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Le forme delle persone singolar

STRUMENTI E METOD

VI. M ORFOLOGIA E SINTASS

6.4.1 Le forme delle persone singolar

Le voci maschili singolari sono differenziate diatopicamente tra le borgate basse del Capoluogo e quelle alte di Chiaves e Fornelli:

TAB. 17. Aggettivi e pronomi possessivi a MdL. dimostrativo + relativa/ interrogativa [saŋ] [lo]/[luŋ] [lɔŋ]/[sɔŋ] m. sing. (Cap) m. sing. (Chi)/(For)

f. sing. m. plur. f. plur.

[me] [miŋ] [ˈmia] [møi̯] [ˈmie]/[mi]

[to]/[tou̯] [tuŋ] [ˈtua]/[ta] [tøi̯] [ˈtue]/[tu]

[so]/[sou̯] [suŋ] [ˈsua]/[sa] [søi̯] [ˈsue]

La tendenza generale alla semplificazione in un’unica serie di possessivi è comune a tutta la

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Romània (cfr. Grassi/Telmon 1990: 195).

VI. MORFOLOGIAESINTASSI

La base latina per entrambe le forme maschili singolari è la stessa (MEUM, TUUM, SUUM), ma la variante di Chiaves con la nasale finale è quella più conservativa, presente in tutto il dominio fp del Piemonte. Terracini (1937: 682) fa derivare le forme con nasale finale dai corrispettivi valdostani del pronome francese mien tien sien che hanno sostituito i precedenti possessivi atoni: tuttavia solo la prima persona singolare si è mantenuta, lasciando la serie con la tonica dissimilata tra 1a e 2a/3a persona così come avviene in piemontese, a differenza del francese e delle parlate fp della Valle di Susa e Sangone (cfr. Berruto/Grassi 1974). La presenza di serie che conguagliano la vocale tonica è vista, infatti, come maggiormente conservativa rispetto alla pressione del piemontese (cfr. Telmon 1993: 985). In questo senso Zörner (2004: 93) parla di «tipo francoprovenzale/francese» in contrapposizione al tipo «piemontese/altoitaliano».

Nel Capoluogo il maschile singolare coincide essenzialmente con le forme piemontesi (cfr. Tab. 17) ma, talvolta, la 2a e la 3a persona si differenziano grazie alla dittongazione della vocale (particolarità non riscontrata altrove): probabilmente questo è avvenuto a causa della caduta della nasale finale, ma queste forme possono derivare anche da *meu *tou *sou che Terracini (1937: 682) segnala come preesistenti, nelle Valli di Lanzo, al modello con finale consonantico.

Al femminile singolare si registrano, esclusivamente davanti ai nomi di parentela, le varianti [ta] e [sa] che probabilmente segnalano la presenza di un tipo precedente ormai sostituito dalle forme comuni al piemontese e all’italiano:

[ta ˈmare] ‘tua madre’, [ta sør] ‘tua sorella’, [sa kyˈzina] ‘sua cugina’.

Una situazione simile si ritrova anche nelle parlate della Val di Viù e della Valle Orco (cfr. Zörner 2003a: 94), mentre il valdostano e il francese mantengono queste forme davanti a tutti i sostantivi.

VI. MORFOLOGIAESINTASSI

Le forme [mi]/[tu] del femminile plurale, raccolte soprattutto tra i parlanti delle borgate alte, sembrano invece delle varianti fonetiche che compaiono nel parlato meno controllato davanti a nomi di parentela inizianti per consonante : 151

[ˈkatun mai̯ d fryta l mi sør] ‘non comprano mai frutta le mie sorelle’, [ˈdime sɑŋ ka t ɑn dit l mi ˈfie] (Cre) ‘dimmi quello che ti hanno detto le mie figlie’,

[la kɑ ka j ɑn kaˈta l tu sør ɑ j er ˈmia] ‘la casa che hanno comprato le tue sorelle era mia’.

