Gli idiomi sono ascrivibili alla categoria delle multiwords expressions, il cui significato non è derivabile attraverso un’analisi composizionale. Una loro peculiarità è il rapporto fra significato letterale e significato idiomatico: a volte sono correlati, a volte no. Alcuni idiomi sono resistenti a modificazioni sintattiche, mentre altri possono subire trasformazioni sintattiche senza perdere il loro significato idiomatico. Un’altra curiosità riguardante questo fenomeno del linguaggio è che molti idiomi sono prevedibili prima della fine della stringa, mentre altri vengono riconosciuti solo una volta che la stringa è stata elaborata letteralmente. Le ricerche hanno analizzato e ancora stanno analizzando questi tratti delle espressioni idiomatiche, cercando di capire come gli idiomi siano riconosciuti, elaborati e compresi.
I primi modelli che si sono focalizzati sulla comprensione degli idiomi sono detti lessicali, ritendendo che gli idiomi siano rappresentati nel lessico mentale. Il primissimo modello è stato presentato nel 1973 da Bobrow & Bell, definito Idiom List Hypothesis. Secondo questa teoria, gli idiomi sarebbero listati nel lessico mentale e recuperati da questo diversamente da come vengono recuperate le altre parole. Esisterebbero quindi due distinte elaborazioni, una mirata alla compressione di espressioni letterali e una mirata alla comprensione delle espressioni idiomatiche (idiom processing mode). Di fronte all’analisi di idiomi, l’elaborazione letterale sarebbe sempre tentata prima del recupero del
significato idiomatico.
Un secondo modello lessicale è la Lexical Representation Hypothesis di Swinney & Cutler (1979). Questo modello ritiene che gli idiomi siano rappresentati nel lessico mentale come qualsiasi altra parola e che non esista un modo differente di elaborare queste espressioni. Inoltre nella comprensione degli idiomi, sarebbero attivati contemporaneamente il significato letterale e il significato idiomatico non appena sia incontrata la prima parola della stringa16.
Altri modelli sulla comprensione degli idiomi sono definiti composizionali; fra essi emerge Idiom Decomposition Hypothesis di Gibbs et al. (1989). L’elaborazione delle espressioni idiomatiche dipende dalla decomposizione semantica. L’idioma è decomponibile quando il significato dei costituenti contribuisce al significato figurato ed è non decomponibile quando il significato letterale e idiomatico non sono correlati. Dagli esperimenti realizzati a supporto di questa teoria, emerge che i soggetti elaborano più velocemente il significato letterale di quello figurato. Inoltre analizzano più velocemente gli idiomi decomponibili rispetto agli idiomi non decomponibili. La comprensione delle espressioni idiomatiche comporterebbe un’analisi composizionale, che facilita l’elaborazione degli idiomi. Il processo degli idiomi non decomponibili sarebbe più lento, proprio perché non può essere attuata un’analisi composizionale.
Un'altra teoria è stata presenta da Cacciari & Tabossi (1988), le quali hanno fornito un modello che si discosta dalla tradizione lessicale: la Configuration Hypothesis. Secondo questo modello gli idiomi sono rappresentati mentalmente come configurazioni di costituenti. Sono elaborati come il linguaggio letterale e il loro significato diventa accessibile quando si sia accumulata una quantità di informazione sufficiente a riconoscere l’idioma. Lo studio si è concentrato su idiomi aventi determinate caratteristiche: una certa struttura sintattica (la struttura
16 In realtà dagli esperimenti emerge che l’elaborazione letterale richiede più
tempo rispetto all’elaborazione del significato idiomatico, facendo propendere i due autori a ritenere che il significato figurato sia attivato per primo.
