Capitolo 2 La raccolta degli stimoli e l’impostazione dei due esperimenti psicolinguistic
2.4 Impostazione dei due esperimenti psicolinguistici I dati raccolti sono stati utilizzati in due differenti esperimenti: il
primo analizza i giudizi di accettabilità dei parlanti sia nativi sia non- nativi, il secondo, invece, è un cloze test che accerta quali combinazioni sono conosciute e comprese dai parlanti nativi e non nativi.
Partecipanti
Hanno partecipato agli esperimenti 20 parlanti nativi: 10 (7 femmine) hanno partecipato al primo esperimento e 10 (4 femmine) al secondo esperimento. I 20 soggetti erano studenti dell’Università di Pisa e tutti volontari e sono stati divisi in due gruppi da 10 per evitare che i soggetti vedessero due volte gli stessi stimoli.
Inoltre hanno partecipato 42 parlanti non-nativi: 21 (13 femmine) hanno preso parte al primo esperimento, mentre 21 (11 femmine) al secondo. I parlanti non-nativi erano studenti Erasmus presso l’Università di Pisa e studenti stranieri iscritti all’Università di Pisa e tutti hanno partecipato volontariamente. Anche i parlanti non-nativi sono stati divisi in due gruppi per evitare che vedessero due volte gli stessi stimoli. Ai parlanti non-nativi è stato chiesto alla fine dell’esperimento di compilare un questionario dove era chiesto loro di specificare le loro generalità (età
e paese di origine) e le loro abilità linguistiche in italiano; dovevano infatti assegnarsi un voto nello speaking, nel writing, nel listening e nel reading, usando una scala da 1 (molto scarso) a 5 (eccellente). Inoltre era chiesto il loro livello in Italiano (A1, A2, B1, B2), a che età avevano iniziato a imparare l’italiano, da quanto tempo erano in Italia (mai stato in Italia, 6 mesi o meno, 12 mesi o meno, più di 12 mesi) e quali lingue parlavano oltre alla propria lingua madre.
Il background delle L1 era vasto: spagnolo (11), polacco (6), cinese (4), inglese (8), portoghese (4), tedesco (2), lituano (1), francese (3), lettone (2) e romeno (1).
I parlanti non-nativi differivano fra loro anche per il livello linguistico: quattordici erano di livello A1 (7 hanno partecipato al primo esperimento e 7 al secondo), 14 di livello A2 (7 hanno preso parte al primo esperimento e 7 al secondo) e 14 erano di livello B1 (7 hanno partecipato al primo esperimento e 7 al secondo).
Per quanto riguarda i soggetti non-nativi di livello A1, l’età media è di 21,5. Inoltre la media nello speaking è di 1,5, nel reading di 2,1, nel writing di 1,8 e nel listening di 1.
L’età media dei soggetti non-nativi di livello A2 è, invece, di 23,6. La media nello speaking è di 2,3, nel reading di 3,1, nel writing di 2,2 e nel listening di 3,1.
Infine, l’età media dei soggetti non-nativi B1 è di 23,3. La media nello speaking è di 3, nel reading di 3,8, nel writing di 3 e nel listening di 3,9.
La maggior parte dei soggetti non nativi ha trascorso in Italia un tempo inferiore a 6 mesi (32 partecipanti), solo sette partecipanti hanno trascorso in Italia un tempo inferiore a 12 mesi e solo tre vivevano in Italia da più di un anno.
Inoltre 20 partecipanti hanno dichiarato di parlare due lingue oltre alla propria lingua madre; 12 solo una lingua (inglese); sette soggetti tre lingue oltre alla propria e, infine, due soggetti quattro lingue.
Primo esperimento
Il primo esperimento analizza i giudizi di accettabilità dei parlanti sia nativi sia non-nativi.
Il materiale necessario alla realizzazione di questo task è stato raccolto come descritto nei paragrafi precedenti: sono state usate 40 combinazioni libere (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza), 40 collocazioni (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza) e 40 espressioni idiomatiche (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza).
Ciascuna combinazione è stata inserita in un contesto. Poiché i partecipanti non-nativi erano alle prime fasi dell’apprendimento dell’italiano, i contesti non erano complicati né dal punto di vista sintattico (le frasi erano costituite da una sola Principale o da una Principale+Subordinata) né dal punto di vista semantico (sono state scelte parole neutrali e frequenti). Le combinazioni sono state inserite in frasi e non presentate singolarmente per evitare che i soggetti esprimessero giudizi soggettivi.
