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LA FUNZIONE SPETTATORE IN UOMINI E TOP

V.4. La cifra evocativa della regia di Stefano Pagin

V.4.2. Il coinvolgimento emotivo dello spettatore

Lo spettatore è coinvolto dentro allo spettacolo attraverso i meccanismi di completamento della scena, ma anche attraverso le pause nelle conversazioni fra i personaggi. Gli spazi di silenzio che si creano fra una battuta e l’altra trascinano lo spettatore dentro al mondo emotivo del personaggio perché lo costringono a immaginare il “non detto”, i pensieri che in quel momento lo abitano. Conseguentemente lo spettatore prova una forte tensione specialmente se la scena è contrassegnata anche da suspense. Esemplare è l’ultima conversazione fra George e Lennie, composta da battute brevi, pronunciate lentamente e con lunghe pause in mezzo. George e Lennie sono nella radura, entrambi in piedi, George dietro a Lennie:

Lennie: Dimmi come sarà un giorno.

George: Te lo dirò, Lennie. Ma guarda laggiù (pausa in cui George lentamente

alza il braccio sinistro, lo allunga vicino alla parte sinistra del corpo di Lennie e indica di fronte a lui un punto preciso dello spazio. Lennie segue la traiettoria delineata dal braccio di George e guarda davanti a sé). Così ce l’avrai davanti agli occhi. (pausa lunga)

George: Ce l’avremo presto. Lennie: Io e te.

George: Io e te. Non ci saranno più guai. Nessuno farà del male agli altri o gli ruberà.

Lennie: Credevo ce l’avessi con me, George.

George: No, Lennie. (pausa) Non ce l’ho con te. (pausa) Non ce l’ho mai avuta, e non ce l’ho adesso. (afferra delicatamente il braccio di Lennie) Voglio che tu lo sappia, Lennie.

(pausa in cui si avvertono le voci degli assalitori sempre più vicine) Lennie: Facciamolo subito. Andiamoci subito in quel posto.

George: Sta’ certo, subito. Certo…Ci andremo. (George punta la pistola e

spara).23

Altri due aspetti di uno spettacolo che, se coordinati in modo armonico, possono dare luogo a un intenso coinvolgimento dello spettatore sono la luce e la musica. Nello spettacolo di Pagin questi due elementi sono sapientemente intrecciati a scene pregne di significato simbolico. I due brani musicali utilizzati come colonna sonora sono entrambi del compositore Aaron Copland: Hoe Down Rodeo e Concerto for Clarinet. Il primo brano è energico e allegro, il secondo è più malinconico e fa da perfetto tappeto sonoro alle scene in cui è inserito. La sua prima occorrenza è nel secondo quadro, quando George racconta a Lennie della terra che un giorno possiederanno, di come sarà la loro casa e la loro vita da persone finalmente libere e non più sottoposte ai comandi di qualcun altro. George e Lennie sono seduti attorno al tavolo della baracca. Un cono di luce abbacinante dall’alto li illumina formando attorno a loro un cerchio, il resto della baracca è in penombra. Durante il racconto- sogno George e Lennie usano le carte da gioco per accompagnare simbolicamente gli oggetti nominati. Così i “salmoni” che risalgono la corrente diventano tre carte tenute in un modo particolare in mano e agitate imitando il movimento del pesce (da sottolineare che le carte

erano state realizzate applicando su un lato dei cartoncini della carta smerigliata in modo che, agitandole, dessero l’idea delle scaglie dei pesci); l’immagine della “panna sul latte così spessa da doverla tagliare con il coltello” è accompagnata dall’imitazione del gesto del tagliare; la “casa” è simbolicamente realizzata ponendo due carte sopra la testa così da creare un tetto, e quando si parla di “fare il raccolto” George si alza e, come se stesse gettando la semenza in un campo, lancia le carte a terra.

La musica di Copland torna alla fine del quadro, quando Lennie si mette sopra il telo verde e, sognante, dice la battuta: «E i conigli rosicchieranno il trifoglio. Fanno sempre così. Li ho visti». Dopo di che si abbassa, alza un lembo del telo e da dietro fa spuntare due

simboliche orecchie di un coniglio, realizzate con uno straccio.

La musica rimane, accompagnando il passaggio dal secondo al terzo quadro, la luce sfuma fino al buio e poi, quando risale, sul fondo del palco, i braccianti stanno giocando con i ferri, ma i movimenti sono ampi e lenti e mancano le solite urla di incitamento dei compagni. Concerto for Clarinet torna alla fine del terzo quadro e accompagna l’azione quasi religiosa di Candy che avvolge, con cura, il corpo morto della moglie di Curley con il telo verde. La luce cambia e torna quella dell’inizio, fredda, puntata verso sinistra palco, sopra l’albero e il telo verde. Sul fondo entra Lennie che, agendo una sequenza fisica, giunge davanti alle cuccette, si rotola sul telo, alza le gambe verso il cielo e poi toglie la maglia. I movimenti di Lennie, accompagnati da quel particolare miscuglio di musica e luce, sembrano sublimati a danza liberatoria (il volto di Lennie infatti non è preoccupato, ma quasi sorridente). Infine, la musica di Copland torna alla fine dello spettacolo, mentre la luce si spegne lentamente, e i corpi dei personaggi, tutti in scena, sembrano affiorare da una nebbia indistinta compiendo dei movimenti coreografici lenti e mesti.

In generale a livello di illuminazione per l’ambiente sono stati usati molti fari con luce

bianca che dà una sensazione di freddo nonostante la vicenda si svolga in estate. Per gli attori, invece, sono stati utilizzati parecchi controluce per creare un effetto quasi magico, e luci differenti per il corpo rispetto a quelle per il viso. Quest’ultimo tendenzialmente è stato illuminato da luci bianche in modo da renderlo luminoso e far risaltare gli occhi degli attori. Normalmente, nelle sue regie, Pagin preferisce illuminare gli attori e poco l’ambiente. L’atmosfera che si crea tramite questo specifico uso della luce è di rarefazione, l’effetto che ne deriva è di irrealtà.

Il risultato ottenuto, sommando tutte queste scelte tecniche, è credibile; pur nella sua dichiarata falsità, diventa verosimile. Come diverse recensioni hanno scritto, Pagin «ha saputo ritrovare l’ingenuità, la freschezza, il verso innocente»,24 una certa poeticità.