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Il caso Autogrill Villoresi Est e il work in progress di Archidiversity

Giulio Ceppi

Il tema dell’inclusione e i principi del design for all, nel corso degli ultimi anni, sono diventati argomenti e pratiche diffuse nel nostro Paese, per quanto, in Italia, queste tematiche siano ancora in una fase di “presa di coscienza” e le pratiche virtuose siano davvero ancora poche e limitate. In questo breve saggio, proverò quindi a sintetizzare due occasioni di cui ho avuto la fortuna, come progettista e ricercatore, di essere protagonista diretto. Esiste un filo rosso tra i due casi presentati, in quanto l’eccezionale visibilità ottenuta dall’Autogrill di Villoresi Est è stata poi lo spunto e lo stimolo per la nascita di Archidiversity, un gruppo di progetto che si occupa di pratiche dell’inclusione e del design for all. Il primo caso rappresenta un’applicazione specifica e puntale attuata per un committente specifico, anche se tuttavia emblematico ed utile come percorso di ricerca per l’intera rete Autogrill, mentre il secondo è un’iniziativa di carattere comunicativo, dal valore propedeutico, nata dalla costituzione di un gruppo di lavoro allargato a diversi professionisti.

Autogrill Villoresi Est: un modello di inclusione per la sosta in autostrada

Un’architettura in relazione con il territorio e l’ambiente

Villoresi Est sorge sull’Autostrada Milano-Laghi, lungo una tratta che, con un flusso di circa 30 milioni di veicoli annui, è una delle più trafficate d’Italia. Qui si trova uno degli Autogrill più rappresentativi delle origini

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del Gruppo: il prospiciente Villoresi Ovest, realizzato dal duo Pavesi/ Arch. Bianchetti e inaugurato nel 1958.

Disegnata da Giulio Ceppi/Total Tool, la struttura Villoresi Est emerge in modo graduale dal territorio nella forma di un “conoide”, fino a raggiungere un’altezza di 27,5 metri. Allo stesso tempo si immerge non solo visivamente in esso, attraverso un sistema di 420 sonde geotermiche che raggiungono una profondità di 25 metri e sviluppano una potenza termica frigorifera di circa 380kw. Dall’asfalto della pavimentazione alla copertura, Villoresi Est si impone allo sguardo come un unicum percettivo. Visto invece prospetticamente dall’Autostrada dei Laghi, l’edificio forma insieme allo storico Villoresi Ovest, un grande portale di accesso a Milano e all’Italia, e suggerisce con il suo design una sensazione di fluidità sintonica alla “sosta in movimento”.

Sul piano del funzionamento energetico, Villoresi Est è stato concepito come un organismo tecnologico vivo, sensibile ai cicli naturali e nutrito, attraverso l’innovativa combinazione di geotermia e fotovoltaico, dall’energia della terra e del sole. Un progetto di sostenibilità a 360 gradi che Autogrill ha realizzato attenendosi ai principi del Protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) con scelte progettuali e impiantistiche tese a ridurre l’impatto energetico e ambientale e ad assicurare l’integrazione con il territorio e il paesaggio circostante.

Elenchiamo brevemente le principali innovazioni tecnologiche e di valore ambientale, che hanno portato alla certificazione LEED, primo caso del settore in Italia:

- impianto geotermico a “pila termica” con 420 sonde calate nel sottosuolo, che in estate copre l’85% delle necessità;

- copertura captante di 350 mq che cattura, stagionalmente, energia solare o freddo;

- sistema di free cooling che sfrutta al meglio la ventilazione naturale per il condizionamento;

- illuminazione LED sia per l’esterno che per l’interno dell’area; - sistema di raccolta delle acque piovane e di falda per la climatizzazione dell’aria, l’irrigazione, le toilette e la riserva antincendio;

- area verde di 19.000 mq (circa il 30% della superficie totale), con la piantumazione di un albero ogni 6 posti auto, in continuità paesaggistica con la vegetazione locale.

L’edificio si sviluppa su una superficie di circa 2.500 mq con uno scheletro interamente realizzato in legno lamellare certificato PEFC proveniente da boschi gestiti in maniera sostenibile. Si caratterizza inoltre per l’utilizzo di materiali da costruzione ecocompatibili e al 100% riciclabili.