Esempi:
- perdere+testa
Luca ha perso la testa per Sara. - estinguere+debito
Mio padre ha estinto il debito con la banca. - comprare+scarpe
La ragazza ha comprato le scarpe da Zara.
Per ogni frase è stata creata una variante sinonimica: il verbo dell’espressione è stato sostituito con un suo sinonimo, che fosse adatto nel contesto31.
Esempi:
31 I sinonimi sono stati scelti e controllati consultando “Il grande dizionario dei
sinonimi e dei contrari” edito da Zanichelli e l’enciclopedia Treccani (http://www.treccani.it/sinonimi/).
- perdere+testa
Luca ha perso la testa per Sara.
Luca ha smarrito la testa per Sara (variante). - estinguere+debito
Mio padre ha estinto il debito con la banca.
Mio padre ha cancellato il debito con la banca (variante). - comprare+scarpe
La ragazza ha comprato le scarpe da Zara.
La ragazza ha acquistato le scarpe da Zara (variante).
E’ stato scelto di sostituire il verbo con un suo sinonimo per testare le restrizioni che il nome impone al verbo. Dalle varianti sinonimiche si può verificare se effettivamente i soggetti, sia nativi sia non-nativi, siano in grado di distinguere espressioni tipiche e non tipiche dell’italiano, con la previsione che nel caso delle combinazioni libere anche le varianti sinonimiche ottengano giudizi simili alle espressioni originali, proprio perché nelle combinazioni libere non sono imposte restrizioni lessicali e semantiche dal nome al verbo, e con la previsione che i parlanti assegnino giudizi di accettabilità bassi alle varianti sinonimiche di collocazioni e idiomi percependo la restrizione lessicale presente nelle date combinazioni. Inoltre attraverso le varianti sinonimiche è possibile analizzare quanto i soggetti siano sensibili alla sostituibilità dei membri, prevedendo che nel caso delle combinazioni libere giudichino accettabili anche le varianti sinonimiche, poiché queste combinazioni non hanno fissità paradigmatica, e meno accettabili le varianti nel caso delle collocazioni e delle espressioni idiomatiche, poiché questi due tipi di combinazioni lessicali sono caratterizzate da fissità paradigmatica (questi risultati sono ipotizzati soprattutto nel caso dei parlanti nativi).
Sono state realizzate 120 frasi originali (contenenti le combinazioni tipiche dell’italiano) e 120 frasi contenenti le varianti sinonimiche, per un totale di 240 frasi.
Il task è stato poi caricato su CrowdFlower, una piattaforma di crowdsourcing. CrowdFlower permette di scegliere fra diversi modelli di task secondo il tipo di lavoro e di studio che si intende fare, oppure offre la possibilità di crearne uno nuovo.
Uno dei suoi vantaggi più importanti è che permette di avere un numero vastissimo di partecipanti. Lo svantaggio è che in questo modo non si ha un controllo diretto sui soggetti. Questo problema può essere risolto scegliendo l’opzione “Internal Contributors”, che fa sì che il task sia condiviso con un gruppo selezionato di persone. Ho potuto essere così sicura che i partecipanti fossero davvero parlanti nativi e non-nativi di italiano. Inoltre ho potuto avere anche un controllo diretto sui soggetti convocandoli e non inviando loro via email il link del task.
L’esperimento si è svolto in una stanza silenziosa e tranquilla presso il Dipartimento di Linguistica all’Università di Pisa ed è stato utilizzato un PC MacBook.
I soggetti inizialmente hanno dovuto registrarsi a CrowdFlower e dopo la registrazione hanno potuto accedere al task. Il task iniziava con le istruzioni sia in italiano sia in inglese, che ho spiegato loro personalmente, integrandole con esempi e rispondendo alle domande che i soggetti avevano sulla modalità dell’esperimento, accertandomi che la modalità del task fosse chiara. Inoltre ho dato la possibilità ai soggetti non nativi di consultare Google Translate o un qualsiasi dizionario online qualora non conoscessero il significato una parola.
