STRUMENTI E METOD
VI. M ORFOLOGIA E SINTASS
6.1.3 Il maschile plurale
La parlata di MdL conosce due modalità per segnalare il maschile plurale: una serie di nomi e aggettivi rimane invariato nel passaggio al plurale, un'altra serie presenta il mantenimento del morfema grammaticale [-i], spesso con prolessi, come marca del plurale.
Le parole che non aggiungono alcun morfema per indicare il plurale appartengono a tre gruppi:
a) parole terminanti con vocale atona o con dittongo discendente: [ˈbyru] ~ [ˈbyru] ‘burro/i,
[ˈmerlu] ~ [ˈmerlu] ‘merlo/i, [ˈbarba] ~ [ˈbarba] ‘zio/zii’
[vei̯] ~ [ˈ vei̯] ‘vecchio/vecchi’, [dʒiˈnui̯] ~ [dʒiˈnui̯] ‘ginocchio/ginocchia, [buˈlai̯] ~ [buˈlai̯] ‘fungo/funghi’.
Un’eccezione è data dai termini per pecora [ˈberu] e montone [muˈtuŋ] che sono entrambi
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maschili.
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
L’ultimo caso presenta la stessa marca del plurale anche al singolare, seguendo uno schema diffuso in molte parlate del Piemonte (cfr. AIS carta n. 621 “il fungo, i funghi”). Questo può essere dovuto o all’uso più frequente di questa voce al plurale passata, in seguito, a indicare anche il singolare, oppure, dalla presenza del suffisso - ICULU(M) nella forma latina corrispondente.
b) Parole tronche terminanti con [-e] e [-i] : 122
[mynyˈzje] ~ [mynyˈzje] ‘falegname/i’, [veŋˈke] ~ [veŋˈke] ‘salice/i (da vimini)’, [tʃi] ~ [tʃi] ‘piccolo/i’,
[nsri] ~ [nsri] ‘rauco/rauchi’.
c) Parole tronche terminanti con consonante/i (con l’eccezione di quelle con vocale tonica in [a], [ɑ] e [o]/[ɔ]):
[pɛr] ~ [pɛr] ‘pera/e’, [aˈris] ~ [aˈris] ‘riccio/ricci’, [kuˈlur] ~ [kuˈlur] ‘colore/i’, [byrp] ~ [byrp] ‘furbo/i.
A fianco di queste forme, nella parlata di MdL è presente un cospicuo gruppo di parole in cui il plurale è formato con l’aggiunta del morfema grammaticale [-i]. Si tratta delle voci che terminano con una vocale tonica diversa da [e] e da [i]:
[mɑrˈka] ~ [marˈkai̯] ‘mercato/i’, [pra] ~ [prai̯] ‘prato/i’,
[ply] ~ [plyi̯] ‘privo/i di piume o pelo’, [pataˈny] ~ [pataˈnyi̯] ‘nudo/i’,
[dʒø] ~ [dʒøi̯] ‘gioco/giochi’, [rø] ~ [røi̯] ‘cerchio/cerchi’, [tʃo] ~ [tʃoi̯] ‘chiodo/i’, [bu] ~ [bui̯] ‘stalla/e’.
Le parole tronche terminanti in [-il] spesso perdono la consonante finale, ma nella formazione del
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plurale si comportano come il gruppo di parole che finiscono in vocale + [l], cioè inserendo il morfema grammaticale [i]: es. [fyˈzi] ~[fyˈzii̯] ‘fucile/i’.
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
Sono presenti alcune eccezioni il cui uso al plurale (con l’esclusione di ‘casa’) è tuttavia poco diffuso:
[ka] ~ [ka] ‘casa/e’,
[dry] ~ [dry]‘terreno/i concimato/i’ (sost.), ‘fertile/ i’ (agg.),
[fø] ~ [fø] ‘fuoco/fuochi’, [faˈro] ~ [faˈro] ‘falò’.
