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Qualità, rischio clinico e management assicurativo per la gestione sanitaria .1 Qualità

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PARTE III: GOVERNANCE ED ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE

4. LA GOVERNANCE DI SISTEMA: ATTORI, LUOGHI E PROCESSI DECISIONALI

4.2 Qualità, rischio clinico e management assicurativo per la gestione sanitaria .1 Qualità

E’ necessario sviluppare a livello delle ASR una rete di servizi che trattino le problematiche inerenti la “Qualità”, intesa in tutte le sue accezioni, con una gestione centrale a livello ARESS, secondo le seguenti indicazioni:

- qualità gestionale-organizzativa-manageriale: rivolta essenzialmente all’efficienza e all’integrazione tra i processi aziendali;

- qualità professionale: esecuzione di interventi appropriati che tengano conto di evidenze scientifiche di provata efficacia (EBM), eseguiti in modo corretto e nel rispetto del paziente, finalizzati ad ottenere i migliori esiti di salute con i minori inconvenienti e disagi;

- qualità percepita: relativa alle comunicazioni con gli utenti e all’ agevolazione dei loro rapporti con i servizi sanitari (aumento della soddisfazione degli utenti, riduzione delle attese);

- qualità sociale: in relazione alla capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni di una popolazione (accessibilità ed equità);

- qualità tecnico –strutturale: adeguatezza degli spazi e dei servizi di accoglienza, tecnici e alberghieri;

- qualità strumentale: adeguatezza delle apparecchiature/strumentazioni e dell’interfaccia apparecchiature-pazienti e apparecchiature-operatori;

Il riferimento regionale di programmazione è indirizzato, in particolare, al miglioramento della qualità professionale ed organizzativa.

Un progetto AGENAS del 2008 richiede alle regioni e alle ASR la formulazione di “Buone pratiche cliniche” in campo ospedaliero e territoriale. La selezione di queste buone pratiche e la condivisione con i Servizi qualità delle ASR ne favorirà l’applicazione a livello di tutte le aziende sanitarie piemontesi. Si renderà indispensabile un controllo dell’applicazione delle procedure, che sarà mantenuto in ambito ARESS. Le “Buone pratiche cliniche” sono inserite nei sistemi premianti delle ASR, a livello ai servizi territoriali ed ospedalieri.

Altro indispensabile ausilio al miglioramento della qualità delle prestazioni è la valutazione degli output e degli outcome delle strutture sanitarie piemontesi. Anche la valutazione degli outcome (progetto piemontese sulla valutazione di indicatori di sicurezza e progetto esiti AGENAS) assume un’ importanza strategica, non con lo scopo di colpevolizzare e discriminare gli operatori, ma con l’ambizioso obiettivo di creare un circolo virtuoso finalizzato al miglioramento della qualità tramite audit clinici e peer rewiev tra professionisti.

A tale proposito le medicine non convenzionali, termine con cui si identificano alcune pratiche mediche complementari al modello di medicina occidentale allopatica, sono materia strettamente sanitaria e di competenza esclusiva del medico. Il loro impiego sarà valutato in ragione della minore invasività in particolari condizioni cliniche, consentendo una maggiore personalizzazione del trattamento ed in rapporto alla sostenibilità dei costi.

Su questo tema la Regione Piemonte, avvalendosi del supporto tecnico scientifico dell’ARESS e del coordinamento posto in capo alla stessa, proseguirà il lavoro di monitoraggio sistematico, di studio e proposta già avviato negli scorsi anni. A tutela della sicurezza del cittadino particolare attenzione sarà riservata alle valutazioni dell’appropriatezza, in collaborazione con l’Area qualità, l’Ordine dei medici e l’Università, nella ricerca di elementi di validazione per ampliare l’arco delle opportunità terapeutiche a disposizione di medico e paziente.

4.2.2 Rischio Clinico

Dal 2007 è stato istituito a livello regionale il Gruppo per la gestione del rischio clinico e dal 2008 sono state assegnate alle aziende sanitarie del Piemonte indicazioni per la gestione del rischio clinico e l’attivazione dell’"Unità di gestione del rischio clinico" e prime linee di indirizzo su tematiche di particolare interesse”:

- informazioni all’utenza per rischio infezioni a seguito di ricovero e/o procedura diagnostico terapeutica;

- applicazione raccomandazione n. 2 Ministero della salute sulla prevenzione della ritenzione di materiale all’interno del sito chirurgico;

- applicazione raccomandazione n. 3 Ministero della salute sulla corretta identificazione del paziente e del sito chirurgico;

- corretto utilizzo delle soluzioni concentrate di potassio (cloruro e altre) (raccomandazione n.1);

- vigilanza regionale sui dispositivi medici;

- gestione del disservizio.

