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Capitolo 3. Promuovere il vocabolario nella scuola Primaria

3.5. Il lessico del bambino: decalogo didattico

Nel presente capitolo si è cercato di analizzare i diversi metodi didattici, che possono contribuire allo sviluppo del lessico del bambino. Si è fatto riferimento ad alcune strategie individuate dal NRP (2000), mostrando anche alcuni esempi di applicazione in classe. Di seguito si presentano una serie di suggerimenti pratici, che possono costituire per gli inse-gnanti un vero e proprio “decalogo didattico”:

1. Ambiente linguistico ricco. La scuola ha un ruolo importante nell’eliminare i ritardi nell’acquisizione delle abilità linguistiche, già evidenti nella scuola dell’Infanzia. Il lessico del bambino può essere considerato la “spina dorsale” della competenza lingui-stica. Per svilupparlo c’è un metodo indiretto fondamentale:

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esporre il bambino a un ambiente linguisticamente ricco, quan-titativamente e qualitativamente. Dunque, è fondamentale nei primi anni come e quanto l’adulto parla al bambino, ma anche la lettura di libri rappresenta una fonte importante; occorre, quindi, promuovere nel bambino il piacere della lettura fin dalla scuola dell’Infanzia.

2. Rendere il bambino attivo verso il linguaggio. I metodi più spe-cifici per lo sviluppo del lessico si possono riassumere in questa indicazione: si tratta di trovare nel percorso scolastico mo-menti frequenti di riflessione specifica sui termini, per giocare con il bambino andando a caccia di parole e di significati. Molto importante è che il bambino sia reso attivo nell'esplorare il mondo del lessico e nell'usare i nuovi termini nei quali si im-batte.

3. Desumere dal contesto. Il modo più naturale è di usare un ter-mine poco consueto in un contesto e chiedere ai bambini che cosa vorrà dire. Si può partire da un termine incontrato in un brano e invitare i bambini a riflettere sul significato. Si può an-che chiedere di fare un gesto, un atteggiamento an-che potrebbe assomigliare al termine in questione. Così con bambini di 6-7 anni si possono presentare frasi composte, per fare solo qual-che esempio, da termini riferiti a suoni, sapori, abbigliamenti, atteggiamenti come acuto, cupo, intenso, elegante, contra-stante, eccentrico, squisito, pensieroso, concentrato, per-plesso, etc., chiedendo loro il significato del termine e di rap-presentare quel significato anche attraverso un atteggia-mento/gesto.

4. Rime e filastrocche. Molto importante, sin dalla scuola dell'In-fanzia, è giocare a costruire filastrocche. La rima è un disposi-tivo capace di essere impiegato sin dall'età prescolare: “Bam-bini cominciamo insieme una storia in rima, vediamo con quali parole possiamo continuarla, io inizio la storia e voi aggiungete

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un pezzetto. Ho trovato un anello, oh ma quant'è ...[bello], lo porterò con me nel… [castello, lo nascondo nella borsetta ed esco in tutta [fretta] ...etc.” Questi giochi stimolano la capacità dei bambini di produrre parole e sono fondamentali per pro-muovere anche lo sviluppo della competenza metafonologica, fondamentale per l’apprendimento della lettura.

5. Chiarire il testo. Quando i bambini hanno imparato a leggere, molto importante è sviluppare la comprensione (in particolare, dalla terza primaria in poi), promuovendo una lettura riflessiva.

Tra i metodi più efficaci c’è il Reciprocal Teaching, il cui obiet-tivo principale è quello di far diventare lo studente un “lettore strategico” (si veda par. 2.7, cap. 2). All’interno di questo me-todo una delle strategie di lettura da presentare ai bambini è quella del clarifying (chiarire), in cui si chiede all’alunno di sof-fermarsi a riflettere, quando si incontra una parola difficile, su cosa possa significare. Si cerca di capire il senso dal contesto.

La parola può essere, ad esempio, scomposta nelle sue compo-nenti interne (analizzando le radici, i prefissi e i suffissi), ci si confronta con i compagni, etc. (si vedano i parr. 3.3.1 e 3.3.2).

6. Autoconsapevolezza lessicale. È molto importante sviluppare la consapevolezza del bambino sull’importanza delle parole e sul suo sviluppo del vocabolario in continua crescita. È utile anche chiedere ai bambini di usare un libricino in cui sono raccolte tutte le parole nuove. Quali parole nuove abbiamo imparato oggi? Quante parole nuove avete trovato nel libro che avete letto?

7. Articolazione della parola. Si possono realizzare con gli alunni dei giochi, in cui è possibile analizzare assieme come cambia la parola con suffissi o prefissi e realizzare delle mappe lessicali (si veda esempio par. 3.3.2).

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8. Termini scientifici e lessico target disciplinare. Quando si inizia lo studio delle discipline ci si confronta con un lessico che si di-stacca da quello utilizzato nel linguaggio comune. Il lessico scientifico porta con sé una diversa rappresentazione della realtà. Così ad esempio, il termine "evaporazione" introduce l'i-dea che un liquido può trasformarsi in vapore, difforme dalla rappresentazione che esiste nel mondo ingenuo del bambino.

A questo punto è necessario meglio puntualizzare questi con-cetti utilizzando modelli grafici, mappe semantiche o flash card (vedi esempi nel libro Figure 3.1-3.2). Per ogni disciplina si po-trà anche costruire assieme allo studente una lista dei termini concetto che tutti i bambini devono saper comprendere e usare. Questa lista non deve essere smisurata, non potrà avere la pretesa di comprendere tutti i termini, ma solo quelli più ca-ratteristici. Così ad esempio per la storia un bambino di quinta primaria dovrà conoscere termini come “costituzione, parla-mento, senato, elezione, rivoluzione, rivolta, etc.”.

9. Usi metaforici. Importante avvicinare il bambino all’uso meta-forico del linguaggio; si potrà dire che “Laura ha un carattere

‘solare’, Antonio è ‘un pallone gonfiato’, Mario è una ‘lumaca’, etc.” Molti usi si trovano anche nel linguaggio storico e sono fonte di fraintendimenti temporali dei bambini, ad esempio,

“l’impero cade, sorge, viene abbattuto, declina, si rafforza, etc.”

10. Termini come anticipatori didattici. A livello di studio discipli-nare una delle tecniche di indubbia efficacia è quella di soffer-marci, prima della lettura-studio di un capitolo (o paragrafo o passo), a presentare/spiegare i termini difficili (si veda par.

3.3.1).

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Capitolo 4. La Prova Significato Verbale-nuova