2- La trasformazione dell’eroe
2.2 I nuovi eroi del fantasy contemporaneo per ragazzi
Il fantasy oggi ha un pubblico di riferimento molto vasto, anche grazie alle tante saghe cinematografiche e serie tv che vengono diffuse ogni anno da case di produzione come la Marvel Cinematic Universe116, la Warner
Bros.117, la 20th Century Fox118, la Lucasfilm Ltd.119 e la piattaforma di
streaming e produzione Netflix120. Grazie ai loro prodotti, apprezzati da
grandi e piccini, si sta fortunatamente sdoganando l’idea che il fantasy sia
116 Alla MCU si deve la distribuzione di produzioni cinematografiche riguardanti i supereroi
della Marvel Comics, al cinema e anche sulle piattaforme di streaming. Alcune fra le serie più famose della casa distribuite per il cinema: Iron Man (2008-2013), Capitan America (2011- 2016), Avengers (2012-2019), Doctor Strange (2016), Venom (2018). Fra le serie più famose distribuite invece per le piattaforme streaming: Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-in produzione) e la famosissima antieroina Jessica Jones (2015-2018).
117 Alla Warner si deve la distribuzione dei film i Harry Potter (2001-2011) e dei suoi sequel,
Animali fantastici (2016-in produzione). Al gruppo appartiene anche la DC Entertainment, il
cui scopo è distribuire le serie di film derivanti dalla DC Comics, come ad esempio la pellicola con protagonisti il gruppo dei supercattivi Suicide squad (2016).
118 La 20th Century Fox è lo studio cinematografico responsabile della produzione, fra le tante
pellicole, di: Maze runner (2014-2018), X-men (2000-2017), Avatar (2009), Percy Jackson e
gli dei dell’Olimpo (2010-2013), e del più amato antieroe degli ultimi anni, Deadpool (2016-
2018).
119 La Lucasfilm, fondata da George Lucas, sceneggiatore e produttore della saga di Star Wars
(1977-in produzione), si è occupata proprio della produzione dei film di Star Wars prima di essere acquisita dalla Disney.
120 Il colosso statunitense, oltre ad occuparsi della distribuzione sulla sua piattaforma online
delle serie tv di produzione Marvel e DC, ha prodotto serie tv originali di genere, come ad esempio: Le terrificanti avventure di Sabrina (2018-in produzione) e Black mirror (2011-in produzione).
Sempre Netflix è produttore di alcuni film originali, fra cui: la trasposizione della serie manga
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un genere esclusivamente dedicato ad una fascia giovane e, allo stesso tempo, anche nel mondo del cinema sta proliferando la figura di un nuovo eroe, stavolta supereroe, buono ma non troppo.
Esempio perfetto è Deadpool/Wade Wilson, protagonista dell’omonimo film, ex mercenario sottopostosi ad una cura sperimentale contro il cancro da cui ne ricava la capacità di rigenerarsi. È un personaggio violento, spesso egoista, un killer abilissimo che, però, a causa delle sue battute sagaci e della sua irriverenza è molto amato dal pubblico. Il motivo per cui si ritrova a fare il supereroe, infatti, non è tanto l’aver a cuore il bene del pianeta, quanto per lo più la possibilità di guadagnare e quella di vendicarsi di coloro i quali, contro la sua volontà, lo hanno reso praticamente invulnerabile e, dunque, immortale.
Impossibile, poi, dimenticare Loki, il Dio dell’inganno nonché antieroe per eccellenza della MCU ma, al contempo, fra i personaggi più amati. Loki, il cui personaggio è ripreso direttamente dalla mitologia norrena, gioca molto con la percezione che si ha di lui, fra l’antieroe e il villain della storia, ma quando è necessario dimostra di avere una morale – seppure distorta – e di agire secondo un preciso codice che gli consente di salvare il fratello adottivo Thor da Thanos sebbene, come ormai è tipico degli antieroi, più per motivazioni egoistiche che per altruismo verso l’universo.
Come siano cambiati negli ultimi anni i confini fra eroe e cattivo lo mostra addirittura la casa di produzione cinematografica che per anni ha portato avanti la distinzione ben netta fra Bene e Male, la Walt Disney Pictures. Sicuramente più edulcorati rispetto a film e libri rivolti ad un pubblico più ampio, dal momento che i destinatari principali delle pellicole Disney sono i bambini, i film di genere del colosso dell’animazione statunitense stanno lentamente mutando, mostrando al suo pubblico non più soltanto gli eroi prettamente fiabeschi, ma anche altri caratteri. È il caso sia dei film animati, come Rapunzel - L’intreccio della torre, che delle live
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actions, come ad esempio Maleficent, che dei classici film, come Pirati dei Caraibi.