Villoresi Est: il primo Autogrill for All

La totale accessibilità dell’area di servizio è uno dei tratti più significativi di Villoresi, dove la progettazione dei layout, degli arredi e delle attrezzature, si basa sui principi del design for all e della Certificazione DASA Register, con l’obiettivo di ottenere gli omonimi marchi di qualità per l’accessibilità. Sul fronte del design degli interni, Villoresi Est rappresenta un’esperienza pioneristica di abbattimento delle barriere architettoniche e delle limitazioni alla libera circolazione della clientela, che eleva l’area di servizio a best practice per l’accessibilità per tutti. L’interior design è stato infatti elaborato a partire dalla molteplicità di esigenze specifiche delle persone in viaggio, andando a profilare e definire i bisogni (e i desideri) di particolari categorie di utenti, tra cui businessmen e trucker, famiglie, donne e bambini, oltre che alcune categorie con problematiche motorie e cognitive, quali anziani, disabili e non vedenti.

Obiettivi e caratteristiche dell’accessibilità

A partire dall’ingresso, a Villoresi Est è stato previsto, per la prima volta in Italia, un servizio di assistenza alla clientela, denominato welcome desk, dove si possa rispondere ai bisogni e alle richieste dei viaggiatori, guidandoli nell’utilizzo della struttura e dei servizi, nonché gestire eventuali emergenze. Villoresi Est è stato infatti inteso come il terreno di sperimentazione di un nuovo modello di servizio: ad esempio, al ristorante Ciao, un free flow assisted-service coinvolge l’operatore nella composizione del vassoio al cliente. Tale opzione è particolarmente agevole per le famiglie con i bambini, ma anche per tutte quelle persone con difficoltà motorie che non riescono a muoversi autonomamente nello spazio del ristorante. Di conseguenza si sono ottimizzati i tempi di attesa e si sono ridotte le file alla cassa. Allo stesso tempo il market si caratterizza per la presenza di scaffalature raggiungibili anche dalle persone su sedie a rotelle e dai bambini, garantendo così a tutti un’ampia visibilità dell’ambiente nella sua totalità ed evitando “l’effetto supermercato”, con corsie chiuse e limitate percettivamente.

Due semplici esempi di come la progettazione secondo i criteri del design for all abbia appunto non solo migliorato l’usabilità di alcuni spazi e servizi per categorie specifiche, ma di fatto l’abbia resa migliore per tutti.

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Toilet Lounge: servizi igienici di standard europeo

È dato rilevato che oltre l’85% delle soste in un’area di ristoro autostradale siano motivate dal bisogno fisiologico dell’uso dei servizi igienici. È però anche facile constatare da semplici utenti, quale sia normalmente il livello di comfort, igiene, efficienza di tali servizi nella nostra rete autostradale (e non solo, verrebbe da aggiungere) e di conseguenza comprendere come molti viaggiatori risalgano sulla propria aiuto e si servano per il rifornimento di carburante e per la sosta alimentare alla prossima stazione. Di conseguenza quando si è posto il tema per l’area di servizio di Villoresi Est, la questione dei bagni collettivi ha assunto una notevole importanza, in quanto si voleva assolutamente trovare una soluzione innovativa che si discostasse dalla situazione attuale. Anche in questo caso i criteri del design for all e dell’inclusione hanno segnato la differenza. Abbiamo pertanto deciso di suddividere le singole postazioni per dimensioni, connotandole graficamente come Medium, Large, Extralarge, in modo da consentire a chi viaggiasse, ad esempio con un anziano non autosufficiente, con un bagaglio al seguito o vincolato ad una carrozzina, di scegliere la postazione più adatta alle proprie esigenze. Questa eterogeneità di spazi ha superato, crediamo, quella che abbiamo definito come “l’estetica del bagno da handicappato”, fatto di accessori, maniglioni e protesi, sicuramente a norma di legge, ma a nostro modo di vedere, inaccettabile sul piano culturale ed estetico. Volevamo al contrario “un bagno per tutti” e anche nella parte dei lavabi abbiamo ad esempio optato per una soluzione continua, fluida, lineare e senza interruzioni, che consentisse, da ogni singola postazione, di utilizzare scambievolmente il sapone, l’acqua e l’aria, riducendo spostamenti e sprechi spaziali.

L’adozione di nuovi materiali quali i solid surface, oltre ad evitare giunti esteticamente discutibili, garantiva la semplificazione delle operazioni di pulizia e manutenzione, abbattendo i costi di gestione. Per evitare il solito problema delle mamme con figli maschi o dei padri con figlie femmine abbiamo optato per un ulteriore bagno centrale per famiglie con bambini. Al centro, connotato da colori vivaci e decisi, abbiamo collocato sanitari di dimensioni ridotte e un fasciatoio dedicato ai neonati. Infine, abbiamo dedicato un’attenzione specifica a chi sulla strada non solo viaggia, ma di fatto lavora, i trucker, per i quali abbiamo previsto bagni dotati di lavapiedi, docce, lavatrice e asciugatrice.

