La definizione di nuovi spazi per il turismo è divenuta sempre più dinamica soprattutto nelle aree centrali delle grandi città di tutto il mondo. Una delle forze che influenza significativamente questo processo è la crescita del turismo giovanile. L’aumento dei livelli di reddito e di istruzione hanno alimentato una domanda apparentemente insaziabile di sperimentazione di nuovi luoghi da parte dei giovani. Quando è stato chiesto ai giovani quali benefici ottengono da un viaggio, oltre il 90% dei giovani viaggiatori ha indicato che, viaggiando, essi accumulano un «desiderio di sempre nuovi viaggi» (WYSE Travel Confederation 2013). Il flusso apparentemente infinito di esperienze di viaggio che alimentano il desiderio dei giovani di accedere ad un numero ancora maggiore di esperienze deriva probabilmente dal successo del settore del trasporto aereo low cost e dallo sviluppo del settore dell’ospitalità economicamente più accessibile. Oltre al desiderio crescente di nuove esperienze, i giovani ambiscono anche ad accedere a viaggi economicamente sempre più sostenibili per loro. Quando è stato chiesto ai giovani quali sono i fattori più importanti per l’acquisto di prodotti di viaggio, oltre il 90% degli intervistati ha indicato che il costo rappresenta il primo fattore che ne influenza l’acquisto. E forse per questo non è sorprendente che negli ultimi anni si sia registrata una vera e propria esplosione di soluzioni di accoglienza low cost rivolte specificatamente ai giovani. Tra queste si possono individuare: le camere e gli appartamenti 1 - Riadattamento dell’articolo: Richards, Greg, 2016, Hostels and the making of new urban
spaces, in Russo, Antonio Paolo e Richards, Greg, a cura di, Reinventing the Local in Tourism Producing, Consuming and Negotiating Place, Channel View, Bristol, pp. 171-184. Traduzione
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proposte dalla piattaforma online Airbnb,2 le soluzioni di Couchsurfing,3 gli hotel low cost, e, soprattutto, gli ostelli della gioventù. Gli ostelli per i giovani sono spesso considerati strutture per l’accoglienza che offrono servizi di base molto semplici con costi di utilizzo molto contenuti, spesso offerti più per motivi ideologici che sulla base di una proposta commerciale strutturata. Tuttavia, l’espansione della realizzazione di ostelli in nuove aree del mondo, e la crescente domanda di sistemazioni ospitali low cost, ha profondamente cambiato la configurazione tradizionale del settore degli ostelli.
Nella contemporaneità, gli ostelli rappresentano una componente strategica nell’assortimento di alloggi di viaggio per i giovani. Infatti, nelle principali città gli ostelli sono direttamente in competizione con i budget hotel, gli appartamenti, le proposte di Airbnb e con tutte le altre opzioni di alloggio. Gli ostelli basano la loro proposta unica di vendita sia sull’offerta di un’esperienza sociale che sulla proposta di un alloggio economicamente molto accessibile, e questi due fattori influenzano significativamente la progettazione degli ostelli. La consapevolezza che l’esperienza di ospitalità offerta in un ostello rappresenta qualcosa di più articolato che la semplice fornitura di un letto a un costo accessibile ha iniziato a trasformare il comparto degli ostelli. Oggi gli ostelli spesso agiscono come hub sociali per determinati quartieri o nelle zone rurali, offrendo uno spazio per l’interazione tra i viaggiatori, e tra i viaggiatori e le comunità locali. Questo saggio esamina come il settore ricettivo fondato sugli ostelli si sia trasformato nel corso degli ultimi anni, e come a sua volta, sta iniziando a cambiare lo spazio destinato alle esperienze turistiche nei contesti urbani.
La crescita degli ostelli
Gli ostelli della gioventù si diffusero nel Ventesimo secolo come alloggi economicamente molto accessibili per i giovani che volevano esplorare il mondo. I primi ostelli furono realizzati in Germania e questa tipologia di strutture ospitali si diffuse rapidamente in altri paesi. In Europa, nel periodo tra il 1920 e il 1930 si registrò un incremento di queste soluzioni ospitali che portò alla fondazione della International Youth Hostel 2 - Airbnb.com è la più nota piattaforma online e travel community che consente di trovare sistemazioni ospitali in ogni parte del mondo senza accedere al sistema consolidato dell’ospitalità alberghiera.
