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I partiti eritrei e l’Associazione Italo – eritre

GLI ITALIANI, GLI ERITREI, GLI ITALO – ERITREI, GLI INGLESI E GLI SCIFTA’

4.1 I partiti eritrei e l’Associazione Italo – eritre

Lo stesso impegno politico ravvisato tra la comunità italiana si manifestò anche tra la popolazione eritrea, fin dalle prime settimane dell‟occupazione britannica. Nel maggio 1941 venne fondata l‟Associazione Amor Patrio (Mahber Fecrì Hager), concepita inizialmente come uno strumento per coordinare le relazioni tra eritrei ed inglesi940, ma che nei fatti divenne un forum per riflettere sul destino del territorio all‟indomani del crollo della dominazione coloniale. Tra i suoi membri figuravano Tedla Bairù, futuro leader unionista, ed Ibrahin Sultan, futuro leader della compagine musulmana. Nel tempo all‟interno dell‟Associazione si sviluppò una divaricazione sempre più netta tra quanti propugnavano l‟unione dell‟Eritrea all‟Etiopia, per ristabilire un legame che si voleva essere stato interrotto dall‟imperialismo italiano, e quanti, viceversa, ne sostenevano l‟indipendenza.

Nello stesso maggio 1941 prese in effetti avvio il dibattito internazionale in merito al destino del territorio, ad opera di Sir Philip Mitchell, Chief Political Officer per il Medio Oriente, che propose la divisione dell‟Eritrea tra il Sudan e l‟Etiopia; al primo sarebbero dovute andare le province settentrionali, legate a Cassala da ragioni economiche, etniche e religiose; alla seconda l‟altra parte del paese inclusi la Dancalia ed il porto di Assab941. Questa idea di fondo, “spartizionista”, venne poi illustrata nel febbraio 1944 sulle colonne dell‟“Eritrean Daily News”. Un anonimo articolista segnalò per l‟occasione una certa inconciliabilità tra le aspirazioni delle comunità cristiane e di quelle musulmane, aspirazioni, legittimate dalla lingua, dalla religione e dalla storia, che da un lato spingevano a legarsi ai territori etiopi, dall‟altro a quelli sudanesi942

.

940

Cfr. REDIE BEREKETEAB, Eritrea. The Making of a Nation. 1890 – 1991, Trenton (New Jersey), The Red Sea Press, 2007, p. 136.

941

Cfr. G. L. ROSSI, op. cit., p. 6. Philip Mitchell, che vantava esperienze di governo in Tanganika, ha lasciato un interessante volume di memorie, ove è tra l‟altro possibile reperire alcune informazioni generali sull‟impero coloniale italiano, la sua fine e la sua amministrazione da parte della Gran Bretagna, cfr. P. MITCHELL, African

Afterthoughts, London, Hutchinson, 1954, pp. 187 – 208. 942

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Per questo progetto si spese poi direttamente il generale Longrigg, sostenendolo sia a mezzo stampa sull‟“Eritrean Weekly News” nel successivo agosto 1944 (celato dietro la firma “Un eritreo”)943

e su altri periodici944, che nel suo importante volume sull‟Eritrea945. Di queste “interferenze straniere”946

risentì l‟Associazione Amor Patrio, la cui frattura interna tra differenti impostazioni divenne a tal punto insanabile che a nulla valse la convocazione nel novembre 1946 di un incontro a Bet Gherghis per conciliare le opposte posizioni. Di lì a poco, caduto il citato bando britannico contro la costituzione di partiti947, che nella sostanza era stato aggirato dall‟Associazione Amor Patrio, nei fatti l‟unico partito autoctono nei cinque anni precedenti, sorsero tre distinte formazioni politiche: il 1° dicembre 1946 la Lega Musulmana, indipendentista, il 1° gennaio 1947 il Partito Unionista948, filoetiope, e il 18 febbraio 1947 il Partito Liberal Progressista, indipendentista, costituito da cristiani copti e da cattolici di rito etiopico, richiedenti, tra l‟altro, la cessione definitiva del Tigré all‟Eritrea949, e presieduto da ras Tesemma Asmeron, uno dei fondatori dell‟Associazione Amor Patrio, famoso per aver composto in precedenza dissidi tra distretti950. In campo era anche la chiesa copta guidata da Ghebreamlac Tesfazghì, meglio noto come Abuna Marcos, che assunse una posizione apertamente filoetiope, issando bandiere etiopiche sopra i monasteri e le cattedrali e prodigandosi in prediche “politiche”951

