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I servizi dell’area socio-sanitaria integrata

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2. LE SCELTE PRIORITARIE

2.9 I servizi dell’area socio-sanitaria integrata

La Regione Piemonte ha sviluppato negli anni una rete di servizi socio-sanitari integrati di tipo domiciliare, semi-residenziale e residenziale per persone anziane, disabili, malate di mente e tossicodipendenti, ancora insufficienti, nei volumi e nei modelli organizzativi, per soddisfare la crescita di una domanda di assistenza socio-sanitaria professionale ad integrazione delle risorse familiari nella lungo assistenza di questi cittadini nelle diverse fasi della vita.

La crescita delle liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni dell’area socio-sanitaria integrata è aumentata quantitativamente, ma con forti squilibri, che si ripercuotono sui

cittadini e sulle famiglie più deboli nella presa in carico dei propri congiunti più deboli (siano essi anziani, disabili, malati di mente o tossicodipendenti).

Il PSSR 2012-2015 intende dare sviluppo alla rete dei servizi domiciliari, semiresidenziali e residenziali per anziani, disabili, soggetti psichiatrici e tossicodipendenti, abbattendo le liste d’attesa per l’accesso a queste prestazioni attraverso le seguenti azioni:

- sviluppo delle cure domiciliari ad integrazione delle risorse economiche e relazionali della persona e della sua famiglia, allo scopo di creare nuovi modelli di presa in carico congiunta tra servizi sanitari e socio-assistenziali a favore di anziani, disabili, malati di mente, tossicodipendenti;

- revisione del modello organizzativo-gestionale dei servizi semi-residenziali e residenziali, per migliorarne l’efficienza e garantire flessibilità di risposta a bisogni socio-sanitari in profonda evoluzione e spesso necessitanti di prese in carico specializzate;

- incremento delle prestazioni erogate nell’area dell’integrazione socio-sanitaria, attraverso un nuovo modello di gestione delle risorse finanziarie destinate in maniera vincolata all’area dei servizi dell’area socio-sanitaria integrata, che trova il suo perno nella costituzione del Fondo regionale per le non autosufficienze, in cui confluiscono risorse del fondo sanitario regionale già impiegate per questi servizi, nuove risorse del Fondo sanitario regionale derivanti dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, risorse regionali proprie, risorse degli enti locali.

2.9.1 Sviluppo delle cure domiciliari

Strategico è lo sviluppo delle cure domiciliari, intese come trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, talora associati ad attività di aiuto alla persona e governo della casa, prestati al domicilio del paziente da personale qualificato per la cura e l’assistenza dei soggetti non autosufficienti (parzialmente o totalmente, in forma temporanea o continuativa), con patologie in atto o in stato di riacutizzazione o con esiti delle stesse.

Le cure domiciliari sono finalizzate a contrastare le forme patologiche, il declino funzionale ed a migliorare la qualità quotidiana della vita, consentendo al paziente affetto da patologie croniche, anche gravi, di essere curato adeguatamente nel contesto naturale di vita, attraverso l’intervento di più figure professionali, sanitarie e sociali, che realizzino un progetto assistenziale unitario, limitato o continuativo nel tempo, che si caratterizza per l’integrazione di natura multi-professionale e/o multidisciplinare.

Ai sensi della legge regionale 18 febbraio 2010, n. 10 (Servizi domiciliari per persone non autosufficienti), articolo 2 comma 3, sono definite “prestazioni domiciliari”:

a) le prestazioni di cura domiciliare ad alta complessità assistenziale nella fase intensiva o estensiva, ovvero di acuzie e post acuzie, quali le dimissioni protette, l'ospedalizzazione domiciliare, le cure domiciliari nell'ambito di percorsi gestiti dal medico di medicina generale;

b) le prestazioni di lungo-assistenza nella fase di cronicità, volte a mantenere e rafforzare l'autonomia funzionale o a rallentarne il deterioramento, che si esplicano in un insieme di servizi, applicabili anche alle prestazioni di cui alla lettera a), quali:

1) prestazioni professionali;

2) prestazioni di assistenza familiare;

3) servizi di tregua, consistenti in prestazioni domiciliari finalizzate ad alleviare gli oneri di cura da parte della famiglia;

4) affidamento diurno;

5) telesoccorso;

6) fornitura di pasti, servizi di lavanderia, interventi di pulizia, igiene, piccole manutenzioni e adattamenti dell'abitazione.