In numerose parole il morfema grammaticale indicante il plurale non si trova dopo il morfema lessicale perché è anticipato prima della consonante/i finale/i secondo il fenomeno, chiamato da Rossebastiano (1995a: 43), prolessi di [i], ma che può essere considerato, allo stesso tempo, una tipologia di plurale metafonetico senza cambiamento di timbro della vocale tonica (cfr. infra). Questo tratto si trova:
a) nelle parole tronche terminanti in [-a-] + consonante/i:
[armaˈnak] ~ [armaˈnai̯k] ‘calendario/calendari’, [maˈtas] ~ [maˈtai̯s] ‘poveretto/i’,
[tʃat] ~ [tʃai̯t] ‘gatto/i’, [gwant] ~ [gwai̯nt] ‘guanto/i’, [kamp] ~ [kai̯mp] ‘campo/i’, [baŋk] ~ [bai̯ŋk] ‘banco/banchi’; b) nelle parole tronche terminanti in [-u-] + nasale + occlusiva:
[kunt] ~ [kui̯nt] ‘conto/i’, [punt] ~ [pui̯nt] ‘ponte/i’, [luŋk] ~ [lui̯ŋk] ‘lungo/lunghi’; c) nelle parole tronche terminanti in [-o-] + consonante : 123
[siˈrop] ~ [siˈroi̯p] ‘sciroppo/i’, [tok] ~ [toi̯k] ‘pezzo/i’, [os] ~ [oi̯s] ‘osso/a’, [bot] ~ [boi̯t] ‘volta/e’;
Il plurale di ‘uomo’ [om] è [ˈomai̯ɲ] e presenta, come in italiano e in numerose parlate
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settentrionali, la conservazione della declinazione imparisillaba latina (cfr. Rohlfs 1968: 43). La forma presente a MdL per il plurale segue il modello delle parole tronche terminanti con una nasale dentale.
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
d) nelle parole composte dal suffisso -ITTU:
[falˈkɑt] ~ [falˈkɑi̯t] / [falˈkæi̯t] ‘sparviero/i’, [gaˈrɑt] ~ [gaˈrɑi̯t] / [gaˈræi̯t] ‘tallone/i’, [kruˈkɑt] ~ [kruˈkɑi̯t] / [kruˈkæi̯t] ‘uncinetto/i’.
In questo caso la vocale tonica, che nella parlata di MdL evolve in [ɑ] (cfr. supra § 5.1.7), al plurale spesso ha una pronuncia più avanzata in [æ].
Gli altri contesti in cui il fono [ɑ] si trova in posizione tonica solitamente non presentano alcun morfema grammaticale per il plurale:
[pɑs] ~ [pɑs] ‘pesce/i’, [bɑtʃ] ~ [bɑtʃ] ‘becco/becchi’;
infatti l’opposizione di numero è segnalata solo nelle parole derivanti da A latina (che in certi contesti presentano una pronuncia arretrata) e non nelle parole derivanti da Ĭ:
SĬCCU > [sɑk]/[sak] ~ [sɑk]/[sak] ‘secco/secchi’, SACCU > [sɑk]/[sak] ~ [ˈsai̯k] ‘sacco/sacchi’.
Nel caso di parole tronche terminanti in vocale, tranne [e] e [o], seguita da nasale velare o palatale, le forme plurali presentano una palatalizzazione, dove non ancora presente, della nasale , oltre all’aggiunta del morfema grammaticale dopo la tonica; 124 la palatalizzazione, nel parlato concitato (Allegroformen) o in fonosintassi, tende ad attenuarsi o a scomparire:
[maŋ] ~ [ˈmai̯ɲ] ‘mano/i’, [skaɲ] ~ [ˈskai̯ɲ] ‘sgabello/i’, [tau̯ˈliŋ] ~ [tau̯ˈlii̯ɲ] ‘tavolino/i’, [fraˈsjuŋ] ~ [fraˈsjui̯ɲ] ‘frazione/i’, [kuˈmyŋ] ~ [kuˈmyi̯ɲ] ‘comune/i’.
