Capitolo 2 La raccolta degli stimoli e l’impostazione dei due esperimenti psicolinguistic
2.2 Selezione delle espressioni idiomatiche
Le espressioni idiomatiche sono state estratte dal lavoro di Tabossi et al. (2011)27. Questa ricerca individua otto norme descrittive per lo studio delle espressioni idiomatiche. Le otto norme descrittive sono state testate su 245 idiomi e sono: lunghezza, conoscenza, familiarità, età di acquisizione, flessibilità sintattica, prevedibilità, letteralità e composizionalità. La ricerca ha analizzato 245 idiomi, selezionati dal Dizionario Rizzoli dei modi di dire della lingua italiana attraverso tre criteri: le espressioni dovevano essere verbali, dovevano essere utilizzate in tutto il paese e non limitate a un uso dialettale,
dovevano essere metà lunghe e metà corte e metà letterali e metà non letterali. Ogni variabile è stata testata chiedendo ai soggetti di esprimere dei giudizi su di esse e di realizzare dei cloze test. Hanno partecipato allo studio 740 parlanti italiani.
Dai risultati sono emerse importanti correlazioni fra le variabili; la lunghezza è correlata alla prevedibilità: più un idioma è lungo, più è prevedibile che questo sia completato idiomaticamente. Esiste una correlazione fra l’età di acquisizione e familiarità, infatti gli idiomi più familiari sembrano essere appresi prima. E’ stata riscontrata una correlazione fra familiarità e conoscenza: i partecipanti conoscono meglio il significato di un idioma se questo è a loro familiare. Inoltre la conoscenza è correlata anche con la composizionalità; è emerso che il parlante più conosce il significato di un idioma, più interpreta il suo significato come composizionale. Forse una buona conoscenza dell’idioma, aiuta il parlante a riconoscere il contributo che ogni membro dell’idioma dà al significato dell’intera stringa idiomatica. Infine, un’ultima correlazione è stata riscontrata fra familiarità e letteralità: più un idioma è familiare e meno è considerato letterale. Negli idiomi familiari il significato idiomatico sembra essere più forte del significato letterale.
Nella versione online di quest’articolo è presente materiale supplementare in un file Excel, che riporta la lista degli idiomi e dei valori calcolati per ognuno di essi (mean value, standard deviation e proporzione delle risposte corrette, dove 1 indicava risposta corretta e 0 risposta scorretta). Ho utilizzato questi dati per estrarre gli idiomi necessari alla mia ricerca; dalle 245 espressioni idiomatiche ho selezionato gli idiomi costituiti da V+N (il nome doveva essere oggetto diretto del verbo) per un totale di 66 espressioni idiomatiche.
In seguito ho ricavato per ciascun idioma la frequenza, servendomi sempre della funzione Word Sketch di Sketch Engine e seguendo lo stesso procedimento che ho usato per le combinazioni libere e le collocazioni.
Dopo aver registrato la frequenza per ogni espressione idiomatica, ho voluto analizzare questo parametro con alcune delle variabili riportate da Tabossi et al., ovvero conoscenza, familiarità, età di acquisizione, prevedibilità e letteralità.
Osservando la frequenza correlata alla conoscenza, ho notato che sia gli idiomi altamente frequenti che gli idiomi a bassa frequenza presentano un’alta conoscenza. Questo potrebbe dipendere dal fatto che nel lavoro di Tabossi et al. non sono stati presi in considerazione idiomi rari. Ci sono idiomi che nel corpus itTenTen hanno una frequenza molto bassa come nel caso di spaccare il minuto, che ha una frequenza di 46 ma una conoscenza pari a 1.28 Inoltre pochi idiomi a bassa frequenza sono risultati essere moderatamente conosciuti, come lustrarsi gli occhi, lustrate le scarpe e contare le pecore. Invece idiomi a bassa frequenza hanno mostrato una conoscenza alta, ad esempio ingoiare la pillola. Ci sono pochi idiomi ad altissima frequenza che non hanno ottenuto un altissimo punteggio in conoscenza tra cui rompere il ghiaccio e vedere la luce.
La correlazione tra frequenza e familiarità ha mostrato che ci sono idiomi a bassa frequenza che hanno però una familiarità alta, ad esempio fare fiasco e rischiare le penne. Invece alcune espressioni idiomatiche altamente frequenti hanno una familiarità nella media, tra cui mozzare il fiato.29 Diversamente alcuni idiomi a bassa frequenza hanno una familiarità moderata ed altri una bassa familiarità. Tendenzialmente gli idiomi ad alta frequenza hanno ottenuto alti punteggi di familiarità.
Analizzando la frequenza correlata all’età di acquisizione, è emerso che sia nel caso degli idiomi ad alta frequenza che nel caso degli idiomi a bassa frequenza, l’età di acquisizione si aggira intorno alla media (4.1) a conferma dell’ipotesi di Tabossi et al., ovvero che gli idiomi non sembrano essere appresi presto.
28 Il range della conoscenza andava da 0 a 1, dove 0 indicava conoscenza nulla e 1 una perfette conoscenza del significato dell’idioma. La media era di 0.8 e la Standard Deviation di 0.2. 29 Nel caso della familiarità la media era di 5.7 e la Standard Deviation di 0.7.
Ho osservato la frequenza e la prevedibilità, notando che ci sono casi particolari: idiomi a frequenza molto bassa, come spremersi le meningi (27), hanno una prevedibilità molto alta (0.90) e idiomi ad alta frequenza, ad esempio cantar vittoria (1915), non sono mai risultati prevedibili. Ciò dimostra i risultati di Tabossi et al., che nel caso della prevedibilità hanno osservato risultati non omogenei.
Infine ho studiato la frequenza correlata alla letteralità. Per questa variabile la media era intorno a 4.1 mentre la standard deviation intorno a 2.0. Ai soggetti era stato chiesto di specificare se gli idiomi avessero anche un’interpretazione letterale attraverso una scala da 1 a 7: 1 indicava assenza di interpretazione letterale, 7 una chiara interpretazione letterale e i valori attorno alla media indicavano una plausibile interpretazione letterale. Ho osservato che tendenzialmente gli idiomi più frequenti hanno ricevuto punteggi molto bassi; forse questo può indicare che i parlanti sono sensibili alla frequenza d’uso e quindi sanno quando un idioma è usato più frequentemente in senso figurato. Gli idiomi a