Toilet lounge, un nome che non è quindi solo una etichetta di marketing, ha davvero segnato un nuovo standard nella definizione pratica dei servizi

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igienici per la collettività, risolvendo problemi funzionali ed ergonomici, attraverso una progettazione fortemente inclusiva e attenta alle diversità e alle esigenze di categorie specifiche di clienti.

Caratteristiche dell’area esterna

Per garantire una sosta sicura, abbiamo dotato il parcheggio di Villoresi Est di un articolato sistema di videosorveglianza e di passaggi pedonali protetti, garantiti con blocchi di fermo e con zone di attraversamento marcate a terra e con appositi dissuasori. La pavimentazione del tragitto parcheggio-porta d’ingresso è identificata da un percorso tattile per i non vedenti e da una colorazione particolare come guida per tutti. Nell’area destinata alle autovetture speciali è presente una segnaletica bilingue che indica l’area video sorvegliata e fornisce il numero dell’Help Desk. Queste tipologie di parcheggi sono tutte collocate nell’area adiacente all’ingesso principale, accessibile attraverso una pendenza minima al fine di evitare qualunque barriera architettonica. Anche i pullman sono ospitati in una zona a loro dedicata, distinta e attrezzata, dalla quale è possibile raggiungere l’interno dell’autogrill attraverso un percorso pedonale privo di ostacoli. Un’altra area di parcheggio è infine dedicata alle famiglie, alle donne incinte e al personale dell’Autogrill. Al momento della sua inaugurazione Villoresi Est era l’unica area di sosta in Italia con punti di ricarica per auto elettriche e con area dedicata al car sharing.

Un punto vendita a due velocità per seguire l’evoluzione di un’offerta dinamica e articolata

Villoresi Est costituisce un’area di servizio flagship per il Gruppo Autogrill in termini di eco-sostenibilità ed eco-compatibilità, con soluzioni di struttura, layout e servizi sempre studiati a partire dalle esigenze specifiche dei diversi profili di consumatori, secondo le tendenze emergenti del consumo. Villoresi Est si insedia nella tratta autostradale a più alto traffico d’Italia e per lo sviluppo del progetto siamo partiti da una mappatura, quantitativa e qualitativa, riferita a circa trenta milioni di veicoli all’anno, di cui l’83% costituito da mezzi leggeri. Il cliente di Villoresi Est ha un profilo più alto rispetto a quello del viaggiatore autostradale medio italiano costituito da business e heavy user caratterizzati da una percorrenza medio- breve e con una forte incidenza di commuter. Tra i target principali del punto vendita: businessman, pendolari, trucker, vacanzieri (famiglie, gruppi e single).

I risultati emersi dalla ricerca qualitativa hanno permesso di effettuare un design dei servizi interamente sagomato sulle caratteristiche distintive

della clientela e di definire una customer experience a due velocità. Una di tipo fast service, dedicata a chi intende effettuare fermate brevi e ottimizzare il tempo della sosta, un’altra di tipo slow experience, mirata invece a quei segmenti di clientela che intendono godersi una pausa medio-lunga e assaporare lentamente l’offerta di Villoresi Est. All’interno è stata quindi suggerita una separazione ideale tra un’area fast con un nuovo concept (Spizzico Bar) che apporta innovazione nel layout e nell’offerta del portafoglio marchi Autogrill e un’area slow destinata a servizi di ristorazione, retail e relax per chi dispone di maggiori quantità di tempo. In quest’ultima sono inseriti una reinterpretazione del Motta, come trait d’union con la città di Milano e una versione upgraded del Ciao, tale da soddisfare nuove tendenze e stili alimentari emergenti.