Questa evoluzione avviene anche in parole con lo stesso contesto fonetico ma parossitone:
La palatalizzazione della consonante finale è una modalità di formazione del plurale diffusa in
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diverse parlate del Piemonte (cfr. Regis 2011: 13) che si conserva, per quanto riguarda le nasali, in forma residuale anche nel torinese come per [aŋ] ‘anno’ ~ [aɲ] ‘anni’ (ma è presente anche la forma [ˈani] cfr. Brero/Bertodatti 2000: 44).
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
[ˈtɛrmaŋ] ~ [ˈtɛrmai̯ɲ] ‘termine/i’ ‘confine/i tra terreni segnalato/i da una pietra’,
[ˈdʒuaŋ] ~ [ˈdʒuai̯ɲ] ‘giovane/i’.
Esiti non regolari si trovano nelle parole con tonica proveniente da Ĕ latina in sillaba chiusa seguita da nasale; in questa condizione spesso la Ĕ evolve in [ɑ] (anche se in misura minore rispetto ad altri contesti), ma nella formazione del plurale si alternano, in variazione libera, forme con morfema grammaticale e forme senza morfema grammaticale:
[vɑnt] ~ [vɑnt] ‘vento/i’,
[dent]/[dɑnt]/[dænt] ~ [dai̯nt]/[dɑnt]/[dænt] ‘dente/i’
[paˈrent] ~ [paˈrent] ‘nonno/i’ (Chi), ‘parente/i’ (Cap), (For). Infine, i sostantivi e gli aggettivi terminanti in vocale + [l] assumono, come nel piemontese di koinè ma non solo, la marca del plurale [-i], sostituendolo alla consonante finale del singolare:
[gal] ~ [gai̯] ‘gallo/i’,
[sau̯taˈrel] ~ [sau̯taˈrei̯] ‘cavalletta/e’, [nil] ~ [nii̯] ‘nido/i’,
[mol] ~ [moi̯] ‘bagnato/i’, [duˈzøl] ~ [duˈzøi̯] ‘gufo/i’, [miˈrakul] ~ [miˈrakui̯] ‘miracolo/i’, [baˈyl] ~ [baˈyi̯] ‘baule/i’.
Anche qui, come per le parole terminanti in nasale, si può parlare di palatalizzazione della consonante finale causata dal morfema grammaticale [-i].
Nella formazione del plurale di sostantivi e aggettivi qualificativi la parlata di MdL non conosce la palatalizzazione, causata da metafonia, della vocale tonica se non negli aggettivi e pronomi indefiniti ‘altro/i’, ‘tutto/i’ e nei possessivi (cfr. infra § 6.4).
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
TAB. 11. Modalità di costruzione del plurale.
Le modalità di costruzione del plurale, così come presentate nella Tab. 11 (che non prende in considerazione le singole eccezioni) differenziano in parte MdL dalle parlate delle Valli di Lanzo e dal piemontese di koinè; questo avviene soprattutto per il maschile plurale che, in queste varietà, non è distinto dal singolare . 125
La situazione di MdL presenta affinità con numerose parlate canavesane che formano il maschile plurale attraverso la metafonia, cioè l’assimilazione parziale del suono della tonica a causa dell’influenza della vocale atona finale. La metafonia può presentarsi in diverse modalità, può coinvolgere una o più vocali toniche e può essere innescata da [-i] e/o da [-u] finali (cfr. Maiden/Savoia 1997: 17). Nei dialetti settentrionali si verifica perlopiù sotto l’influsso di [-i] e spesso la metafonia ha valore morfologico per distinguere il singolare dal plurale poiché in queste varietà le vocali atone finali diverse da [-a] non si sono conservate.
singolare plurale esempio
f. [-a]/[-i] [-e] [ˈrua] ~ [ˈrue]
consonante finale invariato [krus] ~ [krus]
[-ˈa] [-ˈaje] [tʃa] ~ [tʃaje]
m.
