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Missione e competenza delle aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale Nell’impianto di governance e di organizzazione conseguente al riordino del SSR

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PARTE II: LE TRAIETTORIE DI SVILUPPO E DI RICONFIGURAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PER CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI DI PIANO

3. I PRESUPPOSTI LOGICI DELLO SVILUPPO E RICONFIGURAZIONE DEL SSR

3.3 Missione e competenza delle aziende sanitarie del Servizio sanitario regionale Nell’impianto di governance e di organizzazione conseguente al riordino del SSR

Piemontese, la programmazione, una volta definiti a livello regionale gli orientamenti generali nonché la classificazione dei presidi ospedalieri, può anche essere decentrata per ambiti territoriali allo scopo di coordinare e rendere omogenei i servizi sanitari, attraverso l’indirizzo, il coordinamento dei piani di attività e la valutazione delle prestazioni rese dalle ASR e dalle strutture accreditate pubbliche e private del territorio di competenza, a servizio della popolazione di riferimento.

In particolare, la programmazione regionale, da esercitarsi anche in forma decentrata, dovrà garantire, in modo integrato, l'assistenza ospedaliera, quella territoriale e la prevenzione attraverso la funzione di indirizzo nei confronti delle ASL e delle AO/AOU, nonché nei confronti delle altre istituzioni e soggetti accreditati che esercitano la funzione di erogatore.

3.3.1 Le aziende sanitarie locali

Le ASL esercitano la funzione di tutela della salute della popolazione e promozione del benessere e garanzia dei percorsi di continuità assistenziale. Per ottenere tali obiettivi è intendimento della Giunta regionale far convergere tutte le competenze sanitarie e socio-assistenziali del territorio di competenza alle singole ASL, definendo con appositi provvedimenti i rapporti tra queste ultime e i vari enti erogatori di prestazioni.

Tutela della salute e promozione del benessere implicano l’integrazione con la dimensione sociale ed una supervisione ed intervento estesi non solo ai bisogni manifesti della popolazione ed alla conseguente domanda diretta di servizi, ma anche un’attenzione specifica ai determinanti di tali bisogni ed alla qualità e quantità dell’offerta di servizi presente nel settore sanitario e sociosanitario.

Le ASL esercitano la funzione di erogazione con riferimento, oltre che all’assistenza ospedaliera erogata dai presidi afferenti alla rete interaziendale di riferimento, alla promozione della salute ed alla prevenzione ed al trattamento delle malattie e disabilità ad andamento cronico, quando non necessitano di prestazioni specialistiche di particolare complessità clinica e/o tecnologica.

Compete ancora alle ASL l'assistenza prolungata nel tempo, domiciliare, semiresidenziale e residenziale, alle persone disabili e/o non autosufficienti, nonché programmi, attività e prestazioni di particolare caratterizzazione specialistica prevalentemente, o esclusivamente, territoriali.

Le ASL esercitano la funzione di promozione e tutela rilevando i fabbisogni di servizi, attività e prestazioni, della collettività di riferimento e progettando e realizzando, per quanto di competenza, lo sviluppo dei percorsi clinico assistenziali.

A tal fine, l’ASL si avvale delle competenze e conoscenze maturate nella dimensione distrettuale, ambito privilegiato di organizzazione della rete di offerta dei servizi del territorio, di integrazione socio-sanitaria e di ricognizione dei bisogni da soddisfare.

L’assolvimento di queste funzioni da parte del distretto socio-sanitario impone una dimensione territoriale rilevante dal punto di vista istituzionale, demografico, epidemiologico ed operativo. Sarà la Giunta regionale con apposito provvedimento ad indicare con precisione il perimetro nel quale il distretto socio-sanitario potrà attivarsi per l’espletamento delle funzioni di sua pertinenza.

3.3.2 La rete territoriale

La rete territoriale è costituita dai distretti. Ogni distretto:

- promuove e sviluppa la collaborazione con la popolazione e con le sue forme associative (secondo il principio di sussidiarietà) per la rappresentazione delle necessità assistenziali e la pianificazione e valutazione dell'offerta di servizi nell'integrazione tra le diverse istanze dei vari portatori di interesse (sanitari e sociali);

- valorizza le risorse territoriali della comunità locale, promuovendo e garantendo alla popolazione risposte sanitarie coordinate ed integrate con caratteri di continuità ed appropriatezza rispetto ai bisogni rilevati ed ai corrispondenti percorsi clinico assistenziali.

Il rafforzamento dei compiti richiede la riconsiderazione delle attuali articolazioni e l’individuazione di aree territoriali più ampie delle attuali, idonee a superare la parcellizzazione oggi rappresentata da un numero di distretti di dimensione limitata, che non consentono lo svolgimento della funzione di governante, né le condizioni per ricondurre a sistema la sommatoria di servizi, interventi, prestazioni e per garantire le necessarie efficienze organizzative.

Le ASL articoleranno il proprio territorio in distretti, la cui dimensione ottimale viene quantificata secondo le previsioni dell’articolo 19 della legge regionale 6 agosto 2007,

n. 18 (Norme per la programmazione socio sanitaria e il riassetto del servizio socio sanitario regionale).