Dall’inizio del 2008 sono stati attivati corsi regionali per formatori, che hanno coinvolto circa trecento operatori di diverse professionalità. A livello aziendale la formazione ha interessato circa 10.000 professionisti. Oggi la Regione Piemonte partecipa con il supporto della AOU San Giovanni Battista (SC Qualità, Risk Management e Accreditamento) (DGR 9 marzo 2009, n. 8-10923) a vari progetti nazionali (Raccolta e validazione, Buone pratiche, AGENAS, Segnalazione eventi sentinella –SIMES-AGENAS, Segnalazione sinistri – Ministero della salute).

Sono previsti i seguenti futuri sviluppi:

- consolidamento della Rete referenti gestione rischio clinico Regione Piemonte.

Attualmente vi sono in Regione Piemonte dodici strutture di gestione del rischio clinico, tra complesse e semplici. Le funzioni di Risk Management sono presenti in cinque ASL e ASO. E’ necessario potenziare la rete con un tentativo di capillarizzazione a livello di tutti i presidi. I direttori generali delle ASR saranno sensibilizzati al tema, anche con obiettivi specifici;

- valutazione delle priorità di rischio nelle varie ASR mediante schede di segnalazione o altri sistemi di rilevamento degli eventi avversi;

- implementazione di campagne per la sicurezza dei pazienti (ad esempio: chirurgia sicura, cadute in ospedale, consenso informato, identificazione del paziente, comunicazione, gestione del disservizio, farmaci sicuri);

- valutazione, in associazione ad esperti di economia sanitaria e psicologi del lavoro, dei possibili risparmi economici legati all’applicazione di procedure e/o azioni per la sicurezza dei pazienti;

- ampliamento della formazione degli operatori, con la creazione di reti dipartimentali di facilitatori, che possano attuare una politica di implementazione e monitoraggio dell’applicazione di procedure e azioni per la sicurezza del paziente, non solo a livello ospedaliero, ma anche a livello territoriale e del privato accreditato e non.

Tutte queste azioni, unite alla collaborazione con il Comitato direttivo per la gestione dei sinistri e all’istituzione di nuove metodologie (conciliazione, mediazione, arbitrato) possono costituire un importante argomento di discussione con broker e società di assicurazione per ottenere una riduzione dei premi, come già avvenuto in altre regioni negli anni passati (Marche 2005). Inoltre, i primi risultati dimostrano una riduzione del contenzioso, soprattutto in termine di gravità degli eventi e quindi di entità di eventuali risarcimenti. Tali azioni, oltre ad avere un notevole impatto economico, possono generare un circolo virtuoso in termini di miglior clima lavorativo per gli operatori.

Nell’ambito dello sviluppo delle diverse tematiche d’interesse per la gestione del rischio, particolare rilevanza dovrà essere attribuita all’attività di vigilanza sui dispositivi medici, assicurando, a livello regionale, il puntuale monitoraggio dell’applicazione, da parte delle aziende, delle linee guida e delle procedure approvate all’allegato 2 della DGR 31 marzo 2008, n. 14-8500.

4.2.3 Management assicurativo per la gestione sanitaria

E’ necessario sviluppare a livello delle ASR una rete di servizi in grado di garantire un adeguato controllo del sistema di gestione dei rischi di responsabilità civile per l’attività sanitaria finalizzato al contenimento della spesa regionale.

In accordo con il principio di coordinamento e complementarietà, così come i presupposti di efficienza, efficacia ed economicità dell’organizzazione della assistenza sanitaria, assume particolare rilievo la presenza di dedicate funzioni e competenze medico-legali con prevalente attività di collaborazione, prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) e controllo del conflitto medico-paziente o cittadino-ospedale.

E’ previsto un ruolo di partecipazione nell’ambito del ‘Sistema di Clinical Risk Management’ con la predisposizione di strumenti idonei a perfezionare il complesso sistema assicurativo regionale nel rispetto dei diritti e della tutela pubblica della salute del singolo in rapporto agli interessi della collettività.

Una gestione integrata del rischio sanitario e del contenzioso consentirà di ridurre le richieste di risarcimento e la percentuale di controversie giudiziarie tutelando l’utente, l’operatore sanitario e l’immagine della struttura anche attraverso vari livelli e tentativi di condivisa conciliazione.

L’obiettivo è di potenziare le competenze ospedaliere al fine di pervenire rapidamente e definitivamente alla liquidazione del risarcimento in via conciliativa e transattiva in coerenza alla politica di deflazione del contenzioso in sede giudiziale, così come recepito dal decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28 relativo alla cosiddetta “mediazione obbligatoria”.

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