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XVI- XVIII: uno sguardo d’assieme

12. I testimoni secondari

Gli apografi dell’opera del Mandelli sono almeno due: il codice XVIII-24 e il codice S. Martino 371, ambedue nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Il primo è della fine del XVIII secolo, composto da 122 fogli; proviene dall’acquisto della Raccolta Amodio (antica segnatura Coll. Basilicata, II D-22). Il titolo è il seguente: Lucania Sconosciuta, parte II, nella quale si discorre delle notitie particolari. È una copia diretta e incompleta del nostro manoscritto, pervenuta alla biblioteca nazionale nel 1935373. Al

foglio I il postillatore, forse un erudito di fine ‘700, scrive:

“L’autore viveva a tempo di Donatantonio de Marinis, a cui sopravisse. Vedi il cap. 6 sul finire, dove ragiona di Jungano, casale di Trentenara, patria del de Marinis… Nell’archivio dei SS. Apostoli di Napoli

365

Ivi, parte I, pag. 130. 366

Ivi, parte I, pag. 171. 367

Ivi, parte I, pag. 199. 368

Ivi, parte I, pag. 207. 369

Ivi, parte I, pag. 246. 370

Ivi, parte I, pag. 66. 371

Ivi, parte II, pag. 30. 372

Ivi, parte I, p. 207. 373

F. Strazzullo, “La Lucania sconosciuta” in un ms. di Luca Mannelli della Biblioteca Nazionale di Napoli, art. cit., pag. 297.

evvi un volume MS, con titolo Lucania Sconosciuta attribuito al P. Bartolini (per quanto mi avvertì il sig. Alessio Pelliccia374), si osservi per vedere se sia la prima parte di questa opera ovvero un di lei compendio, si

esamini se il P. Bartolino o pure il P. Mandelli agostiniano, siano l’autore. Teneva commercio letterario con Camillo Pellegrino, cap. XII. È fuor di dubbio che il P. Mandelli sia stato l’autore della Lucania Sconosciuta, e questo volume contiene due soli libri della seconda parte della di lui opera. Nella Real biblioteca di Napoli conservasi intera. La prima e la seconda parte della Lucania sconosciuta”.

Il copista tiene a precisare che non è il padre Bartolini l’autore dell’opera, ma Mandelli, e non sa se questo ms. è la prima o seconda parte della Lucania Sconosciuta. Salvo confermare, subito dopo, ma forse scrivendo in un momento successivo, che l’autore è proprio il Mandelli. È da ricordare che in seguito alla soppressione dei monasteri tutte le antiche scritture dell’Archivio dei SS. Apostoli passarono alla Certosa di S. Martino375.

Nella pagina successiva presenta il sommario dell’opera del Mandelli, e conferma che la prima parte ha come titolo Lucania Illustrata, e la seconda parte Lucania Sconosciuta.

Foglio 2 r.: Lucania Sconosciuta, parte II, nella qual si discorre delle notizie particolari; Libro I Littorale tirrenico.

Dal foglio 2 r. al foglio 63 v. si trascrivono i 13 capitoli del lib. 1, parte II.

I fogli 64 r.-81 r. riportano pochi capitoli del lib. II, parte II; i fogli 84 r.-120 v. trascrivono l’Apparato alla parte seconda della Lucania Sconosciuta. Nel codice X-D-2 l’Apparato precede il lib. I e occupa le pagine 1-83, articolandosi in 13 capitoli. Nel codice XVIII-24, invece, l’Apparato è al terzo posto, i suoi capitoli sono distribuiti diversamente e termina col cap. 9, incompleto, che corrisponde al cap. 6 dell’Apparato del codice X-D-2. Nell’ultima pagina il glossatore scrive:

Manca a questa copia il terzo e quarto libro della 2ª Parte della Lucania Sconsciuta.

374

Alessio Aurelio Pelliccia è un erudito vissuto fra XVIII e XIX secolo; vd. C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli, 1844, pag. 263.

375

Vd. C. Padiglione, La Biblioteca del Museo Nazionale della Certosa di S. Martino in Napoli ed i suoi manoscritti esposti e catalogati, Giannini, Napoli, 1876.