3 - Il couchsurfing (tradotto letteralmente come “l’affitto del divano”) è un movimento globale di viaggiatori che scambiano gratuitamente ospitalità nelle proprie residenze private. I membri si contattano e offrono ospitalità nella propria abitazione attraverso la piattaforma: www.couchsurfing.org.
Federation (IYHF) nel 1932. Tuttavia, questo concept innovativo di ospitalità iniziò a diffondersi significativamente dopo la seconda guerra mondiale, quando i viaggi per i giovani furono attivamente incoraggiati da paesi devastati dalla guerra come uno strumento per permettere ai giovani di incontrare e comprendere culture differenti dalla propria. Fu in questo periodo che il settore turistico connesso ai viaggi giovanili iniziò ad emergere e consolidarsi, determinando la creazione di organizzazioni come la Federation of International Youth Travel Organisations (FIYTO) e la International Student Travel Confederation (ISTC). Queste due organizzazioni in seguito si fusero per formare la World Youth Student and Educational Travel Confederation (WYSETC), che oggi si occupa del coordinamento globale di tutte le associazioni connesse al settore dei viaggi giovanili. Il concetto di base su cui furono strutturati i primi ostelli della gioventù prevedeva la proposta di una soluzione ospitale, economicamente accessibile per i giovani, caratterizzata sia dall’offerta di un posto letto in una camera comune da condividere con altri ospiti, sia di servizi igienici e di servizi di ristoro da fruire collettivamente. La struttura si articolava così in differenti spazi collettivi che consentivano agli ospiti di “mescolarsi” e interagire, creando un legame all’interno della comunità- ostello. In seguito questo legame di appartenenza è stato rafforzato dallo sviluppo di processi di adesione alle associazioni di ostelli, attraverso membership card, che offrivano agevolazioni e sconti per l’accesso alle strutture associate. Come descritto dalla UK Youth Hostel Association:
Dagli anni Ottanta, le esigenze del viaggiatore moderno iniziarono a cambiare. I giovani cominciavano a viaggiare molto. Volevano camere più piccole, servizi igienici e docce migliori – i comfort e le comodità del mondo moderno. Iniziarono ad utilizzare internet sempre più frequentemente per le prenotazioni. In questo periodo è avvenuto un notevole cambiamento all’interno dell’ YHA con l’istituzione di un quadro nazionale e una struttura di gestione professionale.4
La professionalizzazione del settore ricettivo degli ostelli della gioventù ha cominciato a modificare la natura degli ostelli e le modalità di gestione e promozione delle strutture ospitali. Queste trasformazioni hanno coinciso con la crescente domanda di viaggi per giovani e la richiesta di alloggi economicamente accessibili. In Scozia, per esempio, Nash et al. (2006) hanno registrato un enorme aumento dell’offerta di ostelli per la gioventù, con una crescita da 29 ostelli indipendenti nel 1991 a 151 strutture nel 1999. Essi hanno inoltre rilevato un alto livello di soddisfazione per i 4 - http://www.yha.org.uk/about-yha/yha-history.
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servizi offerti dagli ostelli, che era in contrasto con le aspettative iniziali generate da questo settore dell’ospitalità low cost. Nel 2006 le ricerche svolte hanno individuato un totale di 1,6 milioni di posti letto nelle strutture ricettive per i giovani in tutto il mondo, che rappresentavano circa il 5% della fornitura totale sistemazione globale (Richards 2006). Le relazioni successive hanno indicato una domanda totale dei giovani per soluzioni ospitali low cost di 293 milioni di pernottamenti nel 2005 (Richards 2007). Le tendenze rivelate dai sondaggi WYSETC hanno indicato un’evidente crescita di catene di ostelli, che rappresentano il 78% di tutte le aperture di nuove strutture nel 2007 (Welk e Richards 2008). Questa crescita è stata accompagnata da un ridimensionamento delle camere degli ostelli, infatti è stata registrata una diminuzione delle camere multiple (i dormitori) e un incremento di camere private, oltre all’ aumento di servizi en-suite. Il cambiamento dinamico nel settore ricettivo rivolto ai giovani è stato alimentato anche dalla rapida diffusione di nuove operazioni finanziare e gestionali, infatti la maggior parte delle imprese hanno aperto negli ultimi 10 anni. Lo stesso rapporto di ricerca ha previsto inoltre una forte crescita futura del settore ospitale per il turismo giovanile, con pernottamenti che dai 293 milioni analizzati nel 2005 saliranno a quasi 500 milioni entro il 2020.