Il territorio dei distretti, anche accorpati rispetto a quelli attuali, costituirà l'ambito strategico-istituzionale per rafforzare e rendere maggiormente efficaci ed efficienti non solo le singole funzioni, ma anche l’erogazione dei servizi diretti ai cittadini.

L’ambito territoriale del distretto deve, al fine di assicurare lo svolgimento delle prestazioni dell’area dell’integrazione socio-sanitaria, garantire l’effettiva fruibilità dei servizi ed il necessario raccordo con il soggetto gestore dei servizi socio assistenziali in una logica di razionalizzazione e contenimento della spesa.

In questo quadro programmatorio generale si inserisce la normativa nazionale introdotta in materia di riforma delle Autonomie locali, che impegna ad una revisione dei modelli organizzativi adottati in Piemonte dai comuni per l’esercizio della funzione servizi sociali, entro cui si colloca la programmazione e la gestione delle prestazioni dell’area dell’integrazione socio sanitaria.

Gli adempimenti previsti dalla normativa statale sono complessi e differiscono, a secondo del numero di abitanti di ciascun comune. Il recente decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 (Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo), convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, prevede che i comuni fino a 1.000 abitanti esercitino tutte le funzioni e tutti i servizi tramite unione, mentre i comuni da 1.001 a 5.000 abitanti, in ottemperanza al dettato del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e da ultimo modificato dalla citata legge 148/2011, dovranno esercitare le funzioni fondamentali, tra cui quella sociale, tramite unione o convenzione. Non sono previsti specifici adempimenti per i comuni sopra i 5.000 abitanti.

Questo complesso quadro normativo richiede alle Autonomie locali decisioni istituzionali tali da garantire la fruizione dei servizi, afferenti all’area dell’integrazione, a livello distrettuale.

Pertanto, proprio nel distretto, è necessario identificare un nuovo rapporto con le Autonomie locali e le relative assemblee elettive nel territorio, che esprimono il bisogno e la domanda di servizi sanitari, socio-sanitari e sociali del territorio.

Il distretto, sede di erogazione di prestazioni, ma anche di un approccio più articolato ai problemi di quel territorio, può rappresentare il cardine di un processo più lungo e complesso che costruisce una nuova dimensione metodologica e di gestione dei problemi, evitando la frammentazione settoriale. I direttori di distretto sono chiamati a gestire budget significativi, collegati a notevoli responsabilità gestionali, relazionale e progettuali. Per questo è previsto che i direttori generali, ogni cinque anni, valutino il loro operato e, se positivo, applichino di norma, salvo motivate eccezioni, una rotazione dei direttori di distretto.

3.3.3 Le aziende sanitarie ospedaliere e ospedaliero-universitarie

Le AO/AOU esercitano la funzione di erogazione delle prestazioni, assicurando quelle di assistenza sanitaria specialistica di particolare complessità clinica e tecnologica relative alla prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, integrandosi funzionalmente, nell’ambito interaziendale di riferimento, con i presidi ospedalieri delle ASL, organizzati secondo la complessità delle prestazioni, nonché con altre strutture specialistiche di ricovero.

Le reti ospedaliere interaziendali, garantiscono una più forte governance unitaria che consente gli interventi di integrazione, fondamentali per garantire la dovuta tutela del cittadino attraverso:

a) punti di offerta con volumi e mix produttivi tali da garantire soglie adeguate per il mantenimento e lo sviluppo delle professionalità;

b) la migliore gestione delle possibili sovrapposizioni di competenza tra specialità che insistono sui medesimi problemi di salute;

c) una efficace rete di offerta, con la migliore e più tempestiva accessibilità, indirizzata verso la struttura/competenza ed adeguata al livello di complessità/gravità del problema di salute.

Le reti ospedaliere interaziendali assicurano anche, oltre all’integrazione funzionale tra i presidi ospedalieri, anche quella tra i professionisti ivi operanti, l’esecuzione di prestazioni secondi i principi delle “curve di apprendimento”, nonché la massima equità di accesso alle cure attraverso una razionale organizzazione del sistema di offerta.

Accanto alla programmazione delle reti ospedaliere interaziendali per area vasta, occorre parallelamente assicurare una programmazione tra le diverse AO/AOU, affidandola alla struttura competente dell’Assessorato alla sanità, al fine di definire, tra gli altri:

- le specialità di alta complessità di rilievo regionale e che, quindi, vanno assicurati in una o poche sedi in Piemonte;

- l’organizzazione degli eventuali turni tra le specialità di alta complessità, tali da assicurare comunque interventi di urgenza nelle ore notturne e nei giorni festivi, evitando costi inopportuni;

- l’acquisto di macchinari di alta tecnologia e costo elevato, così da ottimizzare il loro utilizzo previa definizione della sede in cui verranno collocati e presso cui potranno operare le diverse equipe.

PARTE III: GOVERNANCE ED ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO

Nel documento Non sono presenti i Consiglieri: (pagine 38-42)