• Non ci sono risultati.

I livelli di comprensione dei “Fatti di Bronte”

Capitolo II QUADRO SOCIO STORICO

2.9. I livelli di comprensione dei “Fatti di Bronte”

Si è già accennato della caratteristica del tessuto sociale brontese, ovvero della coesistenza di gruppi sociali e politici differenti ed in forte antagonismo, che ha sempre reso difficoltosa la convivenza sul territorio, stante la fitta trama di interessi spesso sovrapponentisi gli uni con gli altri.

Ciò è rilevante per comprendere l’esistenza di differenti livelli di

comprensione dell’ episodio storico, alla luce del gruppo di appartenenza,

71 Anche nei confronti di Placido Lombardo può dirsi ciò che si è cennato

per i primi due, Saitta e Minissale, per un approfondimento si rinvia all’appendice dove viene riportato l’estratto della sua posizione. Cfr. Processo, faldone VII, fogli 85-90.

129

che ovviamente ha influenzato e determinato il modo di agire degli attori sociali.

Definisco livello di comprensione la concettualizzazione dell’evento effettuata dallo spettatore/gruppo di riferimento a seconda del ruolo sociale avuto nell’evento.

In particolare si pensi alla dicotomia politica che vi era all’epoca dei fatti di cui si sta parlando e della quale già si è accenato sopra, tra “comunisti”, sostenitori dei diritti del Comune, in opposizione ai “ducali” sostenitori degli interessi della Ducea. Questi ultimi, conservatori e protettori della proprietà privata delle classi agiate, tra le loro file annoveravano non solo Inglesi ma anche borghesi compiacenti, i cui servigi all’interno delle istituzioni comunali venivano certo ben remunerati, proprietari terrieri, notabili e parte del clero.

Proprio a tale dicotomia tra opposte fazioni deve attribuirsi lo

sviamento nella manifestazione esteriore che si fece del moto, agli occhi

della Commissione Mista adibita alla repressione, nonché le testimonianze tutte conformate e sfavorevoli ai primi cinque condannati (e di riflesso anche quelle riversatesi poi nel successivo processo del ’63).

A tale dicotomia è da attribuire uno degli aspetti dei livelli di

comprensione del fatto brontese.

Ed infatti, come emergerà anche in prosieguo, i contadini, ad esempio, avevano del contesto storico un livello di comprensione e delle finalità differenti rispetto al livello che avevano i politici coinvolti nelle varie lotte intestine alle istituzioni comunali (es. Lombardo, Cesare), o gli Inglesi, e quindi, di riflesso, il livello di assimilazione e comprensione dell’evento fu diverso da parte di Bixio e della Commissione Mista chiamata a giudicare sommariamente i primi rivoltosi, in virtù

130

dell’approccio esterno, di soggetti non partecipanti dell’evento, ma soggetti indottrinati dalle informazioni fornite in prima battuta dai nemici dei comunisti.

In base a quanto appena detto, si comprende come il livello di

comprensione assunto da parte della Commissione Mista fu quello

suscitato dagli oppositori del Lombardo e nato dalle ovvie intenzioni di annientamento politico dell’avvocato vicino al popolo, e del suo

entourage; proprio a tale finalità di annientamento politico si deve

l’architettura accusatoria dei notabili del paese ai danni dello stesso, e l’ipotesi di una rivolta nata solo ed esclusivamente da una congiura ordita da poche teste ai danni dei civili.

La tesi della congiura, infatti, è sempre presente nelle fonti, ed accompagna, falsando il giudizio del lettore, tutto il percorso giudiziario della vicenda, sia quello sommario del 1860, che quello successivo del 1863.

In tal senso si evidenzia, infatti, la conformità delle testimonianze raccolte dalla Commissione che, all’unisono, parlano della detta congiura ai danni dei civili dovuta esclusivamente alle mire politiche dei fratelli Lombardo, del Saitta, e dei fratelli Minissale. Le deposizioni testimoniali sono una concorde condanna delle aspirazioni e della smodata ambizione politica dei radicali, la cui brama di potere sarebbe stata, a quanto lasciano intendere, l’unica causa dell’incitamento all’eccidio.