Archidiversity.it: un sito per progettare il design for all

Uno strumento per condividere un approccio di progetto

Design for all è per definizione un approccio al progetto che pone particolare attenzione al carattere sociale dello spazio e che proclama il diritto di tutti all’inclusione. Progettare secondo il principio del design for all significa quindi concepire ambienti, sistemi, prodotti e servizi fruibili in modo autonomo da parte di persone con esigenze e abilità diversificate, considerando la diversità umana nel processo progettuale. Da questo punto di vista, una delle prime pratiche virtuose in Italia è stata proprio l’esperienza di Autogrill Villoresi Est che abbiamo progettato con il supporto di Luigi Bandini Buti e Andrea Stella. L’edificio ha ricevuto il Marchio di Qualità Design for All e il Premio alla committenza Dedalo Minosse (2014), oltre ad avere ottenuto in precedenza il Premio all’Innovazione della Presidenza della Repubblica e quello di Confcommercio per l’innovazione nei servizi (2013).

I principi sottesi all’interno del progetto e il suo alto valore sociale ci hanno indotto ad allargare la ricerca ad altri studiosi e professionisti,1 e i premi 1 - A questa innovativa proposta progettuale di collaborazione tra diversi studi di eccellenza milanesi hanno aderito 9 soggetti: Stefano Boeri Architetti, Giulio Ceppi/Total Tool, Antonio Citterio Patricia Viel Interiors, Michele De Lucchi/aMDL, OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi, PARK Associati, Progetto CMR Massimo Roj Architects, Studio di architettura Luca Scacchetti, Matteo Thun e Luca Colombo. Per il sito Archidiversity.it:

Project Management: Giulio Ceppi e Rodrigo Rodriquez con Matteo Artusi; Consulenza Design For All: Luigi Bandini Buti con Gregorio Stano; Visual Design: Stefano Mandato/ Total Tool; Web Development: Domenico Lupo e Carmelo Caggia/Kamarinaweb.it; Motion Design: Luigi Di Felice/Carmelo Caggia; Comitato scientifico: Peppetto di Bucchianico (presidente Design For All Italia), Luigi Bandini Buti e Giulio Ceppi (Politecnico di

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e riconoscimenti avuti ci hanno fortemente legittimato nella nostra opera di divulgazione e coinvolgimento, nell’ottica di un dialogo orizzontale e di uno scambio attivo. Insieme a Luigi Bandini Buti e Rodrigo Rodriquez, già membri della Commissione del Marchio di Qualità Design for All, abbiamo quindi pensato di estendere il più possibile il dialogo con autorevoli esponenti della professione di architetto che condividessero l’idea di applicare alla progettazione di edifici destinati ad uso collettivo i criteri del design for all: una disciplina giovane, ed in evoluzione, che deve rafforzare il vigore del proprio messaggio, per costruire ambienti che migliorino la qualità della vita degli individui, assecondando e valorizzando le loro diversità.

Progettisti eterogenei e progetti diversificati

Tutti i professionisti, primi di altri aderenti che verranno in futuro selezionati dal Comitato scientifico di Archidiversity.it, si sono resi disponibili a sviluppare e declinare secondo i principi del design for all un loro progetto in corso selezionando alcuni concreti casi progettuali.2 I progetti riguardano importanti istituzioni milanesi e significativi contesti territoriali o urbani, volutamente diversi tra di loro: luoghi per la formazione universitaria, strutture per la ristorazione, centri commerciali ed uffici, residenze e giardini, spazi pubblici e comunitari, offrendo terreni progettuali ricchi di spunti e occasioni di confronto. A proposito dei progetti selezionati, Luigi Bandini Buti sostiene che essi

possono e devono confermare l’idea che progettare per tutti non rappresenta una limitazione alla creatività, ma anzi la stimola attraverso nuove sfide. Bisogna anche tener presente che come oggi non è più possibile pensare ad architetture che non tengano conto dei risvolti energetici ed ecologici, altrettanto non sarà più possibile rinunciare all’opzione forte dell’accessibilità fisica, percettiva e culturale per tutti, che diverrà un must. (Bandini Buti, 2013, 47)

Milano), Peter Kerker (delegato Design For All Europe), Rodrigo Rodriquez.

2 - E più precisamente: Waterfront de La Maddalena, Stefano Boeri Architetti; Qatar Ai-

rways lounges, Hamad International Airport, Doha, Antonio Citterio Patricia Viel Interiors; Giardino delle Ortaglie di Villa Manzoni, Lecco, Giulio Ceppi - Total Tool; Centro Commer- ciale Iper Lainate, Michele De Lucchi - aMDL; Terrazza Triennale, Milano, OBR Paolo

Brescia Tommaso Principi; Residenze Pichi Park, Milano, PARK Associati; Urban Campus

Bocconi, Milano, Progetto CMR Massimo Roj Architects; Villa Belvedere, Avellino, Studio

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La definizione di una piattaforma digitale operativa e in progress

