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Norme principali nello studio empirico degli idiomi.

Nello studio degli idiomi è importante considerare le diverse variabili che spiegano come questi siano elaborati e compresi. Uno dei lavori più completi è stato realizzato da Titone e Connine (1994) dove quattro sono le variabili analizzate: familiarità, prevedibilità,

composizionalità e letteralità. Un’altra importante ricerca di Tabossi, Arduino e Fanari (2011), applicata alle espressioni idiomatiche italiane, ha allargato l’insieme delle norme descrittive rilevanti nello studio degli idiomi, individuandone otto: lunghezza, conoscenza, familiarità, età di acquisizione, prevedibilità, flessibilità sintattica, letteralità e composizionalità. In questa ricerca sono state analizzate 245 espressioni idiomatiche, selezionate dal Dizionario Rizzoli dei modi di dire della lingua italiana secondo questi criteri: dovevano essere tutte espressioni verbali, dovevano essere usate in tutta Italia e non solo come varietà dialettali, dovevano essere metà lunghe e metà corte e metà letterali e metà non letterali. Le variabili sono state definite e calcolate nei seguenti modi:

- Lunghezza: gli idiomi differiscono nella lunghezza; alcuni contengono solo una parola di contenuto dopo il verbo e sono detti corti (alzare il gomito), mentre altri, definiti lunghi, contengono più di una parola dopo il verbo (mettere una pulce nell’orecchio). Diversi studi hanno dimostrato che, in assenza di un contesto influenzante, il significato figurato di un idioma emerge all’offset se la stringa è lunga, mentre se è corta dopo l’offset della stringa. La lunghezza sembra quindi rivestire un ruolo importante nel processo delle espressioni idiomatiche. In questa ricerca la lunghezza è stata intesa come il numero di parole da cui è composta la stringa.

- Conoscenza: indica quanto ogni idioma sia comprensibile. Ai soggetti è stato chiesto di spiegare il significato con una parola, una frase o più di una frase.

- Familiarità: definita come la frequenza con cui un soggetto ha avuto a che fare con l’idioma sia nella lingua scritta sia nella lingua parlata. A ogni espressione è stata associata una scala da 1 (non familiare) a 7 (molto familiare); i soggetti dovevano indicare quanto ritenevano essere frequenti queste espressioni senza basarsi sulla propria conoscenza.

- Età di Acquisizione: definita come l’età in cui una parola e il suo significato sono stati appresi per la prima volta; le parole imparate presto sono riconosciute più velocemente rispetto alle parole acquisite tardi. I soggetti dovevano indicare indicativamente a quale età le avevano imparate.

- Prevedibilità: intesa come la probabilità di completare una stringa idiomaticamente. Nello studio ogni idioma è stato inserito in una frase, a ogni frase sono state associate due frasi letterali create cambiando il verbo idiomatico con un altro verbo. Ai soggetti è stato chiesto di completare le frasi con una sola parola, assicurandosi che avesse senso.

- Flessibilità sintattica: gli idiomi differiscono fra loro per quanto riguarda la flessibilità sintattica. Ad ogni espressione idiomatica, inserita in una frase, è stata applicata una modificazione sintattica. Sono state applicate cinque operazioni sintattiche: inserimento dell’avverbio (Piero alza sempre il gomito quando va a cena da Teresa), inserimento dell’aggettivo (Piero alzò il solito gomito quando andò a cena da Teresa), dislocazione a sinistra (Il gomito Piero lo alza quando va a cena con Giovanni), forma passiva (Il gomito fu alzato da Piero quando andò a cena con Giovanni) e movimento sintattico (Che gomito ha alzato Piero quando è andato alla festa di Teresa!). Ad ogni frase è stata associata la propria parafrasi. I partecipanti dovevano valutare attraverso una scala da 1 a 7 quanto ogni frase idiomatica fosse simile nel significato alla parafrasi. Ciò indicherebbe quando e come un idioma possa essere modificato sintatticamente riuscendo a mantenere il proprio significato figurato.

- Letteralità: si riferisce alla possibilità che un idioma possa avere anche un’ interpretazione letterale. I soggetti dovevano indicare con una scala da 1 a 7 se le varie espressioni idiomatiche avessero anche un’interpretazione

letterale.

- Composizionalità: definita come il contributo che i significati letterali dei componenti dell’idioma danno all’intero significato idiomatico. Ogni idioma è stato inserito in una frase, associata alla parafrasi del significato figurato. Ai soggetti è stato chiesto di indicare in una scala da 1 a 7 quanto gli idiomi fossero decomponibili.

Dai risultati è emerso come queste variabili fossero correlate fra loro. Un forte legame è stato notato fra lunghezza e prevedibilità: più è lunga un’espressione idiomatica, più questa viene completata idiomaticamente. La familiarità ha dimostrato una relazione con l’età di acquisizione: gli idiomi che sono familiari sembrano essere stati acquisiti presto. Non sorprendente è che la familiarità sia correlata anche alla conoscenza: i parlanti conoscono meglio i significati degli idiomi che sono loro familiari. Due altre forti correlazioni sono emerse fra conoscenza e composizionalità e familiarità e letteralità: più un parlante conosce un idioma, più in grado di stabilire se questo sia decomponibile o non decomponibile; inoltre più un idioma è familiare per un parlante, meno il parlante lo analizza come un’espressione letterale. Questo dimostrerebbe che il significato idiomatico degli idiomi familiari è più forte di un possibile significato letterale. Per quanto riguarda la flessibilità sintattica, è stato dimostrato che tutte le operazioni sintattiche applicate in questa ricerca sono fra loro correlate con le altre norme descrittive, tranne l’inserimento dell’avverbio e il movimento sintattico. Ma le correlazioni più forti all’interno delle cinque operazioni sintattiche sussistono fra la dislocazione a sinistra e l’inserimento dell’avverbio e fra la dislocazione a sinistra e la forma passiva. Considerando le altre variabili, è emersa una relazione fra la conoscenza (sorprendentemente non la frequenza) e l’inserimento dell’avverbio e la dislocazione a sinistra. Inoltre è stata dimostrata una minima correlazione fra composizionalità e flessibilità.

sia la familiarità, tenendo però conto che tutte queste variabili influenzano l’elaborazione e la comprensione delle espressioni idiomatiche.