Le nuove catene di ostelli
Uno dei principali cambiamenti che si registrano in questi ultimi anni nel settore degli ostelli è l’ingresso di grandi imprese commerciali. Queste società promuovono un differente concetto di ostello, basato non solamente sul costo più basso o sull’erogazione dei soli servizi di base, ma sulla possibilità di offrire un servizio di qualità ad un costo accessibile per il target di riferimento. Nel 2009 Mintel ha riscontrato l’apertura di un numero significativo di nuovi boutique hostel,5 che stanno contribuendo a trasformare progressivamente la visione sul settore ricettivo degli ostelli, in precedenza spesso definito dalla considerazione che a un costo limitato per l’accesso alle strutture corrispondano servizi di scarsa qualità. Allo stesso tempo, le strutture ricettive alberghiere stanno sviluppando proposte di ospitalità right budget per ottenere una quota di questo settore economicamente vantaggioso.
5 -La definizione è stata derivata dalla categoria dei boutique hotel, alberghi di dimensioni contenute caratterizzati da una significativa ricerca, con un approccio simile a quello sartoriale, per le soluzioni spaziali e allestitive, le attrezzature, i linguaggi espressivi adottati e i servizi offerti.
Negli ultimi dieci anni la rapida crescita dell’offerta ha trasformato lo scenario degli ostelli della gioventù, in particolare nel centro delle grandi città. Ad esempio, la catena alberghiera A&O possedeva 22 strutture nel 2013, per un totale di 14.000 posti letto, la maggior parte dei quali collocati in grandi città come Amsterdam, Berlino, Monaco, Praga e Vienna. Meininger, ad esempio, aveva 17 immobili con 7000 posti letto nel 2013 (Douglass 2013). La catena Generator Hostels possedeva 5000 posti letto distribuiti in 11 immobili nel 2013, ma ha programmato di raggiungere i 12.500 posti letto distribuiti in 15 proprietà entro il 2018:
noi siamo anche pionieri nel lusso a prezzi accessibili e maestri nella promozione di social experiences. Con letti su misura progettati per accogliere il riposo nel miglior modo, bagni privati con doccia di grandi dimensioni, wi- fi gratuito e veloce in tutta la struttura per garantire ai nostri ospiti di essere sempre connessi e un programma di eventi che vi farà più che divertire, oltre che un disegno degli spazi interni capace di competere con un design hotel, vedrete che il Generator è più di un ostello, è un’esperienza. (Generator 2015) Come osserva Drewnicki (2014):
Questa catena budget-luxury è riuscita a catturare l’attenzione degli ospiti con un approccio apparentemente stravagante che enfatizza i social media, la cultura e il design. Ogni ostello Generator è stato progettato su misura per soddisfare le esigenze e i desideri del target, composto da individui tra i 18-35 anni di età: esperienze dirette con il contesto locale, wi-fi gratuito, aree comuni di incontro (sociable communal areas) e, soprattutto, l’originalità.
Le grandi catene come Generator e A&O possono avere un impatto significativo sui luoghi nei quali collocano le loro strutture, perché i loro interventi sono spesso progettati per essere delle “bed factories”su larga scala che offrono fino a 1000 posti letto in un’unica struttura, permettendo di concentrare un numero elevato di persone, in prevalenza giovani, in un unico luogo. Inoltre, per gli investimenti nel settore degli ostelli si registra la tendenza a radunarsi in aree strategiche per questo settore, che presentano cioè edifici interessanti da destinare ad uso ostello così come affitti o prezzi di acquisto delle strutture relativamente convenienti. Si sviluppano così vere e proprie “enclaves ospitali” per i giovani, spesso associate al mercato dei viaggi per backpacker,6 come è avvenuto nelle città 6 - I backpacker sperimentano l’esperienza del viaggio “zaino in spalla”, prediligendo soluzioni
low cost che permettono un incontro più diretto con i contesti che li accolgono e tempi
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di Sydney e Bangkok, ma questa tendenza è ormai replicata in numerose altre città.
