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La disciplina del diritto d'autore

2.2 Il copyright negli Stati Uniti

2.2.1 The Copyright Act

2.2.1.1 I requisiti delle opere tutelate

La fattispecie costitutiva del copyright è la creazione dell’opera stessa. I requisiti dell’opera che la legge americana prevede per ottenere tutela autoriale ex sezione 102 del Copyright Act sono: l’originalità (original work

of authorship) e la fissazione su un mezzo d’espressione tangibile (fixed in any tangible medium of expression)66. Si deve trattare solo di opere autoriali, non di fatti o scoperte. L’opera in questo caso deve le sue origini ad un autore umano.

Originalità significa che l’opera deve le sue origini all’autore che l’ha creata e che non è una copia di un’opera precedente. Deve trattarsi quindi di qualcosa di nuovo, indipendentemente creato dall’autore rispetto a ciò che già esiste e che possiede qualche minimo elemento di espressione creativa. Nel 1991 la Corte Suprema degli Stati Uniti si è espressa sul tema riguardante il livello di originalità richiesto per poter accordare tutela autoriale nel caso Feist Publications, Inc., v. Rural Telephone Service

Company. Il caso riguardava la copia non autorizzata da parte della Feist Publications di elenchi telefonici della Rural Company, che non voleva

concederli in licenza e che aveva poi citato in giudizio la prima per violazione del copyright. La Corte Suprema ha però decretato che la Costituzione richiedeva originalità per ottenere tutela del copyright e non solo “sweat of

the brow67”, quindi un elenco telefonico non presentava i requisiti necessari

66 17 U.S.C., § 102 (a).

67 Tradotto letteralmente significa “sudore della fronte”. È la principale dottrina sulla legislazione del copyright che prevede che l’autore di un’opera ottenga su di essa tutela

55 per essere protetto. Il livello di originalità richiesto non è molto alto, infatti il giudice nella sentenza ha decretato che il termine originale significa che è stato creato indipendentemente dall’autore e che presenti un minimo livello di creatività. Sottolinea poi che il livello di creatività richiesto è estremamente basso e anche una piccola quantità è sufficiente. Inoltre originalità secondo quando detto nella sentenza, non significa novità, si può infatti avere tutela del copyright anche se un’opera assomiglia ad un’altra68. Per quanto riguarda il requisito della fissazione, è previsto che essa sia sufficientemente stabile e tangibile da essere percepita o riprodotta o comunicata sia direttamente o con l’aiuto di macchine o dispositivi.

La protezione del copyright è assicurata automaticamente nel momento in cui l’opera possiede i requisiti dell’originalità e della fissazione su un mezzo tangibile. Questo significa che la legge non richiede nessuna formalità particolare per il riconoscimento del copyright. Prima dell’entrata in vigore del Copyright Act infatti, erano previste come fattispecie costitutive del diritto, oltre alla creazione dell’opera stessa, anche le formalità della registrazione, del deposito e dell’apposizione del simbolo di copyright. L’autore, quindi, una volta creata l’opera, doveva depositare presso il

Copyright Office una richiesta di registrazione per essa. Solo al seguito della

registrazione e dell’apposizione della simbolo di copyright (©) accompagnato dalla data di creazione e dal nome dell’autore, l’opera era effettivamente tutelata. Per quanto riguarda il deposito e la registrazione,

autoriale solo grazie alla semplice diligenza durante la creazione, senza che sia richiesto un requisito di creatività o originalità. Tale dottrina non è al momento in uso negli Stati Uniti, in quanto è stata rigettata dalla Corte Suprema nella sentenza Feist Publications,

Inc. v. Rural Telephone Service Company, Inc. 499 U.S. 340 (1991), disponibile all’indirizzo

https://definitions.uslegal.com/s/sweat-of-the-brow-doctrine/.

68 Feist Publications, Inc. v. Rural Telephone Service Company, Inc. 499 U.S. 340 (1991). “Original, as the term is used in copyright, means only that the work was independently

created by the author (as opposed to copied from other works), and that it possesses at least some minimal degree of creativity. […] To be sure, the requisite level of creativity is extremely low; even a slight amount will suffice. The vast majority of works make the grade quite easily, as they possess some creative spark, "no matter how crude, humble or obvious" it might be. […] Originality does not signify novelty; a work may be original even though it closely resembles other works, so long as the similarity is fortuitous, not the result of copying”.

56 già nel 1976, non erano più previsti al fine della costituzione del diritto ex sezione 408, lettera a) del Copyright Act, mentre non è più necessario indicare il simbolo di copyright dal 1989, quando gli Stati Uniti hanno aderito alla Convenzione di Berna e si sono uniformati ad essa, la quale prevede all’art. 5 comma 2, che non siano richieste formalità di nessun genere. La simbolo è quindi diventato inutile e non più utilizzato.

