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La Guardia di Finanza durante l’Amministrazione britannica

L‟occupazione portò con sé anche il rialzo dei prezzi conseguente all‟aumento della circolazione monetaria e preparò il terreno per quelle facili speculazioni denunciate dall‟“Informazione” e dall‟“Eritrean Daily News”. In tale contesto un certo aiuto pervenne agli inglesi dalla Guardia di Finanza. Presente in Eritrea fin dal 1886110, il corpo aveva vissuto tutta la parabola del colonialismo italiano nel territorio, partecipando a numerose operazioni di polizia, prodigandosi nell‟attività informativa, svolgendo perlustrazioni e prendendo anche parte all‟invasione dell‟Etiopia. Nel contesto delle operazioni della seconda guerra mondiale, la Finanza si era distinta nelle puntate offensive lanciate dall‟Italia contro le

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ASCCM, CB, b. 20, f. 181, Relazione sull‟attività svolta dal Maggiore Papa Augusto durante la reggenza

della Questura dell‟Eritrea, p. 2. 106

Ivi, p. 5.

107

ASMAI, Africa IV, p. 42, f. Relazioni varie dall‟Eritrea, W. Cerrini, Promemoria per il Sig. Dott. Mario

Franco Rossi, 6 ottobre 1946, allegato n. 6 a M. F. Rossi, Promemoria per il capo di gabinetto, 25 novembre

1946.

108

ASDMAE, DGAP (1950 – 57), Eritrea, b. 705, f. Nominativi, s.f. Cerrini Walter, Gropello, Rapporto informativo sul tenente colonnello di P. S. Walter Cerrini, comandante il Gruppo autonomo guardie di P. S. dell‟Eritrea, 31 maggio 1951. Per una qualche informazione sull‟attività della ex PAI, cfr. anche R. GIRLANDO, Pai. Polizia dell‟Africa Italiana, Campobasso, Italia Editrice, 1996, p. 60, e M. VITALE, A. ANTICO, A. LONGO, E. MEZZA, I Corpi armati con funzioni civili (serie L‟Italia in Africa), Roma, Ministero degli Affari Esteri, 1962, p. 201.

109

ASDMAE, DGAP (1950 – 57), Eritrea, b. 707, f. Sicurezza pubblica in Eritrea. Rapporti del Comando Gen. dell‟Arma Carabinieri, Cerrini e Usai, Progetto per l‟organizzazione del servizio di polizia in Eritrea, 13 luglio 1951, allegato a Usai a Comando Generale dell‟Arma dei Carabinieri, 21 luglio 1951.

110

Cfr. A. DE NISI, La Guardia di finanza in Africa e il suo Ufficio storico, in SOCIETÀ ITALIANA DI STORIA MILITARE, Quaderno 2001 – 2002, Napoli, ESI, 2004, p. 376.

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confinanti colonie inglesi, operando a copertura nella zona di Tessenei e del Gasc, partecipando alla presa di Cassala e vigilando, alla fine del 1940, sull‟importante nodo carovaniero di Sabderat. Quando l‟iniziativa dell‟offensiva era passata alla parte avversaria, i vari reparti avevano ripiegato, sotto la sempre più incalzante pressione nemica, al fianco delle altre truppe italiane, partecipando alla battaglia di Cheren, e infine spostandosi a Massaua, ove avevano cercato, invano, ma con grande determinazione, di contenere l‟urto avversario111. Catturati in combattimento, i finanzieri non poterono che seguire le truppe italiane nei campi di internamento predisposti dagli inglesi. Presto però lasciarono la prigionia incaricati dai britannici della presa in carico del controllo economico fiscale dell‟Eritrea. La situazione non era infatti delle migliori. Ad Asmara, la fine formale del dominio italiano aveva coinciso con l‟inizio di una stagione di saccheggi, di furti e di rapine di ogni genere, uniti all‟“abusivo esercizio di ogni forma di commercio, [al]la chiusura totale di un gran numero di negozi alimentari, [a] operai e funzionari privati del loro lavoro e [a] famiglie sinistrate”112. I finanzieri erano le persone più indicate per riportare l‟ordine e, ricevuto il benestare dal maggiore Michelangelo Puglisi, comandante della Guardia di Finanza ad Asmara, che però preferì la prigionia come i colleghi del regio esercito, cominciarono la collaborazione con l‟OETA113

. L‟ufficialità giunse nel luglio del 1941, allorché Pietro Barile esortò i finanzieri a svolgere “come sempre”114

il proprio compito ed a lavorare con i britannici.