. La chiesa minacciò scomuniche e si rifiutò di officiare i sacramenti a quanti non si riconoscessero nell‟unionismo952

.

943

Cfr. ASTIER M. ALMEDOM, Re – reading…, cit., pp. 119 – 120.

944

S. H. LONGRIGG, Disposal of Italian Africa, in “International Affairs”, vol. 21, n. 3, Jul. 1945, pp. 363 – 369.

945

ID., A Short History…, cit., pp. 168 – 175.

946

A. DEL BOCA, Gli italiani in Africa Orientale. Nostalgia…, cit., p. 125.

947

Cfr. REDIE BEREKETEAB, op. cit., p. 147.

948

In tale data il partito venne ufficialmente registrato, cfr. T. KILLION, Historical Dictionary of Eritrea, Lanham (Maryland), Scarecrow Press, 1998, p. 418. Il citato Redie Bereketeab puntualizza che in merito alla data di nascita della formazione le conclusioni della letteratura divergono molto, tanto che alcuni autori ne situano la fondazione al 1941, altri al 1942, altri ancora al 1944 oppure al 1947. Per la rassegna delle varie posizioni, che in taluni casi identificano il Partito Unionista con l‟Associazione Amor Patrio, cfr. REDIE BEREKETEAB, op. cit., pp. 138 – 139 e 169, n. 3.

949

Cfr. L. ELLINGSON, The Emergence of Political Parties in Eritrea. 1941 – 1950, in “Journal of African History”, XVIII, 2, 1977, pp. 261 – 281.

950

G. PUGLISI, Chi è…, cit., pp. 281 – 282.

951

Cfr. al riguardo quella tenuta da Marcos in occasione dell‟Epifania del 1942, ove il rapporto tra Etiopia ed Eritrea era stato tratteggiato nei termini di un legame tra madre e figlio, citata in G. K. N. TREVASKIS, op. cit., p. 60.

952

Cfr. J. GEBRE – MEDHIN, European Colonial Rule and the Transformation of Eritrean Rural Society, in “Horn of Africa”, vol. 6, n. 2, 1983, pp. 49 – 60 (in part. 58 – 59). Giova ricordare che Roy Pateman, accennando all‟irredentismo filoetiope respirantesi in Asmara e dando conto del sospetto britannico circa il coinvolgimento del citato Abuna nel fenomeno, sostiene che l‟irredentismo in questione può essere valutato più come una protesta nei confronti del mantenimento da parte inglese del “fascist administrative system” in Eritrea che un convinto desiderio di riunione con l‟Etiopia, cfr. R. PATEMAN, Eritrea. Even the Stones are Burning, Lawrenceville, The Red Sea Press, 1998, p. 68.