Il primo incontro tra coloro che hanno aderito alla nostra iniziativa si è svolto nella sede della Fondazione Riccardo Catella a Milano, da sempre impegnata a promuovere l’innovazione e la creatività italiana nell’architettura, nell’urbanistica, nel verde e negli spazi pubblici. Dopo questo primo incontro il progetto ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano. Dal 1° dicembre 2015 è on line il work in progress dei nove progetti in fase di realizzazione, consultabile sul sito www.archidiversity. it, attraverso video e documenti di lavoro. Sono visibili interviste mentre le applicazioni dei principi fondamentali derivanti dal design for all sono descritti attraverso disegni e testi scritti. La struttura stessa del sito e la sua modalità di interazione sono progettati con i criteri del design for all, consentendo, ad esempio, la regolazione dinamica del contrasto dello schermo e l’ingrandimento a piacere delle tipografie per gli ipovedenti o sottotitolando i testi delle interviste per gli ipoudenti.

In seguito, durante il giugno 2016, abbiamo partecipato alla XXI Triennale di Milano (Design After Design) con una mostra interattiva negli Expogate di largo Cairoli, attraverso numerose iniziative e incontri dedicati a promuovere i criteri design for all. L’allestimento riproponeva i contenuti del sito attraverso due installazioni, che rimandavano all’archetipo dello studio di architettura: tre cassettiere interattive che all’apertura e chiusura dei cassetti riproducevano le videointerviste presenti nel sito e un piano da lavoro in vetro su cavalletti in legno, dove attraverso tecnologia RFID3 si poteva automaticamente accedere digitalmente ai progetti ritenuti di maggior interesse Nel mese di luglio 2016 in Florida, all’AHFE- International Conference on applied human factors and ergonomics, Archidiversity.it è stato inserito come esempio tra le migliori best practice internazionali sul tema dell’inclusione.

Cutlery for all

A seguito della partecipazione al gruppo di Archidiversity di Paolo Brescia e Tommaso Principi dello studio OBR con il progetto della Terrazza Triennale di Milano (un ristorante collocato all’ultimo piano dell’edificio storico di Giovanni Muzio a seguito di un concorso ad inviti) è stato 3 - Acronimo inglese di Radio Frequency Identification, la tecnologia RFID di identificazione automatica è basata sulla propagazione nell’aria di onde elettro-magnetiche, consentendo la rilevazione automatica (hand free) massiva ed a distanza di oggetti, animali e persone sia statici che in movimento.

attivato un progetto in condivisione con Total Tool. Si è infatti pensato di dotare il ristorante di un set di “posate per tutti” senza rinunciare alla qualità estetica, immaginando una cena in cui tutti potessero cenare con pari dignità godendo della bellezza del luogo, al di là degli impedimenti fisici o psichici di ognuno. In questo progetto abbiamo incluso la IRCCS S. Maria Nascente/Fondazione Don Carlo Gnocchi ONLUS, nelle figure di Paola Ammenti e Antonio Caracciolo, in quanto esperti di riabilitazione. Il progetto di ricerca è stato inoltre supportato nella prima fase da Alberto Alessi, titolare della celeberrima azienda Alessi di Crusinallo, con il prezioso aiuto di Gloria Barcellini. Da quest’ultima collaborazione sono emerse tre serie di posate, successivamente testate presso l’istituto Don Gnocchi di Milano. Anche Polyfactory, hub digitale del Politecnico di Milano, è stata coinvolta nel progetto, attraverso l’utilizzo di una stampante rapida che un gruppo di giovani studenti ha utilizzato per verificare velocemente alcune possibili migliorie ergonomiche ed estetiche delle posate, e con la collaborazione attiva dei fruitori della mostra.

Conclusioni

I casi di Villoresi Est e Archidiversity.it sono certamente diversi per storia e natura, ma dimostrano entrambi come le pratiche dell’inclusione e del design for all siano strumenti di progetto di grande potenziale ed efficacia. Di assoluto valore è anche lo scambio interdisciplinare, che in entrambi i casi è stato alla base di un modo di progettare più attento e completo, consentendo al progettista prospettive creative e funzionali inedite e sempre diverse, evitandogli di chiudersi in pratiche già note e incapaci di incentivare processi di rinnovamento. Entrambi sono stati casi di successo e di grande concretezza operativa: Villoresi Est con i suoi 6.500 scontrini al giorno è l’Autogrill con il più alto numero di vendite d’Italia, al pari dei