Sappiamo tuttavia che tale concezione è stata storicamente svuotata di significato dagli studiosi i quali hanno rilevato la compresenza, accanto alla mera tesi della congiura, di una causa reale dell’eccidio, ovvero, da una parte le pressioni anarchiche dei delinquenti evasi dalle carceri, dall’altra la miseria e la speranza di migliorare la propria condizione economica da parte dei contadini.

131

In altri termini seppure di congiura è eccessivo parlare alla luce degli studi effettuati sull’argomento, può distinguersi un livello politico di comprensione/azione nella temperie storica, e un livello prettamente popolare, che sono sovrapponibili, ma non identici.

Le testimonianze sopradette, ovviamente, celano, non palesano la importante dicotomia presente nella particolare fattispecie in esame: quella tra livello politico radicale che voleva raggiungere il potere per applicare importanti riforme sociali72, e l’ alter ego, il popolo, che tali riforme voleva subitaneamente; e tuttavia possiamo dire che la coesistenza di tali livelli si evince facilmente dalle stesse fonti, seppure apparentemente mute in tal senso.

La sfasatura tra i due livelli, politico e popolare, il punto di rottura, si deve al fatto che il popolo, incancrenito, inasprito, avvelenato da secoli di oppressione e di miseria, era purtroppo incapace di discernere il giusto

diritto, dai giusti mezzi per raggiungerlo.

Al lettore che si inoltra nella lettura dei fogli ingialliti dal tempo, sembra quasi di rileggere delle pagine preconfezionate secondo modelli standard, tanto sono assonanti e gravi quei dictat dei civili danneggiati, la cui stizza e sete di vendetta si intravede ad ogni virgola, e la ricerca di un capro espiatorio diviene più forte di ogni onestà morale verso la verità:

“Signori. In questo Comune si era congiurato contro la classe dei Civili

tendente alla vita, saccheggio, ed all'incendio. I promotori si furono D Nicolò e D Placido fratelli Lombardo, D Luigi Saitta, D Carmelo e D Silvestro fratelli Minissale, D Filippo Sanfilippo, di questo ed altri a me ignoti, perché volevano abbasso il Presidente del Consiglio Civico Bllo

(baronello) D Giuseppe Meli e crearsi a Presidente D Nicolò Lombardo,

perciò suscitarono i Villici ad armarsi sotto l’idea di uccidersi i Realisti e dividersi le terre demaniali che finora detti Realisti non avevano fatto dividere”, “Signori qui in Bronte si era tramata congiura contro la classe

72 Tali riforme tra l’altro come già sottolineato, già concesse anche dal

Dittatore e ingiustamente negate proprio dalle fazioni politiche al potere nel paese di Bronte.

132

dei civili tendente al saccheggio, all’incendio, ed agli omicidi. I promotori si furono, per quanto appresi […]”, “Fu qui che i sudetti Individui congiurarono contro i Galantuomini e contro la famiglia Lupo, incitando i villici al sangue, al saccheggio ed altre atrocità di uccidere i Capelli e Mastri come quelli che non avevano fatto eseguire la ripartizione delle terre demaniali a prò dei medesimi”.

Ma la cosa più spettacolare, è la preconvinzione dei Giudici i quali apertamente manifestano di avere aderito alla tesi della congiura già dalle prime battute:

“La giustizia è venuta a conoscenza che in questo Comune pria di

svilupparsi gli eccidj, la strage, ed i saccheggi esisteva una congiura tendente allo sviluppo dei suddetti reati: or diteci cosa sapete in ordine alla congiura”, “Sapete dirci se fra i capi della congiura vi erano […]”

Già nelle stesse domande che la Commissione pone ai testimoni appare proprio chiaro il livello di comprensione cui aderiscono proprio i Giudicanti, il più comodo e confacente e al momento storico73.