sintattica era V (NP) (PP) (PP), almeno uno di questi costituenti fra parentesi era presente), non ambigui (o opachi, senza una controparte letterale), non interpretati cercando di ricostruire il significato letterale e potevano essere interpretati letteralmente fino all’ultima parola. Sono stati condotti tre esperimenti basati sul lexical decision task. Nel primo esperimento nove idiomi (to be in seventh heaven) sono stati inseriti in determinate frasi (after the excellent performance, the tennis player was in the seventh heaven), dove l’informazione precedente l’idioma non poteva influenzare né il significato letterale né il significato figurato. Ad ogni frase erano associate tre parole target: idiom target, parola associata semanticamente al significato idiomatico (happy), literal target, parola associata semanticamente al significato dell’ultima parola della stringa (saint), control target, parola di controllo non correlata né al significato letterale né idiomatico (umbrella). Sono stati analizzati anche i tempi di reazione. Questo esperimento ha dimostrato che l’interpretazione idiomatica è immediatamente disponibile ed è risultato evidente che il significato letterale dell’ultima parola non influenza la comprensione dell’idioma. Anche il secondo esperimento ha sottoposto i soggetti ad un lexical decision task. Le stringhe idiomatiche sono state inserite in contesti neutri e ad ognuna erano associate tre parole target. E’ emerso che in questo caso l’interpretazione idiomatica non veniva attivata immediatamente e che quindi questi idiomi dovevano inizialmente essere processati solo letteralmente. Questo risultato ha lasciato intuire che il significato idiomatico doveva essere individuato e recuperato dopo la fine della stringa. Ciò è stato indagato nel terzo esperimento, identico al secondo tranne per il fatto che le parole target sono state presentate 300ms dopo l’ultima parola della stringa, tempo necessario per la comprensione dell’espressione idiomatica. I risultati hanno mostrato che, senza indizi dati dal contesto, occorre effettivamente un determinato tempo per ricostruire il significato figurato, dimostrando le previsioni del secondo esperimento. Da questi dati emerge una differenza fra idiomi prevedibili e non prevedibili. Nel caso degli idiomi prevedibili il significato idiomatico
viene riconosciuto prima della fine della stringa, diversamente negli idiomi non prevedibili solo il significato letterale dell’ultima parola è accessibile immediatamente e solo dopo un certo periodo di tempo è recuperato il significato idiomatico.17 Ciò ha fatto pensare che gli idiomi non siano rappresentati come entrate distinte nel lessico mentale; il loro significato è appunto associato a configurazioni e diventa accessibile quando una quantità sufficiente di informazione ha reso queste configurazioni riconoscibili. Le singole parole che compongono le configurazioni sono le stesse unità lessicali che sono elaborate in sequenza letterali. Le stringhe idiomatiche vengono processate come le stringhe letterali. Il loro riconoscimento dipende non solo dall’informazione disponibile ma anche dall’ idiomatic key della stringa, che può essere interpretata come Recognition Point (RP): il punto della stringa che permette di riconoscere l’espressione idiomatica. In assenza di un contesto che potrebbe anticipare il riconoscimento dell’idioma, il RP permette l’accesso alla configurazione idiomatica. Un idioma è elaborato letteralmente fino a quando non viene attivato il RP: se occorre nelle prime posizioni della stringa, l’interpretazione idiomatica viene recuperata prima della fine della stringa, invece se non occorre prima della fine, allora il significato letterale viene elaborato prima che emerga il significato figurato.
Un altro modello sulla comprensione degli idiomi è l’Hybrid Model di Titone & Connine (1999). Questo modello mette insieme i principali principi dell’approccio composizionale e non-composizionale, per questo motivo è definito ibrido. Riprende dall’approccio non-composizionale il concetto che gli idiomi siano lunghe parole presenti nel lessico mentale, il cui significato viene recuperato direttamente dalla memoria semantica; mentre dall’approccio composizionale il ruolo che hanno i significati letterali dei componenti dell’idioma nella ricostruzione del significato figurato. In sostanza gli idiomi avrebbero sia natura composizionale sia natura non-composizionale. Gli idiomi sono definiti secondo lo schema
17 Questo risultato discredita la Lexical Representation Hypothesis: non è
dimostrato che l’elaborazione del significato idiomatico avvenga contemporaneamente all’elaborazione del significato letterale.
proposto da Nunberg (1994), il quale definisce gli idiomi secondo tre componenti semantiche: convenzionalità, composizionalità e trasparenza.18 Le espressioni idiomatiche sarebbero processate simultaneamente come sequenze di parole composizionali e non-composizionali. Il loro comportamento non-composizionale dipende dalla convenzionalità dei loro significati; queste espressioni sono profondamente apprese e sono associate consistentemente a un dato significato figurato. Questa relazione fra configurazione di parole e significati figurati permette un diretto recupero del significato idiomatico, che dipende dalla frequenza con cui l’idioma è stato elaborato. Maggiore è la frequenza, più immediato è il recupero del significato figurato. Gli idiomi hanno anche un comportamento composizionale: i significati letterali dei componenti sono sempre attivi durante il processo della stringa idiomatica; contribuiscono pienamente alla costruzione del significato idiomatico nel caso di idiomi composizionali e trasparenti, oppure danno un minimo contributo nel caso di idiomi non-composizionali e non trasparenti. Durante la comprensione il significato figurato è recuperato direttamente quando una sufficiente porzione di idioma è stata elaborata (ciò riprende il ruolo della chiave idiomatica nella Configuration Hypothesis) mentre viene eseguita simultaneamente un’analisi letterale. Se il risultato dell’analisi si sovrappone al significato idiomatico, allora l’interpretazione è facilitata, se invece il significato letterale risulta non essere correlato al significato figurato, l’interpretazione è più difficile.
Questi sono i principali modelli riguardanti la comprensione delle espressioni idiomatiche.
18 Nunberg definisce la convenzionalità come una relazione fra una regolarità
linguistica, una situazione d’uso e una popolazione che è implicitamente d’accordo a uniformare quella data regolarità in una determinata situazione; la trasparenza come la facilità con cui la motivazione dell’uso dell’espressione è recuperata; la composizionalità come il contributo che i significati dei singoli componenti dell’idioma danno all’intero significato figurato.