Personaggi come Flynn Rider121, Jack Sparrow ed Hector Barbarossa122
esulano dai soliti protagonisti-eroi Disney, in cui esitazioni, ripensamenti e ambiguità morale sono completamente assenti.
La vera protagonista di questo cambio di prospettiva da parte della Disney è però Malefica.
Nel 1959, ne La bella addormentata nel bosco, Malefica si presenta come la strega malvagia per eccellenza; non ha traccia umana, è pura crudeltà e male, nonché uno dei cattivi più riusciti della casa cinematografica. Le cose, però, cambiano nel 2014, quando la fata cattiva ottiene il ruolo di protagonista nella pellicola Maleficent. Qui, la storia di Malefica diventa chiara e, più si sviluppa, più diventa difficile considerarla l’antagonista perfetta che era stata. Amata e poi ingannata dal futuro re
121 Flynn Rider, protagonista del film Rapunzel – L’intreccio della torre, salva soltanto per
caso la principessa Rapunzel, rinchiusa in una torre fin da neonata da una strega. Flynn è un ladro (ruba dal palazzo reale il diadema della principessa perduta) è impulsivo e velatamente egoista. Incontra Rapunzel solo perché, durante la fuga, vede la torre e si nasconde lì e decide di portarla fuori dalla torre solo e soltanto perché Rapunzel nasconde il diadema dopo averlo tramortito; non per gentilezza né pietà, bensì per egoismo. Nonostante questo, dopo mille esitazioni, lamentele e ripensamenti, Flynn dimostrerà di avere una morale tutta sua e aiuterà Rapunzel.
122 Jack Sparrow ed Hector Barbossa sono due dei personaggi principali della serie Pirati dei
Caraibi. Jack, a differenza di Barbossa, viene considerato un pirata etico, ma esattamente come
Barbossa, inganna, mente e è un maestro nel doppio gioco. Punta principalmente alla propria sopravvivenza e solo dopo a quella delle persone che sono con lui ma mantiene comunque una moralità tutta sua, arricchita dall’ironia e dall’intelligenza che lo contraddistingue. Barbossa, sebbene sia un personaggio più oscuro di Jack, condivide con lui le caratteristiche principali, mancando però di quel senso morale tipico di Jack. Nonostante la sua spietatezza e le capacità manipolative, Barbossa non può considerarsi un antagonista; dimostra anch’egli di avere un onore, sebbene difettato, e l’evoluzione del suo personaggio lo porta ad essere uno dei più complessi della saga.
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Stefano, la fata protettrice dei boschi si incupisce bramando vendetta e, se a primo acchito potrebbe sembrare l’antagonista che era stata nel cartone del ’59, in realtà non lo è, venendo completamente rivalutata.
Malefica potrebbe vendicarsi di re Stefano e, in memoria della sua precedente rappresentazione, lo fa condannando sua figlia Aurora a pungersi con un arcolaio e a cadere in un sonno profondo ed eterno come la morte – promettendo che la maledizione si scioglierà solo con il bacio del vero amore. Ben lungi, però, dal cadere vittima totale della propria oscurità, Malefica si affeziona alla bambina, arrivando a salvarle la vita in più occasioni. La rivisitazione del personaggio classico della fata e strega Malefica ha portato alla creazione di una antieroina perfetta verso cui il film si schiera e dimostra come, ad oggi, non solo più nel fantasy ma anche nelle fiabe i personaggi possono essere rappresentati con diverse sfumature e oscillazioni fra Bene e Male. Tutti i personaggi, non solo Malefica stessa, sono accattivanti, dalla forte connotazione umana che li porta ad essere invidiosi, vendicativi, ambizioni, perfino ossessionati. Non è più una fiaba con eroi e antagonisti ma una storia moderna in cui l’unico personaggio disponibile è l’antieroe con tutte le sue imperfezioni; Malefica ne è l’esempio perfetto con la sua avulsa moralità verso il genere umano ma il profondo rispetto verso la natura e le sue creature, e, al suo fianco, spicca anche il re Stefano, traditore fino all’ossessione.