Il maschile plurale presenta la conservazione del morfema grammaticale plurale [-i] e si tratterebbe, secondo Terracini (1937: 692 e ss.), di un’antica forma pronominale, mantenutasi come pronome (ma non esclusivamente) nelle parlate valsusine e a Coazze. Tuttavia, forme simili ([mei̯]/[tɔi̯]/[sɔi̯]) sono presenti nel piemontese come varianti «meno usate» (Brero 1971: 44-45), ma attualmente diffuse nei dialetti della collina torinese (come aggettivi) e nelle parlate rustiche, ad esempio, di Bibiana e Moncalieri (vedi dati Alepo). La larga diffusione di queste forme, presente anche in diverse località di pianura (cfr. AIS, carta 13), ne fa ipotizzare una precedente presenza generalizzata in tutto il Piemonte; queste forme trovano riscontro, oltre che nel piemontese, anche nel francese antico (cfr. TLFi, s.v. mon), nelle parlate lombarde del Verbano (cfr. AIS, carta n. 24) e in italiano. Le forme in questione si sono poi conservate più diffusamente in diverse parlate fp del Piemonte (oltre a quelle citate si segnala la presenza anche in Valle Orco) mantenendosi, a tratti, in alcuni dialetti piemontesi rustici.

Nelle Valli di Lanzo il maschile plurale, quando è dissimilato dal corrispettivo singolare, possiede forme del tipo [mje]/[twe]/[swe], con progressione dell’accento: solo Ceres, come MdL, ha mantenuto il morfema grammaticale [-i] interpretato da Terracini (1937: 686) come un’innovazione «più ricca di risorse e di adattamenti» rispetto alla generalizzata caduta di [-i] che, però, non «ha avuta la forza di uscire

Le stesse forme sono segnalate, al femminile plurale, nella parlata di Giaglione (cfr. Aa.Vv. 2004:

151

21).

VI. MORFOLOGIAESINTASSI

fuori di Ceres». Inoltre, il maschile plurale a MdL presenta, per le tre persone, la stessa vocale tonica secondo il modello maggiormente conservativo.

Per quanto riguarda la differenziazione per genere e numero, in area italo-romanza il sistema dei possessivi presenta essenzialmente tre modelli: quello toscano e padano, che possiede le tre forme conguagliate mi, tu, su sia per il maschile e il femminile, sia per il singolare e il plurale. Un tipo intermedio, cioè quello piemontese/torinese, che ha conguagliato le forme maschili singolari e plurali e dissimilato quelle femminili; e il tipo «dell’area piemontese occidentale-occitanica cisalpina» dove predominano le quattro serie completamente dissimilate (Grassi/Telmon 1990: 198). Le tabelle seguenti mostrano le diverse forme presenti in alcune delle varietà a contatto con la parlata di MdL:

Canavesano (Forno Canavese e Cuorgné)

TAB. 18. Aggettivi e pronomi possessivi nel canavesano.

Mezzenile (Valli di Lanzo)

TAB. 19. Aggettivi e pronomi possessivi a Mezzenile.

Torinese

TAB. 20. Aggettivi e pronomi possessivi nel torinese.

masch. sing. femm. sing. masch. plur. femm. plur.

[me] [ˈmia] [me] [ˈmie]

[to] [ˈtua] [tə] [ˈtue]

[so] [ˈsua] [sə] [ˈsue]

masch. sing. femm. sing. masch. plur. femm. plur.

min ˈmia min ˈmie

tun ˈtua tun ˈtue

sun ˈsua sun ˈsue

masch. sing. femm. sing. masch. plur. femm. plur.

me ˈmia me ˈmie

to ˈtua to ˈtue

so ˈsua so ˈsue

VI. MORFOLOGIAESINTASSI

Osservando i dati si può notare come il sistema di Mezzenile condivida con il piemontese il modello parzialmente dissimilato nonostante mantenga gli esiti più conservativi della base latina, condivisi con il dominio galloromanzo. Di contro i possessivi canavesani (in modo meno evidente) e quelli di MdL, in particolare le forme delle frazioni alte, presentano quattro serie completamente dissimilate. All’interno dello stesso sistema si notano, però, tendenze opposte di indebolimento, ad esempio la serie maschile singolare nel Capoluogo presenta la 1a persona coincidente al tipo piemontese mentre le altre due persone mantengono, in parte, una qualche originalità. Da una parte si può, perciò, notare la resistenza di MdL al modello maggioritario con il mancato conguaglio delle serie, dall’altra la pressione del piemontese che agisce su singole forme, indebolendo un sistema che, in qualche modo, resiste. Nel panorama delle Valli di Lanzo, tuttavia, solo le parlate della Bassa Valle presentano serie parzialmente dissimilate mentre nei dialetti oltre Ceres e in Val di Viù si trovano quattro tipi di possessivi, distinti per genere e numero . 152