Se da un lato la registrazione non integra più la fattispecie costitutiva del diritto, diversamente è un elemento essenziale e necessario, nel caso in cui si voglia citare qualcuno in giudizio per violazione del copyright presso le corti federali, a cui ci si deve rivolgere in questi casi, escludendo quindi la possibilità di rivolgersi alle corti statali.

Registrare un’opera presso il Copyright Office è piuttosto semplice e si può fare anche dal sito web. L’ufficio non compie un’operazione di comparazione tra l’opera di cui è richiesta la registrazione e quelle già esistenti per verificarne l’originalità, né compie ricerche riguardanti l’eventuale violazione del copyright altrui. Si limita a rigettare le richieste il cui soggetto non è tutelabile. Il Copyright Office richiede un deposito di una copia dell’opera per la quale è richiesta la registrazione.

È infine importante precisare, che nonostante si possa pensare che la legge escluda dalla tutela autoriale le opere che sono illegalmente create, nella realtà non accade così69. La legislazione sul copyright, infatti, si trova in una posizione neutrale rispetto alla legalità delle modalità attraverso cui l’opera è stata creata. Il Copyright Act non fa rientrare tra i requisiti previsti al fine della protezione, la liceità dell’opera, di conseguenza sono rilevanti a questo scopo solamente l’originalità dell’opera autoriale e la fissazione su un mezzo d’espressione tangibile. Quindi uno street artist che agisce illegalmente dipingendo sui muri delle città, è meritevole di tutela autoriale. L’illegalità

69 In Cina per esempio è previsto che non sia concessa tutela autoriale ad opere che violano la Costituzione o la legge, oppure che mettano in pericolo l’interesse pubblico, come stabilito dall’art. 4 del Copyright Law of the People’s Republic of China del 1990: “Copyright

holders shall not violate the Constitution or laws or jeopardize public interests when exercising their copyright. The State shall supervise and administrate the publication and dissemination of works in accordance with the law”.

57 risiede nella realizzazione di opere di street art su superfici che appartengono a proprietari privati e pubblici, senza aver ottenuto in precedenza la loro autorizzazione. Il fatto che un’opera sia tutelata dal

copyright nonostante il suo carattere illegale, non esclude la facoltà di

punire il suo autore con sanzioni civili, penali ed amministrative70.

Per cercare di comprendere al meglio i requisiti che un’opera deve possedere al fine del copyright, si riporta un esempio di street art, “Anarchy

rat” (FIG. 2.1) di Banksy, ipotizzando che esso sia stato realizzato negli

Stati Uniti e quindi sottoposto alla disciplina del copyright. Il requisito della fissazione è soddisfatto in quanto il graffito, trovandosi su un muro, può essere percepito direttamente e goduto da chiunque. Egli non ha creato il simbolo anarchia, ma tale simbolo è incorporato nel cartello da manifestazione che il topolino tiene in mano. In termini legali quindi, questo simbolo non è originale per Banksy e quindi a lui non spetta il copyright su di esso. Ma egli possiede il copyright sul topo e il simbolo dell’anarchia insieme, poiché in questo caso l’idea espressa ha carattere originale. Legalmente lui solo ha il diritto di produrre o vendere copie del topolino anarchico, al di là che esso sia distrutto, rimosso o venduto71.

(FIG. 2.1) Bansky, Anarchist rat, Regno Unito, s.d

70 Si fa riferimento per esempio alla disciplina contenuta nel California Penal Code, part 1, title 14, § 594.

71 Esempio tratto da GADDINI C., The Urban Artist’s Guide to Intellectual Property, in The

58 La sezione 102 inoltre, alla lettera b)72 esplicita la “idea-expression

dichotomy73” all’interno della legislazione statunitense. Essa stabilisce che

ad essere tutelata dal copyright è l’espressione di un’idea e non l’idea stessa. Si tratta di una distinzione di non immediata comprensione e difficile da mettere in pratica; non sempre è facile capire quando termina l’idea non proteggibile e invece inizia l’espressione di essa, che è tutelabile. Riprendendo l’esempio fatto in precedenza dell’opera di Banksy, si può capire meglio la differenza tra l’idea e la sua espressione. L’immagine è protetta come opera pittorica, secondo le categorie elencate alla sezione 102, e si estende alla sola espressione di essa. Banksy quindi non possiede nessun diritto sull’idea di un topo che tiene in mano un cartellone con il simbolo di anarchia, ma egli possiede diritti solo sull’espressione esatta che ha creato. Un soggetto terzo è quindi libero di utilizzare la sua idea per la creazione di un’opera propria, non può però ricrearla così come dall’intervento di Banksy senza incorrere in una violazione del copyright.