visto qualcuno?’
Con il verbo ‘essere’ le forme interessate dalla presenza del clitico ausiliare sono ridotte in quanto solo la 2a e la 3a persona dell’indicativo presente e l’indicativo l’imperfetto iniziano per vocale. Le forme della coniugazione dell’imperfetto sono sempre preceduta dal CL-j’:
[te t j ˈere dʒa na] ‘tu eri già nato’, [j eri nda før li] ‘eravate andati lì’,
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[a j ˈeruŋ a kɑ] ‘erano a casa’;
mentre la 3a persona dell’indicativo presente di ‘essere’ mostra il clitico ausiliare [l], ma con una distribuzione non regolare:
[sai̯ ɲiŋ s a l e dʒa ryˈva] ‘non so se è già arrivato’, [a l e n bel fi] ‘è un bel ragazzo’.
Infatti, il clitico ausiliare può non comparire:
[e ryˈva lu pusˈtin] ‘ è arrivato il postino’, [e dʒa nda ˈvia] ‘ è già andata via’
ma è ancora più frequente l’omissione di ‘essere’, sia nella sua funzione di ausiliare, sia nell’uso di copula:
[lu tʃiˈvot ki j aŋ vjy jer a l parˈti] ‘il bambino che hanno visto ieri è partito’,
[a l bel miŋˈdʒa ˈnsema] ‘è bello mangiare insieme’, [a l ŋˈku tro bas] ‘è ancora troppo basso’.
Se diverse varietà piemontesi (e non solo) possono presentare l’omissione del pcs, ma continuano a mantenere il clitico ausiliare:
la papa l ę bùna ‘la pappa è buona’ (Corio: AIS, 1005), l ę nda ‘è andato’ (Montanaro: AIS, 646):
la perdita del verbo non sembra trovare riscontro in altri dialetti con l’esclusione delle parlate fp delle valli di Lanzo e della Valle Orco. Zörner (2003a: 168) afferma che «la 3a persona maschile ind. pres. [e] cade spesso dopo il clitico soggetto [al]: al e venˈy > al venˈy». Altri dati che ne attestino l’esistenza sono contenuti nelle risposte dell’AIS per Ala di Stura (Valli di Lanzo) e Noasca (Valle Orco):
al ćét ‘è caduto’ (Ala di Stura e Noasca: AIS, 394), lu vǝñ al bùŋ ‘il vino è buono’ (Noascaː AIS, 1340), lu viŋ al bùŋ ‘il vino è buono’ (Ala di Stura, 1340).
e alle numerose evidenze presenti nei materiali dell’ALEPO per i punti di Chialamberto e Ribordone:
[lu tʃel al bjo] ‘il cielo è blu’ (Chialamberto: ALEPO, 36), [lu ˈmondo al kjɛr me n ˈombra] ‘il cielo è chiaro come
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un’ombra’ (Ribordone: ALEPO, 36).
Inoltre, anche il vocabolario online della parlata di Chialamberto (Chiariglione s.d.) afferma che «nel parlare corrente» spesso frasi come «min frari alj’öst bun cume lu pōn» mio fratello è buono come il pane’ sono rese «min frari äl bun me lu pōn» con la caduta della forma verbale: al di là della segmentazione di queste frasi, il fenomeno in questione è descritto e attestato. È interessante notare come in queste parlate il pcs di 3a persona sia generalmente [u] ([al] in Valle Orco) e il clitico ausiliare sia [a]/[al] al contrario di MdL che ha già il pcs di 3a in [a]. Le forme del verbo ‘essere’ alla 3a persona ([əst]/[ɑst]/[e] nelle Valli di Lanzo e Valle Orco, [e]/ [est] a MdL) cadono solamente quando sono seguite da un elemento consonantico e lo fanno con una discreta regolarità.
Un altro contesto in cui si verifica la caduta dell’ausiliare nella parlata di MdL è all’interno delle frasi esistenziali-presentative con il verbo al singolare:
[a i n ʧiˈvot] ‘c’è un bambino’,
[a i kjɑl k a t ˈtʃama] ‘c’è lui che ti chiama.
In queste costruzioni al pcs si fa seguire solamente il clitico locativo [i], mentre nelle altre varietà del Piemonte è presente la forma alla 3a persona del verbo ‘essere’ o ‘avere’ preceduta dal clitico locativo e, eventualmente, dal pcs. A MdL la struttura con l’ausiliare è presente solo quando questo è coniugato alla 6a persona o all’imperfetto:
[a i suŋ j arˈbyt k a ˈveɲuŋ] ‘ci sono i polloni che ricacciano’, [a i suŋ dy kai̯ɲ] ‘ci sono due cani’,
[a j ˈere n uˈrisi tro fort] ‘c’era un acquazzone molto forte, [a j ˈeruŋ li kai̯ɲ k a dʒaˈpau̯ŋ] ‘c’erano i cani che abbaiavano, anche se, talvolta, il pcs può essere omesso:
[i suŋ dəl ˈbele ˈbestje] ‘ci sono delle belle bestie’, [j ˈeruŋ ɲiŋ ˈtai̯nti tʃiˈvoi̯t] ‘non c’erano molti bambini’.
La Tab. 28 mostra la presenza dei clitici ausiliari in alcune parlate fp del Piemonte e nel canavesano: la distribuzione non mostra un’evidente regolarità, se si esclude l’assenza totale nei dialetti della Valle Orco e Soana. Similmente, in Valle d’Aosta
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Diémoz (2007) rileva una forte variabilità diatopica e diacronica nell’uso di questi clitici, con frequenti casi di incoerenza all’interno della stessa parlata.
Appare evidente, così come avviene generalmente per i pcs, la difficoltà ad identificare una qualche regolarità per i clitici ausiliari all’interno del dominio fp (ma questo succede anche nelle varietà galloitaliche cfr. Garzonio/Poletto 2011) e a individuare un modello di riferimento per queste parlate.
Tab. 28. Distribuzione dei clitici ausiliari in alcune varietà del Piemonte.