Le istruzioni spiegavano che il soggetto avrebbe letto una serie di frasi italiane e avrebbe dovuto giudicare quanto dal suo punto vista queste frasi fossero accettabili in italiano, intendendo con accettabili quanto avessero senso in italiano, ovvero se le seguenti frasi avessero potuto essere pronunciate da un parlante nativo di italiano. Per esprimere il loro giudizio, i partecipanti dovevano usare una scala Likert da 1 a 7, dove 1 significava “non accettabile, scorretta” e 7 “accettabile, corretta”. I soggetti potevano assegnare anche valori intermedi per esprimere giudizi intermedi di accettabilità.
Nell’esperimento le 240 frasi sono state divise in 24 task ognuno contenente 10 frasi e sono state randomizzate in modo tale da non presentare la frase originale seguita subito dopo dalla variante.
Convocando i soggetti, ho potuto anche osservare il tempo che essi impiegavano nell’eseguire l’esperimento: i soggetti nativi hanno impiegato in media 25 minuti, mentre i soggetti non-nativi hanno impiegato in media 40-45 minuti.
Secondo esperimento
Per il secondo esperimento è stata scelta come tipologia di task il cloze test. Il cloze test permette di verificare se i soggetti comprendano e conoscano le combinazioni tipiche dell’italiano.
Sono state utilizzate le combinazioni libere, le collocazioni e gli idiomi usati nel primo esperimento: 40 combinazioni libere (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza), 40 collocazioni (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza) e 40 espressioni idiomatiche (20 ad alta frequenza e 20 a bassa frequenza).
Le combinazioni sono state inserite in frasi e sono stati utilizzati gli stessi contesti usati nel precedente esperimento. Essendo un cloze test, è stato rimosso il verbo.
Esempi:
- perdere+testa
Luca ha _______ la testa per Sara. - estinguere+debito
Mio padre ha _______ il debito con la banca. - comprare+scarpe
E’ stato scelto di fornire ai soggetti due opzioni: un’opzione era il verbo tipico della combinazione e un’altra era una variante sinonimica del verbo (sono stati scelti gli stessi sinonimi usati nell’esperimento precedente), prevedendo che i soggetti sarebbero stati in difficoltà nel scegliere un’opzione nel caso delle combinazioni libere, proprio perché, non essendoci restrizioni imposte dal nome al verbo, entrambe potevano essere corrette, e prevedendo che nel caso delle collocazioni e degli idiomi sarebbe stata scelta l’alternativa più tipica dell’italiano.
Esempi:
- perdere+testa
Luca ha _____ la testa per Sara
PERSO / SMARRITO
- estinguere+debito
Mio padre ha _____ il debito con la banca
ESTINTO / CANCELLATO
- comprare+scarpe
La ragazza ha _____ le scarpe da Zara
COMPRATO / ACQUISTATO
Sono state create 120 frasi e anche questo task è stato caricato su CrowdFlower. Il task è stato condiviso con un gruppo selezionato di partecipanti, quindi ho potuto constatare che fossero davvero parlanti nativi e non-nativi di italiano. I soggetti sono stati sempre convocati presso il Dipartimento di Linguistica ed è stato utilizzato sempre un PC MacBook.
Una volta registrati a CrowdFlower, i soggetti hanno potuto accedere al task con istruzioni in italiano e in inglese con esempi. Ai partecipanti è stato spiegato che avrebbero letto frasi italiane da dove era stato rimosso il verbo. Sotto ad ogni frase erano presentate due opzioni e i soggetti dovevano scegliere quella che ritenevano corretta in italiano. Avendoli convocati, ho potuto anche per il secondo esperimento spiegare loro le istruzioni e rispondere a dubbi o domande. Anche nel secondo
esperimento, è stata data ai soggetti non nativi la possibilità di consultare Google Translate o un qualsiasi dizionario online, nel caso non conoscessero il significato di una parola.
Nell’esperimento le 120 frasi erano divise in 24 task ognuno di questi contenente 5 frasi. Le opzioni sono state randomizzate, in modo tale che l’opzione giusta non fosse sempre la prima e l’opzione sbagliata sempre la seconda.
Osservando il tempo impiegato dai soggetti per risolvere il task, ho notato che i parlanti nativi hanno impiegato in media 15-20 minuti e i parlanti non-nativi hanno impiegato in media 25-30 minuti.