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I principali KPI di misurazione di una strategia

Nel documento Online lead generation nel B2B (pagine 122-128)

Capitolo 3. L ONL)NE LEAD GENERAT)ON PER )L SETTORE B B

3.3 I principali KPI di misurazione di una strategia

Mettere in atto una strategia digitale per le imprese del settore B2B è una sfida che attraverso i giusti mezzi può portare a risultati sorprendenti. Tuttavia la pianificazione e la realizzazione di questa strategia sono solo i primi passi di un percorso che deve essere continuativo e seguire l efficienza degli strumenti utilizzati nel proprio piano strategico.

)nfatti, risulta necessario monitorare l efficienza e l efficacia degli strumenti che si stanno utilizzando in riferimento allo specifico target della strategia ed ottimizzare la loro composizione.

Quando si guarda ad una strategia digitale i KPI (key performance index) sono diversi rispetto ad una strategia offline.

Linda J. Popky, in un articolo per Harvard Business Review, sottolinea come le metriche d analisi per una strategia dovrebbero essere definite in anticipo in modo

da orientare tutto il marketing team verso obiettivi concreti. Inoltre vengono suggerite alcune linee guida per la definizione dei KP) adeguati per l impresa:

1. Le metriche dovrebbero essere contenute, facili da capire e da usare. Le variabili attraverso cui viene valutata l efficienza della strategia devono essere comprensibili, permettere a chi le legge di avere velocemente un quadro dell andamento e di prendere pi‘ velocemente le decisioni. Se, infatti, le metriche risultano essere eccessivamente complicate o numerose le informazioni rischiano di non essere chiare portando ad una paralisi da eccesso di informazioni, arrivare in tempi non utili e quindi essere del tutto inutili;

2. Le metriche dovrebbero essere facilmente replicabili. Le imprese dovrebbero utilizzare delle metriche che possano essere utilizzate regolarmente e, se possibile, in tutte le strategie che mettono in atto, in questo modo è possibile confrontare l efficienza di due strategie diverse o comparare i risultati della medesima strategia ma in periodi diversi;

3. Le metriche dovrebbero fornire informazioni in grado impattare positivamente sul business. Seguire l andamento di poche ma specifiche metriche permette di avere il focus su cambiamenti importanti legati alle azioni strategiche compiute. In questo modo sarà possibile capire quali azioni abbiano un impatto positivo sulla riuscita della strategia o meno. )n considerazione di questo, l analisi delle metriche giuste permette di correggere strategie e ottimizzare i propri investimenti, soprattutto online dove la maggior parte delle cose sono tracciabili.

La tracciabilità del dato è una caratteristica molto utile per chi analizza i dati derivanti da strategie applicate online perché permette di capire da che sorgente66

l utente arriva e su quale contenuto ha cliccato. )n questo modo è possibile conoscere quelli che sono i contenuti probabilmente migliori per intercettare questo tipo di target e fare così una prima rudimentale ottimizzazione.

Comunque anche se molti dati sono tracciabili non è detto che sia necessario considerarli tutti e farli rientrate all interno dell insieme di KP) considerati per l analisi della strategia digitale. Anche perché la maggior parte di questi dati è molto granulare e non permette una visione d insieme necessaria invece per prendere delle decisioni.

Questa modalità d approccio permette di legare le campagne di digital marketing agli obiettivi organizzativi, come aumentare le entrate attraverso acquisizione di nuovi clienti o di crescita della quota di portafoglio dei clienti esistenti.

Per l online lead generation del settore B B abbiamo visto che la strategia più comune è la realizzazione di campagne di DEM o direct advertising tramite piattaforme come Google e Facebook, in questo quadro allora si parlerà di metriche di conversione e ottimizzazione delle campagne.

L insieme dei KP) da monitorare variano ovviamente sulla base di quelli che sono gli obiettivi della strategia.

Se l obiettivo è quello di lavorare sulla brand awareness, e dunque la notorietà del marchio con la corretta trasmissione di valori, dovranno essere monitorati, per lo meno, KPI quali:

1. Numero di visitatori unici del sito portati da queste campagne. Un trend crescente di questo indicatore permette di capire che il sito viene visitato da più persone, rispetto ad un periodo precedente preso a confronto, e che il marchio sta aumentando la propria notorietà verso soggetti per la maggior parte a target;

2. Visite di ritorno. Se c è una buona percentuale di utenti che tende a ritornare nel sito aziendale significa che l utente è interessato al prodotto o servizio

proposto. In questo caso allora ci sarà nel soggetto il ricordo del brand che facilita la considerazione dello stesso nel momento di formazione dell insieme evocato;

3. Copertura delle inserzioni. Avere un alto tasso di copertura delle inserzioni significa aver raggiunto un alto numero di persone attraverso i propri annunci pubblicitari online.

Se poi l obiettivo della strategia è del tutto diverso, e dunque non si è orientati all awareness del brand ma alla vera e propria vendita allora i KPI selezionati dovranno essere necessariamente diversi al fine di verificare innanzitutto se gli strumenti e i mezzi utilizzati si dimostrino indicati per il target selezionato efficacia e in secondo luogo per verificarne l efficienza in termini di capacità di conversione.

Quando si parla di efficienza di conversioni si fa riferimento alla capacità del messaggio di portare l utente a compiere una specifica azione desiderata dall impresa, che sia il download di contenuti o l acquisto del prodotto. Tenere sotto controllo quindi l andamento degli obiettivi centrali della nostra strategia, come l acquisto di un prodotto o il download di un contenuto, è la cosa fondamentale per capire se tutti gli sforzi che stiamo compiendo sono necessari oppure no.

Dato il numero delle vendite ed il numero di click verso il sito web è possibile stabilire il tasso di conversione, ovvero la percentuale di soggetti che cliccato sull annuncio pubblicitario hanno poi acquistato il prodotto o sono comunque giunti a conversione. Questo indice è molto utile perché permette di mettere a confronto campagne, strumenti e periodi diversi per trovare la combinazione più efficace che presenta il tasso di conversione più alto.

Un altro indice molto importante è il costo per lead. Attraverso questo indicatore è possibile ripartire ad ogni prodotto venduto il costo fino ad ora sostenuto per l advertising. Questo permette di capire velocemente se i costi che si sono verificati

fino ad oggi per la vendita di quel prodotto sono sostenibili e che quindi ci sia un costo per lead inferiore rispetto al prezzo del singolo prodotto. Verificare quasi quotidianamente questo indicatore e trovarlo sempre inferiore del prezzo del prodotto garantirà, con una buona probabilità, di avere alla fine delle campagne un ROI positivo.

Ciò che rende le strategie online diverse rispetto all offline non sono le metriche utilizzate, perché spesse volte sono le medesime, ma il fatto che nel web tutto è misurabile. Se per una pubblicità in televisione possiamo avere una stima, anche abbastanza accurata se vogliamo, non ci è dato sapere quante di queste persone erano donne o ragazzi, o quanti di loro dopo essere stati sottoposti alla pubblicità abbiano comprato. Attraverso il web tutto questo è misurabile e calcolabile, fornendo una risposta, anche in tempo reale sull efficacia della pubblicità che stiamo svolgendo.

Fra le infinite combinazioni di KPI disponibili ogni impresa dovrà scegliere l insieme di indicatori pi‘ adatto per la strategia che si sta portando avanti con la consapevolezza che Se non puoi misurarlo, non puoi gestirlo Robert e Norton, 1996).

Capitolo 4. INBOUND MARKETING: ALLUNGARE IL FUNNEL DI

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