Studi recenti sugli ostelli e l’interazione sociale
Le trasformazioni all’interno del settore degli ostelli determinano anche il diffondersi di nuovi studi che si occupano dello sviluppo dell’ostello come spazio sociale. Obenour et al. (2006), nel loro studio sulla qualità dei servizi negli ostelli per backpacker, sottolineano una serie di «strategie discrete» utilizzate dai gestori degli ostelli per promuovere l’interazione tra gli ospiti. La presenza di spazi comuni stimola già l’interazione sociale, ma strategie gestionali, quali l’organizzazione di eventi, ma anche la progettazione e il layout degli spazi possono senza dubbio rafforzare questo effetto.
Wilhelm (2013) ha analizzato una campionatura di ostelli localizzati in tutto il mondo per esaminare l’uso dello spazio sociale e ha potuto constatare che la predisposizione di spazi comuni è ancora una caratteristica distintiva della maggior parte degli ostelli, anche se molte nuove strutture tendono ad offrire spazi più privati, simili a quelli delle strutture alberghiere. Molti ostelli, inoltre, offrono ai propri ospiti la possibilità di incontrare e interagire con le comunità locali attraverso spazi pubblici collettivi che stimolano queste interazioni.
Dal punto di vista dello spazio-servizio7 Rashid-Radha (2015) ha sostenuto che la letteratura esistente sulla progettazione degli ostelli solitamente presuppone che l’ambiente fisico della struttura ricettiva influenzerà le interazioni sociali. Per esempio, la predisposizione di spazi comuni è considerata sufficiente per stimolare l’interazione. Tuttavia, la ricercatrice ha potuto constatare che nonostante gli ostelli presentino spazi collettivi come dormitori e cucine condivise, la distinzione tra ostelli e gli altri tipi di sistemazioni non risulta ben definita. Questo risulta particolarmente evidente se si analizza il profilo dei giovani viaggiatori che si sta modificando, aprendosi verso modalità di viaggio sempre più individualiste. L’interazione sociale non è facilitata semplicemente fornendo spazi condivisi, puliti e confortevoli, ma le “dimensioni umane” degli spazi-servizio all’interno di una struttura ospitale influenzano in modo significativo l’interazione sociale.
7 - Traduzione del termine inglese servicescapes, concetto chiave nell’approccio della disciplina del design alla progettazione alberghiera. Si veda Booms e Bitner (1981).
Butler e Hannam (2013) hanno esaminato l’uso degli ostelli di Oslo da parte dei turisti e dei migranti e hanno scoperto che le strutture ricettive si erano trasformate da spazi a uso esclusivo per il turismo e il tempo libero in luoghi dove poter incontrare i migranti. La recente attività di ricerca sembra quindi confermare il ruolo sociale degli spazi dell’ostello, ma sottolinea che il grado di interazione all’interno delle strutture dipende da una serie di fattori, tra cui il layout, cioè la conformazione di tutti gli spazi della struttura ospitale, la varietà di ospiti accolti nelle strutture e le strategie gestionali applicate per il funzionamento delle strutture.
Implicazioni spaziali negli ostelli della gioventù
Il posizionamento di mega ostelli nel centro della città, e in misura minore la localizzazione dei piccoli fornitori di servizi ad essi collegati, hanno iniziato ad avere un’influenza sul tessuto urbano e, in particolare, sulla definizione degli spazi turistici.