La copia in nostro possesso è senz’altro un apografo dell’opera del Mandelli. Dopo la recensio dei testimoni si è proceduto alla collatio. Confrontando questa copia con l’antigrafo, sono stati evidenziati degli errori guida che congiungono i due testimoni. Gli errori congiuntivi hanno stabilito che il copista non poteva produrli per proprio conto. Nell’antigrafo vi è una lacuna che riguarda la trascrizione di fonti latine376 che si ritrova

anche nella copia377. Il nostro autore descrive la storia della famiglia Del Mercato e lascia

uno spazio in bianco riferito al nome del personaggio378. La stessa lacuna si ritrova nella

copia379. Un'altra lacuna dell’antigrafo, riguardante le fonti latine citate380, è presente

nell’apografo381. Il capitolo VIII del primo libro382 della seconda parte è incompleto, così

com’è riportato dalla copia383. Il codice XVIII-24384 riporta alcune correzioni che

combaciano con le parole del testo del Mandelli385. Il capitolo riguardante il Cilento di qua

del fiume Aliento386, ha uno spazio in bianco della larghezza di tre o quattro righe, per poi

ricominciare con un nuovo periodo. Nella copia questo spazio non vi è, ma il testo è il medesimo. Il codice XVIII-24 tende a correggere delle parti incomplete, e non riporta queste parole: La famiglia387. Lascia una parte in bianco durante la trascrizione di una fonte

in latino, per poi riprendere dal periodo immediatamente seguente388.

Il codice S. Martino 371 è composto da 98 fogli e riporta questo titolo:

Fragmenti del manoscritto intitolato la Lucania sconosciuta del P. Maestro Luca Mannelli dell’ordine di S. Agostino cavati dall’originale, che si conserva nel convento dell’istesso ordine389.

376

L. Mandelli, La Lucania Sconosciuta, parte II, pag. 17, et…quoda]…..quod. 377

Codice XVIII-24, pag. 98. 378

L. Mandelli, La Lucania Sconosciuta, parte II, p. 131. 379

Codice XVIII-24, pag. 37. 380

L. Mandelli, La Lucania Sconosciuta, parte II, pag. 133. 381

Codice XVIII-24, pag. 39. 382

L. Mandelli, La Lucania Sconosciuta, parte II, pag. 136. 383

Codice XVIII-24, pag. 42. 384

Codice XVIII-24, pag. 109. 385

L. Mandelli, La Lucania Sconosciuta, parte II, pag. 142 e pag. 94. 386

Ivi, parte II, pag. 128. 387

Ivi, parte II, pag. 117. 388

Codice XVIII-24, pag. 26. 389

Il contenuto di questa manoscritto è costituito dall’ultimo libro della prima parte, dal titolo: Libro historico, in cui si discorre dello stato dei lucani sotto i vari regni.

Fogli 2r.-15r. libro quarto, cap. I: Stato del regno di Napoli nella depressione dell’impero romano sotto il dominio dei Goti; foll. 15 v.-27r.: Cap. II: Stato del regno di Napoli sotto il dominio de Longobardi; foll. 27v.-52r.: Stato del regno di Napoli sotto il dominio de Normandi; foll. 52v.-69v.: Stato del regno di Napoli sotto l’imperador de Svevi; foll. 70r.-84v.: Stato del regno di Napoli sotto il dominio de Regnanti Francesi; foll. 85r.-98r.: Stato del regno di Napoli sotto gli Aragonesi e Austriaci.

Questo manoscritto, compilato probabilmente sul finire del XVII secolo o nella prima metà del XVIII, ci comunica notizia sulla collocazione dell’antigrafo, ancora posseduta dal convento agostiniano di Salerno. Il compilatore si discosta molto dalle parole del Mandelli, parafrasandone e riassumendone il pensiero. Se consideriamo che i titoli dei vari capitoli non si riferiscono mai alla Lucania, vero oggetto dell’opera, che vi sono diverse lacune390,

non presenti nei codici X-D-1 e X-D-2, che il capitolo finale riporta un augurio al re Carlo II, regnante e che vi sono delle differenze e contaminazioni così ampie, è possibile stabilire, con molta probabilità, di essere in presenza di una testo eccessivamente contaminato. In questo caso non possiamo considerarlo un apografo del nostro manoscritto e, pertanto, non è stato preso in considerazione.

Possiamo abbozzare lo stemma codicum:

X A B 390

Chiamato X un originale andato perduto, A ne è la copia diretta e B è la copia di A. Il manoscritto A rappresenta i codici X-D-1 e X-D-2, mentre B è il codice XVIII-24. In questo schema non compare l’apografo S. Martino 371, troppo contaminato per essere utile.

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