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Gli ultimi mesi del 1946 furono decisivi anche per un gruppo che possiamo identificare come il lascito “umano” della dominazione coloniale, gli italo – eritrei. Ciò fu dovuto all‟attivismo di Stefano Marazzani Visconti. Figlio “meticcio” di Filippo Marazzani Visconti, importante funzionario coloniale a lungo impiegato a Dessié953, egli era titolare di una grande azienda zooagricola sita in Hal Halé, occupante 300 ettari, che aveva saputo valorizzare al meglio mediante la messa in opera di sbancamenti, livellamenti e canalizzazioni954. Fin dal settembre 1946955, nel corso di una riunione nella casa “di un noto professionista di Asmara”, Marazzani aveva impostato il problema della sistemazione del territorio sulla base dei principi contenuti nella Carta di San Francisco. Da quello che ci è consentito intuire, egli aveva presentato una proposta che, accantonando le rivendicazioni e le aspettative italiane sull‟Eritrea, puntava all‟autodeterminazione, ad una qualche forma di autonomia, del paese. Da un promemoria del MAI apprendiamo infatti che Marazzani “ebbe il torto di porre, come presupposto del movimento che andava creando, non la rinuncia dell‟Italia alla sovranità sull‟Eritrea, ma addirittura una probabile rinunzia a qualsiasi forma futura di amministrazione dell‟Eritrea, da parte dell‟Italia”956. Avendo la sua proposta destato le critiche dei convenuti, egli si era dedicato alla risoluzione del problema dei meticci cittadini italiani, auspicando l‟“irradicamento” della categoria tra la popolazione eritrea, “in forza dei vincoli che ad essa ci legano”, e chiedendo al contempo “il riconoscimento giuridico internazionale dell‟appartenenza a questa popolazione”957

. L‟integrazione avrebbe dovuto svilupparsi all‟insegna della concordia, con la quale incamminarsi verso un‟eventuale autogoverno del territorio secondo un processo stabilito dall‟ONU. In successive riunioni, tenutesi tra la fine del 1946 ed il principio del 1947, egli aveva dovuto comprendere come la sua posizione fosse minoritaria, decidendo di rinunciare alla carica di presidente dell‟Associazione Italo – eritrei che si costituì effettivamente alla fine di febbraio 1947958, su impulso, tra gli altri,

953

M. ZACCARIA (a cura e introduzione di), Le note del commissario. Teobaldo Folchi e i cenni storico

amministrativi sul commissariato di Massaua (1898), Milano, Franco Angeli, 2009, p. 57. 954

Cfr. Azienda Zootecnica del Conte Stefano Marazzani Visconti, “Asmara”, n. 2, maggio 1949.

955

Cfr. L‟Associazione Italo – Eritrei nel concetto del promotore, Stefano Marazzani Visconti, “Il Quotidiano eritreo”, 4 dicembre 1947.

956

ASMAI, DGAP, Elenco III, cart. 65, f. 97, s.f. Notiziario politico A.O. 1947, Direzione Generale Affari Politici del Ministero dell‟Africa Italiana a Esteri, 29 maggio 1947.

957

L‟Associazione Italo – Eritrei…, cit. 958

ASSOCIAZIONE ITALO – ERITREI, Memoriale per i Signori Delegati della Commissione d‟Inchiesta delle

Nazioni Unite, Asmara, Stabilimento Tipografico Bianchi, Marzo 1950, p. 1. Per fini assistenziali, culturali e

ricreativi l‟Associazione istituì l‟Istituzione culturale assistenziale ricreativa Alessandri (ICARA), un circolo dotato di una biblioteca di un certo rilievo (cfr. G. FIORE, 200 pagine…, cit., p. 140) che era rappresentato anche nel CRIE.

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dell‟industriale Guido De Rossi959

, su cui torneremo. L‟azione si inseriva nella mobilitazione che in quel decisivo frangente vedeva gli esponenti più in vista della comunità italiana impegnati nella salvaguardia di una certa posizione sulla scena eritrea, un‟attività culminata con la formazione del citato CRIE. L‟allestimento del Comitato rappresentativo preluse ad una stagione di massiccia ingerenza nella vita politica eritrea con la nascita di un altro organismo, questa volta segreto, che avrebbe agito per la difesa dei sedicenti diritti italiani mediante un‟azione di finanziamento occulto volta a costruire una base di consenso per l‟amministrazione fiduciaria italiana dell‟Eritrea. Principali destinatari di questa azione furono gli ex ascari.