1.3 Profili definitori di un concetto
1.3.3 Le caratteristiche imprescindibili dello
1.3.3.1 I tre pilastri dello sviluppo sostenibile
Nei diversi tentativi di definizione del concetto di sostenibilità sono rinvenibili comunemente tre principali pilastri (o dimensioni), tanto da parte della dottrina, quanto delle istituzioni: quello economico, quello sociale e quello ambientale. Il concetto di sostenibilità implica infatti la capacità di un processo di sviluppo di sostenere nel corso del tempo la riproduzione del capitale mondiale composto dal capitale economico (ovvero “costruito” dagli individui), umano/sociale (ovvero gli individui di una società) e naturale (ovvero l’ambiente naturale e le risorse naturali della società).
Il concetto di sviluppo sostenibile si è quindi articolato in una pluralità di dimensioni:
- sostenibilità ambientale, ovvero la capacità di mantenere nel tempo qualità e riproducibilità delle risorse naturali, di preservare la diversità biologica e di garantire l’integrità degli ecosistemi;
- sostenibilità economica, ovvero la capacità di generare in modo duraturo reddito e lavoro, e di raggiungere un’eco-efficienza intesa come uso razionale delle risorse disponibili e come riduzione dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili;
- sostenibilità sociale, ovvero la capacità di garantire l’accesso a beni considerati fondamentali (sicurezza, salute, istruzione) e a condizioni di benessere (divertimento, serenità, socialità), in modo equo all’interno delle comunità odierne e anche tra la generazione attuale e quelle future.
Recentemente, è stata individuata anche una quarta dimensione, o pilastro: la dimensione istituzionale, ovvero la capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, informazione, formazione e giustizia, che ha come obiettivo lo sviluppo di forme di coordinamento e cooperazione inter-istituzionale capaci di costruire programmi condivisi, impegni vincolanti e tempi certi di attuazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà.
Nelle diverse declinazioni, l’aspetto comune tra i pilastri dello sviluppo sostenibile è la trasmissione di un patrimonio alle generazioni future: la trasmissione da una generazione all’altra della capacità produttiva (intesa come capitale umano, industriale e naturale) (sostenibilità economica), delle risorse naturali essenziali alla vita
umana (l’acqua, l’aria, il suolo e le diversità delle specie naturali e vegetali) (sostenibilità ambientale) e delle stesse opportunità oggi garantite alla collettività (rilevando, in questo caso, sia temi sociali per così dire tradizionali come l’educazione, l’equità, l’occupazione, i diritti umani, la giustizia sociale, ma anche altri temi, di matrice più evoluta, quali i cambiamenti demografici - aumento dell’età media di vita e migrazioni internazionali -, l’identità, la cultura, la salute e la sicurezza, il benessere, la qualità di vita di un soggetto, la coesione sociale) (sostenibilità sociale)80.
Più in particolare, la dimensione economica dello sviluppo sostenibile indica la capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura degli indicatori economici, attraverso la creazione di reddito e di lavoro per il sostentamento delle popolazioni. Ad esempio, lo sviluppo sostenibile per un impresa dovrebbe implicare lo sviluppo della zona operativa in cui opera, nonché dei suoi stakeholders, il rispetto dei principi di sana concorrenza, l’assenza di corruzione o l’abuso di posizione dominante81.
Nella dimensione ambientale invece, il concetto di sostenibilità auspica uno sviluppo che preservi le risorse naturali essenziali alla vita umana (l’acqua, l’aria, il suolo, le diversità delle specie) e che spinga a proteggere le risorse non rinnovabili, che può tradursi in un costante tentativo di ridurre i consumi energetici, nella progressiva eliminazioni di agenti inquinanti, nella progressiva riduzione delle emissioni nell’atmosfera dei gas ad effetto serra. Per quanto riguarda l’attività imprenditoriale, l’adozione di una logica di sviluppo ecologicamente sostenibile non può prescindere da un’analisi sia della compatibilità tra l’attività d’impresa e il mantenimento degli ecosistemi, sia dell’impatto dell’attività e dei prodotti in termini di consumo di risorse, di produzione di rifiuti e di emissioni inquinanti. Per sostenibilità ambientale si può quindi intendere la capacità di preservare nel tempo le tre funzioni dell’ambiente: la funzione di fornitore di risorse, la funzione di ricettore di rifiuti e la funzione di fonte diretta di utilità. All’interno di un sistema territoriale, infine, per sostenibilità ambientale si intende la capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio,
80 COLANTONIO A., Sustainable Development - a Challenge for European Research,
Oxford Institute for Sustainable Development (OISD), Oxford, 26-28 May 2009.
81 REYNAUD E., (a cura di), Le dèveloppement durable au cœur de l‘entreprise,
garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio82.