Maleficent è il primo lavoro Disney che assembla con successo gli
archetipi delle fiabe con quelli della letteratura fantastica moderna, creando un personaggio nuovo, unico nel suo genere in cui eroe ed antieroe convergono. Il pubblico di riferimento potrà essere anche giovane – sebbene le ambientazioni cupe potrebbero renderlo più adatto a una fascia d’età maggiore che a quella dell’infanzia – ma dimostra come ormai tutto ciò che ha a che fare con il fantastico ed il fantasy sia imprescindibilmente legato alla maturazione di personaggi ibridi, non più definibili secondo un
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unico archetipo ma profondamente influenzati dal loro passato, dai traumi e tradimenti vissuti, che li portano ad essere sempre più spesso eroi neri, eroi imperfetti o antieroi.
E se ciò è notevolmente chiaro all’interno delle pellicole cinematografiche di genere, che uniscono il fantasy alle fasce d’età più giovani e a quelle più adulte (grazie ai film sulle fiabe, sui supereroi e di fantascienza di ultima uscita), è altrettanto limpido all’interno dei libri fantasy.
La letteratura fantasy viene spesso definita anche sulla base del proprio pubblico e, per questo, distinta fra letteratura young adult, new adult ed
adult.
Come suggerisce il nome (abbreviato generalmente in YA), lo young
adult è un filone narrativo che, almeno sulla carta, è destinato ad un
pubblico prevalentemente giovane, comprendente una fascia d’età che va dai 16 ai 18/19 anni. La realtà editoriale, però, è diversa, perché secondo i vari dati di vendita il pubblico interessato a questo genere comprende una fascia d’età che arriva fino ad oltre i 40 anni.
Sebbene con il termine young adult si possano intendere opere fantasy o
contemporary123 inoltre, non si definisce soltanto l’ideale pubblico di riferimento, ma anche le caratteristiche principali delle opere: negli YA di genere fantasy i protagonisti sono giovani e si ritrovano catapultati in una magica avventura, in un mondo fittizio o dalle fattezze moderne, in cui cresceranno e si svilupperanno, come avviene in un romanzo di formazione. Il linguaggio, tutto atto a favorire l’immedesimazione e l’immaginazione,
123 Vengono chiamate contemporary le opere che prevedono come pubblico i giovani adulti e
che narrano storie in cui i protagonisti, anch’essi giovani, si trovano a far fronte, nel mondo moderno, a problemi classici del romanzo di formazione. Principalmente affrontano relazioni problematiche con la famiglia, le amicizie ed i primi amori. Non è previsto l’uso del sovrannaturale.
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alterna bene le descrizioni e il discorso diretto, con la presenza di termini giovanili ed una predisposizione alla narrazione scorrevole.
A differenza dello young adult, il new adult124 annovera protagonisti di
età leggermente più avanzata e si focalizza su problematiche che appartengono di più al mondo degli adulti, con toni e scene più esplicite. La prospettiva, che nello young adult è più adolescenziale (16-18/19 anni), nel caso del new adult è adulta (19-30 anni), ed il linguaggio continua ad essere atto all’immedesimazione tramite utilizzo di un lessico scorrevole e un buon equilibrio fra descrizioni e discorsi diretti.
Infine, l’adult è caratterizzato da personaggi di età prevalentemente adulta e dall’utilizzo di tematiche anche molto crude.
Ad oggi sono tantissimi i romanzi di genere fantasy young adult, new
adult e adult che vedono la pubblicazione ogni anno e, sempre più spesso,
in questo tipo di opere, si nota la presenza di personaggi ibridi, dei cosiddetti eroi imperfetti.
Un esempio di narrativa di genere con un protagonista che risponde a tali canoni è The magicians di Lev Grossman. Il libro, uscito in America per la Viking Press nel 2009, è stato portato in Italia nel 2014 da Rizzoli con il titolo Il mago, e, nel 2015, ne è stata tratta una serie tv fantasy con lo stesso titolo del romanzo originale.