Va ricordato che l’esigenza di assicurare la possibilità di mantenere una persona non autosufficiente presso il domicilio passa per la capacità di offrire servizi che rendano sostenibili lo sforzo delle famiglie.

Malgrado le previsioni della citata legge regionale 10/2010 e i numerosi altri provvedimenti che hanno delineato e disciplinato le modalità con cui assicurare interventi a domicilio nei casi di post acuzie e di cronicità, si continuano ad evidenziare criticità in questi percorsi;

da una parte, opportunamente, al fine di rendere più appropriato il percorso, sono definiti tempi massimi di permanenza nei percorsi riabilitativi e di lungodegenza ospedaliera;

dall’altra le successive risposte presso il domicilio risultano carenti. Risulta quindi necessario sviluppare:

o strutture extraospedaliere di continuità assistenziale a rilevanza sanitaria per molte tipologie di pazienti che non possono seguire un percorso di continuità di cure in residenzialità o domiciliarità;

o adeguate modalità di assistenza a domicilio.

Nell’immediato, in attesa di adeguare le due suddette modalità di intervento, anche considerando quanto previsto dall’articolo 5, comma 3 della legge regionale 10/2010 secondo cui “qualora il Piano assistenziale individuale non sia adottato entro sessanta giorni sono comunque assicurati primi interventi di cura”, va previsto da tutte le aziende sanitarie che entro tale termine di 60 giorni dalla valutazione da parte dell’unità di valutazione, in assenza dell’attivazione di adeguati servizi, vadano comunque previsti prima interventi di cura.

Obiettivo del PSSR 2012-2015 è l’attuazione dei principi della legge regionale 10/2010 attraverso l’istituzione del “Fondo regionale per la non autosufficienza” definendo un modello operativo integrato tra servizi sanitari e socio-assistenziali per l’erogazione delle prestazioni di cura domiciliare ad alta complessità assistenziale in fase intensiva che delle prestazioni di lungo assistenza, attivo in tutti i distretti delle ASL piemontesi.

2.9.2 La revisione del modello organizzativo-gestionale delle prestazioni e dei servizi dell’area socio-sanitaria integrata

La revisione del modello organizzativo-gestionale delle prestazioni e dei servizi dell’area integrata socio-sanitaria intende rispondere ai seguenti obiettivi:

- rimodulare, nell’ambito dei LEA, il complesso di attività erogate dai soggetti erogatori pubblici e privati accreditati con il SSR, articolandolo in un ventaglio più ampio e più specializzato di risposte e dotandolo di una maggiore flessibilità progettuale, organizzativa, gestionale e strutturale, al fine di renderlo maggiormente adeguato ai bisogni delle persone, che ne chiedono l’intervento;

- proseguire nel percorso di implementazione della dotazione di posti diurni e residenziali destinati a persone disabili e anziane non autosufficienti, disponibili a livello di distretti sanitari regionali;

- ottenere un più efficiente utilizzo delle risorse sanitarie del livello assistenza ospedaliera, al fine di produrre un risparmio di risorse destinabili al livello assistenza territoriale per l’incremento delle attività e delle prestazioni dell’area dell’integrazione socio-sanitaria.

Tale revisione si esplicita nella definizione di nuovi standard organizzativo-gestionali per l’erogazione, da parte delle strutture di produzione, delle prestazioni diurne e residenziali per minori, anziani e disabili e nella contestuale precisazione della tariffa a carico del SSN, del cittadino e/o degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali, compatibile con l’attuale quadro di riduzione delle risorse pubbliche e in piena applicazione della normativa vigente in materia.

2.9.3 L’istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza

Con apposita legge regionale, saranno definite le risorse afferenti al Fondo e la loro provenienza, le prestazioni ed i soggetti giuridici ai quali è destinato, nonché i criteri di riparto del Fondo stesso.

PARTE II: LE TRAIETTORIE DI SVILUPPO E DI RICONFIGURAZIONE DEL SERVIZIO

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