Da ultimo, nella dimensione sociale la durabilità83 implica la
trasmissione alle generazioni future delle risorse, delle possibilità e dei diritti che permetteranno loro l’accesso al benessere nella misura in cui oggi è concepito, in termini di coesione sociale, equità e stile di vita. In tal senso di parla anche di distribuzione dell’equità, o “intragenerational and intergenerational equity”, emphasizing a need for present and future generations to share the capacity for well-being84. La
sostenibilità sociale può essere quindi definita come la capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e per genere. Più concretamente, all’interno di un sistema territoriale per sostenibilità sociale si intende la capacità dei soggetti di intervenire insieme, efficacemente, in base ad una stessa concezione del progetto, incoraggiata da una concertazione fra i vari livelli istituzionali85.
Le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile sono qualificabili come “interdipendent and mutually reinforcing”86, poiché fortemente
correlate ed ugualmente ponderate nella definizione del concetto in esame. Per l’appunto vengono definite “pilastri” perché il venir meno di una di esse minerebbe il significato stesso di sviluppo sostenibile, che si basa sull’equilibrio tra queste tre dimensioni e sulla loro auspicabile convergenza nel corso del tempo. Promuovere lo sviluppo sostenibile significa infatti ricercare l’equilibrio fra queste tre diverse componenti. Si tratta in particolare di un equilibrio dinamico, in quanto continuamente rimesso in discussione dalle pressioni dovute al cambiamento, di cui si fanno promotori diversi soggetti (pubblici, sociali, privati) e che rimette continuamente in discussione le priorità tra i tre obiettivi fondamentali. Il raggiungimento però, e soprattutto
82 http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html
83 Il termine durabilità deriva dalla traduzione francese di sviluppo sostenibile
in dévéloppement durable, dove appunto l’idea dell’aggettivo “sostenibile” è ben resa in termini di durabilità nel tempo dalla stessa traduzione del termine.
84 BOYCE J. K., KLEMER A.R., TEMPLET P. H., & WILLIS C. E. Power distribution, the
environment, and public health: A state-level analysis, in Ecological Economics,
1999, vol. 1, n. 29, pp. 127–140; SOLOW R., Sustainability: An economist‘s
perspective, Eighteenth J. Seward Johnson Lecture, Woods Hole, MA: Woods Hole
Oceanographic Institution, 1991; STYMNE S., JACKSON T, Intra-generational equity
and sustainable welfare: A time series analysis for the UK and Sweden, in Ecological Economics, 2000, vol. 2, n. 33, pp. 219–236.
85 http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html
86 Vedi United Nations, World Summit on Sustainable Development, 4 September
il mantenimento nel corso del tempo dell’equilibrio in questione, non è così immediato: l’autrice francese E. Reynaud coglie infatti nella triplice declinazione della sostenibilità una difficoltà concreta, ovvero la tensione e il confronto permanente, che talvolta sfocia in contraddizione, tra le tre dimensioni. Secondo l’autrice, il compito delle istituzioni e degli operatori economici è quello di risolvere i dilemmi esistenti tra i tre profili negoziando dei compromessi tra i differenti portatori di interessi sottesi a ciascuna dimensione. In questo modo, ogni dimensione potrebbe essere di volta in volta valutata come un obiettivo, un mezzo, una condizione, oppure, come un vincolo, a seconda della posizione assunta, ovvero, a seconda del pilastro sul quale ci si focalizza87. L’ottica dello sviluppo sostenibile richiede quindi un
approccio olistico allo sviluppo, cioè un approccio globale alla pianificazione ed alla valutazione, uno sguardo d’insieme, ma allo stesso tempo specifico, un’attenzione particolare al benessere sociale, ecologico ed economico dei vari sottosistemi, allo stato, alla direzione ed alla velocità di cambiamento dei sistemi e delle loro componenti e, soprattutto, all’interazione fra le parti.
In altre parole lo sviluppo sostenibile implica un’attenzione volta in egual misura ai bisogni economici, sociali ed ambientali inserendosi all'interno di un processo di civilizzazione che muove da istanze di conciliazione dell’efficacia economica con l’equità sociale e la tutela ambientale, nella direzione di «un monde vivable, sur une planète viable, avec une société équitable»88. La promozione della
protezione dell’ambiente e dello sviluppo economico e sociale, che dev’essere attuata sia a livello locale e nazionale che a livello globale89, risulta infatti essenziale per «la recherche d‘une
preservation sociale et environnementale dans un contexte de developpement économique90».
87 REYNAUD E., Le développement durable au cœur de l‘entreprise, op. cit..
88 CAPRON, Le rôle des entreprises dans le développement durable. Approche
historique, in Journée d‘études du Groupe Initiatives, 9 settembre 2008, Nogent-
Sur-Marne.
89 Vedi la Dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile del 1992. 90 Tesi dottorale di HUGON, Les mutations du droit de l‘entreprise et l‘objectif