La responsabilità del reparto spettò al capitano Vincenzo Croce e al tenente Nicola Fiore. Allorché nel febbraio 1945 il capitano Croce venne inspiegabilmente internato al Forte Baldissera, la guida del reparto passò al maggiore Vittore Voghera, che ricoprì l‟incarico fino al marzo 1947115. Inquadrati nel dipartimento Customs and Excise, i militi istituirono un nucleo di polizia tributaria per gli accertamenti presso i vari esercizi commerciali ed effettuarono il presidio dei magazzini annonari, dapprima nella sola capitale quindi anche negli altri centri del territorio116. Nel periodo successivo alla guerra mondiale, con una

111

Una cronaca della partecipazione della Finanza alle operazioni sul fronte eritreo in F. DOSI, La Guardia di

Finanza nella difesa dell‟Eritrea (1940 – 1941), estratto dalla “Rivista della Guardia di Finanza”, Anno XI, n. 4,

luglio – agosto 1962, pp. 435 – 454. Per le azioni belliche diversi finanzieri vennero poi insigniti di riconoscimenti, cfr. AMSGF, Sezione 665, Fondo U.G.A., f. 5, Foglio d‟ordini n. 41, 4 ottobre 1948.

112

AMSGF, Sezione 022, Miscellanea, f. 9, Voghera a Comando Generale della Guardia di Finanza, 22 maggio 1947.

113

Cfr. AMSGF, Sezione 665, Fondo U.G.A., f. 4, Puglisi a Comando Generale della Guardia di Finanza, 24 novembre 1945.

114

Cfr. il diario (in fotocopia) del maresciallo Sebastiano Ferrini alla data 19 luglio 1941 conservato in AMSGF, Sezione 665, Miscellanea, f. 7.

115

AMSGF, Sezione 022, Miscellanea, f. 9, Voghera a Comando Generale della Guardia di Finanza, 22 maggio 1947.

116

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vigilanza continua nei porti e negli aeroporti, i finanzieri mirarono alla repressione del contrabbando da Aden, dal Sudan e dall‟Italia, contrastarono l‟evasione dell‟imposta di fabbricazione (per esempio sui liquori), sorvegliarono la produzione di tabacco e fiammiferi per evitare che venissero smerciati prodotti non autorizzati, e controllarono la distribuzione dello zucchero nel territorio, incaricati com‟erano della sostanziale gestione del settore delle imposte dirette e di quelle sugli affari117. Questa attività venne dispiegata dai vari distaccamenti di Asmara, Decameré, Adi Quala, Senafé, Adi Ugri, Cheren, Agordat, Tessenei, Om Hager, Massaua ed Assab.

Tra il 1942 e il 1951 l‟organico della Guardia di Finanza dell‟Eritrea si attestò sempre sotto le 300 unità. Alla fine del 1951 avrebbe contato poco più di 170 unità complessive118.

A testimonianza dell‟impegno complessivamente profuso dai militi, nel solo secondo semestre del 1947, la Finanza eritrea redasse 53 verbali per contrabbando e 15 per contravvenzioni, ispezionando oltre 10.000 automezzi ai varchi di Massaua ed Assab; sequestrò 2 apparecchi distillatori, quasi un quintale di vinacce e 12 litri di grappa; confiscò quasi 180 chili di tabacco; denunciò 35 persone nel contesto del controllo dei prezzi e requisì, nell‟ambito del servizio annonario, quasi 1.300 chili di merce119

.

Pur guadagnandosi, per la professionalità dimostrata, la stima dei britannici120, la vicinanza che si venne inevitabilmente a creare tra militi italiani ed occupanti inglesi produsse tutta una serie di critiche rispetto al rigido comportamento tenuto dai finanzieri nell‟adempimento delle loro funzioni.

Nel giugno 1948 Martino Mario Moreno, Direttore Generale degli Affari Politici del Ministero dell‟Africa Italiana, lamentava l‟eccessiva fiscalità dimostrata dal capitano Silvio Obici, comandante del locale corpo dall‟agosto 1947121, nell‟applicazione dei provvedimenti tributari, suggerendo un cambio di strategia al fine di “evitare che tra gli Italiani si crei la dannosa impressione che egli sia uno strumento nelle mani britanniche per colpire l‟economia

117

Cfr. ASDMAE, DGAP (1950 – 57), Eritrea, b. 791, f. Militari della Guardia di Finanza, Relazione sul

servizio svolto dalla Guardia di Finanza dell‟Eritrea nell‟anno 1951 e brevi cenni sul servizio svolto nel periodo 1941 – 1951, pp. 4 – 8.

118

Ivi, p. 11.

119

I dati sono riportati in ACS, MAI, b. 64, f. Relazioni varie degli uffici dipendenti dal Ministero, Guardia di

Finanza dell‟Eritrea. Relazione semestrale di servizio. Luglio – dicembre 1947. 120

ACS, Presidenza del Consiglio dei Ministri (d‟ora in poi PCM), 1944 – 47, f. 53646 17.1, Oxilia a Ministero delle Finanze, 14 novembre 1945.

121

Cfr. ASDMAE, DGAP (1950 – 57), Eritrea, b. 936, f. Guardie di Finanza in Eritrea, s.f. Capitano Obici, appunto datato 19 maggio 1953.