Nuovi spazi interattivi tra turisti e residenti
La definizione di enclave per giovani turisti e backpacker è stata un catalizzatore per lo sviluppo di nuovi spazi turistici in molte città. Questo ha determinato che, per esempio, la Khao San Road a Bangkok, non solo sia diventata la destinazione prediletta per i backpacker che necessitano di soggiornare nella capitale tailandese, quella dove è “assolutamente” necessario andare, ma che è anche diventato un luogo per gli abitanti locali dove “avvistare” e in qualche modo entrare in contatto con i backpacker di tutto il mondo (Richards e Wilson 2004). Infatti, una delle principali motivazioni che spingono i giovani a viaggiare è quella di entrare in contatto con la popolazione locale. Questo desiderio è spesso più un’aspirazione che un comportamento reale, poiché molti giovani viaggiatori rimangono sospesi in una «bolla turistica» (Wilson e Richards 2008) all’interno dell’enclave in cui soggiornano. Tuttavia l’interazione sociale, sia con gli abitanti locali che con altri viaggiatori, rimane una motivazione importante per i giovani viaggiatori. Ad esempio, nel sondaggio New Horizons della Travel Confederation WYSE (2013), che ha permesso di intervistare 34.000 giovani viaggiatori, le motivazioni più significative che spingono un giovane a mettersi in viaggio erano: esplorare altre culture (il 91% degli intervistati indica questo interesse come importante per decidere di viaggiare) e aumentare la propria conoscenza (88%), seguite dal desiderio di interagire con la popolazione locale e sperimentare la quotidianità dei contesti meta del viaggio (entrambi 85%). Questi dati sottolineano l’importanza attribuita all’interazione sociale con gli abitanti locali da parte dei giovani viaggiatori. Tuttavia, anche la possibilità di incontrare
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altri viaggiatori è stata considerata come uno stimolo al viaggiare da parte del 63% degli intervistati. Sebbene l’interazione con altri individui risulti importante per i viaggi dei giovani in generale, tende ad essere ancora più importante in particolari contesti. Ad esempio, gli intervistati che hanno alloggiato presso ostelli della gioventù sono stati probabilmente più interessati all’interazione rispetto a quelli che utilizzano alberghi per entrare in contatto con la gente del posto e sperimentare la vita di tutti i giorni.
Per coloro che utilizzano programmi di scambio di ospitalità, come il couchsurfing, le differenze sono ancora più marcate. Oltre il 63% dei couchsurfer ha indicato che l’interazione con la popolazione locale è molto importante per loro, rispetto al 49% degli utenti di ostello e il 41% degli ospiti di strutture alberghiere. Non sorprende, quindi, che gli ostelli tendano ad enfatizzare l’offerta di spazi comuni e le opportunità per socializzare come una delle loro principali caratteristiche distintive. L’associazionismo connesso al mondo degli ostelli ha sempre promosso l’interazione sociale come un valore fondamentale, ma ora questo aspetto sta diventando anche uno dei principali elementi per la vendita degli spazi camera da parte degli operatori commerciali. Molti ostelli si promuovono come luoghi di socializzazione, anche quando gli spazi comuni possono essere limitati, come nel caso del Loki Hostel a Lima, in Perù, che afferma di essere un «luogo ideale per socializzare con altri backpacker e con il personale gustando una birra fredda».8 Gli spazi comuni non sono solo utilizzati esclusivamente dagli ospiti dell’ostello, ma anche da altri gruppi di giovani che vivono o che frequentano la città. Per esempio, in molte città sono pianificati incontri regolari di couchsurfer, che spesso avvengono in ostelli della gioventù. Una motivazione per questa pratica è rintracciabile nell’alto grado di crossover9 tra coloro che ricorrono a pratiche di couchsurfing e coloro che utilizzano il pernottamento in ostello (WYSE Travel Confederation 2013). Ma una motivazione è riscontrabile anche nel relativo isolamento dei couchsurfer, che solitamente soggiornano individualmente presso le abitazioni di coloro che li ospitano. Così l’ostello inizia ad acquisire un ruolo di “centro di aggregazione sociale” per una vasta comunità di viaggiatori.
8 - http://lokihostel.com/lima.
9 - Molti giovani viaggiatori uniscono a pratiche di couchsurfing l’utilizzo di ostelli, scegliendo tra le due soluzioni sulla base della disponibilità offerta dalla città in cui ci si intende recare.
A Hong Kong, il Mei Ho House Youth Hostel è parte di un progetto attivato per preservare la prima edilizia residenziale pubblica della ex colonia.
Mei Ho House, attraverso l’utilizzo della struttura ad uso ostello come mezzo per il sostentamento economico, intende conservare e trasmettere la cultura, dando al pubblico la possibilità di sperimentare la vita in alloggi pubblici abitati tra il 1950 e 1980. Attraverso mostre speciali e la ricostruzione di unità abitative pubbliche originali, il museo conserva scene uniche di Sham Shui Po, consentendo ai visitatori internazionali di conoscere la cultura umanistica di Hong Kong.10
Il museo è aperto sia ai turisti che ai residenti.
L’associazione ha istituito il Mei Ho Casa Alumni Network, dove gli ex residenti possono condividere i propri ricordi, sia per mostrare alle nuove generazioni la loro storia e i loro modi di vivere durante un periodo storicamente difficile. Questo è l’unico modo attraverso il quale permettere a un edificio storico di respirare in nuova energia per mezzo di un progetto di