vocale atona finale [-ˈe]/[-ˈi]
[-ˈe-], [-ˈi-], [-ˈu-], [-ˈy-] + consonante/i ≠ nasale invariato [ˈbyru] ~ [ˈbyru] [tʃi] ~ [tʃi] [aˈris] ~ [aˈris] vocale tonica finale ≠ [-ˈe]/[-ˈi] ˈV + [-i] [pra] ~ [prai̯]
[-ˈa-] + consonante ≠ nasale [-ˈo-] + consonante ≠ nasale
[-ˈu-] + [-nt]/[-ŋk] [-ˈɑ-] + [t] < ITTU ˈV + [-i-] + consonante/i [tʃat] ~ [tʃai̯t] [tok] ~ [toi̯k] [punt] ~ [pui̯nt] [yˈsɑt] ~ [yˈsɑi̯t] vocale tonica + [ŋ]/[ɲ] ˈV + [-i-] +
[ɲ] [maŋ] ~ [ˈmai̯ɲ] vocale tonica + [l] V+ [-i] [gal] ~ [gai̯]
L’unica eccezione è, come detto sopra, il gruppo delle parole terminanti in vocale + [l] che in
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torinese (ma non solo) ha due forme distinte per il singolare e il plurale.
VI. MORFOLOGIAESINTASSI
Gli esiti di MdL (in particolare quelli derivanti dalle parole terminanti in consonante/ i), tuttavia, rientrano in una tipologia particolare di metafonia perché non mutano il timbro della vocale tonica, ma conservano la [-i] e spesso la anticipano nella sillaba tonica. Rossebastiano (1995a) parla, per queste forme, di «prolessi di [-i]», che si accompagna quasi sempre alla metafonia “classica” (es. garët ~ garęi̯t); Zörner (1998: 54) non nomina la direttamente la metafonia ma considera questo tipo di plurali come effetti dell’«anticipazione del morfema plurale [i] davanti alla consonante finale», mentre Tonso (2017) li definisce «plurali pseudo metafonetici o metatetici». Queste forme specifiche, pur con caratteristiche a volte differenti, hanno una scarsa diffusione, ristretta ad alcune zone laterali a nord-est del Canavese (cfr. Flechia 1918 e Zörner 1998), del biellese (Rossebastiano 1995b), della Valsesia (cfr. Spoerri 1918 e Dell’Aquila 2010) e del Monferrato (cfr. Algozino 2009), con antiche attestazioni nel genovese e nell’astigiano (cfr. Rohlfs 1966: 43). L’unica varietà limitrofa a MdL che conosce questo fenomeno è quella di Coassolo Torinese la quale presenta modalità di formazione dei plurali maschili abbastanza simili a quelle descritte per MdL (pur presentando diverse parole con mutamento di timbro della tonica cfr. Perucca 1931: 15 e Perucca 1933: 57).
In conclusione, le forme raccolte a MdL presentano, probabilmente, uno stadio anteriore al tipo di metafonia più diffusa nelle altre zone del Piemonte, cioè con assimilazione parziale della vocale tonica. Si può ipotizzare una prima evoluzione che ha coinvolto il morfema grammaticale [i], “risalito” dalla sua posizione atona finale fino a dittongare con la sillaba tonica (cfr. Canalis 2016: 128):
[os] ~ *[ˈosi] > [oi̯s] ‘osso/a’.
Il successivo passaggio ha visto la coalescenza del dittongo e il conseguente innalzamento della tonica sotto l’influenza della [i], come attestato in diverse località del Piemonte:
[os] ~ *[ˈosi] > [oi̯s] > [øs] ‘osso/a’.
La parlata di MdL (e delle altre aree citate sopra) si sarebbe, perciò, fermata al primo stadio di metafonia o “pseudo metafonia” che non si è evoluto nel successivo grado con l’innalzamento della vocale tonica.
VI. MORFOLOGIAESINTASSI