Il romanzo, di genere fantasy new adult, ha come protagonista Quentin Coldwater, un ragazzo newyorkese di diciassette anni in preda alle ansie tipiche di chi sta per finire la scuola e non sa cosa fare del proprio futuro. Non riescono a risollevarlo dalle proprie inquietudini né i genitori, con cui
124 Anche il new adult può non essere di genere fantasy ma contemporary. In tal caso i
protagonisti, di età più adulta rispetto a quelli tipici degli young adult, si trovano a far fronte a problematiche differenti: il passaggio dalla scuola al college, le esperienze sessuali, la carriera, il lasciare la casa genitoriale. Anche in tal caso non è previsto l’uso del sovrannaturale. Il pubblico, invece, rimane invariato: sono sempre i giovani adulti i destinatari.
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dimostra di avere un rapporto alquanto freddo per scelta personale, né gli amici di una vita, James e Julia. L’unico sollievo che Quentin concede alla sua mente è dovuto alla lettura di una serie fantastica ad opera di uno scrittore misterioso, Christopher Plover, ambientata nel mondo magico e fittizio di Fillory. Tale universo, che ha molte similitudini con quello più famoso di Narnia ad opera di C.S. Lewis, concede a Quentin di allontanarsi dall’evidente depressione che è sempre in agguato; così, leggendo le avventure dei cinque fratelli Chatwin, che scoprono una terra magica e vi vivono infinite avventure, il ragazzo può fingere che la magia esista e dare alla sua mente un attimo di respiro.
Le cose, però, sono destinate a cambiare: la sua vita, infatti, viene totalmente stravolta quando, un giorno, viene convocato alla prestigiosa e sconosciuta scuola di Brakebills, la quale sorge nascosta sulle rive del fiume Hudson grazie ad un incantesimo. Quentin diventa improvvisamente conscio che la magia esiste davvero e, una volta sfondata questa invisibile parete fra irreale e reale, viene ammesso in quanto mago alla prestigiosa università per maghi di Brakebills.
Da ragazzo ignaro del proprio futuro, il diciassettenne è ora ben consapevole di ciò che vuole: abbandonati i genitori e gli amici, si trasferisce nel college per imparare le arti magiche. Qui, come in ogni romanzo di formazione, Quentin si troverà a far fronte a nuove amicizie, primi amori e complicate lezioni di stregoneria, che lo porteranno a saper padroneggiare la magia e a conoscerne addirittura i propri segreti. Scoprirà così che il mondo di Fillory non è immaginario come credeva e che, esattamente come la sua New York priva di magia, anche nei mondi magici i confini ed i colori del bene e del male sono pericolosamente sfumati. Quentin capirà sempre di più, anno dopo anno a Brakebills e, poi, nella vita successiva alla scuola, che ogni cosa, nel mondo ed anche in se stesso,
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ammette luce solo perché c’è oscurità e che la magia e le anime hanno dei lati oscuri che, se nutriti, crescono al fianco della cosiddetta bontà.
La storia a cui Grossman dà vita potrebbe avere dei punti di contatto sia con le più famose Chronicles of Narnia di C.S. Lewis che con la saga di
Harry Potter di J.K. Rowling: si tratta di un ragazzo che all’improvviso
scopre un mondo magico e, capito di esser lui stesso un mago, comincia a vivere delle avventure, prima all’interno della scuola che frequenta e poi nel nuovo mondo all’interno del quale è catapultato. Ciò che rende differente Quentin da Harry Potter e dai fratelli Pevensie125 è il suo carattere,
profondamente diverso rispetto a quello dei suoi predecessori nel fantasy: il ragazzo, infatti, si distingue fin dalla sua prima apparizione come un personaggio cupo, ambiguo, mai soddisfatto della propria vita sebbene non abbia particolari difficoltà, sempre in equilibrio fra la depressione e l’apatia. Nel momento in cui arriva a Brakebills crede che la sua esistenza migliorerà, che avendo finalmente scoperto la magia – l’unica cosa che pensava gli mancasse – potrà sentirsi appagato, ma nonostante il sogno della sua vita si sia realizzato scoprirà di non poter cambiare radicalmente se stesso; nonostante le capacità magiche, Quentin rimane umano, con tutti i suoi difetti e difficoltà. Ben lungi dall’avere una morale ferrea, tipica dell’eroe classico, il ragazzo dimostra di essere tiepidamente interessato al prossimo, di badare soltanto al proprio successo personale e, sebbene abbia le capacità per farlo, quando si trova a doversi scontrare con la magia oscura, che lui stesso ha invocato, rimane paralizzato. In quei casi, totalmente all’opposto di un personaggio eroico, Quentin dimostra anzi vigliaccheria e timore, non riuscendo ad avere il controllo delle proprie azioni ed emozioni; se salva il mondo, come succede per tutti gli eroi neri moderni, lo fa solo per caso, per una serie di coincidenze e di aiuti esterni
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che lo mantengono sulla retta via, per quanto possibile, fino a farlo arrivare alla risoluzione dei problemi. Problemi universali, perché quelli personali di Quentin rimangono. Pur potendo venire considerato colui il quale salva le sorti dei mondi magici, infatti, rimane meravigliosamente umano: che siano luoghi magici o la grigia New York, Quentin si rivela pieno di invidie, errori, ansie, male di vivere, tristezza e determinato a cercare nuovi stimoli. Il mondo in cui si muove, inoltre, è indubbiamente magico ma ha così tanti punti in comune, nei suoi difetti, con la realtà effettiva e le problematiche dei ragazzi e della società moderna che, pur essendo fittizio, risulta essere realistico fin nel più piccolo particolare.