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italiana, e tra gli Eritrei che sia proprio un‟autorità italiana a colpirli”122

. Il mese seguente Vincenzo Di Meglio, presidente del Comitato rappresentativo degli italiani su cui avremo modo di tornare più avanti, accusò il medesimo ufficiale di aver imposto ai propri uomini “un regolamento militare di tipo britannico”123

e di mettersi in evidenza per uno scarso controllo dei suoi sottoposti, come mostrato dal caso di un maresciallo irrispettoso della persona del presidente della comunità indiana d‟Eritrea recatosi dal militare per avere delucidazioni in merito all‟arresto di un importante connazionale124. In tale frangente i due finanzieri (anche Obici cioè), da poco giunti nel territorio, a detta di Di Meglio, avevano mostrato la più completa mancanza di sensibilità rispetto alle esigenze delle comunità locali, in ragione della loro limitata esperienza coloniale e per questo sarebbe stato più opportuno rimpatriarli. La sua visibilità costò a Obici l‟accusa di aver “inopportunamente appesantito la pressione fiscale in Eritrea a danno della comunità italiana e dei buoni rapporti politici con gli elementi indigeni ad esclusivo vantaggio della potenza occupante”125

.

Il tema della collaborazione emerse anche contestualmente allo scontro che i finanzieri ebbero con gli sciftà. Impiegati nel marzo 1948 in un‟operazione di rastrellamento al fianco delle truppe britanniche126, un anno dopo, a Senafé, i militi subirono un violento assalto ad opera di banditi indigeni, nel quale perirono due finanzieri. La Corte d‟inchiesta britannica fece risalire l‟assassinio alle azioni degli sciftà, parlando di “vendetta” tra questi e gli italiani127

. Il sottosegretario agli Esteri Giuseppe Brusasca, per parte sua, svolse al riguardo delle considerazioni di un certo interesse.

Incaricato della gestione dell‟ex impero coloniale italiano, in un appunto per il Comando Generale della Finanza, egli sintetizzava l‟attività che il raggruppamento di Senafé aveva condotto nelle settimane immediatamente precedenti il fatto. Nel precedente febbraio erano stati sequestrati ad un eritreo 2.600 talleri di Maria Teresa (poi restituiti al legittimo proprietario), mentre in marzo, uno dei caduti di Senafé aveva confiscato un certo numero di

122

ASMAI, DAO, p. 1, f. Eritrea: direttive politiche. Corrispondenza con Barbato (1948), s.f. Lettere di istruzioni al Dott. Barbato dal 18 maggio al 28 agosto 1948, Moreno a Barbato, 5 giugno 1948.

123

ASMAI, DAO, p. 2, f. Eritrea. Corrispondenza con Dr. Di Meglio in arrivo e partenza (1947 – 48), s.f. Di Meglio (1948), Di Meglio a Franca, 5 luglio 1948.

124

Cfr. Ibidem.

125

ASDMAE, DGAP (1950 – 57), Eritrea, b. 936, f. Guardie di Finanza in Eritrea, s.f. Capitano Obici, appunto del 19 maggio 1953.

126

Cfr. ACS, MAI, b. 2079, f. Affari militari pratiche varie non nominative, Ministero delle Finanze a Ministero dell‟Africa Italiana, 26 giugno 1948.

127

Cfr. TNA, FO 1015/340, Proceedings of a Court of Enquiry assembled at Court House Senafe on the 2nd of May 1949 by order of The Chief Secretary B.A. Eritrea for the purpose of enquiring into the deaths of Guardia di Finanza Di Stasi Antonio and Tramaceri Alfredo by shifta action at Senafe on 5th March 1949, p. 10.

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fute128 (pure poi restituite dietro pagamento di un‟ammenda di lieve entità). Brusasca narrava che subito dopo questi atti i capi filoetiopi della cittadina ove si sarebbe verificato il ricordato eccidio si erano incontrati con il rappresentante etiopico all‟Asmara e con un ufficiale etiopico di Adigrat. Senza stabilire un nesso di causalità diretta tra le vicende, ma sottolineando la fermezza mostrata nei citati frangenti dai militi italiani, egli colse l‟occasione per evidenziare (anche lui) come l‟atteggiamento del comando del corpo, improntato com‟era alla più ferma rigidità,

“è inevitabile finisca per ottenere il risultato di porre il Reparto in una falsa luce rispetto alla popolazione, attirando su di sé quel risentimento e quelle recriminazioni che la sostanza delle disposizioni, volute dalla […] Autorità [britannica], può determinare, ma ai quali quella Autorità stessa riesce a sottrarsi per la via della revisione e mitigazione delle misure adottate dalla Guardia di Finanza”129

.

Ricordiamo altresì che nel giugno 1949 il finanziere Ermanno Vessella venne poi ferito ad una gamba nel corso di un assalto di sciftà mentre si stava recando da Senafé ad Asmara130. La professionalità, la determinazione, il senso del dovere tanto rimproverati ai finanzieri da taluni connazionali, furono in verità le ragioni fondamentali che spinsero gli inglesi a chiedere al governo di Roma che un ristretto gruppo di militi rimanesse in Eritrea, ben oltre il settembre 1952, data di cessazione dell‟Amministrazione britannica, per continuare la propria attività nel territorio e per addestrare il personale eritreo di un istituendo servizio di polizia tributaria. Undici finanzieri, sempre sotto la guida di Obici, sarebbero per questo rimasti nei mesi seguenti alle dipendenze del governo eritreo131.