È chiaro fin dal principio quanto Quentin sia diverso da un classico eroe. Le sue debolezze, comunque, non lo rendono mai un antagonista, quanto più un eroe difettato, che non riesce a perseguire senza tentazioni e svolte inaspettate il cammino che ci si aspetterebbe.
La magia, in The magicians, non risolve alcun problema; consente di vivere incredibili avventure, garantisce ai ragazzi la possibilità di rapportarsi a qualcosa che non credevano possibile e di essere gli eroi delle imprese a cui si dedicano, ma convive in una realtà piena dei difetti comuni alla vita vera, che permangono nonostante l’ambientazione straordinaria. Ecco allora che nonostante Quentin abbia scoperto la magia, a cui anelava fin da piccolo, non si sente mai completamente soddisfatto e ricerchi l’appagamento nei piaceri carnali, nella droga e nell’alcool; ecco spiegati tutti i suoi errori e le sue imperfezioni, che lo portano a non essere l’eroe incorruttibile e inarrivabile della classicità. Anzi, sono proprio tutti i difetti di Quentin, i suoi modi di agire e reagire sbagliati, la sua voglia di imparare e, dopo averlo fatto, la voglia di slegarsi da una vita che è piena di confini, che lo portano ad essere un personaggio con cui i giovani possono relazionarsi meglio rispetto ad un eroe tipico.
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The magicians non è dunque solo un fantasy, ma presenta tramite la
magia le difficoltà che i ragazzi in alcuni casi affrontano, dimostrando che per quanto il genere possa essere atto all’evasione, rimane mimesis della modernità e delle sensazioni che vi provano i giovani.
Per quanto Quentin possa apparire come un personaggio odioso non potrà mai essere odiato poiché non è un antagonista. È l’antieroe e, in quanto tale, è specchio perfetto dell’interiorità giovanile di oggi; la sua è una personalità difficile, colma di sfaccettature diverse che lo portano, nel corso del romanzo, a cambiare e ad evolversi, non sempre in meglio e non sempre coscienziosamente. Nonostante però i suoi comportamenti a volte non condivisibili, dopo un primo momento in cui il lettore potrebbe non apprezzarlo come personaggio, non potrà fare altro se non riconoscerne l’essere realistico; per quanto Quentin risulti essere ambiguo e non inquadrabile sotto un unico aspetto (totalmente buono o totalmente cattivo), dopo un primo momento di sconcerto ed anche un tentativo di allontanamento dal personaggio, sarebbe impossibile non riconoscere quanto sia un veicolo per esplorare tutte le possibilità che ha per rappresentare il reale in un mondo fantasy.
Quentin rompe tutti i tropi del classico eroe delle fiabe e dei romanzi fantastici, prendendosi gioco di loro allo scopo di suscitare una reazione forte, prima di disagio e poi di riconoscimento. Nonostante il suo comportamento lo porti a compiere azioni sbagliate e ad essere criticabile per questo, esse non sono mai così gravi da additarlo come l’antagonista della storia. I difetti di Quentin sono quelli di un normale essere umano ed è proprio questo il motivo per cui si riesce a specchiarsi in lui:
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There are things he does that are horrible, but I related to him more than any other character I've read in a fantasy novel. Uncomfortably so. That might be why he's so disliked - he's uncomfortably realistic.126
Fin dai primi momenti, il ragazzo dimostra di essere all’opposto rispetto